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Fantasy all'italiana


Messaggio consigliato

Estasia te lo sconsiglio. Oltre allo stile grossolano dell'autore, la storia è tirata per le lunghe. Il primo della trilogia ha un suo perché ma i successivi due... bah, l'autore reinventa di continuo un mondo che è di per sé limitato. Non fare il mio stesso errore! XD (Ti consiglio invece, sempre di Falconi, "Prodigium". Davvero carino).

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Io nel settore fantasy italiano consiglio Tristano di Alessandro Forlani..

è un fantasy atipico, senza elfi o nani, in stile quasi barocco... la lettura non è tra le più semplici perchè all'autore piacciono termini aulici e ricercati.

in più, ma questo è un pò più per ragazzini, i libri di Silvana De mari che trovo semplici ma intriganti...

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Ok ragazzi, ho finito di leggere "Il Silenzio di Lenth" e "La rocca dei Silenzi" (si nota che ho una passione per "il silenzio"? XD) e mi sono piaciuti entrambi! Inutile dire che ve li consiglio. "La rocca dei Silenzi" è pesantuccio, carbura assai in ritardo e più volte mi sono dovuto rileggere pagine su pagine perché mi distraevo... non credo sia un buon segno. Fortuna però che la storia è intrigante e dopo un po' diventa una droga andare avanti.

Per quanto riguarda "Il silenzio di Lenth", io mica lo sapevo che fosse il romanzo d'esordio di tal Luca Centi. Cioè, non leggo mai le biografie degli autori ergo sono assai distratto. C'è da dire che non è niente male questo romanzetto, anche se, come l'altro, carbura tardi. Mi ha sorpreso il colpo di scena finale alla "Saw", non so se avete presente: ogni cosa viene rimessa in discussione e il lettore ci rimane di sasso! Stupendo!

Adesso inizio a leggere "La ragazza drago2" della Troisi. Lo so che ho detto che le sue storie sono scialbe, ma quando inizio una saga voglio portarla a termine. Ok, lo faccio solo per le copertine, la sola cosa di valore nei suoi romanzi XDD

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Eh lo so, è quello che mi riprometto ogni volta. Per "La rocca dei silenzi" è stata una scelta facile, essendo autoconclusivo, ma per "La ragazza drago" e "Il silenzio di Lenth" non ce l'ho fatta. Ogni volta che entravo in libreria venivo rapito dalle copertine. Alla fine ho ceduto ;_;

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Io nel settore fantasy italiano consiglio Tristano di Alessandro Forlani..

è un fantasy atipico, senza elfi o nani, in stile quasi barocco... la lettura non è tra le più semplici perchè all'autore piacciono termini aulici e ricercati.

in più, ma questo è un pò più per ragazzini, i libri di Silvana De mari che trovo semplici ma intriganti...

IMHO, molti che hanno letto fantasy incominciano ad essere stufi di Maghi, Elfi e Draghi.

Al Salone del Libro di Torino, presentando i miei libri ai lettori che si fermavano allo stand dell'editore, ho notato che alcuni di questi, a sentire nominare il fantasy, storcevano il naso, per poi cambiare espressione quando specificavo che il mio era " ... senza Maghi, senza Elfi e senza Draghi". Altri mi nominavano un fantasy recente in cui questi ingredienti erano presenti in dosi massicce e dichiaravano di esserne rimasti delusi.

Non è che, tra film e libri, negli ultimi tempi c'è stata un'overdose di questi personaggi, screditando tutto il genere fantasy?

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I film, Paolini, Troisi e buona parte dell'operato degli ultimi 9-10 anni non hanno fatto altro che rovinare il settore.

è anche vero che prima del fantasy nessuno lo conosceva come ora.

Come D&D fece risorgere e uccise il gdr, così il film del signore degli anelli in primis, e poi il resto han compiuto lo stesso evento.

Personalmente mi considero di quella schiera che vede il fantasy inflazionato. Dall'altro lato questa massiccia presenza porterà ad avere componimenti originali e unici.

Nel futuro spero di poter vedere (semmai inventare) un fantasy che abbia ancora elfi e maghi ma dove la loro presenza non sia un semplice "blabla" tra delle pagine ma che abbia un senso...

Di fondo, infine, credo che il fantasy necessiti di nuove morali e non solo di lotta di bene contro il male e di eroi...

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Ragazzi, vi consiglio i titoli della scorsa volta. Nei romanzi di Andrea D'Angelo la magia c'è, gli incantatori pure, ma sono contestualizzati in modo originale. Così come Centi distingue tra maghi e stregoni, cosa che ho trovato interessante. Questi due autori non sono di certo perfetti - il secondo poi è esordiente - però hanno davvero dato una smossa al fantasy italiano. Se tutti gli altri continueranno in questo senso di sicuro si faranno grandi cose!

PS: Tra le brutture più recenti, c'è anche Garmir l'eclissiomante (spero di averlo scritto bene). Non mi è piaciuto affatto! La magia c'è perché sì. Gli incantatori ci sono perché sì. Nessuna spiegazione e una storia che non vale la pena di leggere. Bah!

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Quale vento porterebbe il genere fantasy ad un nuovo mondo??

cosa dovrebbe esserci in più o in meno rispetto al panorama odierno?

Credo che da un lato abbiam saturato l'idea del personaggio che dal nulla diventa eroe, così come del personaggio bello e dannato..

e quindi?

cosa rimane? l'Antieroe? il gioco degli opposti?

che cosa?

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Io credo che un campo finora inesplorato, ma per cui Martin ha aperto le porte, è quello di un mondo dove eroi ed antieroi sono pura utopia, dove ogni sentimento viene vissuto soggettivamente e da questo deriva un relativismo in cui è impossibile definire a priori (e spesso anche a posteriori) chi ha ragione.

Non voglio deragliare troppo dalla discussione, ma ad esempio io mi sono avvicinata a un'ambientazione come MethyrFall proprio per la sua profondità da questo punto di vista.

Sto anche scrivendo qualcosa, ma chissà se vedrà mai la luce. ^^

Sicuramente questa svolta porterebbe a testi interessanti, originali e al di fuori dei soliti stereotipi (che non sono da buttare, anzi, ma da rivisitare sicuramente).

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Io credo che un campo finora inesplorato, ma per cui Martin ha aperto le porte, è quello di un mondo dove eroi ed antieroi sono pura utopia, dove ogni sentimento viene vissuto soggettivamente e da questo deriva un relativismo in cui è impossibile definire a priori (e spesso anche a posteriori) chi ha ragione.

Sinceramente a me vengono in mente Cuomo e Brambilla più che Martin. E questo mi sembra molto IT. Un campo si considera "inesplorato" finché non è argomento di un libro di uno scrittore anglosassone. Non importa se ci sono testi italiani fatti pure meglio.

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Sinceramente a me vengono in mente Cuomo e Brambilla più che Martin. E questo mi sembra molto IT. Un campo si considera "inesplorato" finché non è argomento di un libro di uno scrittore anglosassone. Non importa se ci sono testi italiani fatti pure meglio.

Chiedo scusa, mi son basata sulla mia (purtroppo limitata) esperienza.

Rimane il fatto che comunque quando uno scrittore (ma vale anche in altri ambiti) diventa famoso a livello internazionale e vende un botto di copie, viene comunque guardato come riferimento del genere.

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