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Dubbi da DM


Messaggio consigliato


A volte capita, magari semplicemente perché il giocatore in questione si monta la testa oppure perché vuole dare eccessivo sfoggio delle capacità del suo PG. A me è successa una cosa simile alcuni anni fa con un giocatore novello, e la cura per questa situazione fu molto semplice: gli parlai, gli spiegai che per esaminare attentamente ogni quadratino di ogni stanza avrebbe impiegato 2 minuti di gioco (prendendo 20 si intende) e così non solo lui ci rinunciò, ma furono i suoi stessi compagni a passargli oltre ed a fregarsene. Imparò perciò ad usare la sua capacità soltanto dove avrebbe potuto immaginarsi una trappola, ossia nei dungeon ed in alcuni particolari punti strategici degli stessi.

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Ciao ragazzi! (madòò quanto tempo non scrivevo qui!) Volevo chiedervi un parere: riguarda il compagno animale, nell'edizione 3.5 che gioco io.

Siccome un paio di miei amici che gioca da D&D da anni si inventa spesso e volentieri le regole, ho scritto un breve articolo per metterli nell'ottica di come funziona un compagno animale. Premetto che loro, da 3.0, praticamente trattano il compagno animale come una bestiolina con intelligenza/capacità di comprensione pari ad un PG... insomma, il druido gli parla e gli dice cosa fare senza limiti.

La mia domanda è: è corretto quanto dico in questo articolo, o io stesso a mia volta non ho compreso le regole? (ve lo copioincollo qui di seguito in spoiler)

Spoiler:  
Druidi e compagni animali: non date per scontati poteri che non hanno!

Il compagno animale del druido è un amico per la pelle: grazie alle doti del druido di saper farsi capire dagli animali ed interpretare il loro atteggiamento, egli coi suoi poteri può conquistarsi la fiducia di un animale il quale lo seguirà, e che se trattato bene starà ai suoi ordini.

IL COMPAGNO ANIMALE DEL DRUIDO NON E' MAGICO, ma ha dei bonus grazie alla grande comunione con la natura che il druido possiede (infatti l'animale ha dei bonus di natura Straordinaria, non magica).

Come spiegato nel capitolo sul druido, il compagno animale come un qualunque altro animale addestrato conosce un numero limitato di comandi che il druido stesso gli insegna: per far sì che li esegua il druido deve comunicare con l'animale in qualche modo, fargli capire ciò che vuole che quello faccia, il che equivale ad una prova di addestrare animali. E il druido può anche fallirla.

Come spiegato nell'abilità "addestrare animali", la CD aumenta se il druido cerca di impartire ordini che non corrispondono ad alcun comando appreso dall'animale ("spingi" l'animale a fare qualcosa). Se gli ordini sono troppo complessi, tali che un animale non può comprenderli, oppure se si tratta di un compito aldilà delle possibilità dell'animale in questione, probabilmente il DM dirà "Il tuo amico leprotto ti guarda, poi si guarda in giro, si gratta un orecchio con la zampetta e poi torna a fissarti."

MA BASTA. Il druido non ha un legame telepatico con l'animale.

L'animale ha un intelligenza da animale, pari a qualunque altro animale della sua specie. E' quindi inutile cercare di dargli ordini del tipo "vola sulla foresta e avvertimi se c'è qualcuno", e nemmeno "vola sopra di noi e grida se qualcuno si avvicina" e nepppure "sgattaiola nella stanza e dimmi cosa sta succedendo": NO.

Come scritto nel manuale del giocatore, i comandi che possono essere insegnati sono "annusa, attacca, cerca, fermo, indietro, intrattieni, lavora, proteggi, recupera, segui, vieni". Un animale può eseguire un comando alla volta.

Inoltre si parla di un "compito generico" in cui può un animale può venire addestrato, cioè un compito come "fare la guardia" o "cavalcare in combattimento": si tratta di una piccola serie di ordini che viene ricollegata in un obiettivo ben preciso.

[serve il benestare del DM per i compiti generici, egli valuta se l'animale è in grado o meno di imparare certe cose e a quali comandi corrispondono].

Certo, in questo caso posso insegnare alla mia aquila a "fare la guardia": vola sopra di me e urla quando ci sono nemici. In questo caso però è facile che l'aquila non avrà abbastanza comandi per poter imparare qualcos'altro, e quindi non imparerà i comandi per combattere o recuperare un oggetto.

Inoltre il druido non può dire all'aquila "Ok, fai la guardia, ma invece di urlare devi venire silenziosamente da me e farmi capire se ci sono nemici o no": questo non si può proprio fare! L'aquila è ormai addestrata ad un compito ben preciso, sa fare quello e sa farlo in quel modo lì, inoltre non ha abbastanza intelligenza per comprendere che "stavolta non deve gridare", senza contare poi che il druido non può parlare con l'animale ma si fa capire a grugniti e gesti, imitando i comportamenti della specie di quell'animale.

In conclusione il compagno animale non è un famiglio di livello 6: non può parlare col druido. Certo, poi esistono degli incantesimi per ovviare a certe cose, ma normalmente non succede così.

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Direi che è tutto esatto, con in più la nota che dare comandi ad un qualsiasi animale, addestrato o meno, consuma azioni (una di movimento, se conosce il comando, altrimenti una di round completo)...

Un compagno animale sarebbe più cooperativo di uno selvaggio (nel senso che magari starebbe ad ascoltare il druido e cercherebbe di compiacerlo), ma comunque gli si dovrebbero dare tanti comandi in serie, uno alla volta man mano che esegue quelli precedenti, per fargli eseguire compiti complessi...

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Direi che è tutto esatto, con in più la nota che dare comandi ad un qualsiasi animale, addestrato o meno, consuma azioni (una di movimento, se conosce il comando, altrimenti una di round completo)...

Da manuale il compagno animale è un'eccezione e lo si può comandare come azione gratuita.

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ciao a tuti nel gruppo che masterizzo c'è un pg ladro, che, nonostante giochiamo abbastanza fregandocene degli allineamenti è più o meno sul NM, gli altri pg quando questi inizia a sbroccare (es. provo a tirare un pugno all'ambasciatore della famiglia reale, provo a rapinare la vecchietta) riescono sempre a fermarlo, e la cosa per il giocatore sta diventando frustrante tant'è che off game mi fa: "Ma se provo ad amazzare un altro pg me lo fai fare? Cioè il mio personaggio farebbe così ..." E come dargli torto? anche se ciò causerebbenon pochi problemi a me e alla campagna a rigor d'interpretazione ne ha tutte le ragioni! Quello che mi turba è che se gli altri pg hanno un motivo per stare niti lui non ne ha, e fatico a trovarglielo io ...

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Non glie l'ha detto il dottore di giocare un PG ammazza-party. E' vero che il suo PG farebbe così, ma è stato lui a crearlo in questo modo, quindi se qualcosa va storto e si rovina il gioco di tutti, la colpa è comunque del giocatore.

Io pure a rigor di interpretazione potrei giocare uno che nella vita vuole fare il lustrascarpe, ma ti immagini?

DM: cosa fai?

Io: Lustro le scarpe

*roll*

Io: è uscito venti!

DM: Che scarpe pulitissime! Il cliente ti lascia un extra per il lavoro svolto. Prendi 10 PX.

Io: evviva!

DM: senti, ma... Sicuro che non ti interessi andare a scoprire l'antica tomba nanica che...

Io: No! Voglio lustrare le scarpe!

DM: uff...

Qua il problema non è nella coerenza o meno dell'interpretazione, ma in cosa si sceglie di interpretare fin dall'inizio. Se decidi di creare un PG che non va all'avventura, non sarà un PG adatto a D&D, a meno di voler fare un tipo di gioco molto particolare, lontano dall'impostazione originaria.

Parimenti, se decidi di giocare un PG che ammazza i compagni del party, il tuo PG non sarà adatto a D&D, a meno di voler fare un tipo di gioco molto particolare, lontano dall'impostazione originaria.

Chiaro che se tu permetti al giocatore di interpretare un personaggio antisociale, devi prenderti anche la responsabilità delle conseguenze.

Se vuoi evitare che si vadano a creare queste situazioni, devi intervenire preventivamente fuori dal gioco, chiedendo al giocatore di ruolare una cosa diversa.

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Se vuoi evitare che si vadano a creare queste situazioni, devi intervenire preventivamente fuori dal gioco, chiedendo al giocatore di ruolare una cosa diversa.
Chiaramente non mi ha detto al momento della creazione: il mio pg ucciderà il party. se no non glielo avrei fatto fare. Quello che mi serve è una motivazione da dare al pg per restare nel party, gli altri componenti hanno le loro ragioni: c'è chi lo fa perchè gliel'ha ordinato il suo dio e chi lo fa per desiderio d'avventura. Sto cercando una motivazione che spinga un pg Npuro/NM senza divinità da adorare o obiettivi da perseguire, a non abbandonare il gruppo
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Sto cercando una motivazione che spinga un pg Npuro/NM senza divinità da adorare o obiettivi da perseguire, a non abbandonare il gruppo
Io farei trovare questa motivazione al giocatore stesso, o comunque insieme a lui. Se se la sceglie da solo, sarà più propenso ad attenervisi (piuttosto che a cercare di aggirarla)
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Come si era discusso nel topic dei bivi del gruppo, la voglia tenere i PG uniti nel gruppo deve provenire sia dal giocatore che dal DM. Il master deve dare motivazioni, ma il giocatore non deve remare contro e fare PG che non c'entrino nulla e che non abbiano motivi di stare nel gruppo.

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Come si era discusso nel topic dei bivi del gruppo, la voglia tenere i PG uniti nel gruppo deve provenire sia dal giocatore che dal DM. Il master deve dare motivazioni, ma il giocatore non deve remare contro e fare PG che non c'entrino nulla e che non abbiano motivi di stare nel gruppo.

Discutendone con il giocatore è emerso che sente che il suo pg (ladro/rodomonte) non viene valorizzato abbastanza nella campagna,che situazioni mi consigliereste di creare per risolvere questo problema?

ne aprofitto per chiarire un altro dubbio che non centra niente ma mette in luce la mia ignoranza abissale: x lanciare un incantesimo quando non si è in lotta o in nessun'altra situazione particolare non serve nessun tiro?

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ciao a tuti nel gruppo che masterizzo c'è un pg ladro, che, nonostante giochiamo abbastanza fregandocene degli allineamenti è più o meno sul NM, gli altri pg quando questi inizia a sbroccare (es. provo a tirare un pugno all'ambasciatore della famiglia reale, provo a rapinare la vecchietta) riescono sempre a fermarlo, e la cosa per il giocatore sta diventando frustrante

immaginati quanto sarebbe frustrante se dovesse riuscirci... :D

No, ok, qui il punto è: te riesci a fare una storia interessante con uno che "sbrocca"?

Se la risposta è si, allora tranquillizza i tuoi giocatori che tutto andrà bene. Magari tieni conto che se lui sbrocca gli altri non c'entrano niente e non dovrebbero essere puniti per le sue malefatte, almeno non sempre. Poi se per lui è normale sbroccare per gli altri può essere normale tentare di impedirglielo quindi non ha da lamentarsi... ma comunque avendoli tranquillizzati vedrai che non gli staranno così adosso.

Se la risposta è no (e questa è la risposta giusta :-p), allora digli di non sbroccare. E quando sbroccherà uccidigli il Pg, come è ovvio sia. Eh si, la morte di un PG è grave ma avere un PG che regolarmente ti brucia le storie è ancora più grave. Prendilo come un tutorial per insegnargli a giocare. Dopo 3 o 4 PG che subiscono le conseguenze delle proprie azioni (cioè muoiono) vedrai che comincerà a fare PG interessanti da giocare e che apportano qualcosa alla storia.

"Ma se provo ad amazzare un altro pg me lo fai fare? Cioè il mio personaggio farebbe così ..." E come dargli torto? anche se ciò causerebbenon pochi problemi a me e alla campagna a rigor d'interpretazione ne ha tutte le ragioni!

no, non ha tutte le ragioni. Giustamente ti darebbe non pochi problemi e non per colpa tua ma per come è strutturato il gioco. Certamente altri DM potrebbero non avere problemi (:lol:) ma tu ce li hai ed hai tutte le ragioni! Quindi diglielo e digli che si trovi una interpretazione opportuna alle esigenze del gioco. Eventualmente permettigli di cambiare PG o almeno la personalità del PG. D&D è un gioco dove il gruppo dovrebbe stare unito e fare quest quindi Pg che sbroccano e vogliono uccidere i propri compagni non sono adatti a questo gioco.

Quello che mi turba è che se gli altri pg hanno un motivo per stare niti lui non ne ha, e fatico a trovarglielo io ...

ovvio. Il motivo deve trovarlo lui, mica te. Il Pg è lui che deve crearlo e giocarlo, come potresti quindi essere te a trovargli motivazioni? Tanto per cominciare che si faccia un Pg adatto a D&D, ovvero che voglia stare in gruppo e che voglia fare quest. Poi proponigli agganci che sai interessarlo e vedrai che non avrete più problemi.

Nella scheda dovrebbe esserci la voce: "motivazioni per fare quest:" e giù, cinque righe obbligatorie...

Sto cercando una motivazione che spinga un pg Npuro/NM senza divinità da adorare o obiettivi da perseguire, a non abbandonare il gruppo

uff... il PG è motivato quando il giocatore decide che il suo PG sente una motivazione dentro se stesso... ma ciò che il PG sente lo decide il giocatore, non il DM (e ovviamente non il PG da se stesso, visto che non esiste), quindi o chiedi al giocatore cosa potrebbe motivarlo o tenti di proporgli cose finché non ci indovini. Supponendo tu scelga la seconda opzione (indovinarci) prova con l'oro.

Discutendone con il giocatore è emerso che sente che il suo pg (ladro/rodomonte) non viene valorizzato abbastanza nella campagna,che situazioni mi consigliereste di creare per risolvere questo problema?

il rodomonte è semplicemente uno che combatte... il ladro dipende dalle skill scelte. Mettici situazioni dove servano le sue skill. E prova con una nave.

Edit

non è valorizzato? certo che no, finché le sue scelte lo portano a sbroccare come potresti valorizzarlo?

Digli che si faccia un PG interessante.

/edit

x lanciare un incantesimo quando non si è in lotta o in nessun'altra situazione particolare non serve nessun tiro?

no

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ciao a tuti nel gruppo che masterizzo c'è un pg ladro, che, nonostante giochiamo abbastanza fregandocene degli allineamenti è più o meno sul NM, gli altri pg quando questi inizia a sbroccare (es. provo a tirare un pugno all'ambasciatore della famiglia reale, provo a rapinare la vecchietta) riescono sempre a fermarlo, e la cosa per il giocatore sta diventando frustrante tant'è che off game mi fa: "Ma se provo ad amazzare un altro pg me lo fai fare? Cioè il mio personaggio farebbe così ..." E come dargli torto? anche se ciò causerebbenon pochi problemi a me e alla campagna a rigor d'interpretazione ne ha tutte le ragioni! Quello che mi turba è che se gli altri pg hanno un motivo per stare niti lui non ne ha, e fatico a trovarglielo io ...

Mah... Se un personaggio è altamente imprevedibile, sbrocca in momenti a caso, è violento in maniera insensata e ha tendenze omicide direi che più che NM è CM e tende all'ingestibilità in gioco...

Per il resto, thondar ha più o meno chiarito il punto su come gestire le sue bravate...

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immaginati quanto sarebbe frustrante se dovesse riuscirci... :D

Intanto grazie per i consigli, era difficile essere più esauriente di così :lol: riguardo alla valorizzazione però preciso che in parte ha ragione, si lamentava per esempio del fatto che il resto del gruppo non gli permette mai di andare in avanscoperta ... certo però questo non giustifica il suo comportamento in altri casi...

PS: Thondar ti è arrivato il mio messaggio privato? ultimamente non riesco a mandarli :-|

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