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Stregone di Slaanesh


FeAnPi

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Rabbia, solo rabbia ormai nel suo cuore devastato. Rabbia per i ricordi d'un passato, un passato di grazia, perfetta esecuzione della danza di morte affidata a un corpo altrettanto perfetto. E rabbia per la percezione di un presente lontano, un presente di dolore, quando ogni errore avrebbe significato morte certa, e ogni affondo una speranza di porre fine alla vita del fratello più amato.

Poi, alla fine, lei, la nera signora, ammantata di oblio, un volto scheletrico agognato più delle labbra di qualsiasi donna.

Abbandonarsi alla morte, alla pace. Ma non c'è pace per un astartes, solo guerra.

Lo sente, sente che si fa strada verso di lui, sente che la voce suadente del nemico penetra dentro la sua mente con una gentile violenza che mai prima d'ora aveva percepito, e una calma alla quale non era più abituato lo pervade. La voce parla a lui, offre una nuova speranza. So chi sei, gli sussurra nell'animo, sei un valoroso, e in passato eri un araldo della più nobile arte, incarnazione della grazia guerriera. Parole di miele che scavano nel profondo di una dedizione salda come roccia, che scalfiscono una fede creduta assoluta. La morte ti lambisce, ti reclama per sempre; niente più rabbia, niente più sofferenza, ma sarà la fine di tutto, mai più sentirai il brivido di piacere dato dall'aggraziata danza di lame, mai più sarai tutt'uno con la perfezione del gioco di spade nel quale eri maestro, famoso per la guerra.

Sarà la fine di tutto questo. A meno che tu non ti conceda a me. Abbraccia la speranza che ti offro, falla tua! Accetta la nuova vita che sarai chiamato ad assaporare, diventa tutt'uno con la perfezione. Non è questo che hai sempre desiderato? C'è molto in te, molto più di quanto tu voglia accettare. Io ti aiuterò lungo il cammino, la mia grazia discenderà su di te come linfa di nuova vita.

Piacere, quanto mai ne aveva provato prima; i nervi tesi nello sforzo di sopportare e assaporare un tale delirio dei sensi. Accetto, si dice, accetto la tua offerta, sarò tuo, ripete nella sua mente alla voce che lo blandisce.

E scompare, lontano dagli occhi dei suoi fratelli. Creduto morto, disperso in battaglia, esistenza conclusa e pace finalmente ottenuta.

Pace, ride fra sé, mentre apre gli occhi sui cieli rosati di un mondo lontano. La pace non esiste per quelli come noi; per i miei pari c'è solo il piacere della morte, la grazia della danza di lame.

Per noi c'è solo la guerra.

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Quello l'ho solo montato. ;)

Inoltre, qui soffro la posizione rigida della miniatura, che poco meno di vent'anni, e il fatto che si tratti del mio primo lavoro con la materia verde, fatto circa sei mesi fa e mai postato prima. Inoltre non è ancora dipinto, problema non da poco. Con un po' di pittura, drappi, pelliccia e armatura daranno il meglio di sé.

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