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GRAMMATICA DI BASE (parte 2)


NoKtA

Messaggio consigliato

GRAMMATICA ILYTALA

ver. 4.0

(Parte 2)

9. VERBI

• Nella frase va sempre indicato il soggetto del verbo.

es. Lunn anlewa sell [il sole sorgerà ancora]

es. arel fellea [lei mangia]

9.1 Modi e tempi verbali

  • Infinito: i verbi all'infinito terminano tutti in –e. L'infinito non vuole alcun soggetto.
    es. laire [amare]
    es. orde[nascondere]



  • Imperativo: l'imperativo serve per dare un comando. Per formare l'imperativo si aggiunge un soggetto al verbo nella forma base.
    es. ila futhe [vai!]
    es. iel orde [nascondiamoci!]
    Si può usare l'imperativo anche con la prima persona singolare per esprimere una decisione presa in via definitiva in un istante.
    es. il futhe [vado!]
    es. il benne ammin [apro la porta!]

  • Presente: il presente indica un'azione che si svolge nel presente. Si forma aggiungendo –ea alla radice del verbo.
    es. ila futhea [tu vai]
    es. iel fellea [noi mangiamo]


  • Passato Conclusivo: il Passato Conclusivo indica un'azione avvenuta nel passato e definitivamente conclusa. Esprime distacco e lontananza dall'azione passata. Si forma aggiungendo –ethe alla radice del verbo.
    es. ila lairethe [tu amasti]
    es. arel fellethe [lei mangiò]


  • Passato Inclusivo: il Passato Inclusivo indica un'azione avvenuta nel passato che ha ancora un contatto col presente. Esprime vicinanza con l'azione avvenuta nel passato. Si forma aggiungendo –ethenne alla radice del verbo.
    es. ila lairethe [tu hai amato, amavi]
    es. arel fellethe [lei ha mangiato, mangiava]

  • Futuro: il Futuro indica un'azione che si svolgerà in un tempo futuro. Si forma aggiungendo –ewa alla radice del verbo.
    es. il lairewa [io amerò]
    es. lam futhewa [loro andranno]

  • Futuro Anteriore: il Futuro Anteriore indica un'azione futura che si svolgerà dopo un'altra azione futura. Si forma aggiungendo –ewanne alla radice del verbo.
    es. il lairewanne [io avrò amato]
    es. lam futhewanne [loro saranno andati]

  • Continuativo Presente: il Continuativo Presente serve per indicare un'azione in svolgimento nel presente. È il corrispondente italiano della perifrasi progressiva. Si forma aggiungendo –enya alla radice del verbo sempre preceduto dal soggetto.
    es. il futhenya [io sto andando]
    es. lam fellenya [loro stanno mangiando]

  • Gerundio Presente: il Gerundio serve per specificare le circostanze date le quali o per le quali si svolge l'azione espressa da un altro verbo. Indica un'azione in svolgimento. Si forma aggiungendo –enya alla radice del verbo senza la presenza del soggetto.
    es. gedessenya, arel dramethe'n u'geli [giocando, lei si ruppe un braccio]

  • Continuativo Passato: il Continuativo Passato serve per indicare un'azione in svolgimento nel passato. È il corrispondente italiano della perifrasi progressiva. Si forma aggiungendo –thenya alla radice del verbo sempre preceduto dal soggetto.
    es. il lurethenya [io stavo camminando]
    es. ar nuidethenya [lui stava sognando]

  • Gerundio Passato: il Gerundio Passato serve per specificare le circostanze pasate date le quali o per le quali si svolge l'azione espressa da un altro verbo. Indica un'azione in svolgimento nel passato. Si forma aggiungendo –thenya alla radice del verbo senza la presenza del soggetto.
    es. gedessthenya, arel nolfe'n [avendo giocato, si è stancata]

  • Condizionale Presente: il Condizionale Presente serve per indicare un fatto non certo o un'azione non avvenuta. Si forma aggiungendo –ue alla radice del verbo.
    es. il lairue [io amerei]
    es. lam futhue [loro andrebbero]
    NB. Il Congiuntivo italiano in Ilytala si rende col Condizionale.

  • Condizionale Passato: il Condizionale Pasasto serve per indicare un fatto non certo o un'azione non avvenuta nel passato. Si forma aggiungendo –ethu alla radice del verbo.
    es. il lirethu [io avrei amato]
    es. arel fellethu [lei avrebbe mangiato]
    NB. Il Congiuntivo italiano in Ilytala si rende col Condizionale.

  • Participio Passato: il Participio esiste solo al passato, il participio presente è reso con il Continuativo Presente. È una forma aggettivale del verbo ma è spesso riferito altresì ad un sostantivo. Si forma aggiungendo –enne alla radice del verbo. Non ha forma plurale.
    es. uw ilymir nechenne [una lingua parlata]
    es. orenne e'nulig, iel futhewa [finito il lavoro, andremo]

9.2 Verbi Irregolari

• È possibile riconoscere cinque tipi di irregolarità costanti nella coniugazione dei verbi.

  • 1. Verbi terminanti in –the/-dhe:
    • Irregolari al: Passato Conclusivo, Continuativo Passato, Gerundio Passato, Condizionale Passato; in questi tempi la –the/-dhe della desisenza verbale diventa una singola –t/-d.
    es. arel futhetenya [lei stava venendo; e non futhethenya]
    es. arel futhete [lei venì; e non futhethe]
  • 2. Verbi terminanti in –we/-lwe:
    • Irregolari al Futuro e Futuro anteriore: la w/lw della radice muta e diventa una l.
    es. il edalewa [io continuerò; e non edawewa]
    es. re anylewanne [esso sarà sorto; e non anywewanne]
  • 3. Verbi con –w-/-lw- nella radice, in posizione non finale:
    • Irregolari al Futuro e Futuro anteriore. La w/lw della radice muta in l.
    es. il alicewa [io arrampicherò; e non awicewa]
    es. lam lenallewa [loro caricheranno; e non lwenallewa]
  • 4. Verbi terminanti in –ne:
    • Irregolari al Continuativo Presente. Si aggiunge –ya alla radice del verbo.
    es. chinya [colpendo; e non chinenya]
    • Irregolari al Participio Passato. Si forma aggiungendo –nen alla radice del verbo.
    es. chinnen [colpito; e non chinenne]
  • 5. Verbi terminanti in –nne:
    • Irregolari al Continuativo Presente. Si forma aggiungendo –ya alla radice del verbo.
    es. lennya [benedicendo; e non lennenya]
    • Irregolari al Participio Passato. Si forma aggiungendo –en alla radice del verbo.
    es. lennen [benedetto; e non lennenne]

9.3 Verbo Essere

• L'Ilytala distingue tra e [essere] e ille [stare, trovarsi, essere]. Ille è usato per indicare generalmente lo stato in luogo di un soggetto o un suo modo di essere circoscritto nel tempo. E è usato per indicare l'esistenza di un soggetto o una sua proprietà generale e costante.

es. ithil illea si'banda [la penna è sul tavolo]

es. il illea nolf [sono stanco]

es. llya ea raelui [la vita è bella]

es. auw ea lydin'i [il tempo è mio amico]

• Il verbo essere è completamente irregolare in tutte le sue forme. È l'unico verbo Ilytala che incorpora i pronomi soggetto nella forma verbale. Quando il soggetto è esplicitato, e quindi non è necessario ricorrere al pronome soggetto, il verbo ricorre nella sua forma generale; quando è necesassario usare un pronome, il verbo essere ricorre nella sua forma irregolare.

Infinito: e [essere]

Imperativo: ew [con l'imperativo va sempre indicato il soggetto, in questo caso il pronome soggetto è distinto dal verbo]

es. ila ew [sii]

es. lie ew [siate]

Presente: ea

es. llya ea raelui [la vita è bella]

ie – io sono

ile – tu sei

are – lui è

arele – lei è

ele – noi siamo

le – voi siete

lame – loro sono

re – esso è

rile – essi sono

Passato Conclusivo: the

es. llya the raelui [la vita fu bella]

ithe – io fui

ilathe – tu fosti

athe – lui fu

arethe – lei fu

elethe – noi fummo

lithe – voi foste

lathe – loro furono

rethe – esso fu

rilthe – essi furono

Passato Inclusivo: thenne

es. llya thenne raelui [la vita è stata/era bella]

ithenne – io sono stato/ero

ilathenne – tu sei stato/eri

athenne – lui è stato/era

arethenne – lei è stata/era

elethenne – noi siamo stati/eravamo

lithenne – voi siete stati/eravate

lathenne – loro sono stati/erano

rethenne – esso è stato/era

rilthenne – essi sono stati/erano

Futuro: wa

es. llya wa raelui [la vita sarà bella]

iwa – io sarò

ilawa – tu sarai

arwa – lui sarà

arelwa – lei sarà

elwa – noi saremo

liwa – voi sarete

lawa – loro saranno

rewa – esso sarà

rilwa – essi saranno

Futuro Anteriore: wanne

es. llya wanne raelui [la vita sarà stata bella]

iwanne – io sarò stato

ilawanne – tu sarai stato

arwanne – lui sarà stato

arelwanne – lei sarà stata

elwanne – noi saremo stati

liwanne – voi sarete stati

lawanne – loro saranno stati

rewanne – esso sarà stato

rilwanne – essi saranno stati

Continuativo Presente/Gerundio Presente: nya

es. llya nya raelui [traduzione impossibile in italiano, simile a "la vita sta essendo bella"]

inya – io "sto essendo"

ilnya – tu "stai essendo"

arnya – lui "sta essendo"

arelnya – lei "sta essendo"

elnya – noi "stiamo essendo"

linya – voi "state essendo"

lanya – loro "stanno essendo"

renya – esso "sta essendo"

rilnya – essi "stanno essendo"

Continuavito Passato/Gerundio Passato: thenya

es. llya nya raelui [traduzione impossibile in italiano, simile a "la vita stava essendo bella"]

ithenya – io "stavo essendo"

ilthenya – tu "stavi essendo"

arthenya – lui "stava essendo"

arethenya – lei "stava essendo"

ethenya – noi "stavamo essendo"

lithenya – voi "stavate essendo"

lathenya – loro "stavano essendo"

rethenya – esso "stava essendo"

rilthenya – essi "stavano essendo"

Condizionale Presente: ue

es. llya ue raelui [la vita sarebbe bella]

ilu – io sarei

ilau – tu saresti

aru – lui sarebbe

arelu – lei sarebbe

elu – noi saremmo

liu – voi sareste

lamu – loro sarebbero

ru – esso sarebbe

rilu – essi sarebbero

Condizionale Passato: thu

es. llya thu raelui [la vita sarebbe stata bella]

ithu – io sarei stato

ilathu – tu saresti stato

athu – lui sarebbe stato

arethu – lei sarebbe stata

ethu – noi saremmo stati

lithu – voi sareste stati

lathu – loro sarebbero stati

rethu – esso sarebbe stato

rithu – essi sarebbero stati

9.4 Forma Passiva

• Nelle costruzioni passive il verbo essere e funge da ausiliare. Il verbo principale è al Participio Passato.

es. nuys ea dramenne [il silenzio è rotto]

es. nuys wa dramenne [il silenzio sarà rotto]

es. nuys wanne dramenne [il silenzio sarà stato rotto]

9.5 Verbi Servili

• I verbi servili servono per completare il senso del verbo principale. In Ilytala sono tre: thime [dovere]; rude [volere]; aelde [potere].

• Quando accompagnano il verbo possono trovarsi coniugati davanti al verbo principale all'infinito.

es. il rudea futhe [io voglio andare]

es. arel thimethenne futhe [lei ha dovuto andare]

• Tuttavia è possibile unire il verbo servile con il principale in una forma verbale autonoma. In questo caso i verbi servili diventano dei prefissi: thi-/thim-; ru-/rud-; ae-/aer-; da legarsi al verbo. Il nuovo verbo così formato si coniuga normalmente e rispetta le normali eccezioni d'irregolarità.

es. il rufuthea [io voglio andare]

es. arel thifuthenne [lei ha dovuto andare]

es. lam aerfuthewa [loro vorranno andare]

9.6 Prefisso di Negazione

• In Ilytala esiste un prefisso di negazione ni-/nid-; che consente invertire il significato di un verbo. I verbi ottenuti con la negazione si coniugano normalmente rispettando eventuali eccezioni d'irregolarità.

es. il nifuthete [io non andai]

es. ila nibidhenya [tu non stai imparando]

• In caso di negazione di un verbo ottenuto dalla composizione con un verbo servile, il prefisso ni-/nid- viene posto prima del prefisso del verbo servile.

es. il nidaerfuthete [io non ho potuto andare]

es. arel nirufellea [lei non vuole mangiare]

• Per semplicità possiamo riassumere le forme negative dei verbi servili: nithime [non dovere]; nirude [non volere]; nidaerle [non potere].

9.7 Complemento Oggetto e di Termine

• In Ilytala i complementi oggetto e di termine, quando indicati da un pronome, vanno legati al verbo di riferimento mediante l'adeguata forma abbreviata del pronome.

es. il garea'la u'llydan [ti do un bacio; comp. di termine; letteralmente: io do a te un bacio]

es. ila gare'l ichin [dammi la mano; comp. di termine; letteralmente: tu dai a me la mano]

es. llydhe il edirethe'rel [ieri la vidi; comp. oggetto; letteralmente: ieri io vidi lei]

10. CREAZIONE DI NUOVE PAROLE

• Il vocabolario Ilytala non è stato compilato in forma completa per scelta; molte parole appaiono solo come sostantivi, aggettivi o verbi semplicemente perché il passaggio da una forma all'altra è immediato seguendo alcune piccole regole indicative:

  • Da verbi a nomi: Per ricavare un nome da un verbo è possibile:
    • Aggiungere –an alla radice del verbo
    es. rilme [nascere] – rilman [nascita]
    • Eliminare la –e finale del verbo all'infinito.
    es. dhefe [insultare] – dhef [insulto]

  • Da nomi a verbi: Per ricavare un verbo da un nome è possibile:
    • Aggiungere –e se il nome termina per consonante
    es. malf [remo] – malfe [remare]
    • Sostiturire –e alla vocale finale se il nome termina per vocale.
    es. lliamora [scintilla] – lliamore [scintillare]

  • Da nomi ad aggettivi: Per ricavare un aggettivo da un nome è possibile:
    • Aggiungere –yl/-il se il nome termina per consonante
    es. nilissa [verità] – nilissyl [vero]
    • Sostotuire –yl/-il alla vocale finale se il nome termina per vocale
    es. unla [vergogna] – unlyl [vergognoso]
  • Da aggettivi a nomi: Per ricavare un nome da un aggettivo è possibile:
    • Togliere la desinenza –yl/-il se l'aggettivo termina in tale forma
    • Aggiungere o sostituire –a/-an/-n. La creazione di un nome da una aggettivo è più libera.
    es. llirin [dolce] – llirian [dolcezza]
    es. falui [marcio] – faluin [marciume]
    es. llanin [elegante] – llanan [eleganza]

• Esistono una serie di prefissi e di suffissi che possono aiutare nella creazione di parole:

  • Accorpativo: -miri; serve anche per ottenere il plurare di classe ed indicare un numero molto elevato di elementi simili.
    es. leren [anello] – leremiri [catena]
  • Accrescitivo Fisico: -noth; indica grandezza soprattutto fisica.
    es. norr [terra, regione] – noroth [grande terra, il mondo]
  • Accrescitivo Figurato: edu-; indica superiorità fisica od elevatezza morale
    es. lunn [sole] – edulun [zenit]
    es. ela [donna] – edela [nobildonna]
  • Diminutivo, vezzeggiativo: -ini; indica piccole dimensioni od attaccamento emotivo
    es. mour [gatto] – mourini [gattino]
  • Peggiorativo: -uch; indica disprezzo o una condizione non piacevole
    es. nosson [ragazzo] – nossonuch [cattivo ragazzo, ragazzaccio]
  • • Contrarietà: is-; indica il contrario
    es. eili [contento] – iseili [scontento]
  • • Negazione: nid-; indica l'assenza
    es. auw [tempo] – nidaw [mai]
  • Personificazione: -nir; indica una persona in relazione alla cosa
    es. arlin [poesia] – arlinir [poeta]
    es. sille [guardare] – sillir [guardiano]
  • Maschile: -nor-; indica il sesso maschile quando ha importanza
    es. olessa [leone generico] – olessor [leone specificamente maschio]
  • Femminile: -ela-; indica il sesso femminile quando ha importanza
    es. olessa [leone generico] – lessela [leonessa]
  • Ripetitivo Singolo: sel-; indica il ripetersi di qualcosa una sola altra volta
    es. rylme [nascere] – serylme [nascere un'altra volta]

  • Ripetitivo Continuativo: los-; indica il ripetersi di qualcosa molte altre od infinite volte
    es. rylme [nascere] – lorylme [nascere molte altre volte, reincarnarsi]
  • Fattivo: si-; sostiene l'idea che si compie un'azione
    es. sidille [fare luce]
    es. sicrasse [fare paura, spaventare; in opposizione a "crasse" avere paura]
  • Strumentale: -uli; indica un oggetto od uno strumento
    es. carnoli [contenitore]

• Quando non è possibile utilizzare un sinonimo od uno dei consigli precedenti per otterene una nuova parola è preferibile ottenere le parole nuove utilizzando combinazioni di quelle già esistenti.

es. camolessa [ruggito, da "caem" grido ed "olessa" leone]

es. pemathile [affondare, da "pede" cadere, "math" fondo e "lif" acqua del mare]

• È bene ricordare che in Ilytala quando si combinano più parole è ricorrente abbreviarle, utilizzarne solo una parte o semplificare il risultato per evitare parole innaturalmente lunghe o che contengano sonorità inusuali. Sono ad esempio da evitare le doppie t, gruppi consonantici come dn, cn ecc. Sono inusuali anche i gruppi di tre vocali.

11. FONOLOGIA

In Ilytala si possono incontrare queste lettere:

A - ha lo stesso suono come nell’italiano “casa” o “mano”

B - ha un suono labiale morbido come nello spagnolo, molto simile ad una “v” morbida come in “velo”

C - è sempre dura come in “cosa” o “cane” anche quando davanti a “i”, “e”, “y”

CH - è una C fortemente aspirata come la “j” spagnola in “Juan”

D - ha il suono duro di “dente” o “drago”

DH - ha il suono vibrato del “the” inglese come in “that”

E - la “e” Ilytala ha generalmente un suono chiuso come in “seno” o “meta”

F - come nell’italiano “fine” o “fritto”

G - è sempre dura come in “gatto” o “grande” anche quando davanti a “i”, “e”, “y”

I - ha valore di “i” come suono molto breve come in “mito” o “rito”

L - è un suono breve come in “male” o “mela”

LL - è una L lunga come in “lungo” o “alleato”

LH - suono che non esiste in italiano, simile a “lü” o “liu”

LW - la L è breve e la W ha suono morbido come nell’inglese “want”

M - identico all’italiano di “mare” o “mamma”

N - identico all’italiano di “nave” o “nonna”

O - in ilylata la “o” è generalmente chiusa come in “ora” o “monte”

P - labiale come in “palla” o “pasta”

R - ha un suono più morbido che nell'italiano, non è vibrato, è più simile alla R morbida inglese.

S - ha sempre un suono morbido come in “seta” o “asse”

T - identico all’italiano come in “tutto” o “tavolo”

TH - T dal suono morbido che non esiste in italiano, pronciato con la lingua tra i denti.

U - identico all’italiano come in “muro” o “sud”

W - ha suono morbido come nell’inglese “want”, in finale di parola tende ad essere pronunciata come "f"

Y - è una "i" appena accennata, quasi assente.

In Ilytala non esistono altre lettere o suoni.

Quest'opera è pubblicata sotto licenza

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  • 2 settimane dopo...

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Principali partecipanti

Faccio un piccolo commento sui verbi, che mi è venuto in mente pensando a come possa essere la lingua elfica in relazione alla sua cultura. Secondo me una razza molto longeva come quella elfica, più che preoccuparsi di quando è avvenuta una azione/un fatto/un evento si preoccupa dello stato d'animo dell'azione/fatto/evento. Quindi, secondo me, i tempi verbali dovrebbero essere molto semplici, una azione avviene adesso, è avventura prima, avverrà domani, mentre si potrebbero introdurre dei suffissi (o, perchè no, dei prefissi) che coniughino il verbo dando la corretta inflessione emozionale.

Cerco di spiegarmi meglio con un esempio, prendendo la frase "Giocare a Dnd". Se mi preoccupo di quando avviene l'evento, posso dire:

"io ho giocato a Dnd"

"io giocai a Dnd"

"io gioco a Dnd"

"io sto giocando a Dnd"

"io giocherò a Dnd"

Tutte le coniugazioni di "giocare" ci dicono il momento in cui avviene l'evento, ma nulla a riguardo del fatto se mi divertivo o meno a giocare, se lo facevo perchè obbligata o perchè non avevo altro da fare, ecc. Quindi le ipotetiche coniugazioni potrebbero essere:

"io <obbligata a giocare> a Dnd"

"io <giocare con molto piacere> a Dnd"

"io <giocavo con sofferenza> a Dnd"

In italiano, ovviamente, bisogna usare dei giri di parole per esprimere una informazione in più a riguardo delle emozioni legate ad una specifica azione/fatto/evento perchè non ci sono coniugazioni opportune.

Che ne dite?

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Come già ho avuto modo di risponderti in privato, trovo questa idea estremamente valida e affascinante, oltre che molto "elfica".

Credo pertanto che si potrebbe introdurre il "modificatore emozionale" (chiamiamolo così finchè non troviamo una definizione migliore) per aggiungere quella sfumatura di significato al verbo che lo caratterizzi sul "come" oltre che sul "quando".

Davvero un'ottima proposta.

Per quanto riguarda le modalità, vista la struttura grammaticale del verbo che pone un suffisso per l'indicazione del "tempo/modo" e soprattutto per l'apposizione dell'eventuale complemento oggetto/di termine nella forma ellittica al termine del verbo stesso, vedrei molto meglio l'utilizzo di un prefisso "emozionale" piuttosto che di un suffisso. In modo anche da rendere cmq possibile e non troppo cervellotica una eventuale traduzione inversa (da ilytala ad italiano per intenderci).

A tal fine, mi farebbe immensamente comodo una lista dei "modificatori emozionali" che avevi in mente. Non necessariamente ricalcati ad immagine e somiglianza di quelli del giapponese, ma anche diversi e, magari, tipici dell'ambientazione fantasy.

Una volta con in mano questa piccola lista (non necessariamente esaustiva nella sua prima stesura, possiamo sempre integrarla) possiamo cominciare a lavorare sui prefissi veri e propri.

Calcola che in realtà esiste già un prefisso per il verbo che è il prefisso di negazione "ni-/nid-" che rende il verbo negativo

es: aerle [potere] / nidaerle [non potere].

L'idea che avevo io per integrare questo aspetto renderebbe la composizione del verbo qualcosa di simile:

[eventuale prefisso emozionale/situazionale] + [forma base del verbo] + [suffisso modale/temporale] + [eventuale complemento]

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Domanda preventiva: non ho capito bene quanti tipi di verbi (e quindi di declinazioni/coniugazioni) ci sono. Nel senso, in italiano abbiamo i verbi in-are, -ere, -ire. Ed in Ilytala?

Secondo me se ci sono tutti questi suffissi/prefissi è meglio tenere questa parte il più semplice possibile. Perchè vabbè che sono elfi ma non possono metterci 300 anni ad imparare a coniugare/declinare tutti i verbi :P

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L'unico verbo che presenta differenze in tutte le declinazioni e' il Verbo Essere.

Tutti gli altri verbi vengono composti come indicato nei vari casi.

Ad esempio "lairethe" = amai, amasti, amo', amammo, amaste, amarono.

Cambiando il pronome davanti in pratica cambi la declinazione come per l'inglese.

Es.: il lairethe (io amai); yla lairethe (tu amasti) ecc.

Ilu

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Come già suggerito da ilu, tutti i verbi in Ilytala terminano all'infinito in "e", quindi in realtà esiste un'unica coniugazione. Tant'è che se voglio generare un verbo da un nome basta aggiungere una "e" o sostituire "e" all'ultima vocale.

Per il resto la coniugazione del verbo è ricalcata sul modello dell'inglese che ho ritenuto il più semplice, quindi l'eventuale pronome a parte.

I tempi/modi verbali sono dati da delle desinenze che si aggiungono (in alcuni casi sostituiscono) la "e".

Il verbo essere è un caso a parte perchè è completamente irregolare quindi incorpora i pronomi nel verbo generando una forma propria per ogni declinazione. E' l'unico verbo che ha questa singolarità.

Il verbo [essere] all'infinito è semplicemente "e".

Calcola che i "prefissi emozionali" sono appunto prefissi che andrebbero ad accorparsi alla forma base del verbo, quindi in realtà abbastanza semplici. L'unica cosa sarebbe da considerare per i prefissi una forma "vocalica" ed una "consonantica" a seconda che il verbo cominci per Vocale o per Consonante. Mi spiego.

Prendiamo ad esempio il negativo "Ni-/Nid-" che è il prefisso di negazione per il verbo.

ES: aerle [potere]: NIDaerle [non potere]

carelle [uccidere]: NIcarelle [non uccidere]

Quindi, se proprio proprio, possiamo dire che esistono 2 tipi di verbi ilytala: quelli che cominciano per vocale, e quelli che cominciano per consonante. In termini di un eventuale prefisso "emozionale" direi che è l'unica cosa che può influire sulla forma.

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  • 2 settimane dopo...

Allora, provo a fare un paio di esempi di forme verbali che esprimono l'"emozione" legata ad una azione.

Verbo principale: gedesse (giocare)

Le ipotesi che faccio sono su due sfumature:

  • Io sono stata fatta giocare - nel senso di qualcuno mi ha forzato a giocare. Da notare che sarà una frase con il verbo attivo, non una frase passiva. Propongo la preposizione nesi
  • Io desidero giocare - nel senso che ho voglia di farlo, ed esprimo il mio pensiero in modo educato (l'equivalente di "io vorrei giocare"). Propongo la preposizione shi

Propongo, inoltre, che la preposizione di negazione sia messa dopo quella "emozionale". Posto che abbia senso negare certi concetti. A priori si potrebbe anche dire che non si usa. Io faccio l ostesso l'esempio, giusto per vedere come viene, poi a NoKtA l'ultima parola.

Da cui ne deriva la seguente tabella.

Io giocoil gedessea

Io non gioco il nigedessea

Io <sono stata forzata a giocare> il nesigedessea

Io <ho voglia di giocare>il shigedessea

Io <non sono stata forzata a giocare> il nesinigedessea

Io <non ho voglia di giocare>il shinigedessea

Tra l'altro, non ricordo se avete già pensato a come far funzionare i verbi dovere, potere, volere. In non l'abbiate fatto, si potrebbero incorporare nei prefissi.

Che ne dite?

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Ok, vediamo di ragionarci su. Cominciamo da qui:

Propongo, inoltre, che la preposizione di negazione sia messa dopo quella "emozionale"

per questo sono perfettamente d'accordo, mi pare la soluzione più sensata.

Poi però, andando ad analizzare gli esempi mi sembra necessario soffermarsi e ponderare bene su alcune questioni che emergono.

Gli esempi portati da Khandra sono:

Io <sono stata forzata a giocare> - il nesigedessea

Io <ho voglia di giocare> - il shigedessea

Io <non sono stata forzata a giocare> - il nesinigedessea

Io <non ho voglia di giocare> - il shinigedessea

A quanto mi sembra dai tuoi esempi khandra, deriva un radicale stravolgimento del senso del verbo.

Quello che intendo dire non è una cosa semplicissima per cui cercherò di spiegarmi nel migliore dei modi possibili sperando di essere esaustivo:

Abbiamo preso ad esempio il verbo "gedesse" [giocare], possiamo prendere che so anche il verbo "carelle" [uccidere].

Il verbo, in quanto tale, esprime il fulcro, il perno su cui si basa il periodo e ne costituisce il centro d'origine del significato. Nella frase "il gedessea" [io gioco] l'azione è incentrata sul "giocare" quindi sull'azione di, che so, lanciare una palla ad un amico (ma potrebbe essere qualsiasi altro gioco), così come nella frase "il carellea" [io uccido] l'azione è incentrata sull'atto dello spegnere una vita.

Nelle frasi d'esempio questo significato viene stravolto, il fulcro infatti si sposta dall'azione originaria [giocare] od [uccidere] a quello che dovrebbe essere un "plus". Esempio.

Nella frase [ho voglia di giocare] il verbo diventa [avere voglia-volere] mentre [di giocare] diventa semplice complemento.

Nella frase [sono stata forzata a giocare] anche qui il verbo diventa [sono stata forzata] mentre giocare diventa complemento.

Il che a mio avviso è proprio un significato DIVERSO, proprio perché cambia il verbo. La cosa importante non è più che si sta giocando, ma che da un lato si ha [voglia] e dall'altro si è stati [obbligati] a fare qualcosa. L'azione del giocare non è più importante, tant'è che i complementi non sono necessari per l'esistenza corretta di un periodo.

Secondo me NON bisogna arrivare a questo. Non so se è una cosa voluta proprio così oppure è un semplice misunderstanding di traduzione in italiano. Ad ogni modo lo stravolgimento non serve e complica inutilmente la coniugazione del verbo, che è già facilmente rendibile in altro modo, cioè (almeno per ora) con l'utilizzo di verbi ausiliari. Senza contare che una frase come [ho voglia di giocare] può essere resa anche con [ho voglia di gioco] senza stravolgerne il senso ed eliminando l'ausiliarità del verbo [volere].

La cosa migliore per me è considerare la "particella emozionale" (nome orribile perdiana c'è da trovargliene uno decente XD) DI FATTO come UN COMPLEMENTO INTEGRATO nel verbo. L'azione NON deve essere spostata dal verbo [giocare] o [uccidere]. Rivedendo gli esempi proposti:

Il gedessea – io gioco

Il nigedessea – io non gioco

il nesigedessea – io GIOCO con obbligo / "obbligatamente" / perché sono stata obbligata a farlo

il shigedessea – io GIOCO con voglia / "vogliamente" / perché ho voglia di farlo

il nesinigedessa – io NON GIOCO con obbligo /"obbligatamente"/ perché sono stata obbligata

il shinigedessea – io NON GIOCO con volontà /"volontariamente"/ perché non mi va / perché ho voglia di non giocare

dopotutto è pur sempre il verbo giocare che viene "modificato" mentre la "particella" funge da COMPLEMENTO di modo/maniera (es. con voglia) o di causa (es. perché sono stata obbligata).

La particella quindi come "complemento integrato".

Ragionando ulteriormente su questa linea si renderebbero possibili combinazioni particolari anche col verbo volere ad esempio: [io ho voglia "con molto dispiacere" di andare a casa] che potrebbe apparire un controsenso, ma invece permette di esprimere una sfumatura per la quale io ho voglia di andare a casa, ma tuttavia mi spiace dovermene andare da dove sono ora (quante volte è capitato a ciascuno?). Inoltre potrebbe essere una interessante figura retorica, ad esempio in poesia, dove potrebbe agire nello stesso modo di un ossimoro (tipo "fragoroso silenzio" per intenderci).

In questo caso chiaramente il "modificatore" andrebbe sul verbo "volere" e non su "andare" che è complemento ;)

Detto questo, una nota sui prefissi: nesi-, shi-

Perché hai scelto proprio quelli?

Obbligare è "chame" quindi il prefisso più logico sarebbe "cha-/cham-"

Volere/Desiderare è "ruidhe" quindi un prefisso logico sarebbe "ru-/rud-" o, molto meglio meglio "ri-/rid-"

Ultimo appunto sull'utilizzo di, dovere, volere e potere. Fin'ora li ho usati come in italiano, cioè semplicemente come ausiliari, con l'unica eccezione del caso particolare denominato nella grammatica come "INVOCAZIONI".

Es. "Aelde oreme eratha" – [possa venire l'alba] (o letteralmente) [potere venire alba]

Il suggerimento che (probabilmente) hai voluto dare è che si potrebbe "integrare" l'ausiliare col verbo in qualcosa come

"Aeloreme eratha"

Al riguardo mi riservo un ragionamento più approfondito in un secondo momento. Credo per il momento di aver messo sufficiente carne sul fuoco ;)

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Come prima cosa dico che sono dacordissimo con la tua traduzione in italiano, NoKtA. Io avevo scelto di usare gli ausiliari come metodo traduttivo semplice, non per cambiare il significato del verbo o per togliere centralità al significato principale.

Le pre-particelle le ho scelte perfettamente a caso, in modo che suonasse un po' bene, ma tutto li. Se ne trovi di più significativi tanto meglio.

Invece è interessante l'idea di avere sia i verbi modali (si chiamano così? Le mie nozioni di grammatica sono un po 'arrigginite) dovere, potere, volere a sé stanti che le "particella emozionali". C'è una sovrapposizione di significati che -come dici tu NoKtA- può dare adito a costrutti molto particolari, però complica il tutto.

Di primo acchito io avrei evitato i verbi modali, sostituendoli tutti con particelle emozionali, ma ora non so, può essere anche divertente averli tutti e due.

Ricordiamoci che se l'uso delle particelle emozionali passa, non usarle potrebbe significare avere un modo di parlare barbaro, da straniero, da bambino oppure molto molto asettico, che non da confidenza all'altra persona.

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Come prima cosa dico che sono dacordissimo con la tua traduzione in italiano, NoKtA. Io avevo scelto di usare gli ausiliari come metodo traduttivo semplice, non per cambiare il significato del verbo o per togliere centralità al significato principale.

allora perfetto :grin: come pensavo era una fraintendimento di traduzione :wink:

Le pre-particelle le ho scelte perfettamente a caso, in modo che suonasse un po' bene, ma tutto li. Se ne trovi di più significativi tanto meglio.

Bhe diciamo che avrebbe più senso che le particelle derivino dalle parole corrispondenti, allo stesso modo di quando si crea una parola nuova e bisognerebbe cercare di usare combinazioni di quelle già esistenti. La sana pianta è l'ultima risorsa :grin:

Invece è interessante l'idea di avere sia i verbi modali dovere, potere, volere a sé stanti che le "particella emozionali". C'è una sovrapposizione di significati che -come dici tu NoKtA- può dare adito a costrutti molto particolari, però complica il tutto.

Di primo acchito io avrei evitato i verbi modali, sostituendoli tutti con particelle emozionali, ma ora non so, può essere anche divertente averli tutti e due.

Direi che per il momento è la soluzione più semplice. Si può cmq pensare che per i verbi "volere, dovere, potere" sia normale NON avere un prefisso particolare, sono per così dire "neutri", anche se possono acquisire i prefissi in condizioni particolari.

Ricordiamoci che se l'uso delle particelle emozionali passa, non usarle potrebbe significare avere un modo di parlare barbaro, da straniero, da bambino oppure molto molto asettico, che non da confidenza all'altra persona.

Pensavo, non sempre è necessario dover specificare "come" avviene una particolare cosa. Nel senso, tipo "andavo a casa quando mi hanno assalito". In una frase del genere può non avere molta rilevanza se stavo andando a casa perchè obbligato, perchè stanco, perchè annoiato, così come non ha molta imporantanza in che modo si è stati assaliti quanto "il fatto che" si è stati assaliti.

Piuttosto che fare di "barbara" o "asettica" la mancanza del prefisso verbale, se invece la sua mancanza fosse un modo per sottolineare di più "l'azione" cioè il fatto che avviene (è avenuta, avverrà) una cosa piuttosto che sul "come" o sul "perchè" è avvenuta?

Nel senso "avviene e basta, è questo l'importante"?

Ad ogni modo se non si usa PROPRIO MAI il prefisso avverbiale allora sì, verrebbe giudicato un parlante poco "elfico" ;)

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  • 3 mesi dopo...

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