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[Forgotten Realms] - Le vie di Val-Murthag


Kyran

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Anno dell'Onda - 1362

La Grande Valle, una delle regioni più a Est di Faerun, è un luogo che dai suoi abitanti può essere definito tranquillo. Secoli fa faceva parte del grande impero Narfell, ma a seguito della guerra con il Raumathar la valle si è trovata isolata dalle regioni confinanti. Il popolo di questa zona di Faerun non è, per molti versi, più abituato ad avere contatti con persone che provengono da zone diverse e anche per questo le strade della regione non sono affatto trafficate, nonostante si colleghino direttamente al Thesk e al Rashemen. Almeno per quanto riguarda il resto del Faerun e per quanto è davanti agli occhi, le più fiorenti attività della Grande Valle sono quelle legate al circolo di Lethyr, il circolo druidico più influente dell'Est, e dei numerosi gruppi di ranger affiliati ad esso. Al di fuori di questo nei boschi e nelle campagne la vita avanza nella semplicità, ma con una strenua difesa del territorio da parte dei suoi abitanti che, spesso, applicano da soli anche le pene per i pochi criminali. Anche per questo motivo i viaggiatori non attraversano volentieri la valle e solamente i più esperti utilizzano la strada per giungere alle regioni vicine.

Solamente Uthmere, graziosa cittadina sul golfo di Easting considerata la capitale della Valle stessa, ha una vita attiva e ricca: dall'interno delle sue mura le pietre e i boschi della restante parte della regione sembrano notevolmente lontane e le giornate passano con un ritmo che a paragone risulta frenetico. Il grande traffico di navi, avventurieri in transito e ricchezze che vanno e vengono anche dalle più remote regioni dell'Est rende Uthmere una terra fertile per qualunque abitante della regione che non voglia vivere una bucolica vita di campagna, o che non voglia spendere anni a combattere l'Uomo Marcescente o il culto di Talona che insidia i boschi più a Ovest. Nonostante non sia ufficialmente la capitale, la "grande città" è l'unico luogo con un codice di leggi e che abbia contatti con il resto dell'Est.

Nonostante questo apparente isolamento, l'eco della guerra fomentata da Szass Tam tre anni fa tra il popolo Rashemen e l'orda Tuigan si è esteso fino alla remota Valle. Di certo, infatti, sono stati pochi i guerrieri originari della Grande Valle che hanno intrapreso la strada verso la guerra per aiutare i propri vicini, ma in molti hanno solcato le acque del golfo di Easting o attraversato il bosco di Rawlins per portare aiuto alle Wichlaran e ai barbari Rashemi. Da allora pochissime sono le notizie che giungono dalla guerra e pare anzi che tutto taccia. Anche la vita della capitale, quasi confusa durante i mesi precedenti, sta ritornando alla normalità: i pochi guerrieri o mercenari che scelgono la strada del mare interno per far ritorno alle proprie terre o, chissà, per tornare con rinforzi per altre vie, parlano poco e sostano ancor meno nelle locande, prendendo subito la via del mare o dando a volte vita a variopinte carovane che partono in tutta fretta nell'indeciso clima di un'estate che stenta ad arrivare.

Per Noel:

Spoiler:  

Fino a circa 5 mesi fa la locanda era frequentata da un buon numero di visitanti piuttosto variopinti: la fama della locanda e la particolarità degli artisti che essa ospita hanno fatto spargere la voce tra mercenari ed equipaggi di navi da trasporto, risultando in una notevole pubblicità a tuo favore. Grazie a questi traffici, oltre all'ovvio tornaconto economico, sei riuscita a guadagnare informazioni e, alle volte, a conquistare la simpatia di molti avventurieri. Della velata visione che ha la città di ciò che accade realmente nel Rashemen, tu hai certamente un quadro molto più chiaro: l'arrivo dell'orda Tuigan nella piccola regione ad Est non è stato che l'inizio roboante di un progetto che continua ad avanzare silente. La guerra aperta è ormai finita, mentre i clan del Signore di Ferro finiscono di stanare e punire i pochi ribelli ancora rimasti; ma ora è ciò che si è celato nelle regioni confinanti durante questa nube di fumo che preoccupa seriamente tanto il Rashemen quanto il Thesk. Perfino il Maestro Tintel Farpadden, capo della locale gilda dei Signori delle Ombre di Telflamm, pare preoccupato per i suoi traffici e a quanto ti risulta la sua permanenza come capo gilda è seriamente messa in discussione, anche se non sai molto a riguardo. Alcuni consiglieri della città, soprattutto il capitano delle guardie cittadine Olaoin Dukhiel, con il quale hai avuto a volte a che fare, spingono perchè vengano inviati messi al Rashemen o quantomeno al Thesk per cercare di ottenere un quadro chiaro della situazione, ma la maggior parte non sono della stessa opinione; ti è giunta poi voce da alcuni tenenti della guardia che vengono abitualmente ad ascoltare Sophie che il capitano ha intenzione di scoprirne ugualmente di più, nonostante la sua seconda, Enda Quellighanter, le sconsigli fortemente di venir meno alla decisione del consiglio.

A conferma di questo ultimamente le ronde della guardia sembrano essere state incrementate, in particolare nel porto, ma a discapito della zona più "malfamata" (ma nonostante tutto piuttosto tranquilla) della città, nella quale risiede l'abitazione di Tintel e un piccolo tempio, quasi mai frequentato, di Mask.

Per il resto la vita in città procede al solito, e forse anche meglio grazie alle ricchezze degli avventurieri erranti che fanno compere e cercano svago prima di viaggiare alla volta del Rashemen.

E' una serata come tante alla locanda: Sophie sta giusto iniziando con le prime note, mentre le cucine sono piuttosto impegnate. In particolare, pochi attimi fa ha fatto il proprio ingresso un gruppo di individui che non hai tardato a riconoscere: a giudicare dagli abiti e dall'aspetto del loro vascello sono gli alti membri di una nave che ha suscitato la curiosità di molti attraccando due giorni fa durante la notte e della quale, fino a mezz'ora fa, non si era visto neanche un mozzo. Gli ospiti sono certamente ben vestiti, molti di essi hanno una carnagione bronzo scuro e vaporosi abiti che ricordano vistosamente quelli del Mulhorand. Solo il capitano indossa abiti occidentali: una camicia di seta color panna che è coperta da una giacca azzurra e blu che porta i fregi della marina Aglarondan, richiamati anche nell'elsa di un'elaborata sciabola che pende al suo fianco in un fodero ornato di una leggerissima filigrana di oro e polvere di rubino. Il volto, di un umano di circa 30 anni, è già segnato da alcune sottili cicatrici che vengono sottolineate da una pelle leggermente provata dal troppo sole. Un pizzetto corto, dello stesso rosso scuro dei capelli portati indietro con un fermaglio a forma d'ancora, sottolinea un'espressione seria e il verde scuro dei suoi occhi attenti completa un viso molto affascinante nel complesso. Gli altri astanti, egualmente compiti, scambiano chiacchiere tra di loro, mentre il capitano sembra più attratto dalla musica che dalla loro compagnia. Dopo alcuni attimi di indecisione il capitano si volta verso di te e fa per alzare una mano come a chiamarti, ma corregge immediatamente il suo gesto spostando invece la giacca a coprire l'elsa della spada ed alzandosi con un accenno di sorriso, mentre a passi decisi si muove verso la tua posizione. Quando si avvicina noti che ti supera in altezza di circa 20 cm e puoi giudicare dal suo fisico che sia avvezzo alla scherma, almeno come didattica: passi leggeri ma decisi, gambe proporzionate, non eccessivamente pesanti, mentre il torso rivela una muscolatura più netta e definita sotto la leggera camicia di seta; al polso destro porta un bracciale, che potrebbe essere ad un primo sguardo in argento, raffigurante un serpente marino con delle sfumature blu elettrico e la cui bocca, ampiamente dentata, sembra avere un piccolo meccanismo, simile ad un moschettone.

Arrivato davanti a te, l'umano si ferma e con un nuovo leggerissimo sorriso china leggermente il capo prima di rivolgerti la parola con una voce liscia e profonda: "Buona sera, signorina" dice rinnovando subito dopo un accenno d'inchino "mi chiedevo se potesse essere così gentile da riferire al padrone della locanda che il capitano della Bruma sarebbe lieto di poter scambiare con lui alcune parole per quanto riguarda la cena e per complimentarsi per la graziosità del luogo."

Nel pomeriggio Keith ti ha fatto sapere che dopo la chiusura vorrà parlarti di alcune questioni nuove, ma non pare che siano di estrema importanza.

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"Buona sera a voi, capitano.", replico ricambiando il sorriso e inchinandomi a mia volta. Pochi istanti di silenzio durante i quali scruto l'uomo con attenzione, poi riprendo a parlare, con il sorriso che si fa più ampio. "A dire il vero la proprietaria della Bella Notte l'avete davanti agli occhi." Ancora una breve pausa, solo il tempo di osservare la sua reazione. "Sono felice che la mia locanda sia di vostro gradimento. Ditemi, in cosa posso esservi d'aiuto?"

Spoiler:  
Presto attenzione alla sua reazione, nel tentativo di capire se è in qualche modo sorpreso dalla mia risposta o se invece sapesse già chi è il proprietario.

Percepire intenzioni +18

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Per Noel:

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L'uomo risponde sinceramente al sorriso, facendo scomparire per un istante l'espressione seria che riaffiora poco dopo, mista ad un accenno di sorpresa: "Dunque, signorina" riprende, accennando un baciamano "Faccio a Voi i miei complimenti per quanto vedo qui dentro." dice dando una rapida occhiata alla locanda e tornando con gli occhi su di te con un sorriso e un rapido occhiolino. "Il mio nome è Karil Vorhen, capitano della Bruma e - ahimè " prosegue, abbassando lievemente la voce per non farsi sentire da altri "ho l'onere di accompagnare in queste terre tali gentili persone. Abbiamo udito voci in città che ci hanno riferito di un'ottimo intrattenimento in questo luogo e anche la cucina non sembra sia da meno, motivo per il quale vorremmo avere un assaggio di ognuna delle migliori pietanze che avete a disposizione e accompagnate, se non è un problema, da buon vino rosso."

Spoiler:  
Non fai fatica a notare un accenno di sorpresa quando dici di essere la padrona della locanda, nonostante abbia detto di aver chiesto informazioni sulla locanda: probabilmente tali informazioni gli sono state riferite, magari incomplete.

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"Flair. Flair Rosen.", mi presento rivolgendogli uno sguardo che potrebbe sembrare vagamente seducente, anche se all'apparenza del tutto involontario. "Quanto alle vostre richieste, me ne occuperò personalmente. E in attesa di deliziare il palato, potrete godere dell'incantevole musica di Sophie." Attendo un'eventuale risposta, o altre richieste, prima di congedarmi e dirigermi verso le cucine.
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Per Noel:

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"Che godremo della splendida musica offerta è certo: capita di rado di incontrare suonatori tanto esperti" dice l'uomo con un sorriso, "e sono curioso di vedere quali altri buoni motivi vi sono per tornare in questa locanda, oltre quelli già davanti agli occhi." conclude, sottolineando la frase con un lieve sorriso prima di voltarsi e tornare lentamente verso il tavolo.

Dopo essersi seduto, l'umano scambia alcune parole con i suoi compagni, rivolgendoti una fugace occhiata qualche secondo dopo e concentrandosi poi nell'ascolto della musica. Nel frattempo gli altri ospiti della locanda sembrano essere piuttosto interessati ai nuovi arrivati, ma nessuno si avvicina a loro, limitandosi invece a occhiate e commenti sotto voce sul probabile scopo della loro visita alla città.

Per Meldon:

Spoiler:  

Giorni, settimane, mesi...ormai hai perso il conto delle notti passate guardando un tetto di stelle, disturbato dalla umida brezza marina d'inverno, che è invece tanto gradita nella stagione estiva che si sta avvicinando; la ormai consueta compagnia di Minas è una delle poche costanti delle tue giornate che ti portano a viaggiare quasi ininterrottamente per le terre dell'Est di Faerun, divenendo di fatto uno dei più esperti cacciatori erranti della zona, rispettato finanche dal circolo di Lethyr.

Il tuo ultimo obiettivo è stato raggiunto pochi giorni fa e il Cacciatore che solitamente ti porta le informazioni ti ha dato appuntamento alle pietre di Benzentil per la notte di luna piena, che dovrebbe cadere tra due giorni. Come al solito, hai preso qualche ora di anticipo per la marcia, tanto che muovendoti per un altro giorno sarai arrivato al luogo prescelto.

Non è la prima volta che ti rechi alle pietre miliari di Bezentil, nè è la prima volta che proprio questa persona ti da appuntamento in questo luogo: non sei certo, in effetti, che la persona che andrai ad incontrare faccia parte ufficialmente dei Segugi: nessuno te lo ha mai confermato nè tantomeno egli porta fregi sull'armatura; di certo sai che è un abile cacciatore e che ha sporadicamente collaborato col circolo di Lethyr. Il suo nome è Ferion, ti è stato presentato un paio d'anni or sono da Ermer, come uno dei suoi più fidati amici e di certo da subito ti ha colpito per il suo aspetto: è infatti una genasi (o forse una mezza genasi) del fuoco, razza di per se insolita per un cacciatore o un druido; il suo fisico è possente, alto circa 1.90 m e con un fisico certamente abituato alle fatiche e al combattimento. Potrebbe dimostrare circa 40 anni, ma non hai realmente idea di quanti ne possa avere. Il suo volto è segnato da alcune cicatrici, anche se non evidenti quanto la mancanza delle ultime due dita della mano sinistra, alla quale porta un guanto d'arme di lucente acciaio smaltato di rosso con delle raffigurazioni di fiamme che sembrano, di quando in quando, muoversi. Porta un'armatura leggera, di cuoio nero con lievi rinforzi che potrebbero forse essere di Mithral, anch'essi rosso fuoco. Sulle spalle porta un'elmo in metallo nero screziato di rosso che non gli hai mai visto indossare, ma che a occhio e croce gli copre del tutto la testa e gran parte del volto, con punte di fiamme sulla parte delle tempie e delle orecchie, che vanno verso la parte posteriore. Al fianco porta una spada molto simile ad un gladio, la cui elsa è abbellita da una leggera filigrana in oro rosso, ma del quale non hai mai visto la lama.

A dispetto del suo aspetto, ti è sembrato un uomo molto allegro e facile al buon umore, ed allo stesso tempo piuttosto professionale nelle informazioni e nel lavoro.

Il giorno è oramai al suo epilogo e il luogo dell'incontro è ancora a circa un giorno di cammino. A giudicare dalle condizioni, la notte si prospetta tranquilla, anche se per essere quasi iniziato Giugno le temperature risultano ancora basse rispetto al solito, ma questo non è certo un problema per te. Una lieve brezza da Sud-Est porta al tuo olfatto odori di salmastro e un leggero umido appiccicoso tipico di quando viaggi in queste zone. Alcune nubi attraversano lentamente il cielo infuocato del tramonto e, poco sotto di loro, il verso saltuario del falco ti conferma la sua presenza sulla tua testa.

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Ospite Boendal

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Lo stridere di Minas mi fà alzare lo sguardo verso il cielo.

anche questa giornata sta per terminare. Hai ragione Minas, questo posto sembra ottimo.

Mi fermo e mi godo la leggera brezza che, anche se umida, rinfrancherebbe lo spirito di qualsiasi viaggiatore.

Vista la temperatura decido di non accendere un fuoco, appoggio in terra lo zaino e con fare certosino, inizio a preparare l'angolo per il mio giaciglio.

Finita l'operazione, mi siedo sul mio letto, estraggo dallo zaino delle razioni da viaggio e le divido con il giovane falco.

Eseguo il fischio di richiamo Giù, bello! vista la zona in cui passeremo la notte per stasera eviteremo di andare a caccia. Sei contento? potrai riposare le ali e gli artigli

Non è la prima volta che ci rechiamo alle pietre miliari di Bezentil e mentre consumo la mia cena, pianifico i percorso per la giornata sucessiva.

Ferion, il misterioso ci attende sorrido per le parole ed il tono giocoso con cui le ho pronunciate si il soprannome di "misterioso" gli calza! Non ho mai avuto la possibilità di chiedergli se sia o meno uno dei nostri. Ma se ne avrò l'occasione glielo domanderò, con la dovuta discrezione che merita sia lui che "il vecchio" Ermer Parlo con un tono normale come se Minas mi ascoltasse e potesse anche rispondere alle mie parole.

Intanto ripenso al suo aspetto ed al suo armamentario particolare. Sicuramente tipico di uno eccentrico.

Consumata la cena, accarezzo le piume del mio rapace amico buona notte inseparabile Minas, può sparire la mia ombra, ma tu no. Grazie.

Ora cercati un bel ramo comodo e riposa. Non vorrai arrivare in ritardo all'appuntamento, vero?

Aspetto che si sollevi in volo e mi sdraio a contemplare il cielo, fino a quando non mi addormento dolcemente.

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Facendomi la stessa esatta domanda degli altri miei ospiti, mi dirigo dunque verso le cucine, e intanto mi sovviene anche di Keith e del fatto che vuole parlarmi di certe questioni nuove. *Chissà se ha qualcosa da riferirmi a proposito del capitano della Bruma e dei suoi passeggeri..*

Mi occupo personalmente di servire al tavolo del capitano, come promesso, tuttavia non mi attardo a conversare più di quanto richiedano le buone maniere: il che non significa che non ascolti, con la dovuta discrezione, ciò che dicono fra di loro, anzi. Una bottiglia del miglior vino rosso che offre la mia cantina è seguita dalle pietanze più pregiate -e costose- del menù: cestini di sfoglia con crema di formaggio e asparagi, crepe di ricotta alle erbette, sformatini di zucca, bocconcini di cinghiale al cioccolato, medaglioni di filetto di vitella al pepe verde sono solo alcuni dei piatti che escono dalla cucina. Bado bene che ci sia sempre del vino a tavola e provvedo affinché i bicchieri siano sempre pieni. Attendo che gli ospiti terminino con le ultime pietanze prima di avvinarmi ancora una volta, sorridente come al solito. "Spero abbiate gradito la nostra cucina, signori. Anche se sono certa che non abbiate mai gustato nulla come il comune cinghiale con il prezioso cioccolato di Matzica.", asserisco con una punta di orgoglio. "Avete richieste particolari per il dolce?", chiedo infine lasciando scorrere lo sguardo su tutti i commensali, osservando per ultimo il capitano.

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Per Meldon:

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La notte scende lentamente, con il crescere dei rumori del bosco cui sei abituato; i versi di numerose specie di animali ti accompagnano fino al sorgere del sole, senza che null'altro disturbi il tuo sonno.

La mattina seguente riprendi il viaggio come da programma incontrando una giornata piuttosto calda, nonostante alcune leggere gocce di pioggia che ti sorprendono circa all'ora di pranzo. Per la strada il traffico è sempre scarso, tranne qualche piccolo convoglio che porta prodotti agricoli in città o giovani avventurieri malvestiti che esplorano, con gli occhi di chi le vede per la prima volta, le valli della regione. Senza nessun intoppo, a sera giungi a circa mezz'ora di cammino dal luogo dell'incontro, notevolmente in anticipo. Mentre il luminoso sole del giorno lascia il posto ad una gradita penombra rossastra, puoi udire in lontananza, facendo attenzione, i rumori di quella che potrebbe essere una festa del borgo di Bezentil, con canti improvvisati al seguito di strumenti non troppo accordati.

Per Noel:

Spoiler:  

I commensali sembrano gradire pienamente la cena e forse ancor di più il vino, che non si risparmiano di bere abbondantemente. Anche il capitano sembra essere una buona forchetta, anche se non esagera nel mangiare o nel bere, preferendo gustare le pietanze ed il vino con una critica attenzione che spesso sfocia, per quello che riesci a sentire, in positivi quanto brevi commenti.

Eccezion fatta per alcune osservazioni su membri dell'equipaggio di cui rivedere la posizione, Karil non pare voler scambiare troppe parole con gli altri ospiti, i quali - invece - tra di loro, sembrano più che felici di lasciarsi andare a chiacchiere di vario genere, ma per lo più di stampo commerciale.

In particolare senti che trattano del commercio di stoffe e abiti di grande livello, pare portati addirittura a palazzo della Simbul nell'ultimo approdo e di gioielli destinati a nobili di grandi città. Tra questi discorsi non noti mai un intervento diretto del capitano ma ti sembra di scorgere da parte sua, di tanto in tanto, delle occhiate interessate ad alcune frasi.

"...a me risulta che vostro fratello si sia mosso bene questo mese, ma se preferite lasciarlo a terra, siete voi il capitano." è la frase che con attenzione riesci a carpire mentre uno dei partecipanti alla cena si rivolge al capitano con fare nobiliare, visibilmente cercando a malo modo di dissimulare un basso interesse alla cosa.

Al tuo arrivo il capitano si volta verso di te, mentre gli altri ti rivolgono sorrisi di approvazione non sempre veramente interessati.

"E' un peccato che non si possa avere voi come Nostromo, signorina Flair" risponde Karil, mentre il suo sguardo annoiato si trasforma per un attimo in un sorriso. "Se devo essere sincero, non mi aspettavo di trovare in questo luogo della cioccolata di Maztica, un'altra gradevole sorpresa della Bella Notte. Per quanto riguarda il dolce, quello è seriamente il mio punto debole e dunque, dato che i miei compagni hanno gradito fin troppo il vostro ottimo vino e che adoro venir tentato, lascio a voi la scelta." Le parole ed il tono sono certamente di una persona abituata a dialogare, a dispetto dell'apparente inclinazione al combattimento dell'uomo che hai di fronte, ma non noti alcuna inflessione di falsità o disinteresse.

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Spoiler:  
"Oh, temo che l'avermi a bordo non sarebbe un grande affare, capitano: ahimè, tra le mie doti non vi è quella del saper cucinare.. Porterò i vostri complimenti cuochi, li gradiranno certamente. Ma vi avverto, non tentate di portarmeli via o potrei averne a male!", dico con tono fintamente severo e concludendo la frase con un ampio sorriso. "Quanto al dolce, allora..", riprendo subito dopo, "..cercherò di sorprendervi." Non lascio spazio a una qualunque risposta, perché immediatamente mi congedo, rivolgendo un educato sorriso ai commensali e uno divertito al capitano.

Sono di ritorno dopo appena una decina di minuti con due ampi piatti, seguita da Aglaia e Glafira che ne portano altrettanti. Su ognuno vi sono tre diversi dolci: una panna cotta con salsa ai frutti di bosco, un cestino di frolla con crema al limone, una coppetta di fragole ricoperte di cioccolato fuso e granella di nocciole.

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Ospite Boendal

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La vista delle pietre miliari di Bezentil mi conforta.

bene, anche questa volta posso dire che sono arrivato in anticipo. Il ritardo è sempre una pessima presentazione, anche se l’incontro è con una persona conosciuta[b/]

Sono talmente ossessionato dalla pintualità, che ormai nella mia testa la parola puntualità è iventato sinonimo di anticipo.

Resomi conto del suo prolungato silenzio, alzo lo sguardo al cielo per cercare Minas,. Poi la mia attenzione si concentra sui rumori.

Una festa? Non mi dispiacerebbe andare a curiosare, ma il lavoro è lavoro. Chissà cosa avrà da conunicarmi Ferion [b/]

Il mio pensiero vola subito all’immagine del “Corvo”. La speranza di avere sue notizie rimane accesa ad ogni incontro e ad ogni ingaggio. Non posso accettare l’idea che sia morto da qualche parte e per mano di qualche sconosciuto. Ma d'altronde sono anche consapevole che quella possibilità esiste e che se si trasformasse in realtà, vanificherebbe buona parte della mia esistenza ed i tanti sacrifici.

Squoto la testa per scacciare quel brutto pensiero.

si prima il lavoro, non posso permettere che il ritardo legato ad una festa paesana possa macchire l’immagine che Ferion e gli altri membri hanno di me. Se di festa si tratta, non credo che si esaurirà in una sera, altrimenti…pazienza, sarà un’altra festa senza di me[b/]

Mi concentro per cercare una zona dove poter trascorrere l’ennesima notte all’aperto promettendomi che se ce ne sarà la possibilità, trascorrerò la prossima sopra un letto in una locanda.

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Per Noel:

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Alcuni degli ospiti accolgono l'arrivo dell'ultima portata con un breve battito di mani sommesso mentre uno di essi, del tutto disinteressato al dolce, saggia le bottiglie ancora piene, mettendo da parte le altre prima di riempire abbondantemente il proprio calice. Karil sfoggia un sorriso più ampio dei precedenti, senza darti quasi il tempo di poggiare il piatto prima che possa prendere uno degli assaggi, che sembra apprezzare con espressione soddisfatta.

"Per quanto riguarda ciò che dicevamo prima," dice appena dopo aver buttato giù il boccone "prometto che non tenterò di portar via i vostri cuochi...o per lo meno non senza che voi li seguiate" conclude, trattenendo una risata divertita.

Conclusa in breve tempo la degustazione del dolce, i nobili si alzano dalla tavola e, dopo aver scambiato alcune parole con il loro capitano, escono dalla locanda con un cenno (non da parte di tutti) di saluto. l'unico a rimanere seduto al tavolo è Keril, che anche in questo caso sembra gustare lentamente la propria porzione, anche se non escluderesti che possa averne preso da altri piatti.

Per meldon:

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Man mano che scende il buio sei sempre più sicuro che si trattasse di una festa: la musica si fa più insistente e le luci del paese, ancora accese a notte tarda, ti confermano ciò che avevi immaginato. Abituato al completo silenzio o, al massimo, al suono delle volpi che cacciano, fai fatica a prendere subito sonno, restando in dormi-veglia per lungo tempo prima che la stanchezza per il viaggio abbia finalmente il sopravvento.

Sei addormentato da poco - o così almeno credi - quando un forte odore di birra fermentata di riso ti sveglia un istante prima di udire a pochi passi da te delle parole: "Amico mio, pensavo mi avresti raggiunto alla festa...c'era da divertirsi in paese, le ragazze non vedono spesso persone che non siano della Valle" il sorriso, leggermente sbilenco, di Ferion e le sue parole ancor più gioviali del solito ti rivelano subito un cospicuo consumo di alcolici, confermato da una bottiglia, ormai vuota, che tiene ancora stretta in pugno. "immaginavo che saresti arrivato prima, ma speravo che volessi un morbido letto...sarà per la prossima" conclude, con un occhiolino, tendendoti poi la mano e ignorando completamente il fatto che ti abbia svegliato con scarsa delicatezza.

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Ospite Boendal

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Il forte odore di birra si insinua nelle mie narici allietando il mio sogno. Quasi fosse reale. Poi al suono della prima lettera, spalanco gli occhi e scatto come una molla a sedere sul giaciglio. Istintivamente la mano destra si sposta sul fianco per cercare l’impugnatura del pugnale.

Quando metto a fuoco il viso di Ferion sospiro per il sollievo

Ciao Ferion! e allontanando lentamente la mano dal pugnale continuo Che sorpresa, vederti qui e a quest’ora.

Mi alzo in piedi e saluto il mio amico.

conoscendomi, hai immaginato giusto. La puntualità è una virtù che non posso permettermi di trascurare. Come te del resto. sorrido e per quanto riguarda il morbido letto e la festa sarebbero rientrati nei miei prossimi progetti, solo dopo il nostro incontro.

Mi sposto da un capo del giaciglio e accompagnando le mie parole con un gesto della mano, lo invito a sedersi.

Prego, accomodati. Non ho molti agi per un ospite come te, posso giusto invitarti a sedere sul mio giaciglio ed offrirti un una razione da viaggio accompagnata da un po’ di acqua sorgiva…anche se credo… tu abbia degustato qualcosa di più fine dell’acqua di sorgente e sottolineo le mie parole con un sorriso e lo sguardo che si posa sulla bottiglia.

qual è il motivo alla base del nostro incontro? Non dirmi che era la scusa di farmi partecipare ad una festa paesana e farmi godere delle loro prelibatezze, perché ti conosco troppo bene... e comunque se mi fossi sbagliato sulle tue intenzioni... sarebbe la prima volta.

Perciò, considerato che siamo tutti e due in anticipo, potremmo anche anticipare la nostra chiaccherata di lavoro. Giusto?

Non cerco minimamente di mascherare la mia ansia e la curiosità che mi spingono ad accorciare i tempi.

Non so se Ermer gli abbia parlato del mio passato e delle mie motivazioni. Finora è stato discreto con me e questo è uno dei motivi per cui non gli ho ancora chiesto se sia o meno uno dei nostri

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Non riesco a trattenere una risatina sommessa alle parole del capitano, sinceramente divertita dallo scambio di battute. "Ah, temo che il mare non faccia per me, capitano.", replico riprendendo un'espressione composta, ma pur sempre con un sorriso, mentre porto via le bottiglie vuote.

Saluto cortesemente i cinque nobili quando si avviano verso la porta rivolgendo loro un accenno di inchino e una breve frase di circostanza, poi seguito ad occuparmi delle mie faccende al bancone e degli altri ospiti fino a che il capitano non sembra avere terminato con il dolce. "Gradite qualcos'altro?", chiedo avvicinandomi al tavolo e facendo un cenno a una delle cameriere affinché provveda a sparecchiare i posti dei commensali andati via.

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Per Meldon:

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Ferion risponde al tuo sorriso e poggia la bottiglia, sedendosi poi a gambe incrociate su una striscia di terra ad un paio di metri di fronte a te. "Il tempo è prezioso, e dato che siamo qui..." la genasi porta la mano alla sacca in pelle lavorata che gli pende sul fianco, tirandone fuori una grossa borraccia e bevendone delle lunghe sorsate prima di riprendere a parlare: "Ho delle informazioni per te e consideralo un favore personale perchè non le porterò ai Segugi prima che tu abbia avuto abbastanza tempo."

La notte è tranquilla e oramai i rumori della festa sono quasi scomparsi; non avete nulla vicino e sono pochi i luoghi in cui qualcuno potrebbe nascondersi: la vallata è ampia, quasi del tutto pianeggiante e l'erba ormai provata dalle prime giornate di sole è già bassa al suolo, creando con le luci del lontano borgo lievi ombre.

"Come saprai, alcuni mesi fa è stato assassinato il signore di Uthmere e suo figlio ne ha preso il posto. Del fatto furono accusati quattro membri delle Ombre di Telflamm, giustiziati prima ancora che fossero conclusi i giorni di lutto per il vecchio. Si dice che Urhtrain (il nome del signore di Uthmere) fosse uno dei pochi a conoscere il segreto di queste pietre.." dice indicando le dieci pietre miliari poste in verticale sul ciglio della strada in cui sei passato poche ore prima, "..affinchè esse possano aprire la strada verso Kara-Tur. Abbiamo fatto alcune ricerche e i passaggi non conducono solo all'estremo Est, ma pare che possano collegare le regioni di questa parte di Faerun, compreso il Thay. Quattro giorni fa la tomba di Urthrain è stata aperta e qualcosa ne è stato sottratto, uno dei ladri è stato ferito da alcune trappole e i compagni lo hanno lasciato indietro; pare che sia stato catturato dal capitano di una nave di Uthmere, li di passaggio. Una persona che conosco ha preso parte all'interrogatorio e mi ha riferito alcune delle poche cose che l'halfling ha riferito prima di riuscire ad avvelenarsi in qualche modo: ha parlato di un mandante del furto, o così questa persona ha immaginato, visto che l'halfling si riferiva a lui col titolo di comandante." La genasi fa una breve pausa fissandoti per qualche istante, poi: "Comandante Oneyes. Comprendi che dovrò riferire la notizia a chi di dovere, Meldon: se dovessero aprire quei passaggi, solo gli Dei sanno cosa potrebbero farci, ma nel frattempo hai qualche giorno di vantaggio sugli altri Segugi." Detto questo Ferion apre nuovamente la sua borraccia, quasi prosciugandola del tutto.

Per Noel:

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Al tuo cenno la cameriera si avvicina e rapidamente sparecchia la tavola. L'ora è tarda e sono pochi i commensali ancora all'interno della locanda, molti dei quali non tardano ad andare via. In un tavolo di lato, ruba per un istante la tua attenzione l'immagine di uomo probabilmente entrato pochi minuti fa: sui quaranta, umano dall'aspetto non particolarmente attraente, porta dei sottili occhiali da lettura che ogni tanto tira sul naso con un gesto quasi automatico, lievemente infastidito. Delle vesti da basso rango nobiliare e delle imitazioni di gioielli spuntano da sotto un'ampia camicia che ad un occhio attento rivela alcuni difetti di tessitura, come fosse stata fatta con degli scarti di lavorazione da una mano, nonostante tutto, abbastanza esperta. L'espressione è concentrata su un piccolo libro sul quale annota nervosamente alcune frasi, alzando di tanto in tanto la testa per fare, sembrerebbe, dei conti. Impieghi non più di un istante per ricollegarlo ad una delle tante identità di Keith che non usava da tempo. L'uomo ti guarda rivolgendo un fintamente disinteressato gesto con la mano, prima di tornare ai suoi calcoli.

"Non credo che mi occorra altro per la cena di questa sera, signorina; tutto era ottimo ed è chiaro che non sarà l'ultima volta che visiterò la Bella Notte in questo o in altri miei viaggi." dice il capitano con un sorriso sincero, "Con rammarico devo ammettere che la compagnia non è stata delle migliori questa sera e non mi dispiacerebbe poter scambiare alcune parole con qualcuno che non parli solamente di lavoro, ma ahimè è oramai tardi." conclude, facendo per alzarsi.

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Rivolgo a Keith solo una breve occhiata accompagnata da un cenno del capo, saluto di circostanza che rivolgerei a qualsiasi normale cliente, prima di dedicare tutta la mia attenzione al capitano. "Allora..", replico con una lievissima punta di dispiacere nella voce e nello sguardo, "..vi auguro una buona nottata, capitano. E spero che gli affari che vi hanno condotto nella bella Uthmere, qualunque sia la loro natura, non vi portino via troppo presto." Termino la frase con un sorriso e resto in attesa che l'uomo si avvii verso la porta -se lo fa- per accompagnarlo.
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Ospite Boendal

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L’area che avevo scelto per la notte, si è rivelata utile anche per il nostro colloquio di lavoro. Constatarlo mi rende un pò orgoglioso.

Ascolto le parole di Ferion in rigoroso silenzio, senza interrompere ed organizzando mentalmente le mie succesive domande. Fino a quando un nome rimbomba nella mia testa come un tuono ed accende un flash nella mia mente: “oneye”.

Da seduto, a gambe incrociate, scatto subito a quattro zampe, avvicinando il mio viso a pochi centimetri da quello della genasi.

”Oneye? Ho sentito bene?”

La mia postura ricorda quella di un segugio mentre punta una direzione o una prede, con l’unica differenza che non ho una zampa anteriore alzata.

Il mio tono cambia in modo repentino, non è più calmo e pacato, tipico di due persone civili che discutono di argomenti riservati.

Il tono sale, simile alla voce di un inquisitore che interroga una persona che si rifiuta di rispondere

”ONEYE?

HO SENTITO BENE?

CHI E’?

COSA FA?

DI CHE SI OCCUPA?

MA SOPRATTUTTO DI CHE R A Z Z A E’?

Se il mio interlocutore non fosse stato Ferion, molto probabilmente gli avrei anche messo le mani al collo…

La mia voce alta sveglia anche Minas, che in tutta risposta apre le ali ed emette un acuto. Il verso del mio compagno animale risuona nella mia testa come un “hey! Che stai facendo? Controllati!” aiutandomi, con non poca difficoltà a riprendere il controllo di me stesso.

Lentamente riassumo la posizione a gambe incrociate che avevo all’inizio. Sul mio viso cala una maschera di vergogna, per la consapevolezza di aver mancato di rispetto al mio amico.

”scusami tanto per i modi ed i toni della voce, ma quel nome ha risvegliato in me brutti ricordi, incubi…e non dovrei permettere che i miei problemi interferiscano con il mio lavoro…ti prego ancora di scusarmi”

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Per Meldon:

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Ferion aggrotta la fronte per la reazione, senza però scomporsi più di tanto, poi aspetta che tu abbia ripreso il tuo posto prima di rispondere: "Spero che sia stato solo un momento," dice questa volta con espressione molto seria: "perchè se avere a che fare con lui, chiunque sia, significa farti perdere il lume, non posso prendere il rischio di affidarti una simile responsabilità." Sul suo volto uno sguardo per un attimo torrido, che non gli hai mai visto ma che scompare pochi istanti dopo, quando riprende a parlare con il solito tono.

"Non so chi sia, nè cosa faccia: l'halfling si è avvelenato prima che si potesse scoprire qualcosa. Non posso averne informazioni in più a meno di spargere la voce, ma non posso spargere la voce se non ne parlo anche con i segugi, non so se mi spiego. Se vuoi avere un'occasione di arrivare prima di altri, ti consiglio di recarti a Uthmere e indagare per conto tuo, io non posso fare altro che questo." conclude, tirando fuori dalla sacca un piccolo pezzo di pergamena animale arrotolata, con un sigillo in ceralacca azzurro-verde che raffigura una rosa stampata su una pergamena scritta. "Se accetti le mie condizioni," riprende avvicinandoti di qualche centimetro il documento, "e solo se le hai comprese, questo ti permetterà di avere credito da parte della gendarmeria della Grande Valle, come inviato del palazzo della Simbul, signora dell' Aglarond. Spero che tu abbia capito quanto può essere importante, quindi persegui i tuoi scopi, ma non porli davanti a quelli della regione."

Per Noel:

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L'uomo sembra per alcuni istanti indeciso, poi si alza e ti sfiora leggermente con un baciamano. "Immagino che per alcuni giorni rimarrò alla fonda ma poi non so quali saranno i piani dei miei clienti; posso dunque solamente sperare che la loro scelta avvenga il più tardi possibile." dice concludendo la frase con un sorriso e un occhiolino accennato, prima di lasciare un sacchetto con delle monete sul tavolo e avviarsi verso la porta, rivolgendo un educato inchino anche alle cameriere in sala.

Mentre Karil gli passa vicino, noti un rapido sguardo di Keith verso l'uomo, che senza badarvi apre la porta e oltrepassando la soglia ti rivolge l'ennesimo sorriso prima di avviarsi nella strada verso il porto.

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Richiudo la porta alle spalle del capitano e faccio scorrere i due chiavistelli assicurandoli con un lucchetto, poi faccio lo stesso con le imposte delle sale al pianterreno: la serata è finalmente conclusa. Mentre Aglaia e Glafira provvedono a riassettare la sala mi avvicino all'unico tavolo ancora occupato. "Mi scuso per averla fatta attendere. Prego, andiamo nel mio studio." Attendo che l'uomo si alzi poi, dopo aver salutato le cameriere e augurato loro una buona notte, imbocco il corridoio che si apre dietro il bancone e faccio strada verso i miei alloggi.

Mi siedo alla scrivania e, senza dir nulla, aspetto che anche Keith si sieda. Nel giro di una manciata di minuti il sorriso è svanito dal volto e lo sguardo ha perso calore, divenendo quasi inespressivo, freddo. Tamburello con il dito indice sulle labbra, pensierosa per qualche istante, prima di parlare. "Dunque?"

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Per Noel:

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L'uomo risponde alla domanda con un breve gesto affermativo della testa, alzandosi e seguendoti nell'ufficio. Entrato, si richiude la porta alle spalle, controllando poi che non ci sia nessuno nelle pareti vicine o alla finestra sul retro, poi con una voce che certo non sembra poter appartenere ad un trent'enne: "Eri così sorridente che per un attimo ho pensato di dovermi occupare di te". dice con un inflessione che risulta quasi minacciosa nelle ultime parole, mentre fissa attentamente alcuni dettagli del tuo volto.

"Lord Uthlain in persona si è recato sulla nave dei tuoi ospiti questo pomeriggio, che ha preso il largo poco dopo, e ne è uscito non molto tempo fa, con un'espressione di chi non ha vinto ai giochi di palazzo. E' passato alla cripta di famiglia e poi si è recato a castello."

Poi l'uomo tira fuori da sotto la vaporosa veste un altro quadernino: la copertina in pelle porpora è abbellita da lievi incisioni che ricordano caratteri arcani, riportati anche sul laccio in cuoio nero a chiuderlo. Aperto il blocco su una delle pagine, ti mostra tre nomi: Andor Quadesh, Holin Worlwain, Jolder Dump.

"Immagino che il capitano non te li abbia presentati, ma commerciano in armi e uno di loro aveva delle monete Thayan in una tasca. Gli altri credo si occupino di seta. " Un lieve sorriso quasi di autocompiacimento si affaccia per un momento sul suo volto, prima che possa proseguire a parlare: "E pare ci siano persone interessanti su quella nave, se non ho sentito male il nome, il fratello del capitano è" la frase rimane incompleta, spezzata da un gran fracasso proveniente dall'esterno della locanda: alcune urla e rumori di persone che corrono anticipano di poco il passo cadenzato di una veloce marcia dei gendarmi che passano non lontano dalla porta della Bella Notte. Keith fa per alzarsi ma si ferma subito, guardando i propri abiti.

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Accenno un sorrisetto alle parole di esordio di Keith, ma resto in silenzio e attendo che prosegua, ascoltando con attenzione ciò che ha da dire a proposito dei nuovi ospiti della città: prendo mentalmente nota dei nomi, anche se non mi dicono nulla. Nel momento in cui nomina il fratello del capitano, quello che il capitano stesso pare volesse lasciare a terra, mi sporgo leggermente in avanti poggiando i gomiti sulla scrivania, come a voler sentire meglio e allo stesso tempo invitare Keith ad abbassare il tono della voce. Quando la conversazione si interrompe per il baccano non faccio neppure in tempo a provare fastidio che subito i passi dei gendarmi catturano il mio interesse. Cerco di stabilirne la direzione, poi guardo Keith solo per un istante prima di precipitarmi verso la finestra dello studio, aprire leggermente l'imposta e sbirciare ciò che accade.
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