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Le cronache dell'aspada da 'rgento


Nathaniel Joseph Claw

Messaggio consigliato

Le cronache dell'aspada da 'rgento

"La luna è chiara nel cielo blu,

la sera mi manchi, piccola gnu"

-Ocram Inisam, noto bardo delle terre di Ramadax

« Ci sono storie che le nonne possono raccontare ai nipotini nelle notti tempestose, ci sono storie che i nonni possono raccontare ai nipotini nelle notti serene, ci sono storie che i nipotini possono raccontare ad altri nipotini nelle notti così e così e ci sono storie che non possono essere raccontate. Poi ci sono storie che boh, forse sì e forse no. Probabilmente questa è una di quelle storie, nessuno può saperlo »

« Ih » una voce squillante e grattante come un campanellino che gratta quando squilla interrompe l'uomo. « Leggende narrano che un antico Magalbero lo sapeva, poi però ha deciso di... »

Come se l'uccellaccio non avesse detto nulla, l'uomo che vi sta accompagnando al Castello dei Nomi Persi riprende a parlare con lo stesso tono pomposo e fumeggiante, per quanto un tono possa essere fumeggiante al giorno d'oggi:

« Vorrei dirvi di più, ma il sovrano mi ha ordinato di non spoilerar... di non anticiparvi niente! Desidera dirvi tutto di persona, dovreste esserne onorati! »

Già dovreste esserne onorati... ma di cosa? Probabilmente fare mente locale sugli eventi degli ultimi giorni potrebbe essere utile per capire per quale assurdo motivo un albero, uno strano elfo dai lineamenti tutt'altro che elfici e un buffo* gnomo che sembra davvero troppo rosa per non nascondere qualcosa di losco sotto tutto quel rosa. Già, quasi sicuramente sarebbe piuttosto utile, però ora non ve ne va poi così tanto. In fondo oggi è davvero una bellissima giornata e sprecarla a rimuginare sul passato sarebbe un peccato imperdonabile, uno di quei peccati che la Madre Terra, pur nella sua infinita bontà, punirebbe con una di quelle cicatrici a forma di ravanello che al giorno d'oggi vanno così di moda nei gruppetti di punkoboldi che fanno i vandali nei quartieri poveri delle città di Ramadax.

« Oh, i punkoboldi » riprende a parlare Ocram Inisam, il vostro accompagnatore. « Che creature fastidiose e insopportabili... »

« Scusa, buon uomo » lo stridio gracchiante dell'uccellaccio è quasi insopportabile. « Ma adesso da dove hai tirato fuori quelle creature? "Bla bla bla bla, ah i punkoboldi"! Ma che c'entrano? »

« Uh... » sembra in imbarazzo, una goccia di latte gli riga il volto. « Non lo so... era come se... come se mi stesse risuonando nelle orecchie... ma poi... MA POI TU SEI UN PICCIONE, MA COSA VUOI DA ME?! Ehi, tu, albero, dì qualcosa al tuo piccione! »

Come dicevo, la giornata è veramente bellissima e la campagna che fa da sfondo al vostro viaggio verso il Castello dei Nomi Persi (che, per quanto sembri una località affascinante, non avete mai sentito nominare) vi fa volare la mente verso mondi immaginari in groppa a unicorni rosa. No, non proprio rosa, quel rosa che è più un celestino chiaro un po' scolorito. Già, proprio una bella giornata, però Ocram sta aspettando, fissandovi con un'espressione che vi ricorda un quadro di Picasso (chiunque sia questo Picasso), e qualcuno, probabilmente, dovrebbe rispondergli.

Note

Spoiler:  
*: Buffo, nella lingua corrente, ha assunto un utilizzo un po' diverso da quello originale. Il nuovo significato "inquietante, raccapricciante" ha soppiantato il vecchio ed erudito "gorgogliante con cadenza farfallinea".
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Più simile ad un cespuglio che ad un albero, o almeno più simile ad un albero vittima di un potatore col mal di denti che ad un sano e rigoglioso albero, Taxodiac camminava lentamente appoggiandosi al suo esageratamente lungo bastone sforzandosi di ricordare per quale stramaledetto motivo stava seguendo quegli strani esseri.

Ma si può sapere chi sono questi? Sembra ieri che stavo cercando traccia di quel fott*issimo gnomo del fango per i fatti miei e ora guarda con chi mi trovo ad avere a che fare. Eh, ma qualche secolo fa non sarebbe andata così, eh? No di certo. Stava pensando questo, borbottando mentre guardava con diffidenza il troll e soprattutto quel losco gnomo rosa, quando le parole arroganti del bardo futurista Isinam lo riportarono nel presente.

Arrossendo come solo un albero sa arrossire, Taxodiac disse, pieno di sdegno. « Albero? ALBERO? Porta rispetto, umano, lo sai a chi stai rivolgendo queste villane parole? IO sono il grande Taxodiac, strobilo del leggendario Sequoiadendron Giganteum, mica ghiande! IO che sono i più grande dei magalberi, IO che sono più potente di un arcimago, più sapiente di un… Ehm, Anacleto? Mi scordo sempre questo punto, come continua? » Terminò, imbarazzato, cercando con lo sguardo un aiuto da parte del suo famiglio, per poi riprendersi prontamente. « E poi Anacleto non è un piccione, o, come tu ben sai, Columba livia, la cui forma selvatica è strettamente affine al Piccione selvatico orientale ovvero Columba rupestris e al Piccione delle nevi o Columba leuconota, con le quali forma un gruppo di specie ad anello, bensì un gufo, o meglio Asio otus, più in carne dell'allocco o Strix aluco e con dei tipici ciuffi sulle orecchie, semplici piume che non hanno nulla a che vedere col vero e proprio apparato uditivo, peraltro finissimo. Vedi di essere più preciso, và » Disse, compiaciuto.

« E poi, di grazia, questo tuo sovrano è a conoscenza di dove si trova un maligno gnomo del fango? Lo sto cercando da cinquecento anni, quel maledetto. »

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aittaM itnerroS

descrizzione

Spoiler:  
Nonostante sostenga di essere per metà elfo, questa ascendenza non si nota: pelle giallo-verde-grigiastra (a onor del vero pare cambiar colore a seconda del periodo, e a terza della frase, ma questo è un altro discorso) piena di bubboni, lunghi denti sporchi, storti e giallastri (anche loro cambiano colore, ma solo a seconda di quello che ha mangiato, come tutti), ma il colpo di grazia, per quel che riguarda il viso, lo da il suo sguardo da pesce lesso (mmm...i legali dei pesci lessi mi hanno fatto causa e ho dovuto cancellare), posto proprio sopra quel naso adunco e sgraziato, pieno di caccole da far invidia a un plotone di neonati raffreddati.

Certo che scendendo la cosa non migliora: tra la gobba che ricorda il campo da calcio di olli e bengi, le graziosissime trecce-rasta che decorano le sue ascelle e il ventre flaccido e prominente, non si saprebbe proprio cosa scegliere. A coronamento di quest'aspetto da paria tra i troll appestati, (i quali a quanto "paria" non mi hanno fatto causa) possiamo rimarcare la presenza di un olezzo tipicamente caratteristico, una sorta di cocteil olfattivo tra una discarica e una macelleria abbandonata.

Te, piccolo ummano! Dico additando Ocram Come che pensi di poterti paraggonare a IO, il piu grande e carridissimo poetadi tuto Ramadam? nè suno inmia pressenza puo de finirisi poeta è nè meno parlare di cose che parlano, di storie. Me solo puo!

Come a sottolineare la mia immensa capacità, estraggo la mia chitarra elettrica, e suonandola al meglio delle mie possibilità, accompagno la melodia con le parole:

Poesia del buongorno

se ero gatto erco coi baffetti

se ero cane avevo li ossi stretti (in bocca)

se ero fuoco...bo? ero caldo

se ero ghiacchio...bè, no

se io non ci fossi, la vostra vita non esistesse

Concedo ai miei ascoltatori qualche istante, in modo che possano rendersi conto della mia manifesta superiorità, oltre che per raccogliere i più che meritati applausi.

è è è ... lielo fatta vedere io a cuel brutto vanagloicoso...vanaglioriroio...bè, cuel brutto caccaone...

Ora puoi portarsi ta cuel tissio che dicevi che ci volevi, portare da lui, che non mi ricordo che, ci avevi detto, che chi era...

Mi accingo a seguirlo, posizionandomi davanti a lui, in modo che possa sincerarsi, senza voltarsi, del fatto che io lo stia tallonando.

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« Più sapiente di un cardo e più verde di un tronco » gracchia con voce stridula Anacleto. « E non dimenticarti "più furbo di uno gnomo del fango", quello sicuramente! »

Le risa squillanti dell'uccello vi mettono a disagio quasi quanto un accento scambiato con un apostrofo e, quando il vostro accompagnatore ricomincia a parlare, siete quasi contenti che abbia interrotto l'insopportabile volatile.

« La tua... la tua... » balbetta, fissando il menestrello con uno sguardo a metà fra il disgusto e il polpettone. « La tua cosa, qualunque cosa sia, è davvero... uhm » si gratta la testa, contraendo il volto in un'atroce smorfia di dolore. « È davvero... "particolare"... magari al castello potrai concedermi un duetto, eh? »

Biascicate a fatica queste quattro parole, Ocram si pulisce l'opulento mantello di sudore come un'ala splendente di gabbiano dalla fronte, rivolgendosi a Taxodiac senza rallentare il cammino.

« Siete stati scelti per quest'importantissima missione, è ovvio che voi rappresentiate gli individui più notevoli del creato, altrimenti non sareste in grado di aiutare il mio sovrano »

Accelera il passo, sbattendo ripetutamente sul troll.

« Il regnante del Castello dei Nomi Persi sa davvero un sacco di cose, credo che potrebbe anche aiutarti con il tuo gnomo... dovrai solo riuscire a porgergli la domanda giusta! » sospira, inciampando ancora una volta sul bardo. « Ma ora andiamo, dobbiamo sbrigarci, rendiamo i nostri muscoli dei cavalli imbizzarriti sotto il sole cocente! »

Sebbene la giornata sia fresca e mite, il sole è sempre cocente nelle magiche terre di Ramadax e ogni occasione è buona per imbizzarrire qualche cavallo. Infilando il pugno in una sacchetta, getta nell'aria una manciata di polverina che, ad un'analisi attenta, si rivela composta di tutti piccoli pony-pony* che, al contatto con il sole (manco a dirlo, cocente) si mostrano alquanto imbizzarriti e scalpitanti. Lentamente, i pony-pony si adagiano sui vostri muscoli (o, nel caso di eventuali vegetali, su qualsiasi parte del vostro corpo che possa imbizzarrirsi) e vi spronano a viaggiare a velocità talmente elevate da ricordare quelle degli antichissimi auto-carridi artigiani delle terre dell'ovest.

Note:

Spoiler:  
*: I cavallucc-ucci, anche chiamati pony-pony, sono l'equivalente di ciò che rappresenta un pony per un cavallo. Nemmeno l'halfling più escluso dalla società si sognerebbe di cavalcare un animale così ridicolo, tanto che questa specie viene utilizzata solo come "polvere magica" per viaggiare a maggiori velocità.
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aittaM itnerroS

à,à, te impressionizzato dallemi capacita, dicanto?

Mentre camminiamo inizialmente cerco di scansarmi per non farmi pestare, tuttavia, alla terza volta che mi urta decido che si tratta senza dubbio di un nuovo tipo di gioco e inizio a pestare a mia volta la nostra guida esclamando:

à, à ,à...voi umani gocate a gioci molto grezi, pero fhanno ridere! me e molto, divertito!

cuesti cavaluci è molto, di vertenti. ora me corre come un'cavallo imbissarrito, come, una virgola trasoggetto è verbo.

sucorriamo, verso il castello...se il castello ululì, lupo ululà???

Inizio a correre alla velocità massima che riesco a raggiungere.

Spoiler:  
for +7, colpire e lotta +8
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« Più sapiente di un cardo e più verde di un tronco » gracchia con voce stridula Anacleto. « E non dimenticarti "più furbo di uno gnomo del fango", quello sicuramente! »

« Ecco, si… Più sapiente di un bardo e più verde di un… Anacleto! Maledetto pennuto! » dico sputacchiando pieno d’ira « Come osi beffarti di me! IO che sono MA CHE DIAVOLO, statemi lontano, dannati, sciò » mi interrompo agitando freneticamente i rami cercando di scacciare la polvere di pony-pony che mi si sta depositando addosso. « Dannazione, ho detto giù…! NO! Non ho detto di più! » urlo mentre vengo impanato completamente. Mi sbraccio ancora per qualche istante, per poi desistere subito dopo, sconfitto. Solo allora noto come i miei movimenti risultino, come dire, più imbizzarriti. « Hai visto, mangiasorci delle mie radici? Guarda un po’ come mi muovo velocemente, va’. E tu che dicevi che un taglialegna zoppo è più veloce di me. Camminando all’indietro. Sulla gamba zoppa! Prova a starmi dietro, se ne sei capace, ahahah! » rido felice come un alberello al suo primo nido.

« Fott*issimo gnomo del fango, sto finalmente venendo a prenderti! Orsù, voiatri! Al castello, presto! » esclamo mentre scatto come un cavallo scalpitante dietro ai due pogatori. « E l'ultimo che arriva è pieno di termiti! »

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Il pestone del troll si abbatte inaspettato sul piede di Ocram, costringendolo a buttarsi a terra in preda al dolore.

« AAAAAAAAAAAHHHH » urla, stringendosi la caviglia tra le mani e rotolandosi su una patina di pony-pony che lo cullano in avanti. « Il mio piede! Il mio bellissimo piede! Dannato scemo, il mio bellissimo piede! »

Nel frattempo Anacleto svolazza con fare evidentemente imbizzarrito al di sopra del mezzo-troll e della guida sofferente.

« Per tutte le civette scarnite » gracchia, sghignazzando sotto quello che un uccello ha sopra al becco. « Quello che mi rattrista di più è che ci vuole ben altro per risultare più ridicol... ehm, più potenti del mio magnifico padrone! »

Intanto il vostro sguardo viene catturato dall'ambiente che scorre vorticoso attorno a voi, in un turbine di colline boschive, valli rigate da fiumiciattoli dalle acque fresche come il pane appena sfornato e piccoli centri abitati tipici delle terre centrali di Ramadax. La polverina magica che vi ricopre vi sospinge in avanti ad una velocità impressionante che neanche i forzuti corridori della forzuta nazione di Persultolandia e, mantenendovi a qualche centimetro da terra, vi fa finalmente provare quella dolce sensazione di quando l'aria ti si infrange contro il volto mentre corri nei prati della fantasia mano nella mano con la tua mogliettina.

Per un istante, per un solo istante, la vita vi sembra una cosa davvero meravigliosa, poi vi ricordate di ritrovarvi, per chissà quale motivo, in un luogo non ben definito, in compagnia di un gruppo che comprende elementi del calibro di un elfo che elfo non è, un mago che mago non è, un famiglio che famiglio non è, uno gnomo rosa che ancora non ha dato alcun segno di essere in vita e un accompagnatore che vi ricorda lontanamente un patetico cantante italiano piuttosto scadente che dovrebbe evitare di fare http://www.youtube.com/watch?v=waKnqNMa1M8.

« Ahhh, il mio piede, IL MIO ADORATO PIEDE! »

Le grida che vi hanno accompagnato per tutto il viaggio proseguono anche quando l'effetto della polvere magica si è esaurito e la guida dovrebbe, secondo i canoni di un'avventura che si rispetti, introdurvi a ciò che vi aspetta. Davanti a voi si staglia una cinta muraria in pietra alta poco più di due metri, al di là della quale potete scorgere, ad un centinaio di metri, un imponente castello. Un'arcata si apre proprio a pochi passi da dove vi trovate, rivelando il piccolo agglomerato di case che occupa lo spazio tra le mura e l'edificio reale.

« Eh sì, ma questo si lagna più di te quando non ti ricordi dove hai le foglie » gracchia Anacleto in direzione del padrone. « Tiratelo su in qualche modo! »

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aittaM itnerroS

à à à...me vinciuto nel tuo, gioco!!!

,ma aspetta un momento... ...siemo a chi? siemo sarai tu!!! e, siemini, i tuoi bambini!!! ble ble ble! io ora canciello i tui commenti!

Fisso un istante anche l'uccello svolazzante, nel tentativo di cogliere appieno il significato delle sue parole.

è tu uccelleccio, delmalaugurrio, che cosa vuolevi dicere con "ridicol"? ridicolarizzatore? ridicolarifrangente? ridicolifragilistichespiralidoso? ridicoltuoamicocheluirideràconte?

cuando lo capisco miarrabbio!

Rimango momentaneamente incantato nell'ammirare lo struggente paesaggio che si para di fronte ai miei occhi. Tuttavia riacquisto presto una parvenza di lucidità e rispondendo prontamente al suggerimento del pennuto.

giusto, me tira su ma, non perche tu diciuto a me ma, solo percè a me va di farlo...capisciuto?

tu, grugnisco puntando un dito ritorto verso il magalbero, con le follie, aiutami a transportare cuesto masino. me lo prende per i piedi è tu perle mani.

Ciò detto lo afferro saldamente per entrambi i piedi e comincio a trascinarlo lungo il percorso.

Spoiler:  
stessi bonus di prima

a pena a biamo un p'ho di tempo io, posso cantare un altra canzone per all'ietare ilcammino...

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Mi riscuoto dal mio stato di trance mentre le mie pupille da estremamente dilatate ritornano alla loro forma naturale. Dannazione...ma con che cosa diavolo era stato fatto il tè che offertomi il mio ultimo cliente? penso stropicciandomi gli occhi. Mi guardo attorno cercando intanto di schiarire la mente, ed il mio sguardo si illumina vedendo l'uomo urlante. Oh, qui è certamente avvenuta una violazione dei vostri diritti. dico alla nostra guida. Probabilmente intraprendendo una causa legale potreste riuscire a guadagnare una discreta somma...ma vedo che al momento siete troppo sofferente, immagino che non vi interessino certe cose.

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« Eh sì, ma questo si lagna più di te quando non ti ricordi dove hai le foglie » gracchia Anacleto in direzione del padrone. « Tiratelo su in qualche modo! »

« Brutta sottospecie di piccione, bada a come parli! Io mi ricordo sempre dove sono le mie foglie, quello che non mi ricordo è per quale stramaledetto motivo ho fatto di te il mio famiglio. Ah, ma quando recupererò tutto il mio potere vedrai, inutile pennuto. Altro che un gufo. Un’aquila mi prendo. »

tu con le follie, aiutami a transportare cuesto masino. me lo prende per i piedi è tu perle mani.

Ma come osa questo pennellone verde a rivolgermi la parola? E poi che linguaggio usa? Sembrerebbe una specie di dialetto sorrentese che neppure io conosco. Mah. Vabbè, potrebbe essermi utile per trovare quello gnomo di m*da, mi conviene dargli un ramo, ma se gli parlo normalmente ho paura che non capisca alcunchè, quella zucchina.

« Ei verdone, sono, da cordo conte, m’a spetta che io sonun grande maggo dell’ordine, della “Virtute Naturale”. Non serve, la forza quando ce l’ha maggia. Stai unpo a vedere. »

Uhm… Com’è che faceva? In omnia saecula saeculorum… No… In omnia testicula? Mmm.. Pericula? Vabbè!

Prendo fiato e declamo: « In omnia pericula, tasta testicula! »

Spoiler:  
E via che si inizia! Casto Resinous tar su entrambi i bardi. Avendo il talento Nebbia nauseante, via anche con l’effetto secondario :D

Incantesimi preparati:

lvl 0: Arcane Mark, Light, Prestigitation, Ghost sound

lvl 1: Hoard gullet, Reduce person, Grease, Resinous Tar, Blockade

lvl 2: Fly, Swift; Web, Glitterdust

lvl 3: Major image, Amorphous form

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« No! » gracchia Anacleto, cozzando contro il tronco del padrone. « Ora l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno è il tuo aiut... »

Taxodiac completa il suo incantesimo prima che il gufo abbia concluso la frase, materializzando una resina altamente appiccicosa proprio addosso al mezzo-troll e alla guida ancora in preda al dolore. Proprio mentre la sostanza vischiosa ricopre i due sfortunati, una nebbia verdognola inizia a sprigionarsi tra di loro, avvolgendoli completamente e costringendoli a tossire con una violenza che, sulla Scala della Violenza dei Colpi di Tosse*, potrebbe trovarsi tra il 5° e il 6° grado.

« Oooooh, ma daaaaai! » il tono dell'uccello è più rassegnato che arrabbiato. « A questo punto potevi direttamente tuffarti sopra di loro e spaccargli le teste! Oh Grande Aquila Celeste**, ho per caso mangiato uno dei tuoi vermi sacri per meritare tutto questo? »

Nell'arco di un paio di secondi, la diffusione di vapore nauseante reagisce con la resina che incolla i due malcapitati, creandone una quantità ancora maggiore e facendola cadere sul terreno, proprio dove Ocram si sta rotolando con la schiena.

« MA COSA?! » grida il vostro accompagnatore, scalciando con i piedi impugnati saldamente da Aittam e cercando di staccare la schiena dal terreno. « Cos'è questo schifo? Perché sono incollato a terra? *coff* *coff* e che... *coff* i miei... *coff* polm... *coff* »

I tentativi di liberarsi dalla resina che lo incolla al brecciolino sono uno più inutile dell'altro, e tra i colpi di tosse potete vedere qualche lacrima rigargli il volto.

« Una discret... *coff* » i colpi di tosse aumentano sempre di più. « Una *coff* discreta somm... *coff* somma? *coff* Non bast *coff* non bast *coff* non basterà tutto *coff* tutto l'oro *coff* tutto l'oro di Ram *coff* adax... »

@Ittam

Spoiler:  
La resina ti incolla le mani alle caviglie di Ocram, mentre la nebbia di riempie i polmoni di un gas velenoso che ti rende Nauseato.
Note:

Spoiler:  
*: La Scala della Violenza dei Colpi di Tosse (abbreviato in SVCT) è una scala che va da 1 a 10 utilizzata per stabilire l'entità di un attacco di tosse, ideata dal Sommo Mago Marcelli, un famoso incantatore che per anni ha tormentato gli abitanti di Ramadax con domande come « Quale espressione useresti per descrivere la tua tosse: "da gattino" o "muori idiota"? » o « Ritieni che la tua tosse sia più o meno forte di quindici coniglietti? ». L'estremo inferiore (1) è definito come "l'intensità di un gattino che cade da 5 cm di altezza", mentre l'estremo superiore (10) è definito come "manco il tarrasque quando mangia messicano".

**: La Grande Aquila Celeste è un'antica divinità protettrice dei volatili che descriverei con un paragrafo più lungo se non avessi già dovuto parlare della Scala della Violenza dei Colpi di Tosse. Vi consolerà sapere che sarebbe stata una descrizione ancora più inutile di quella della SVCT.

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Aittam itnerroS

è dadove, spunta cuello gniomo? ... ho come parla, benecuesto al berello.

Tuttavia la mia brillante catena di pensieri viene bruscamente spezzata dal sopraggiungere dell'incantesimo.

Preso dalla nausea inizio a vomitare copiosamente , investendo coi miei succhi gastrici (simpaticamente accompagnati dai resti della colazione: ossa, bulloni, una cosa gialla che potrebbe essere torta al formaggio) lo sfortunato inisaM.

Cuesto haiuto *burp* ce mi ai dato nonmi, e molto di * ghlorch* aiuto che mi aidato non m,i e molto di aiuto *bhjwwwww* che mi ai dato non,... *gwlè* ...be ai capito!

Inizio a dimenarmi, cercando di uscire dal pantano di resina.

gniomo! gniomo! *gjjj* tuche sai che come funsiona la leggie...*hic* pensi che * jjjwww* potessi fare causa al'al'berello?

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Ascolto le parole di Anacleto, del mezzo troll e del povero disgraziato incollato per terra, arrossendo (o almeno questo vorrebbe essere l'effetto) per la vergogna. « Ma cosa avete da parlare, ho semplicemente fatto un piccolo errore. Può capirare a tutti, no? » Borbotto dondolandomi sulle radici, punto nell'orgoglio.

« E va bene, ingrati, ora vi tolgo da questo lieve inconveniente, basta che la smettiate di lamentarvi. » E mi preparo con fare teatrale a lanciare un nuovo incantesimo.

« Si parva... »

Spoiler:  
Se nessuno mi ferma, infierisco su Ocram Inisam (e gli altri) castando Glitterdust (sempre con effetto secondario).
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Assolutamente! Secondo Tomo delle Leggi Internazionali sulla Magia, Sesto Paragrafo, Articolo 627: "E' severamente vietato lanciare un incantesimo che prevede l'uso della resina contro un numero di bardi superiore a uno." Si potrebbe inoltre chiedere un risarcimento per via dei danni morali e fisici causati dal vapore tossico. dico con voce calma spostandomi leggermente per evitare di essere inondato dal contenuto dello stomaco del Mezzo Troll.

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« Già, un piccolo errore può capitare a tutti ogni tanto... » gracchia Anacleto. « Sono solo i migliori a combinare disastri su disastri! »

Dopo aver staccato con forza le mani dalle caviglie di Ocram, il mezzo-troll, strisciando a terra, riesce ad uscire a stento dalla nube velenosa, giusto in tempo per essere investito da una nuova emanazione causata dal secondo incantesimo del magalbero. Mentre i vapori riempiono ancora i polmoni del povero bardo, costringendoli a sempre più violenti conati di vomito, un'enorme quantità di polverina sbrilluccicante si riversa da due metri d'altezza sulla guida, ricoprendola e completando l'impanatura assieme alla resina appiccicosa.

« Però è colpa vostra » il gufo svolazza sulla testa del mezzo-troll. « Il tontalbero vi aveva promesso di togliervi dal lieve inconveniente... » si ferma ad un palmo dal volto dello gnomo avvocato. « Converrà con me, gentile legale, che non aveva affatto escluso la possibilità di una situazione ancora peggiore al posto di quella lieve! »

« I... oddio i miei occhi! » Ocram grida con voce spaventata, soffocando in gola i colpi di tosse. « I miei bellissimi occhi! Non ci vedo niente! Non ci vedo più niente! »

Ironia della sorte, nel bel mezzo della seconda nebbia nauseante che si è sprigionata per mano di Taxodiac, il vostro accompagnatore è visibilissimo, luccicante e splendente grazie al lucente strato di polverina che lo avvolge come una coperta di diamanti brillanti delle montagne dei nani scava-diamanti. Improvvisamente, la vostra mente viene richiamata alla realtà da un sommesso vociare proveniente dal varco che conduce al villaggio; scendendo dal meraviglioso cavallo della fantasia che vi stava facendo viaggiare su arcobaleni variopinti attraverso le magiche terre dei nani, vi accorgete che un gruppetto di cittadini si è radunato proprio davanti a voi, tenendo la distanza che è stata definita come "minimo sindacale" di lontananza da un troll che vomita. Stupiti, fissano la scenetta che avete messo in piedi, bisbigliando tra loro e mostrando stupore misto ad inquietudine.

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Aittam itnerroS

Arrancando e vomitando mi sposto dalla seconda nuvola nauseante. Una volta uscito noto la piccola folla, per cui termino rapidamente di vomitare, sputacchio, mi ripulisco le cavità nasali con l'aiuto delle dita, rimuovo il muco dalla mia gola con soavi rumori gracchianti e, dimenticandomi della sventurata guida, esordisco:

Salve, e buona sera a voi, sono Aittam itnerroS,

carridissimo è, sommo wate delle terre diramadax. per d'imostravi la mia bravezza mi esibiscisco in, una canzone che a scritto il bardo dadue soldi "tocchiamo ferro":

vollio fartiun regalo

cualcosa di folte cualcosa diamaro

e e e e e

nonuncomuneregalo

di cuelli persi, lasciati in carroza, per strada o buttati ber sbaglio nella spazzatura o che comunque non volevi ho, mai accettati

e e e e e

di cuelli che apri e poi piangi

perche cerano cipolle

eeeeee ilregalo mio piu, grande

eeeeerano porpio cipolle

vrrei don'are iltuo sorriso all'all'una perchè

le botte che o preso le vorrei dare ha te

e ricordarti che il blorlfore è in portante

è non in porta cio che dice l'agente perchè

tu mai protetto dalla mia sciatalgia

che anche molto tanto il tuo sorriso non sdgsdava via

devo partire pero se nel quore la tua ffffffenza

e sempre arrivo e mai partenza

regalo miopiu grande regalo, mio piug rande

e e e e e

Come di consueto lascio il tempo necessario al mio pubblico di apprezzare appieno il regalo con cui li ho appena omaggiati. Nel mentre mi esibisco in un inchino al limite del traballate, durante il quale secerno per via orale gli ultimi resti di succhi gastrici.

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Al termine della recitazione, un silenzio glaciale cade sulla folla di ascoltatori, interrotto solo dallo svolazzare ritmico e sbalordito di Anacleto. Dopo qualche istante di sbalordita attesa, un urlo femminile si alza dal gruppetto di cittadini. Subito dopo una bambina scoppia a piangere e due donne in prima fila cadono in ginocchio, sbattendo ripetutamente le mani a terra e strappandosi i capelli. Gli uomini rimangono prevalentemente immobili a bocca spalancata, ma alcuni abbracciano le mogli e si sbracciano per tappare gli occhi e le orecchie ai piccoli, come a voler rimediare per non essere stati capaci di prevenire l'accaduto.

« Anna! Anna corri! » sbraita con voce tremante e carica di pianto un uomo in prima fila, accompagnando le parole con un vistoso gesticolio. « Vammi a prendere la cosa... l'ho poggiata accanto al coso dentro alla cosa! Avanti non c'è coso da perdere! »

Sebbene la frase vi sembri apparentemente priva di un qualsiasi senso logico e strutturale, una donna si allontana dal resto della gente, dirigendosi verso una casupola di legno. Delle venti persone che vi sono davanti, sulla soglia del villaggio, almeno dieci sono in lacrime, mentre le altre sembrano soffocare il pianto con lo stupore.

« Ehi, capo... » gracchia il gufo, posandosi su un ramo del padrone. « Per favore, ferma quell'ammasso di immondizia prima che questo branco di buzzurri ci dia fuoco... »

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AittaM ItnerroS

L'amia abilita nelcullare le mozioni della giente e sempre in battibile...gli o scossi cosi tanto che si strappano i cappelli... mmm ... mi pare di notare piccole cicatrici a forma di artillio sulle loro teste...

Mi inchino, mostrando un cappello al fine di racimolare le eventuali offerte che mi aspetto copiose.

Chisa cosa vuoleva dire quel coso che dice che vuoleva prendere il coso che non so che cosa e quel coso che quel coso dicie che lo vuoleva prendere da sopra al coso che non so che cosa e il coso che sopra cera quel coso che il coso deve... Prendo un respiro profondo per tentare maldestramente di mettere in ordine i miei pensieri. ...mmm...sto andando in tondo coi mii pensieri, devo fare come, dicieva Luccio da là: attento al loop....

Udendo le parole di Anacleto mi volto nella sua direzione per ascoltarlo attentamente.

capo, ferma ammazzo, d'immondizzia...ah, capito!

Da cordo!

Ciò detto mi getto sulla nostra guida per immobilizzarla

Fatto anal'cleto! hottimo consilio

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