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[Ricky Vee - d&d 3.5] Kevros


Ricky Vee

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Un nuovo sole sorge sopra Almorel.

Per fortuna l'inverno è passato da poco, lasciandosi dietro il freddo tremendo che costituisce un grandissimo problema per queste terre situate molto a nord. Oggi non ci sono nuvole e si prospetta una bella giornata. Il meglio per iniziare una nuova giornata di lavoro.

Già, il lavoro. Una paga misera per un mestiere che non porta nessuna soddisfazione, se non la possibilità di vedere nuove case erigersi tra le altre.

Almorel è una città nuova, non ha più di quindici anni, eppure da quando è nata è cresciuta moltissimo e si è eretta a nuovo faro del progresso in queste terre desolate che una volta appartenevano alla grande Orda, di cui oggi rimangono solo alcuni piccoli gruppi costretti a leccarsi le ferite. In ogni caso, non si può dire che il lavoro manchi, ora state infatti costruendo una nuova villa ad un unico piano su commissione di un piccolo nobile, un tale Vladimir Kensev.

Il "toc toc" alla porta della tua camera è fin troppo familiare, tanto quanto il "Dai ragazzo, è tardi!" urlato da tuo zio per costringerti a scendere dal letto.

Ti alzi controvoglia, ma ti tocca. Come sempre, dopotutto.

Dopo essere entrato nella piccola cucina dei tuoi zii prendi un tozzo di pane e fai colazione in silenzio, mentre tuo zio sta liberando le galline che ogni giorno girovagano per la casa.

Finisci la colazione, prendi i tuoi pochi arnesi e ti incammini con tuo zio.

E' quasi l'alba e il cielo sta schiarendo vistosamente. Per strada ci sono già diverse persone, molte delle quali riconoscete e salutate.

Spero che oggi non ci diano di nuovo quella brodaglia d'orzo. Non sa di niente e non sazia neanche.

Esclama tuo zio, sputando per terra.

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Sbuffando e trascinando i piedi seguo lo zio verso il lavoro.

...e forza con un'altra giornata...

Quasi non sento le lamentele sul pranzo, perso come sono nei miei pensieri.

Prima o poi me ne andrò da qui. Oh sìsì! Non ne posso più. Lavoro, lavoro e lavoro. Non c'è altro.

Mi guardo intorno osservando quelli che almeno di nome sono i miei concittadini.

Se solo potessi far vedere a tutti quanto valgo...

La voglia è poca, ma i soldi servono e mi è stato insegnato il valore del lavoro: continuo a seguire lo zio sperando che la fine della giornata arrivi in fretta.

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Arrivate alla villa in costruzione, che dista circa dieci minuti di passeggio da casa vostra.

Alcuni operai sono già all'opera, altri sono in attesa, altri non sono ancora arrivati. Lo zio si avvicina subito al Guercio, colui che dirige i lavori.

Ehi, cosa c'è per pranzo oggi? Dimmi che quella brodaglia per conigli è finita.

Pensi sempre al cibo, vecchio bue? Comunque no, oggi si cambia. Pane e zuppa di legumi, per farti felice.

Beh grazie, ci tengo alla mia pellaccia. Mi raccomando non siate tirchi con le razioni per me e mio nipote.

Questo è uno dei tipici discorsi che sei costretto ad ascoltare ogni giorno. Che monotonia.

Con tua sorpresa, vedi che oggi c'è un nuovo acquisto. Un ragazzotto sbarbato con i capelli biondi e molto corti, non più di un centimetro. Non sembra molto prestante fisicamente, ma se c'è qualcosa che hai imparato stando qui, è che spesso non sono solo i muscoli a farti svolgere bene i tuoi compiti.

Iniziate comunque a lavorare, per oggi ti è andata anche abbastanza bene. Tu e un paio di altri ragazzi dovete iniziare ad imbiancare le pareti delle stanze che avete già concluso.

E' proprio il ragazzo nuovo che, lavorando insieme a te, ti rivolge la parola.

E' dura, eh? Sono già stanco.

Ti squadra.

Dimmi un po', che ci fa un mezzorco da queste parti? Non siete in molti, a dire il vero.

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Mi interrompo nel mezzo di una pennellata e guardo il ragazzo che mi ha appena rivolto la parola.

Eh sì.

Rispondo al suo sfogo.

Beh no, in effetti continuo poi. Non siamo molti.

Nel frattempo ho ripreso il lavoro e parlo senza guardare il mio interlocutore.

Uno nuovo. Chissà da dove spunta.

Come mio solito tento di sviare il discorso, non mi va di parlare del mio passato.

E tu invece? Non mi sembra di averti mai visto quì intorno. Come sei arrivato a questo meraviglioso lavoro?

Domando sorridendo.

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Si, ho iniziato oggi.

Risponde con un sorriso. Noti con disappunto che sembra che ogni scusa sia buona, per lui, per interrompere il lavoro.

Ho deciso che la vita da contadino non faceva per me, perciò sono venuto in città e per ora ho trovato questo lavoro. Non è male, comunque.

Tu sei qui da tanto?

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Il lavoro lo hai trovato, se poi lo facessi anche..

Beh sì, ci sono nato.

Rispondo senza smettere di sorridere, in fondo mi fa anche piacere fare due chiacchiere.

In effetti non è poi così male questo lavoro. Se non ti dispiace la monotonia, ovvio.

Ridacchio mentre intingo il pennello nella vernice e continuo ad imbiancare la parete.

Prima o poi però spero di fare qualcosa di meglio..

Dico infine, più a me stesso che al ragazzo.

Spoiler:  
La magia non è proibità vero?

Non che voglia usare qualcosa ora, però mi chiedevo se castare, ovviamente niente di dannoso eh, tipo un Luci Danzanti, in pubblico costituisse un problema di ordine pubblico.

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Oh si, a me non piace molto la monotonia. Infatti ho trovato questo per il momento, ma non credo che lo farò per tutta la vita.

Da come parla, ti sembra abbastanza determinato.

Comunque per il momento mi accontento. L'importante è poter prendere qualche soldo per mangiare.

Riprende il pennello e si rimette all'opera. Abbastanza disordinatamente, in realtà.

Spoiler:  
Non c'è nessun problema nell'utilizzo della magia, a meno che non sia illegale ovviamente.

L'unica questione che mi viene in mente è se gli altri sanno che sei capace di lanciare incantesimi, ma questo lo decidi tu ^^

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Ah su questo non c'è dubbio.

Rispondo all'ultima affermazione del ragazzo, poi mi rimetto a lavorare.

Dopo qualche istante mi fermo e sorridendo mi rigiro verso quello nuovo.

Ah comunque sono Kevros.

Dico con una piccola risata.

Piacere.

Passo il pennello nella sinistra e tendo una grossa mano destra sporca di vernice al biondino. Aspetto che la stringa, se vuole, poi riprendo ad imbiancare.

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Oh! Piacere, Soren.

Il ragazzo ti stringe la mano. Noti che la sua è decisamente più pulita della tua, ma è abbastanza normale. All'inizio si è sempre un po' schizzinosi, poi si inizia a non farci più caso.

Continuate per qualche ora, finché mentre il sole è ormai alto in cielo e sono passate alcune ore, sentite la campanella della pausa pranzo.

Vedi che tutti quelli che lavoravano nella tua stanza escono sollevati e si dirigono nel cortile, dove una ressa di operai sta aspettando che sia servita la razione.

Ti unisci a tuo zio e vi mettete pazientemente in coda, fin quando non riuscite a prendere la vostra porzione di cibo. Questa volta lo zio sembra abbastanza soddisfatto, e in effetti constati anche tu con sollievo che la zuppa di legumi è molta e arriva a coprire quasi l'orlo della scodella su cui vi è stata servita.

Il pranzo prosegue normalmente, finché il Guercio non si fa strada nel cortile, urlando.

Fermi tutti! Appoggiatevi tutti al muro del cortile e non muovetevi. E' una faccenda seria. Jes, vai a chiamare le guardie!

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Mi sto sinceramente godendo la zuppa quando l'urlo del Guercio mi fa fare un salto sul posto.

Ma che diavolo...

Rivolgo uno sguardo smarrito a mio zio cercando in lui una risposta a quanto sta succedendo. Capisco però di aver solo una cosa da fare: eseguire l'ordine, altrimenti le cose possono solo peggiorare.

Volevo un po' di movimento sì, ma qualcosa mi puzza...

Senza sapere bene il perchè cerco Soren con lo sguardo.

Spoiler:  
Osservare +0 perchè Kino è a casa. Non lo porto con me al lavoro.

Domanda. La casa dista meno di 1,5 Km vero? Quindi con Legame Empatico potrei comunicare con il topo telepaticamente o mi può solo fornire le sue emozioni?

Scusa la domanda stupida, ma sono un po' a digiuno di caster. ^^

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Insieme agli altri operai, ti appiattisci contro il muro del cortile seguendo gli ordini del Guercio. Sarete tra i 30 e i 40, ad occhio, tutti con uno sguardo simile al tuo, che manifesta il fatto che non hanno capito niente di ciò che sta succedendo. Di Soren non vedi traccia.

Passano circa cinque minuti in cui il Guercio passeggia nervosamente davanti a voi, squadrandovi continuamente. Poi, Jes (un tizio di solito molto simpatico, segretario del Guercio) rientra nella villa in costruzione e sussurra alcune parole nell'orecchio del suo capo, che subito dopo prende la parola:

State tutti qui immobili. Non muovetevi. Stanno arrivando le guardie. C'è stato un omicidio.

Parla in modo molto affannoso e dopo queste parole lo vedi girarsi, tenendosi il viso tra le mani.

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Oh *****!

La notizia mi sconvolge parecchio. Un conto è sognare imprese eroiche, un altro è immaginare un cadavere così...vicino.

Com'è possibile? Un omicidio, qui? E chi poi?

Mi volto di nuovo verso mio zio cercando ancora una risposta nel suo sguardo.

*****, che sia Soren? No, no non può essere...

Incredulo i miei occhi, per quanto la posizione lo permetta, cercano, squadrano i lavoratori intorno a me.

Oltre un normale dispiacere c'è qualcosa in più che mi preoccupa della prospettiva che sia Soren il malcapitato.

Potrei finire nei guai, dato che ho parlato con lui...No calma Kevros!

Ansioso aspetto l'arrivo delle guardie.

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Non passa molto prima che le guardie arrivino.

Sono attimi concitati e tutti coloro che ti circondano sono visibilmente spaesati.

Le guardie entrano nella casa e stanno lì per parecchio tempo. A volte qualcuno di loro entra, altre volte esce. I lavori sono ovviamente fermi, e tutti voi siete stati bloccati nel cortile.

Almeno tre guardie rimangono sempre di pattuglia all'uscita della villa. Vogliono chiaramente assicurarsi che nessuno entri o esca senza permesso e senza essere stato identificato.

Dopo alcuni lunghi interminabili minuti, vedi l'ufficiale che si dirige dal Guercio.

Gli è stato ficcato un pugnale nella gola. Sembra che la causa della morte sia questa, ma è giusto fare altri accertamenti. Dico subito ad uno dei miei uomini di andare a cercare un sacerdote o uno dei nostri stregoni che possa lanciare un'Individuazione del magico.

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Osservo il via vai delle guardie con uno sguardo quasi assente: sono completamente immerso nei miei pensieri.

Speriamo che questa storia si risolva in fretta...

Al tempo stesso però mi sento un po' più "sollevato" e tranquillo.

Ormai il fattaccio è successo. Devo essere grato che non sia lo zio la vittima. Inoltre non c'è molto che io possa fare...

Non appena questa frase si forma nella mia testa sento le parole che l'ufficiale rivolge al Guercio.

Non so esattamente come accade e di certo se ci pensassi qualche istante di più rimarrei buono buono ad aspettare che tutto si risolva da sè, ma in un attimo mi faccio notare dal Guercio e dalla guardia e mi rivolgo direttamente a questa.

Ehm..buongiorno signore. Dico timidamente con il capo leggermente abbassato Ho..ho sentito quello che diceva e..beh sì..insomma..io potrei esservi d'aiuto forse.

L'ultima frase mi esce veloce come se avessi paura a dirla.

Quell'incantesimo che diceva..beh lo posso lanciare io se serve!

Alzo lo sguardo speranzoso. Non è tanto il desiderio di aiutare a spingermi, quanto la voglia di far vedere di essere più che un paio di braccia che imbiancano.

Spoiler:  
Dunque:

- Per quanto riguarda i miei poteri, solo gli zii ne sono a conoscenza.

- Per l'equipaggiamento che ho addosso: ho gli abiti da lavoro e basta giusto? Tutto il resto che c'è nella scheda è in casa?

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L'uomo ti guarda, decisamente scettico.

Tu? Un mezzorco carpentiere? Sai lanciare incantesimi?

Sbuffa in una risatina ancora più scettica.

Hai voglia di scherzare ragazzo?

Spoiler:  
Credo che sia a casa, a meno che tu non sia solito portarti a lavoro alcune cose. Razionalmente io direi che è improbabile, ma non si sa mai, magari il pg ha alcune manie e non riesce a separarsi dai suoi oggetti xD

Comunque mi ero dimenticato di risponderti sul legame empatico. Purtroppo il famiglio può trasmetterti le sue emozioni e lo fa neanche troppo bene, visto lo scarso punteggio di intelligenza (ho letto sul manuale).

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Non che non scherzo!

Rispondo cercando di trattenere la rabbia.

E sì, so lanciare incantesimi.

Calma Kevros...

Stavo semplicemente cercando di rendermi utile e di farvi risparmiare tempo.

Dico infine.

Se vi serve una prova, posso lanciare qualcosa...

Spoiler:  
Non niente manie strane ^^

Se la guardia vuole una prova lancio Luci Danzanti.

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L'ufficiale ti guarda dritto negli occhi.

Indugia un attimo.

No. Non ce n'è bisogno. Seguimi.

Ti guida verso l'interno della casa e mentre entri noti il Guercio che ti guarda stralunato e gli altri operai che, se prima avevano espressioni spaesate, ora non ci capiscono proprio niente.

Lanci un'ultima occhiata a tuo zio che si limita a fissarti, poi entrate.

Percorrete quello che dovrebbe essere il futuro corridoio d'ingresso dell'abitazione e attraversate due stanze, prima che l'ufficiale ti blocchi all'ingresso della stanza che dovrebbe essere adibita a cucina.

Dimmi, ragazzo. Ti ritieni debole di cuore?

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Seguo l'ufficiale tenendo la testa bassa ed un'espressione pensierosa.

Ci siamo quasi...

La domanda della guardia mi coglie decisamente impreparato.

Ehm..beh..no. Rispondo Direi di no.

Sorrido nervoso.

Ma in effetti non ho mai visto la scena di un crimine...

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Bene. Allora entriamo e lancia questo benedetto incantesimo.

Ti conduce all'interno della stanza, dove ti si para davanti una scena raccapricciante.

Seduto per terra e con la schiena appoggiata al muro, noti un tizio calvo. Ha gli occhi ancora spalancati e giace in un lago di sangue ancora abbastanza fresco. Sembra che il sangue sia sceso dal collo e gli abbia imbrattato tutti i vestiti e infatti, alzando la testa, non puoi non notare il manico di un pugnale completamente insanguinato che spunta dalle sue membra.

Lo riconosci, è Fenir Vulgatov, un tizio corpulento che era arrivato da non più di due settimane e a cui venivano affidati molti dei lavori pesanti, vista la sua imponente mole. Chi è riuscito a stenderlo così, senza che potesse reagire, deve aver dato prova di grande abilità.

Ti giri un attimo per riprenderti dalla vista della scena. L'ufficiale sembra aspettare impaziente.

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Oh *****!

Mi volto e cerco di riprendermi da ciò che ho visto.

E' peggio di quanto pensassi...

Non c'è molto tempo però. L'impazienza che ho letto negli occhi dell'ufficiale mi fa capire che forse è meglio muovermi a fare quello per cui mi sono proposto.

Beh...almeno non è Soren...

Guardo di nuovo dentro la stanza: Fenir, il sangue, il coltello.

Forza Kevros.

Faccio un paio di respiri profondi poi comincio a recitare la formula e a muovere le mani seguendo il ritmo delle parole.

Spoiler:  
Lancio Individuazione del magico (ma và ^^) Osservo tutta la stanza e rimango concentrato i round necessari a capire tutto quello che posso.

Se serve Sapienza Magica +2 e (non si sa mai mi attacchi la guardia ^^) Concentrazione +6

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