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Le Notti di Bosco Salice


Urizen

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Sono ormai diverse settimane che sei in viaggio. La tua natura girovaga, unita alla necessità di sbarcare il lunario, ti ha spinto a cercare nuovi orizzonti lontano dalle affollate metropoli costiere e verso l'entroterra; hai attraversato vaste pianure e comunità agricole, fermandoti poche volte e sempre per poco tempo (giusto il necessario a svolgere qualche lavoretto o "prendere in prestito" qualcosa), tuttavia ancora non hai raggiunto una destinazione in cui valesse la pena di trattenersi, e nulla sembra turbare la monotonia di questo viaggio privo di meta.

Tutto questo fino ad una calda e splendida sera d'estate. Ti sei steso per riposare nel bel mezzo del nulla, ma il manto erboso della collina su cui ti sei fermato costituisce un comodo giaciglio; il fuoco terrà lontane bestie indesiderate. Stai addentando una delle tue razioni da viaggio quando una luce oscillante nel buio, abbinata ad un cigolio ripetitivo, attira la tua attenzione: un carro, non c'è dubbio. Sei propenso a tornare al tuo pasto, quando noti che il carro - forse attirato dalla luce del tuo falò - si dirige esattamente verso il punto in cui ti trovi. Nell'arco di alcuni minuti, il mezzo raggiunge la tua collina e si ferma a poche decine di metri; è questione di istanti prima che una voce giovane e maschile risuoni dal carro; "Ehilà, voi dell'accampamento! C'è posto intorno al fuoco per qualche altro viaggiatore?". Momento di pausa. "Abbiamo vino!".

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Mi alzo, spolverandomi i pantaloni e attendendo il carro in piedi davanti al fuoco scoppiettante. Subito rimango seccato dall'essere stato avvicinato in quel posto sperduto, ma poi penso che forse un pò di compagnia può sempre servire: notizie, cibo diverso, due chiacchiere.

Studio la figura che si ferma a distanza, cercando di capire di chi si tratta, se sia un mercante o un semplice viandante. Quindi rispondo al saluto:"Salute viandante. Scendi pure dal tuo carro, per questa notte hai trovato un posto in cui accamparti. Il fuoco può scaldare ben più di una persona."

Detto questo mi siedo, tenendo però gli occhi ben fissi sul nuovo arrivato e le orecchie tese in ascolto di qualsiasi rumore, muovendomi con naturalezza ma rimanendo in allerta.

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ascoltare e osservare
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A scendere la carro ed avvicinarsi è un giovane ragazzo, umano; non molto alto (almeno, per gli umani) e dal fisico asciutto e per nulla muscolare. Quando è sufficientemente vicino da essere rischiarato dal tuo falò puoi facilmente notare che è disarmato e che, a giudicare dall'abbigliamento (una semplice camiciola da viaggio priva di maniche e con pantaloni corti, per meglio sopportare la calura di questi mesi), sembrerebbe essere un comune popolano; capelli rossi e ricci, il volto sorridente, subito ti si rivolge quasi con entusiasmo: "E' una vera fortuna aver trovato qualcuno con cui dividere la notte, signore, specialmente da queste parti. Siamo in tre, spero che la cosa non vi sia di disturbo... tutta brava gente, non tema!" dice ridendo.

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Osservandolo attentamente non noti niente che valga la pena di tener presente: nessuna arma (neanche nascosta), e probabilmente così pochi vestiti addosso da poter portare con sè ben poco. Ti pare forse un pò eccessivo e forzato l'entusiasmo che mostra nel tentare di fare il simpatico.
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"Beh, allora falli pure scendere dal carro. Chi siete, se posso saperlo? Cosa vi porta da queste parti?"

Intanto guardo il carro, cercando di capire se sono persone in fuga o povera gente in cerca di fortuna chissà dove. L'arco è affianco a me, la faretra ai miei piedi. "Sono già in inferiorità numerica...mah, sempre a pensare male. Ma che diavolo ha da essere così contento?"

Rivolgendo di nuovo lo sguardo al ragazzo continuo:"Io sono Wilimac, della famiglia dei Goodbottle. Come ti chiami?"

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percepire intenzioni
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"Il mio nome è Bert, signore. Siamo una piccola famiglia di semplici artigiani: io, mia sorella Len e nostro padre Gortan". Si volge rapidamente verso il carro, e alzando la voce per farsi sentire grida "Ehi gente, scendete! E' tutto a posto!". Per un secondo riesci quasi ad immaginarti la scena di un gruppo di briganti che scende dal carro... fortunatamente le due figure che si avvicinano a loro volta al falò fugano le tue preoccupazioni. Un uomo sulla soglia della vecchiaia ma ancora robusto, i cui vestiti leggeri lasciano intravedere una struttura fisica che nel fiore degli anni deve essere stata assai muscolare; il volto dall'aria cordiale è incorniciato da sottili capelli bianchi e lisci e da una altrettanto candida barba, corta e ben tenuta; ad accompagnarlo è una ragazza che difficilmente avrà vent'anni, con lunghi capelli rossi. Ha un'aria assai intelligente, e più di una volta i vostri sguardi si incrociano mentre la osservi e la sorprendi ad osservarti a sua volta; carina, ma certo non una bellezza che si ricordi. Anch'essa vestita in modo molto leggero, congiunge le mani in grembo e ti accenna un minuscolo inchino con la testa: "E' un piacere conoscervi, signor Goodbottle. Mi chiamo Len, questo è mio padre Gortan, e immagino abbiate già conosciuto mio fratello". A questo punto lei fa cenno all'uomo di sedere a terra, poco lontano da te e dal fuoco: "Aspetta qui, papà, vado a prenderti il sacco a pelo. Vieni a darmi una mano, Bert?" dice. L'anziano nel frattempo si siede con aria stanca, e ti rivolge un sorriso un pò fiacco: "Buonasera, signore. Grazie per averci accolti davanti al vostro fuoco, e perdonate se i miei figli fanno un gran baccano: sono bravi ragazzi, glielo assicuro".

Spoiler:  
Non sembra che questo trio abbia niente da nascondere: certo, saresti curioso di vedere cosa trasportino con il loro carro, ma non ti danno sicuramente l'idea di poter essere pericolosi. L'unica cosa che attira la tua attenzione è il fatto che quel "Vieni a darmi una mano, Bert?" sia stato sibilato quasi tra i denti dalla ragazza, come a voler dire "dobbiamo parlare". Di questo sei piuttosto sicuro.
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"E' un piacere poter dividere il mio fuoco con voi, non sempre si fanno incontri piacevoli sulla via." dico al vecchio, cercando di mostrarmi il più amichevole possibile. "Forse sanno dirmi dove posso trovare qualche posto interessante da visitare" "Cosa vi porta in un luogo così remoto da solo con i vostri figli? Siete in cerca di fortuna da qualche parte?" mentre parlo sposto l'arco e le frecce con noncuranza, come fossero solo oggetti di ingombro in quel momento, in modo da averli vicini ma anche da lasciar posto ai ragazzi intorno al fuoco. Sento di poter star tranquillo e non voglio farli allarmare.

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L'anziano sorride, del tutto a suo agio. "Io e i miei figli siamo tutti artigiani: io sono un fabbro, mio figlio Bert lavora il legno e mia figlia è un'ottima sarta. Siamo partiti un mese fa dalla nostra cittadina per cercare mercati favorevoli, visto che era da un pò che a casa non si riusciva a condurre un buon affare... tsk, l'avessimo mai fatto!" dice, scuotendo il capo. Si interrompe un momento quando i figli tornano, portando diverse coperte e sacchi a pelo con cui allestire un buon accampamento al chiaro di luna. "Questo viaggio si è rivelato un'idea molto peggiore di quanto immaginassi: non solo non abbiamo trovato un buon posto dove metterci a vendere alcunchè, ma siamo anche stati rapinati del poco denaro che avevamo da briganti giù a Sud! Se solo non fosse per il posto che stiamo cercando, avrei piantato tutto e fatto la strada al contrario da un bel pezzo". Il tuo viaggio per fortuna ti ha tenuto lontano da tali attenzioni indesiderate, essendo infatti tu giunto da Ovest. A quel punto Gortan estrae da un fagotto una bottiglia piena di un liquido scuro, ne stacca il tappo di sughero con i denti e ne beve ampie sorsate con gusto; sicuramente lui e i figli sono gente dai modi semplici. "E voi, signor Goodbottle? Vedo che siete armato, siete per caso un mercenario, o un avventuriero? Che ci fate qui, nel bel mezzo del nulla?" chiede a quel punto ridendo, mentre con noncuranza ti offre la bottiglia dalla quale ha appena bevuto (ovviamente, di bicchieri non c'è ombra).

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Ascolto attento, osservando anche le mosse dei figli. Faccio cenno di rifiutare la bottiglia, ma gentilmente rispondo:"Sono più un tipo da birra, ti ringrazio." Poi continuo dando un'occhiata al mio equipaggiamento li vicino a me. "Avventuriero...non proprio, sono un viaggiatore. Sono alla ricerca di avventura forse, quello si. Ma per ora mi basta trovare un posto in cui ci sia da guadagnare qualcosa." Poi scuoto la testa pensieroso:"Sono stati rapinati e ancora vengono incontro a uno sconosciuto. Avrei potuto essere tutt'altro che amichevole..." "Adesso dove siete diretti?"

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A prendere la parola stavolta è il giovane Bert, mentre si sdraia vicino al padre. "Nell'ultimo posto dove siamo stati ci hanno detto che a Est di qui, nelle paludi, c'è un posto dove la gente ha tanto oro da non sapere che farsene!" dice, con tono quasi eccitato. La sorella fa una smorfia: "non posso credere che tu e papà stiate ancora pensando a quella sciocchezza" commenta. Con una fragorosa risata, il vecchio Gortan replica "sciocchezza o no, a questo punto tanto vale dare un'occhiata, no? E voi, signor Goodbottle, perchè non venite con noi? Un armato potrebbe esserci comodo, lungo la strada". Un attimo di silenzio, poi è come se il vecchio si fosse appena ricordato di essere stato rapinato: "Se il posto è davvero una favola come dicono, vi pagheremo bene! E se non lo fosse... bhè, in tal caso vi potremmo pagare in merce, che ne dite?". I figli non si pronunciano, sembrano trovare l'idea valida.

Tu non puoi fare a meno di pensare a quanto sarebbe facile per chiunque accettare, salire sul carro e passarli tutti a fil di spada, per poi fuggire con la merce. Evidentemente, come supponevi, la rapina non ha insegnato loro nulla.

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"Un passaggio...perchè non accettare? Però sarei sicuramente un bersaglio più ghiotto su un carro di merci con questi che vanno da tutti gli stranieri a raccontare i fatti propri..." Corruccio un pò la fronte mentre ci penso, poi, indicando il fuoco e il piccolo accampamento aggiungo: "Per questa notte divideremo lo stesso accampamento. Domani si vedrà. Potrei accettare la vostra proposta ma devo pensarci." L'idea di un luogo in cui la gente naviga nell'oro mi ha ormai rapito. Il dubbio non è se andarci, ma quando e in che modo. Forse la notte porterà consiglio.

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"Bene, bene. Per stanotte limitiamoci a riposare" concorda Gortan. Si volge verso i due figli: "Len, tu vai a dormire. Bert, stai di guardia stanotte, dormirai domani mattina in viaggio". Il ragazzo dai capelli rossi sospira: "D'accordo, d'accordo... signor Goodbottle, riposate pure tranquillo, veglierò io stanotte. Ma non temete" dice sogghignando e facendoti l'occhiolino, "al primo cenno di guai sveglierò subito voi e il vostro arco!".

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Mi alzo e sospiro, stirando i muscoli. "D'accordo, dormirò un pò meno allerta del solito. Ma non temete a chiamarmi qualsiasi cosa succeda, non dovete aver paura di svegliarmi." "Ma non credo che dormirò molto neppure io."

Prendo i miei averi e mi allontano un poco dal fuoco morente. Lascio arco e coltello a portata di mano e mi sdraio, dando la schiena al fuoco. "Buonanotte amici miei. A domani."

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Cerco di stare sveglio le prime ore, senza muovermi e simulando il sonno pesante di chi si è addormentato dopo una mezzoretta dall'essermi coricato. Osservare e ascoltare per quanto riesco.
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"Buonanotte" ti dicono a turno i tre artigiani, dopodichè ti stendi nel luogo prescelto e tendi tutti i tuoi sensi. Riesci a rimaner sveglio per alcune ore (due, forse tre), durante le quali non accade assolutamente niente di rilevante; al di là del poderoso russare di Gortan, che il figlio è costretto a placare smuovendolo leggermente nel sonno, nulla interviene a turbare la quiete di quella che è una serata di calma assoluta, finchè anche tu non sei costretto a cedere alle lusinghe del sonno e ti addormenti. La mattina seguente ti svegli al suono di un lieve battibecco, del tutto innocuo, tra Bert e Len (non riesci a capire di cosa stiano discutendo, ma ti rilassi subito: sono evidentemente sciocchezze domestiche tra fratelli). "Ecco, sei contento ora?" fa Len, rimproverando il fratello, "hai svegliato il signor Goodbottle!". Con un sorriso lievemente imbarazzato la ragazza ti si avvicina, portando con sé un piccolo orcio: "Mi dispiace signore, non intendevamo disturbarla. Gradisce del latte di capra?" ti chiede con aria gentile. Ti getti un'occhiata intorno: l'accampamento è esattamente come lo hai lasciato nella notte, e poco più in là il vecchio Gortan sta addentando con tenacia una striscia di carne essiccata. L'anziano incontra il tuo sguardo e sorride: "Venga, venga a far colazione con noi. Per fortuna quei briganti si sono accontentati dell'oro e hanno lasciato stare le nostre razioni!". "Sarà perchè hanno capito subito che questa zuccona ha salato la carne decisamente troppo! Sembra di mangiare un pezzo di legno condito con acqua di mare!" dice Bert, facendo una smorfia alla sorella. La quale, ancora rivolta verso di te, fa un sospiro e scuote la testa.

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Mi giro, sollevando il busto e appoggiandomi su un gomito. Sorrido alla ragazza e saluto:"Buongiorno a voi, grazie Len. prendo l'orcio e mi alzo, spolverando i vestiti. Poi annuso il contenuto, sempre sospettoso per natura. Quindi poso a terra il contenitore e mi allontano di qualche metro, dando le spalle al gruppo svuoto la vescica che mi preme dopo l'inattività della notte. "Avete dormito bene? Grazie Bert, sei stato davvero un'ottima guardia! Puoi andare a riposare quando vuoi. Appena siete pronti possiamo partire, se vi va."

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Percepire intenzioni sulla ragazza (non mi fido mai fino in fondo. Se non sospetto nulla bevo il latte)
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Bert prorompe in un sonoro sbadiglio: "Effettivamente non vedo l'ora di chiudere un pò gli occhi". Dopo aver provveduto ai tuoi bisogni più 'basilari', porti cautamente alle labbra l'orcio del latte (non avendo scorto niente che ti mettesse in guardia nei comportamenti di Len o dei suoi): assaggi umettandoti a malapena le labbra, ma il latte di capra non ti riserva per fortuna nessuna sorpresa... certo, forse non è freschissimo, ma è ancora buono. Alzandosi dal manto erboso stiracchiandosi - e lamentando gli acciacchi dell'età - il vecchio Gortan ti si rivolge con una risata: "Però, non credevo che riposare all'aperto e sull'erba fosse così comodo!"; a quel punto spedisce Len a sistemare il carro per la partenza, mentre Bert attende con impazienza che i preparativi siano pronti per poter finalmente riposare. "Allora, signor Goodbottle, avete deciso di venire con noi? Vedrà che ne sarà valsa la pena, ahah!" dice il vecchio, mentre si avvicina al carro facendoti segno con la mano di seguirlo.

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Bevo qualche sorso di latte, quindi mi avvicino al vecchio e porgo il contenitore: "Beh, state andando in un posto dove le persone hanno più oro di quanto abbiano bisogno, a quanto ho capito. Quindi verrò con voi, potrebbe essere una fortunata deviazione dal mio percorso originale." Detto torno ai miei averi ed inizio a prepararmi per il viaggio. Giaciglio e resto nel piccolo zaino, arco in spalla e lame pronte. "Se loro tre sono venuti a sapere di questa cosa o è un'enorme bufala o potremmo trovare chiunque lugo il cammino...". Rivolgendomi al vecchio, ma continuando a mettere a posto il mio equipaggiamento, dico "Per meglio affrontare il viaggio sarebbe il caso che mi raccontaste tutto quello che sapete su questo posto dove ci stiamo recando, da chi vi ha informati a voci passate di bocca in bocca. Potremo parlarne durante la marcia, se vi va bene." Poi rivolgendomi a tutti e tre, in modo che mi sentano anche i ragazzi:"E per favore, Wilimac, non Signor Goodbottle..." dico sorridendo.

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Gortan si siede a cassetta, prendendo le redini di due ronzini non esattamente nel fiore degli anni, e ti fa cenno di prendere posto accanto a lui; il 'tettuccio' del carro è in legno rigido, e puoi facilmente usarlo per riporre comodamente lo zaino avendolo comunque a portata di mano in caso di bisogno. Mentre Bert e Len salgono da dietro all'interno del carro (facendosi spazio tra la merce, a giudicare dai rumori), l'anziano scuote i due cavalli dal loro torpore ed il carro inizia lentamente il suo viaggio, producendo ad intervalli regolari quel cigolio che anche la sera prima ne annunciava l'arrivo. Mentre vi lasciate alle spalle le colline che vi hanno ospitato per la notte, Gortan ti parla del viaggio: "Nell'ultima cittadina dove siamo stati, circa due settimane fa, abbiamo sentito delle voci estremamente interessanti e ci siamo dati da fare per avere maggiori informazioni. Ebbene pare che a Est, nella regione delle grandi paludi, ci sia un villaggio chiamato Bosco Salice; cosa faccia di preciso la gente da quelle parti non lo so, ma si racconta che siano pieni zeppi di denaro grazie ad un qualche tipo di miniera - o filone di metallo, o quello che è - sopra cui il villaggio sorgerebbe e che gli abitanti sfruttano esclusivamente per conto loro, senza esportarlo né versare tributi ad alcuna autorità locale. Suona bene, eh?" ridacchia Gortan. Alle vostre spalle, dal telone del carro fa capolino la faccia quasi imbronciata di Len: "A me sembra tanto una favoletta per acchiappare i citrulli... e se fosse un trucco escogitato da persone disoneste, o briganti?". Il padre la guarda con aria di rimprovero, poi quasi borbottando risponde "bè, nel caso c'è il sign... c'è Wilimac con noi, armato fino ai denti! Accidenti, siamo in quattro... recuperiamo qualche pugnale dalle casse dietro e nessuno oserà darci fastidio!". Non puoi fare a meno di sospirare interiormente: cioè, questi sono potenzialmente armati e si sono lasciati derubare? Probabilmente sono meno coraggiosi di quanto voglia far credere il padre. "Come vuoi papà, facciamo come preferisci" sospira Len, che sprofonda di nuovo all'interno del carro. Gortan si rivolge di nuovo a te: "Ad ogni modo, abbiamo avuto modo di parlare di questo fantomatico Bosco Salice con più di una persona, e anche se i dettagli differiscono a volte tra le versioni, tutti sono concordi sul fatto che il posto esista e che i suoi abitanti siano pieni di soldi. Spero solo che non sia difficile da trovare, non mi piacerebbe girovagare troppo a lungo con un carro nelle paludi". Da dentro il carro Len si fa sentire di nuovo: "Ah già, perchè mio padre dimentica di sottolineare che sulle mappe non c'è assolutamente nessun Bosco Salice, o altro villaggio, in mezzo a quelle paludi!". Gortan stavolta sembra infastidito e risponde in modo irato: "Maledizione Len, vuoi smetterla di farmi fare la figura dello stupido?! O preferisci prendere tu le redini e trovare a colpo sicuro qualche buon mercato, signorina?". Dopo un secondo di silenzio, con voce quasi mortificata, Len si scusa a mezzavoce e poi tace. Gortan si rivolge a te: "Questi ragazzi non hanno più rispetto per i loro padri, dove andremo a finire?". Puoi tuttavia notare nei minuti seguenti che l'anziano è chiaramente dispiaciuto per la scenata, e non ti stupirebbe se più tardi chiedesse scusa alla figlia. Non c'è che dire, come nucleo familiare sembrano piuttosto uniti.

No, non sarebbero mai in grado di opporsi a dei briganti, ti viene da pensare.

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Ascolto attento il resoconto del vecchio, pensando a quanto sia precaria la loro situazione: due uomini, uno troppo vecchio e l'altro troppo giovane per poter combattere. Una ragazzina sarta e un carro di merci. Verso l'ignoto. Dubbioso mi metto a osservare il territorio circostante, cercando di capire sia da che parte andiamo sia che possibilità abbiamo di essere notati. Inizio a prendere a cuore questi poveri sbandati e non vorrei doverli lasciare in preda a un nemico troppo pericoloso da affrontare.

Durante il viaggio continuo a chiacchierare del più e del meno con Gortan e i figli, controllando di tanto in tanto il sentiero e il paesaggio. L'arco è a portata di mano ma nascosto alla vista di eventuali passanti.

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Il viaggio che intraprendi insieme allo scalcinato trio si protrare per diversi giorni... viaggiate sempre verso Est, di questo sei sicuro, ma non incappate mai in niente che possa somigliare ad una strada, o un sentiero, o anima viva. Hai modo di chiacchierare con tutti e tre, con il passare dei giorni, e la tua impressione definitiva è sicuramente quella di essere incappato in brava gente, di quella genuina; vale a dire i peggiori sprovveduti che potrebbero viaggiare con un carro carico di merci. A proposito di merci, durante le soste che effettuate la sera hai anche avuto modo di esaminare il contenuto del carro: il trio si porta dietro una quantità considerevole di mercanzia, tra cui spiccano vasi ed orci finemente decorati (frutto dell'abilità di Len), piccole sculture ed utensili di legno scolpiti da Bert ed un campionario di una trentina di armi, tra spade e pugnali, forgiate dalle vecchie ma capaci mani di Gortan. Oltre a questi oggetti, carabattole varie contribuiscono a ridurre al minimo lo spazio a disposizione di Bert e Len per viaggiare nel carro, ma al padre poco importa. Il vostro viaggio vi vede tra l'altro perennemente esposti, fatto che all'inizio ti tormenta, salvo poi realizzare che da queste parti pare che non ci sia nessuno a guardarvi: questo ti tranquillizza, ma un pò ti deprime anche... più il viaggio va avanti più tu (e Len) avete l'impressione di stare andando verso il nulla. Avete persino modo di sonnecchiare a turni, durante il viaggio, con tu Gortan e Bert che vi date il cambio alla guida del carro.

E' al calar della notte del sesto giorno dal vostro incontro che finalmente il paesaggio cambia: le ondulate colline erbose lasciano il posto ad un panorama più pianeggiante e sterpaglioso, finchè sul calar della sera non intravedete l'inizio delle Grandi Paludi. "Ah ah, finalmente! Ecco quelle dannate paludi" prorompe fragorosamente Gortan, "ora tutto quello che dobbiamo fare è proseguire finchè non troviamo Bosco Salice!". E detto questo sta per dare il via ai cavalli, quando Len lo interrompe con aria preoccupata: "ma papà, non avrai intenzione di proseguire di notte dentro una palude? Siamo tutti stanchi, non vorrei che andassimo a finire in un acquitrino...". L'anziano padre, dal canto suo, se la ride: "Sciocchezze! Il sonnellino che ho fatto questo pomeriggio mentre Wilimac mi sostituiva mi fa sentire fresco come un ragazzetto... e poi, non siete ansiosi anche voi di trovare al più presto il dannato villaggio e dormire in un letto vero?". La ragazza guarda verso il fratello, il quale scuote le spalle con noncuranza; si volge quindi verso di te: "vi prego Wilimac, almeno voi, dite qualcosa!" ti prega, con aria quasi supplichevole.

La serata promette, come tutte quelle che avete avuto finora, tempo buono... non c'è quindi da preoccuparsi di piogge estive improvvise, o almeno così credi. La tua limitata esperienza in paludi porta alla tua mente gli effettivi rischi di viaggiare di notte in un ambiente paludoso e acquitrinoso... tuttavia Gortan sembra abbastanza sicuro della sua guida, e c'è effettivamente da dire che lo strazio di questo viaggio renderebbe impaziente chiunque.

Il vecchio ti fissa con aria complice, attendendo risposta (e apparentemente dando per scontato che gli darai ragione).

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Mi alzo il più in alto possibile, per quanto me lo permette la mia statura, e osservo tutto attorno per capire se c'è una via battuta che entra nella palude. Quindi cerco anche un posto leggermente riparato dove passare la notte.

"Gortan il carro è tuo, ma fossi in te eviterei di inoltrarmi in una palude con il buio. Le bestie potrebbero non vedere un acquitrino e finirci dentro, le ruote potrebbero finire in un pantano e farci perdere una notte di lavoro per rimediare. Secondo me è meglio dormire qua vicino questa notte, poi domani cercheremo una via che si inoltra nella palude e arriveremo a Bosco Salice. Hai aspettato tanto, non rischiare tutto per un pò di fretta!"

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