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Fantasy all'italiana


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E pensare che Dante ha scritto uno dei più bei racconti fantasy mai esistiti...

Sai che anch'io, quando per l'esame di Letteratura Italiana 2 mi hanno costretto a leggere tutta la Divina Commedia (e meno male che l'hanno fatto, è stata una delle più grandi soddisfazioni della mia vita), ho formulato questo stesso pensiero? Si parla sempre (giustamente, per carità) del valore etico e poetico della Commedia, ma non si dice mai (anche qui, secondo me, c'entra un'abbondante dose di snobismo dei nostri letterati) che le tre cantiche sono anche un meraviglioso racconto fantasy. Dante, tra le altre cose, è il Tolkien italiano: come l'autore inglese, ha creato un mondo immaginario perfettamente governato da una logica interna. Che poi Dante non lo reputasse immaginario, ma credesse veramente nella sua esistenza, è irrilevante. In fondo qualsiasi bravo scrittore ha il dovere di essere intimamente convinto che le sue creazioni siano più reali della realtà, no?

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ma bravi... la mattina vado all'università e scrivete tre pagine...

allora vediamo di replicare.

Quando dicevo che il fantasy all'italiana non è un investimento e non vende, intendevo questo: la lingua italiana ha purtroppo un bacino racchiuso e difficilmente i lavori italiani, se non sono bestseller vengono tradotti per l'estero.

Pubblicare un libro costa, non lasciamoci ingannare dalle apparenze. Se uno scrittore fantasy manda il suo racconto a un editore, questi gli chiederà sicuramente un contributo per la pubblicazione. Ma chi può permettersi al giorno d'oggi di investire su un sogno? Per questo molto non viene publicato. Se ci rivolge a una grande casa editrice, le possibilità di pubblicazione sono pochissime, perchp difficilmente pubblicano emergenti. Se si rivolge a una piccola casa editrice, se si è fortunati e non si collabora alle spese (quella con cui collaboro io, se il lavoro è meritevole attua questa politica), non si ha la visibilità per sfondare. Niente pubblicità, niente recensioni: poco mercato. Per cui per uno scrittore emergente fare il salto di qualità è estremamente difficoltoso e se non si dispone di grandi capitali propri, credo che poi risucchiato dalla vita quotidiana, uno abbia sempre meno tempo per scrivere: in qualche modo si dovrà pure mangiare...

Il fantasy è sì una moda di questo periodo, ma il fantasy di Tolkien, Star wars, Harry Potter( :cry: ), e roba simile, insomma lavori e capolavori che hanno dietro un grande apparato mediatico. Insomma, se harry potter lo avesse prodotto una piccola casa editrice di provincia, credete che adesso sarebbe questo fenomeno?

Altro problema: in Italia purtroppo si leggono solo pochi genere di libri(?): quelli scritti da personaggi famosi, possibilmente di moda (e qui mi dispiace citare il libro(?) di Costantino), libri(?) che fanno scandalo (Melissa P. e le sue porcherie hanno venduto con un solo libro(?) più del doppio dei libri mai venduti di Italo Calvino), e libri(?) di barzellette, come se non se ne sentissero abbastanza in tv.

Gli altri libri che si vendono, sono quasi esclusivamente libri molto famosi, come per esempio il Codice da Vinci, che vista la pubblicità che ha avuto è da due anni nella top 10, ma se l'avessi scritto io e fatto pubblicare dalla Pinco Pallino editrice (nome ovviamente fittizio) lo avrebbero comprato solo i miei parenti (non tutti, e alcuni mi avrebbero chiesto il tutto in formato .doc).

Altro problema: il costo dei libri: diciamoci la verità, orami costano assai. Se dovete scegliere tra un libro di Tolkien e quello di Pinco Pallino e notate che la differenza sono un paio di euro, che fate? Andate sul sicuro e investite il capitale su Tolkien oppure date fiducia al povero Pinco Pallino?

Per questo il fantasy in Italia và abbastanza bene, ma difficilmente ci sarà una fioritura di scrittori italiani di fantasy.

Ps: io collaboro anche con un'associazione per la valorizzazione e la diffusione della cultura del fantastico, se avete qualcosa da proporre... ;-)

Non entro nella questione Dantesca, avrei molto da dire e poco tempo e voglia di farlo (questa università mi sta logorando...)

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Sai che anch'io, quando per l'esame di Letteratura Italiana 2 mi hanno costretto a leggere tutta la Divina Commedia (e meno male che l'hanno fatto, è stata una delle più grandi soddisfazioni della mia vita), ho formulato questo stesso pensiero? Si parla sempre (giustamente, per carità) del valore etico e poetico della Commedia, ma non si dice mai (anche qui, secondo me, c'entra un'abbondante dose di snobismo dei nostri letterati) che le tre cantiche sono anche un meraviglioso racconto fantasy. Dante, tra le altre cose, è il Tolkien italiano: come l'autore inglese, ha creato un mondo immaginario perfettamente governato da una logica interna. Che poi Dante non lo reputasse immaginario, ma credesse veramente nella sua esistenza, è irrilevante. In fondo qualsiasi bravo scrittore ha il dovere di essere intimamente convinto che le sue creazioni siano più reali della realtà, no?

in realtà, io credo che non si possa dire che é irrilevante. Voglio dire, Tolkien ha scritto il signore degli anelli con un certo intento, che era quello di inventare un mondo fantastico. La Commedia aveva una motivazione di fondo un po' diversa... penso che parlare qui della Commedia sia fuori luogo. poi, bisogna tenere presente che se la Commedia in sé non può (imo) essere definita fantasy, ha spalancato porte e creato un immaginario a cui hanno attinto autori anche di fantasy successivamente, basti pensare al piano di Baator di D&D.

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Sulla mancanza di scrittori di fantasy in italia ci ho pensato spesso negli ultimi anni. Non so se questo possa essere spiegato semplicemente con il fatto che ci sia poca pubblicità. A tutti i motivi (che condivido) elencati da Darth aggiungerei un altro: l'incapacità di molti autori fantasy di creare un universo attorno alle loro avventure. Molti pensano che basti il genere di per sè per are un buon libro, invece quelli che vengono premiati (in Italia ed all'estero) sono coloro i quali hanno fatto un grosso lavoro di preparazione del contesto del libro. Purtroppo è ugualmente difficile reinventare un modello senza copiarlo, per cui scrivere un libro fantasy in un mondo che si ispiri al genere del signore degli anelli, senza imitarlo è praticamente impossibile. Però...c'è un però... Tolkien è un classico del genere e quindi ha tracciato una strada possibile da seguire. Mi ha sempre stupito che con il patrimonio di mitologia classica, nonchè contaminazioni celtiche ed altro in Italia non si sia mai riusciti a proporre niente di innovativo.

Prendete Martin: ha fatto un enorme lavoro di ambientazione ed i suoi libri sono premiati dal punto di vista delle vendite... questo imho penso che sia uno dei fattori determinanti nella questione.

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la lingua italiana ha purtroppo un bacino racchiuso e difficilmente i lavori italiani, se non sono bestseller vengono tradotti per l'estero.

Questo è vero, ma non è un elemento discriminante. Se lo fosse, in Italia si pubblicherebbero tre libri all'anno, e mi pare proprio che non sia così.

Un romanzo, per essere di successo, non deve necessariamente sfondare in tutto il mondo: già delle buone vendite a livello nazionale ne giustificano la pubblicazione. E il fantasy, ripeto, vende come pochi altri generi, perfino se è fantasy da due soldi come quello della Troisi. Per questo mi stupisce che le case editrici italiane non investano di più su questo tipo di narrativa.

Rimango dell'opinione che il problema non sia né economico né logistico, ma legato alla mentalità.

Il fantasy è sì una moda di questo periodo, ma il fantasy di Tolkien, Star wars, Harry Potter( :cry: ), e roba simile, insomma lavori e capolavori che hanno dietro un grande apparato mediatico. Insomma, se harry potter lo avesse prodotto una piccola casa editrice di provincia, credete che adesso sarebbe questo fenomeno?

E cosa impedisce alle case editrici italiane di spingere un'opera simile anche nel nostro paese? La paura di rischiare, scommetto; un tipico male italiano. Non riusciamo a farci entrare in testa che chi non risica non rosica.

Altro problema: in Italia purtroppo si leggono solo pochi genere di libri(?): quelli scritti da personaggi famosi, possibilmente di moda (e qui mi dispiace citare il libro(?) di Costantino), libri(?) che fanno scandalo (Melissa P. e le sue porcherie hanno venduto con un solo libro(?) più del doppio dei libri mai venduti di Italo Calvino), e libri(?) di barzellette, come se non se ne sentissero abbastanza in tv.

Gli altri libri che si vendono, sono quasi esclusivamente libri molto famosi, come per esempio il Codice da Vinci, che vista la pubblicità che ha avuto è da due anni nella top 10, ma se l'avessi scritto io e fatto pubblicare dalla Pinco Pallino editrice (nome ovviamente fittizio) lo avrebbero comprato solo i miei parenti (non tutti, e alcuni mi avrebbero chiesto il tutto in formato .doc).

Odio diventare ripetitivo, ma mi ci vedo costretto: allora come ti spieghi il caso della Troisi? Perché, senza arrivare a quote da bestseller, mi sembra che la sua trilogia abbia avuto un certo successo. Eppure lei è una totale esordiente, peraltro neanche tanto dotata, e scrive di un genere poco bazzicati dai letterati nostrani. E quindi?

Altro problema: il costo dei libri: diciamoci la verità, orami costano assai. Se dovete scegliere tra un libro di Tolkien e quello di Pinco Pallino e notate che la differenza sono un paio di euro, che fate? Andate sul sicuro e investite il capitale su Tolkien oppure date fiducia al povero Pinco Pallino?

Che i libri costino troppo, come del resto qualsiasi altra cosa, è vero. Ma il tuo discorso può valere per le nuove opere di qualche autore affermato e vivente, certo non per Tolkien: un appassionato del genere, tra Tolkien e Pinco Pallino, sceglierà sicuramente Pinco Pallino, perché Tolkien l'ha già letto e riletto!

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sta troisi secondo te le vendute 1000 copie?

Se non ha superato una certa soglia, stai certo che non ne sentiremo parlare più

(per inciso: io non ho mai visto in libreria nessun libro di questa scrittrice)

Quello di Tolkien era un esempio. Volevo dire che tra un autore affermato e uno emergente quasi sicuramente si sceglie quello affermato.

In ogni caso, io non ho mai conosciuto un appassionato che abbia letto tutto di Tolkien...

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sta troisi secondo te le vendute 1000 copie?

Sicuramente sì: se è arrivata anche a essere ristampata in edizione economica...

(per inciso: io non ho mai visto in libreria nessun libro di questa scrittrice)

A Milano non c'è libreria dove non campeggino i libri della Troisi.

D'altronde, su BOL, solo il suo primo romanzo ha qualcosa come centoquaranta commenti; all'incirca lo stesso numero della superstar del momento, Melissa P.

E se in Italia non si pubblicasse fantasy perché non siamo capaci di fare del fantasy come si deve? Sul blog di Giulio Mozzi, un editor, ricordo di aver letto un articolo molto interessante nel quale l'autore descriveva i manoscritti inediti che gli capitava di visionare per lavoro. Beh, diceva che in tanti anni gli era capitato di leggere un solo romanzo fantasy degno di pubblicazione.

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  • Amministratore

E se in Italia non si pubblicasse fantasy perché non siamo capaci di fare del fantasy come si deve? Sul blog di Giulio Mozzi, un editor, ricordo di aver letto un articolo molto interessante nel quale l'autore descriveva i manoscritti inediti che gli capitava di visionare per lavoro. Beh, diceva che in tanti anni gli era capitato di leggere un solo romanzo fantasy degno di pubblicazione.

Bah, questo non vuol dire niente... si pubblica fantasy internazionale scadente, e fantasy italiana buona... è vero che il fantasy si presta a diventare genere "di maniera", ma come succede sempre, a volte vengono presentati come geni autori mediocri, e quelli bravi magari sono costretti a lavorare con editori locali... un solo romanzo degno di pubblicazione non mi dice nulla, se il tipo si aspetta di trovare un'altro Signore degli Anelli è logico che non lo trovi...

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E se in Italia non si pubblicasse fantasy perché non siamo capaci di fare del fantasy come si deve? Sul blog di Giulio Mozzi, un editor, ricordo di aver letto un articolo molto interessante nel quale l'autore descriveva i manoscritti inediti che gli capitava di visionare per lavoro. Beh, diceva che in tanti anni gli era capitato di leggere un solo romanzo fantasy degno di pubblicazione.

Non vedo motivo per cui questo dovrebbe essere vero: voglio dire, non credo che geneticamente siamo meno disposti di altri, e le letture "formative" le abbiamo noi come le hanno gli altri.

E se fosse, rigirando la frittata, che all'estero si pubblicano talmente tante porcherie che inevitabilmente in mezzo spunterà spesso qualcosa di buono, mentre qui da noi (dove anche i programmi TV sono tutti la stessa minestra) si dia fiducia solo a ciò che è notoriamente accettato e tradizionalmente prodotto?

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  • 3 settimane dopo...

La Commedia aveva una motivazione di fondo un po' diversa... penso che parlare qui della Commedia sia fuori luogo. poi, bisogna tenere presente che se la Commedia in sé non può (imo) essere definita fantasy....... di D&D.

Che sono d'accordo non si discute. Nè tantomeno pretendo di esaurire il dibattito sulla Commedia in questo luogo, ma a mio modesto parere è veramente fuori luogo qui dentro! La commedià NON è fantasy...è questo non vuol dire che può esserlo anche solo in parte. Il motivo c'è, ed è semplice : il fantasy ( novel ) è narrativa...la Commedia ( e non il dramma) è un poema allegorico. E non è una semplice distinzione di generi letterari! Il vedere (considerare) la mitologia classico-cristiana allo stesso modo di quella germano-celta è un'altra cosa.

Ho cercato di essere il meno "accademico" possibile, spero di esserci riuscito.

Ciao.

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  • 1 mese dopo...

proprio il topic che volevo aprteire, ma qualcuno c'aveva già pensato...devo dire che questi giorni pensavo...ma il fantasy italiano esiste? c'è un movimento fantasy in italia?

Io ho letto un solo libro fantasy italiano, il segno dei ribelli di rossella romano e se devo essere sincero nn mi è piaciuto per niente (editrice nord per la cronaca). Ho poi sentito del libro della Troisi e sapendola alle prime armi mi sono piacevolmente stupito che la nostra maggiore casa editrice, la mondadori, le avesse addirittura stamato i libri in edizione omnibus (cartonata) e quindi anche in ristampa economica. Leggendo due recensioni dei lettori ho però notato l solito fenomeno...una parte dei recensori grida al miracolo, storia intrigante, personaggi fantastici, innovazione e fuochi d'artificio, l'altra parte invece ride a quest'opera, facendo apparire gli entusiasti lettori come dei deficienti la cui conoscenza della letteratura fantasy si limita ad harry potter. io nn ho letto questa trilogia, ma anche se sono in molti a spalarci su mer*a penso lo farò lo stesso, se nn altro per poter giudicare.

ma il punto è un altro. io conosco parecchia gente amante del genere fantasy e cn molti di loro ho spesso discusso del "puerile" sogno di "scrivere un libro fantasy". Certo sarebbe bello...ma pensavo...ammettendo che si riesca a mettere su una storia, quali sono le reali possibilità di vederlo pubblicato? e ancora, quante quelle di vederlo in altre lingue? direi molto scarse, considerando anche la buona dose di riciclo che aleggia nel fantasy.

ma stiamo divagando, il punto centrale del mio pensiero è che cm ha già detto darth, in italia i "libri" (e nn le barzellette su berlusconi) vanno poco rispetto ad altri paesti e dunque le case editrici sono più restie a rischiare mosse commerciali in campi solo recentemente in apertura (perchè in fondo sta moda del fantasy è grazie al film di jackson ed alle opere della rowling, anche in campo di GdR secondo me). fatto sta che ci sono pochi che riescono ad imposrsi cn le loro opere, e magari quelle pubblicate sn palesemente commerciali, come ha detto qualcuno citando le cronache del mondo emerso....

probabilmente cn questo discorso ho detto tt e nulla... lol

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  • 3 anni dopo...

Ragazzi, come ho scritto nella mia presentazione, sono un lettore accanito! :P Però ho notato che tra tutti i fantasy che ho letto, sono pochi quelli italiani in grado di eguagliare quelli d'oltreoceano. Il papà de "Il signore degli anelli" neppure lo nomino, ma Terry Brooks? Salvatore? La mia amica Ursula? Hanno rinnovato il genere, alcuni di loro, mentre altri hanno ingrandito e descritto con minuzia mondi già creati.

E in Italia?

Non so voi, ma io fatico ad emozionarmi nel leggere le opere degli scrittori italiani. E credetemi, le ho lette tutte o quasi. I romanzi che si avvicinano al mio genere sono quelli della Asengard, mentre la Mondadori ultimamente sta producendo una serie di obrobri. Dopo il fenomeno Licia Troisi, ci si è messa anche la Piemme con "la scacchiera nera". In copertina una protagonista identica a Sophia de "La ragazza drago". Ma questo illustratore ha un minimo di fantasia? Credo si salvi solo l'altro romanzo, "Il silenzio di Lenth", che sto finendo di leggere or ora. Merita anche solo per il fatto che la storia non è banale come al solito.

Poi ci sono gli autori della Nord. Tutti i romanzi pubblicati prima del 2000. Dal 2000 in avanti solo operazioni commerciali. E voi? Che ne pensate?

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Il problema è che in questo periodo il fantasy va molto forte. Dopo il successo del signore degli anelli (il film) c'è stata una grande valanga di gente che ha scritto cose fantasy o riciclato trame più vecchie. é una mossa commerciale abbastanza scontata: un argomento va forte e tutti lo producono.

Centinaia di persone si sono di colpo scoperte scrittori fantasy e publicano le loro opere, la maggior parte scontatissime, con copertine accattivanti per attirare lo lettore medio.

Secondo me non è tanto un problema del fantasy italiano ma del fantasy in generale. Ci vorrebbe una qualche rivoluzione letteraria (parolone grosso per definire il fantasy eh!) che proponga concetti nuovi e storie diverse dalle solite...

Io personalmente mi sono un pò stufato del solito eroe bello, figo e buono. Predestinato fin dalla nascita a sconfiggere il male, ma che prima dell'inizio della storia faceva il contadino.

Tanto per fare un esempio.

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Aspettate soltanto che concluda i miei romanzi... :cool:

Ok, e per non spammare, aggiungo una cosa! :-p

A Lucca ho acquistato un paio di libri di autori italiani. Non ho ancora cominciato a leggerli, perché tra una cosa e l'altra non ne ho proprio avuto il tempo, però ho seguito le rispettive conferenze e devo dire che l'atmosfera non era affatto desolante.

Gli autori hanno presentato opere in qualche modo originali e mi sono sembrati alla ricerca di nuovi mood, distaccati dal fantasy più classico e, purtroppo ormai, banale.

Ora ho sempre più voglia di mettermi a leggerli, perché sono veramente curiosa. :confused:

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Guarda, se parliamo di innovazione bisogna puntare sugli esordienti o quasi. Ma non quelli "creati a tavolino", bensì quelle persone che sanno il fatto loro. Ti faccio una lista dei cinque romanzi fantasy che negli ultimi tempi meritano di essere letti:

Pan di Francesco Dimitri

Un romanzo serio, studiato, vero. Grottesco qualche volta, horror, maturo. Ci sarebbe una lunga sfilza di aggettivi, ma nessuno riuscirebbe a rendere appieno la bellezza di questo romanzo.

La Rocca dei Silenzi

Altro romanzo di un autore maturo, che non usa mai alcuna parola a caso. Ogni singolo termine è studiato in dettaglio. Il punto di forza di questo autore è proprio la pianificazione.

Il segreto dell'Alchimista

E' il romanzo di esordio di Antonia Romagnoli. Lo stile è piatto, la storia carina, però ha il merito di riuscire a fondere il fantasy col giallo. C'è un assassino e qualcuno deve trovarlo. Con la magia. Intrigante.

Il silenzio di Lenth

Mi mancano una decina di pagine e per la prima volta non so cosa aspettarmi. Un romanzo che parte come urban fantasy e che spiazza il lettore ogni dieci pagine. Appunto, nn riesco mai a prevedere cosa accadrà!!! La storia poi è studiata quanto basta per acchiappare il lettore.

Wunderkind

L'autore sa quello che scrive. Non dico altro. Non si limita ad immaginare mondi, lui c'è già stato. Parla dei quartieri francesi in cui ha camminato, dei vicoli che ha imboccato e al lettore sembra quasi di stare con lui. Mi è piaciuto subito, anche se finisce in malo modo. Uscirà mai il seguito?

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Scusa la piccola critica ma mi sembra che ci si intestardisca a trovare gli autori di nicchia quando abbiamo un (purtroppo recententemente scomparso) Franco Cuomo coi suoi fantasy storici che non solo merita ma è uno dei migliori in assoluto in questo genere (sopratutto i romanzi sui templari).

Insomma, il problema non è che mancano gli autori ma che si dimenticano troppo facilmente ;P

Buona lettura e grazie per i consigli che ho annotato con piacere.

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Sono d'accordo sul disprezzo per la Troisi. Credo che i problemi siano molteplici: innanzitutto nel mondo innumerevoli persone scrivono o scribacchiano fantasy, e non certo tutte le loro opere arrivano a noi, c'è una scrematura dettata da logiche di mercato internazionale. Quello che invece viene scritto da autori italiani ci arriva senza filtro, o meglio (peggio) passa per un filtro all'italiana: non leggiamo quelli bravi, leggiamo quelli che sono amici di amici di editori, o quelli che si prostituiscono meglio (anche letteralmente). In altri termini, se la Troisi fosse stata inglese non l'avremmo mai sentita nominare, ma siccome siamo in Italia è stata spintarellata verso il successo. Beata lei, poveri noi.

Altro fattore è quello culturale: in Italia ci si può interessare al fantasy in santa pace da relativamente poco tempo, poiché fino a poche decine di anni fa tutto era politicizzato e strumentalizzato, con risultati nefasti. Provate a indagare sulla prima edizione italiana de Il Signore degli Anelli, scoprirete che per anni non è stato accettato da alcun editore poiché troppo "fascista". Ancora oggi capita di sentire persone che fanno un uso strumentale del fantasy, ma sono molti meno che in passato, e soprattutto vengono zittiti dalle pernacchie della comunità. L'ostracismo verso il fantasy, sia come sia, ha tarpato le ali di una bella fantasia come quella italiana molto a lungo: i romani ne avevano rubate di mitologie, eh? Anche solo basandosi sul folklore italiano ce ne sarebbero di storie da raccontare... eppure manca la cultura fantasy, o meglio manca la tradizione del fantasy in Italia. E mancherà a lungo, se continuano a pubblicare la Troisi invece di destinare le sue porcherie all'autodafè. :bye:

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Scusa la piccola critica ma mi sembra che ci si intestardisca a trovare gli autori di nicchia quando abbiamo un (purtroppo recententemente scomparso) Franco Cuomo coi suoi fantasy storici che non solo merita ma è uno dei migliori in assoluto in questo genere (sopratutto i romanzi sui templari).

Insomma, il problema non è che mancano gli autori ma che si dimenticano troppo facilmente ;P

Buona lettura e grazie per i consigli che ho annotato con piacere.

Sono contento di averti dato qualche consiglio! Comunque non tutti gli autori che ho citato appartengono ad una piccola realtà editoriale. D'Angelo ad esempio è stato pubblicato dalla Nord - che solitamente schifa gli italiani! - mentre Centi dalla Piemme che sino ad ora ha solo pubblicato romanzi per ragazzi e che con questo romanzo inaugura una collana nuova. Qualche merito lo avranno insomma :-D

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Sono contento di averti dato qualche consiglio! Comunque non tutti gli autori che ho citato appartengono ad una piccola realtà editoriale. D'Angelo ad esempio è stato pubblicato dalla Nord - che solitamente schifa gli italiani! - mentre Centi dalla Piemme che sino ad ora ha solo pubblicato romanzi per ragazzi e che con questo romanzo inaugura una collana nuova. Qualche merito lo avranno insomma :-D

Cuomo è uno storico studiato e tradotto a livello internazionale ;P

Comunque leggerò i titoli che hai citato e ti farò sapere, mi hai veramente incuriosito.

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Ok, e per non spammare, aggiungo una cosa! :-p

A Lucca ho acquistato un paio di libri di autori italiani. Non ho ancora cominciato a leggerli, perché tra una cosa e l'altra non ne ho proprio avuto il tempo, però ho seguito le rispettive conferenze e devo dire che l'atmosfera non era affatto desolante.

Gli autori hanno presentato opere in qualche modo originali e mi sono sembrati alla ricerca di nuovi mood, distaccati dal fantasy più classico e, purtroppo ormai, banale.

Ora ho sempre più voglia di mettermi a leggerli, perché sono veramente curiosa. :confused:

se ti riferisci alla trilogia di lothar basler di marco davide te la consiglio!

ma non ti svelo niente per non rovinarti la sorpresa.... Estasia ivece non l'ho cominciata neppure io...

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