Vai al contenuto

Progressive!


Messaggio consigliato

Oh, ma sapete che io per certi episodi citerei Elio e le Storie Tese? Hanno notoriamente preso spunto dagli Area, da Zappa e da tanti altri, hanno collaborato con Cosma, Pagani... insomma, per me nonostante o forse in virtù delle loro velleità sperimentali secondo me alcuni loro brani vanno citati.

Esempio:

Link al commento
Condividi su altri siti


  • Risposte 36
  • Creato
  • Ultima risposta

Principali partecipanti

Oh, ma sapete che io per certi episodi citerei Elio e le Storie Tese? Hanno notoriamente preso spunto dagli Area, da Zappa e da tanti altri, hanno collaborato con Cosma, Pagani... insomma, per me nonostante o forse in virtù delle loro velleità sperimentali secondo me alcuni loro brani vanno citati.

Esempio:

Urca urca tirulero, hai proprio ragione!!! Questa mi era sfuggita!! Inutile ricordare che Elio e le Storie Tese sarà anche un gruppo con testi coltamente demenziali, ma musicalmente hanno pochi eguali secondo me.

Grande, grandissimo disco. Come l'hai avuto?

Me ne compiaccio!!! L'ho avuto tramite internet, ma non da privato.

Link al commento
Condividi su altri siti

Le tematiche che trattano saranno anche serie (basti pensare a "La Terra dei Cachi", per dire la più famosa), purtroppo però il tasso di demenzialità è sempre molto alto.

Mmh, negli ultimi album tende comunque ad essere minore, o per meglio dire é un tipo differente di umorismo.

BTW, Plafone dell'album Studentessi é decisamente Progressive IMHFO.

Link al commento
Condividi su altri siti

Premettendo che sono abbastanza scettico riguardo i generi musicali "netti", mi trovo abbastanza d'accordo con quanto asserito dalla Wikipedia (in inglese, in quella italiana non saprei):

[...]Progressive rock bands pushed "rock's technical and compositional boundaries" by going beyond the standard rock or popular verse-chorus-based song structures. The Oxford Companion to Music states that progressive rock bands "...explored extended musical structures which involved intricate instrumental patterns and textures and often esoteric subject matter." Additionally, the arrangements often incorporated elements drawn from classical, jazz, and world music. Instrumentals were common, while songs with lyrics were sometimes conceptual, abstract, or based in fantasy. Progressive rock bands sometimes used "concept albums that made unified statements, usually telling an epic story or tackling a grand overarching theme."[...]

Per me il concetto di "essere Progressive" non ha molto senso, ha senso "fare/comporre/suonare Progressive". In questo senso, la lista di caratteristiche lì sopra spiega abbastanza il mio punto di vista riguardo a chi possa entrare nell'insieme dei gruppi Prog.

Ribadisco tuttavia come i confini di tale insieme siano per me sfocati, anche considerando che volendo potremmo metterci qui a discutere di sottogeneri per ore e ore: la musica dei Pink Floyd era molto diversa da quella dei Jethro Tull, li consideriamo entrambi Prog o dividiamo in due sottogeneri? Se sì, poi potremmo dividere ulteriormente le varie produzioni dei Pink Floyd (con e senza Barrett magari, o semplicemente più o meno psichedeliche), poi magari distinguere The Wall da The Dark Side of the Moon. Ma anche Mother da In the flesh. Insomma, a forza di dividere non finiremmo più, quindi meglio limitarsi a una macro-considerazione sul genere e morta lì, senza troppe definizioni formali. IMHO

Link al commento
Condividi su altri siti

In spoiler le parole di un esperto, contenute in un documento word molto lungo, di cui la parte che riporto non è che una piccola parte introduttiva:

Spoiler:  
Una volta si chiamava anche rock romantico, rock barocco, rock sinfonico, classic rock, art rock. Tutti termini fuorvianti, in parte ridicoli, inesatti, non esaustivi, infantili. Tutti comunque migliori di progressive.

Tutti i lettori che un minimo si interessano di musica rock sanno cos'è questo genere musicale che ha avuto il suo apogeo nella prima metà degli anni 70, magari non lo amano ma presumibilmente hanno ascoltato alcuni dischi dei principali gruppi e probabilmente possono, o ritengono di potere, riconoscere se un brano appartiene al progressive o meno.

Forse però le cose non sono così lineari. Cos'è che definisce il perimetro stilistico ed estetico del progressive ? Negli ultimi anni sono stati in parte attribuiti al genere, probabilmente al di là delle intenzioni degli autori, forme di espressione musicale recenti e apparentemente non legate primariamente a esso. Ed ecco che per gruppi come Radiohead, Sigur Ròs, Tarentel, Tortoise, Cerberus Schoal, Aloha, Muse, Godspeed You Black Emperor! si è riparlato di "progressive".

Il termine ha assunto così connotati molto sfumati, tanto sfumati che addirittura si è tentata una operazione retrospettiva attribuendo al genere forme musicali precedenti solitamente legate al rock-blues, alla psichedelia, al folk-rock, all'hard-rock. Così, con la massima disinvoltura, sono stati citati nel progressive i primi Fleetwood Mac, John Mayall, i Led Zeppelin, i Pentangle, i Cream ecc..

Diciamo subito una cosa: chi scrive è in completo disaccordo. Ma perché negli ultimi anni è stato assunto questo atteggiamento critico sia da chi non ama il progressive, diciamo nella notazione più classica, sia dagli appassionati? Difficile dirlo con certezza, ma alcuni elementi sono da sottolineare: gli appassionati di progressive, magari anche contemporaneo, sono da decenni bombardati da una critica musicale che manifesta una ferocia verso il genere a volte francamente vicina alla psicopatologia, critica frutto a sua volta del radicarsi di alcuni miti musical-antropologici come il rifiuto della sovrastrutturazione e dell'autocompiacimento vissuti come onanismo intellettuale, il rifiuto della pretenziosità vista come freddezza (il famoso "rock del vero sentire", una delle più grosse sciocchezze mai lette), il rifiuto della forma vista come assenza di sostanza (come se in musica esistesse qualcosa d'altro oltre la forma). Tutto questo ha lasciato il segno e la maggior parte dei prog-fan, quando è capitata l'opportunità di rompere l'accerchiamento immettendo nel genere musiche più criticamente accettate, ha colto la palla al balzo. I detrattori del prog, d'altra parte, non potendo ignorare l'importanza storica del movimento e la sua influenza, hanno di buon grado accettato di promuoverlo allargandone i limiti fino a ridurre il genere a qualcosa di meno definito e quindi più manipolabile dialetticamente. Entrambi hanno poi sfruttato il termine progressive stesso, da qui l'incipit della monografia, ponendo alla fine la definizione del genere non in relazione alla statica di uno stile, per quanto sfuggevole, ma in relazione alla dinamica di un'intenzione: progressive è diventato tutto ciò che "progredisce" verso altre forme di estetica musicale e ciò che prima era considerato progressive lo è stato nel suo tempo, ma ora tale "stile" non lo è più (e soprattutto non lo sono più gli epigoni del genere). Operazione alquanto ambigua.

Definire un oggetto in senso dinamico significa alla fine non definirlo, ponendo le basi della più completa aleatorietà. L'uso di qualunque termine presuppone un accordo di massima sui perimetri di definizione dell'oggetto, nessun termine può essere definito relazionandolo al vissuto o alla visione soggettiva di un osservatore. Nessuno accetterebbe la definizione di un aereo come di "una cosa che sta in aria e il cui rumore mi dà fastidio", né tantomeno di definire il treno "un mezzo innovativo per muovere persone e cose". Alla fine dell'800 era innovativo, adesso no. Rimane comunque un treno. Inoltre, se ci si dovesse attenere alla definizione dialettica si dovrebbe scrivere, oltre che degli Yes e dei Genesis, anche di Bach, Beethoven, Shoenberg, Ligeti, Zappa, Tangerine Dream, Black Sabbath, Burt Bacharach... Credo che tutti indistintamente troverebbero questo ridicolo.

Definire il progressive dunque come stile, definirne i perimetri estetici, l'humus emotivo. Non è così semplice. Sono stati, a mio parere a ragione, attribuiti in area progressive gruppi molto diversi, dal sinfonismo dei Renaissance agli sperimentalismi degli Henry Cow. Il progressive ha confini molto più vasti del blues o dell'heavy metal. Ma comunque li ha. Vediamo di definire alcuni punti.

- Il rifiuto programmatico della "forma canzone", il rifiuto della riduzione delle forme espressive del rock nell'ambito della rigidità strutturale del ritornello come fulcro dell'invenzione musicale.

- Il poter prevedere nell'ambito del dispiegarsi di tale invenzione la creazione di pezzi molto lunghi, anche suddivisi in sottosezioni, con l'alternarsi nello stesso brano di situazioni musicali molto diverse.

- Il massiccio utilizzo di cambi di tempo nella ritmica, spesso con tempi dispari.

- L'utilizzo di strumentazioni molto allargate che superino la triangolazione chitarra-basso-batteria, con un utilizzo massiccio di tastiere (in particolare due strumenti leggendari come l'organo hammond e il mellotron), vero "marchio di fabbrica" per moltissimi gruppi progressive, ma anche di strumenti a fiato e a volte intere sezioni d'archi o orchestre.

- Arrangiamenti molto ricchi e ridondanti, spesso con toni celebrativi e epici.

- L'uso di strutturazioni spesso ritmicamente e melodicamente complesse con marcato sfruttamento di situazioni armoniche mutuate dalla musica classica (sia barocca che romantica), ma spesso anche dal jazz, con il superamento parziale delle radici blues fino ad allora imprescindibili nel rock.

- In generale, lo svincolare la musica dal contesto sociale e/o politico; il progressive non riflette il reale ma al limite lo stempera nel fantastico, non porta messaggi sottotraccia ma solo estetismo fine a se stesso, puro, incontaminato, cristallino. Il progressive è rock che nasce e si sviluppa nella borghesia. Ovviamente a prescindere dalle opinioni sociali o politiche dei singoli musicisti.

- Un uso molto limitato dell'improvvisazione.

- L'uso di testi, grafica, diremo in generale "look", tendente al metaforico, criptico, fantastico.

- Un approccio strumentale tendenzialmente virtuosistico, con un rapporto quasi epico del musicista con il proprio strumento.

Chiaramente nella musica progressive tali elementi spesso non sono presenti contemporaneamente e alcuni elementi sono presenti in altri generi, specialmente nella psichedelia, che infatti ha diversi punti di contatto e forme di passaggio con il progressive, ma la sintesi di molti di questi elementi definiscono il genere.

Nell'ambito del progressive si annoverano dei capolavori così come dischi orrendi e ridicoli, minimo comune denominatore è comunque il tentativo, in parte riuscito, di vivere il rock come forma artistica in sé, senza alcuna altra determinazione (il divertimento, l'energia, l'aggressività, il ballo, lo sballo, il messaggio, il rilassamento).

In tal senso, il progressive, che un critico ha definito giustamente la forma matura, post-adolescenziale, del rock, è stato negli anni d'oro il centro di una rivoluzione copernicana in cui la "musica giovane" non è stata più giovane ma solo musica, e in cui il rock ha assunto una dignità artistica fino allora sconosciuta.

"La deliberata affermazione da parte mia, nel 1969, che era possibile nel rock richiamarsi alla testa oltre che ai piedi causò una sorta di esplosione passionale e fu considerata eretica" affermava Robert Fripp, e in tale frase si ha tutta la lucida programmazione del personaggio e le linee di sviluppo di tutto il genere.

Link al commento
Condividi su altri siti

  • 2 settimane dopo...
  • 2 settimane dopo...

Sono poco esperto di Progressive, ma... Nessuno ha tirato in ballo i Tool? Io non me ne intendo granchè, sia chiaro, ma credevo sarebbero saltati fuori! ^^

Condivido anche io con voi una band che non mi pare sia stata nominata.

Meno "big" di quelle già nominate, ma che mi piace molto e che ho apprezzato molto dal vivo (il batterista è un uomo a cui andrà sempre moltissima della mia stima).

Questa è la versione "tagliata" di Pilot in the Sky of Dreams (secondo me la miglior canzone dei Threshold) con il relativo video:

Questa invece è la versione completa:

http://www.youtube.com/watch?v=5LVxoq7Z7nM

Link al commento
Condividi su altri siti

  • 1 mese dopo...

Ragazzi, nessuno di voi conosce gli artisti della scena di Canterbury? Tipo Soft Machine, Hatfield and the North.

Per conto mio, nel prog è il movimento che piu' considero. Una scena a se, nata

da qualche geniaccio in provincia. L'ideale per sviluppare idee in controtendenza.

Soft Machine, si... tra cui c'era Daevid Allen dei Gong (gia' citati) e Wyatt.

Considerando che suonavano al Marquee assieme ai primi Floyd di Barrett,

in tempi "progressivamente" non sospetti, si puo' pensare siano l'inizio di un

po' tutto.

Link al commento
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per commentare

Devi essere un utente registrato per poter lasciare un commento

Crea un account

Crea un nuovo account e registrati nella nostra comunità. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Hai già un account? Accedi qui.
 

Accedi ora
×
×
  • Crea nuovo...