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Personaggi per veri intenditori!


Messaggio consigliato

ovvio ke devono campare..ma possono benissimo fare altri tipi di manuali, come quelli delle ambientazioni.

la produzione dei manuali si fonda su una precisa politica commerciale della wizards che mira ad espandere il target il più possibile. un manuale di ambientazione è mirato fondamentalmente al solo master, mentre manuali più generici interessano il gruppo nel suo insieme

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questo è il bg un po' romanzato di un elfo dei boschi... che molti definirebbero PP...

non ha niente di che... però è un personaggio strutturato...

se avete un po' di tempo leggetelo... se non altro è una bella storiella...

Aramil viene addestrato da stregone durante gli anni del suo allenamento a corte. Per lui la magia che scaturisce dal suo essere, è sempre stata un valido aiuto nei combattimenti. Kiborg il suo insegnante di stregoneria sosteneva che il sangue di drago ribolliva copioso e forte dentro al cuore di Aramil e che questa sua predilezione per la guerra era un vero peccato. Anche gli elfi più studiosi vengono addestrati nell’arte della scherma e a maggior ragione Aramil che non era tra questi.

Astirad, il suo maestro d’armi, non poteva essere più contento di lui e del suo arco; nonostante studiasse a fondo anche il combattimento a corpo a corpo, prediligendo la spada bastarda, la sua scioltezza con l’arco lungo composito era invidiabile.

Aramil e Talion, il suo fido compagno di giochi fin dall’infanzia, spesso partivano per lunghi viaggi di diversi giorni nelle terre boschive del regno dove davano mostra delle loro abilità di combattenti contro gli spacconi del paese o, a maggior ragione, per impressionare le giovani elfe.

Spesso le incantava con le dolce melodie del suo lungocorno, il flauto degli elfi, che sapeva suonare con disinvoltura e leggiadria facendo letteralmente cadere ai suoi piedi le giovani dei paesi.

Riguardo a questo argomento Aramil aveva decisamente successo. La sua grazia era comune a pochi elfi che in generale sono molto più belli di altre razze del Faerun. Le attenzioni delle ragazze certo non dispiacevano al giovane principe, che pur non rivelando la sua identità, passava felici notti d’estate in buona compagnia. Stessa cosa si poteva dire per Talion, che pur non avendo la bellezza di Aramil era oltremodo muscoloso e nerboruto.

A corte il comportamento di Aramil era decisamente più discreto. Pur essendo giovane sapeva come comportarsi in ogni situazione.

Gil-Gloind suo fratello maggiore era un bambino, come primogenito doveva salire al trono ma molti dicevano che non ne aveva le capacità. Era gracile, viziato e testardo, nonché piuttosto sempliciotto. Aramil comunque lo aveva sempre considerato il suo fratellone da cui c’era sempre da imparare; d’altra parte la corona non gli interessava. Aramil come secondogenito sapeva che sarebbe comunque stato più ricco di qualsiasi altro elfo del suo regno che avesse lavorato tutta la vita, e si intende la vita di un elfo, ma questo non gli importava. Se fosse stato re avrebbe dato tutto il suo regno per solo per una spada un’armatura e un arco per andare alla ventura. Ma l’idea di essere il fratello del futuro regnante gli dava la sicurezza che avrebbe sempre trovato al suo ritorno una casa e una famiglia che lo amava.

La sorte come sappiamo gli fu avversa, chissà cosa Tymora avrà in serbo per lui.

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Tassadar il mago rosso

Tassadar Mago Rosso di Thay fu inviato dal suo oscuro conclave ad accertarsi della situazione del Cormanthor. Dopo la grande ritirata degli elfi da quelle terre pochi regni elfici rimanevano, frammentati e in rapporti neutrali. Al salita al potere di un re incapace poteva significare l’inizio di una guerra che avrebbe portato enormi svantaggi all’Ordine dei Maghi Rossi.

La missione di Tassadar era di impedire l’ascesa al trono del fratello di Aramil e di sondare possibili eredi al trono oltre al primogenito al fine di valutarne le capacità ed eventualmente la possibilità di alleanze all’Ordine. Si presentò alla corte elfica come alchimista.

Aramil diffidò sempre di quell’uomo, un mago! Talmente diverso da lui, studioso di magia. I maghi hanno scoperto il linguaggio magico ma non lo hanno creato. Furono i draghi i primi a scriverlo e a utilizzarlo. Tutte le volte che sondava con gli occhi in profondo di quel mago leggeva il suo animo subdolo e nel cuore il ruggito del drago che era in lui si faceva sentire più forte che mai.

Tassadar inizio a insegnare alchimia ad Aramil, una materia complicata che non interesso mai molto all’elfo, non vedeva in essa un utilizzo pratico in combattimento. Le ricerche degli alchimisti, di questi “grandi uomini” (come li chiamava Tassadar) per trovare la Pietra Filosofale e l’Elisir di Lunga Vita, parevano ad Aramil delle sciocchezze: la pietra filosofale, che poteva trasformare enormi quantità di piombo in oro, gli sembrava una cosa egoistica e venale mentre l’elisir di lunga vita non avrebbe attirato l’attenzione di nessun elfo. Quando Tassadar iniziò a parlagli invece dei veleni e del loro uso su armi per indebolire anche l’avversario più forte l’attenzione di Aramil crebbe esponenzialmente. Iniziò ad allevare animali venefici e piante velenose. Le frecce che tirava agli orsi neri del bosco, che di tanto in tanto incontrava nelle sue route di cammino assieme a Talion, erano molto più efficaci con il veleno di tasso o di ragno peloso e aspettare che le guardie davanti alla sua porta si addormentassero richiedeva meno tempo con l’uso di qualche spora nelle loro zuppe e questo dava più spazio alle sue fughe notturne con le sue amanti.

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Gil-Galad il falco albino.

Per festeggiare il suo centoundicesimo compleanno, una data particolare visto il numero, decise di fare una delle sue route con il suo amico Talion. Durante questa escursione i due amici si spinsero molto più in la di quanto fecero mai. Viaggiarono verso sud-ovest fino ad arrivare alle pendici dei Picchi del Tuono.

Qui Aramil vide per la prima volta quello che sarebbe stato il suo compagno per tanto e tanto tempo. L’idea di Aramil per quel viaggio era di trovare un falco come famiglio. Aveva sempre desiderato avere un famiglio, Kiborg aveva una donnola che lo aiutava e gli teneva compagnia nonché proteggerlo dai visitatori non graditi a cui appioppava certi morsi.

Aramil sapeva che ai Picchi cerano numerosi falchi e arrivati ai picchi a tardo pomeriggio iniziò a fare i preparativi, aiutato da Talion per trovare il suo famiglio.

Iniziò a tracciare complicati simboli sul terreno impiantando torce in diversi punti e utilizzando incensi e bruciando piume di falco, come un libro prestatogli da Kiborg spiegava.

Dopo un giorno esatto da quando aveva iniziato a salmodiare e a intessere la complicata magia, smise di scandire le parole del rito terminandolo e aprì gli occhi.

Ad ovest il sole era già tramontato da poco più di un’ora e mezza e le stelle iniziavano a vedersi, la Stella del Vespro brillava, ad Aramil venne in mente una poesia. Chiuse gli occhi e iniziò a cantarla tra se:

Stella del Vespro! Gil-Galad!

Il tuo limpido viso vediamo nel cielo limpido e terso!

Ricordiamo ancora noi che viviamo

In un luogo boscoso da te tanto lontano,

Il tuo chiaror stellare sui Mari Occidentali…

Riaprì gli occhi. La Stella del Vespro continuava a brillare bianca. Ma un pezzo di essa sembro staccarsi e cadere verso Thorìl… no non era una stella cadente, era un falco!

Le sue piume splendenti come l’argento vibravano nell’aria fresca della sera estiva. Planò e scese sulla spalla di Aramil.

“Ciao Gil-Galad” pensò Aramil. Il falco fece un inchino col becco: “Salute a te Aramil Dragonheart” rispose mentalmente il falco.

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Il tradimento di Tassadar.

Dopo circa un anno di regno del fratello di Aramil il padre Alion parti per i rifugi ad ovest. Gli effetti del nuovo re si facevano già sentire. Le poche alleanze commerciale sullo sfruttamento dei legnami pregiati presenti nel bosco furono interrotte: il Re non tollerava che un bosco del suo territorio che fruttava così tanto fosse condiviso con gli altri regni.

Tassadar, nonostante tutte le proteste di Aramil, nel frattempo era diventato consigliere e iniziò visti i fatti ad agire con i suoi veleni e le sue astuzie. Gil-Gloind in breve tempo si ammalò. Aramil era sempre più sospettoso e spesso spiava il mago ignaro. Non ci volle molto ad Aramil per capire che l’incantatore nascondeva una doppia identità che aveva tenuto nascosta per 2 lunghi anni. Un giorno mentre il mago si stava svestendo Aramil vide il suo corpo tatuato con quei simboli magici dei Maghi Rossi!

Fu allora che imbracciato l’arco sfondò la porta e lo mirò con le sue frecce infallibili: “Fermo mago, e non fiatare! Il tuo sporco ordine ha già fatto troppi danni nel mio regno!”

Tassadar non ebbe bisogno ne di muoversi e nemmeno di parlare per iniziare a duellare con il giovane stregone. La sua figura si illuminò di una luce folgorante, Aramil indietreggio accecato uscendo sul balcone della torre.

“Pensavi di potermi colpire, elfo? Sono due anni che ti osservo, studio il tuo modo di combattere, ti insegno come rendere le tue frecce letali…” senti mormorare Aramil.

Altro incantesimo. Aramil sentì una fitta lacerante al petto e indietreggio scoprendosi in trappola attaccato alla balaustra del bastione. Non si poteva muovere e non poteva vedere. Dov’era il suo aggressore.

“Sporco stregone! Dilettante della magia! Non perirai te lo assicuro, andrai a Thay dove quelli del mio ordine sapranno cosa fare di quelli come te! Stanotte la tua famiglia sarà spazzata via così vuole l’Ordine e tu! [risata] Tu non puoi fare niente per impedirlo! ”

detto questo il mago iniziò a mormorare alcune parole poi toccò la mano di Aramil.

Una fitta lancinante come di miliardi di aghi che penetrano la pelle. Aramil voleva gridare ma non ci riusciva, era bloccato! “Dov’era Gil-Galad?” pensò, lo richiamò mentalmente.

Sentì uno stridio e poi l’urlo di dolore del mago. La sua paresi stava terminando, iniziò ad aprire gli occhi e a muoversi. Vide il mago indietreggiare verso di lui mentre il falco gli stava ancora con gli artigli sul volto sanguinante.

Il mago inciampò cadendo pesantemente sull’elfo ancora in semiparesi. La ringhiera si ruppe. Aramil fece appena in tempo ad aggrapparsi alla balaustra con una mano. Sotto di lui il fiume Sember scorreva veloce. Era un bel salto.

“Gil-Galad! Addio amico!”

L’acqua fredda del Sember fu l’ultima cosa che percepì.

Il druido Meridius

“Mmmh… fumo nel bosco e alba rossa… questa notte è stato versato del sangue” pensò Meridius uscendo dalla sua casa costruita sopra e all’interno di un vecchio chiomanera e avviandosi verso il lago Sember. Era forse l’unico umano presente sulle rive del Sember da molti anni. Gli elfi lo avevano lasciato stabilirsi in quei luoghi a causa della sua esperienza da druido di Mielikki.

Come tutte le mattine si stava recando a pregare sul lago Sember solo un po’ più assonnato del solito. Era stata una notte di sogni strani, come se la Natura volesse comunicargli qualcosa.

Arrivato sulle rive del Sember notò un giovane elfo svenuto nella debole risacca del lago. Era vestito in armatura e reggeva ancora nella sua mano destra un arco. Un falco albino era appoggiato alla sua spalla.

Forse veniva dalle comunità di elfi dall’altra parte del lago, o forse no, ma di sicuro il suo turbamento della notte precedente era ben motivato. Analizzo il cadavere. Era ancora vivo.

L’elfo si riprese circa due settimane dopo. Sotto le costanti cure del druido le ferite si rimarginarono. Il falco dal piumaggio argentato era sempre accanto all’elfo.

Meridius si stupì del fatto che nonostante fosse cosciente l’elfo non parlava ancora. Era sempre li assorto nei suoi pensieri, qualche volta piangeva in silenzio. A volte guardava lo strano tatuaggio a forma di drago che aveva sulla mano sinistra e nei suoi occhi passava un lampo di odio, come di un fuoco che ruggiva.

“Mi chiamo Aramil” disse una sera “Aramil Dragonheart, grazie per quello che hai fatto per me, ora devo andare”

Detto ciò si alzò si vesti con la sua armatura, prese il suo arco e la sua spada e usci dalla porta.

Meridius non ebbe nemmeno il tempo materiale per fermarlo, pregò Mielikki perché lo aiutasse dovunque andasse.

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Il regno distrutto

Per Aramil non fu difficile ritrovare la strada di casa. La cosa che lo umiliava di più era essere stato curato da un uomo, non c’era da fidarsi di quella razza! Soprattutto dei maghi!

Il suo pensiero era fisso al suo regno, alla sua famiglia, a suo fratello. “Stanotte la tua famiglia sarà spazzata via così vuole l’Ordine!” aveva detto il Mago Rosso.

Il suo regno non appariva più lo stesso. Molti, molti uomini circolavano ora per quei boschi. Utilizzo la magia per rendersi uguale a loro, sebbene la cosa lo disgustasse. Chiese informazioni e in breve tempo scoprì che di li a quattro giorni il Consigliere Tassadar avrebbe preso il posto del giovane re morto assassinato dal fratello che ora è scappato. Tutti quegli uomini erano li per i preparativi.

La situazione era più grave di quanto Aramil sospettasse. Dovette trattenersi parecchio per non sgozzare all’istante l’uomo che gli aveva appena parlato per l’accusa di assassino. Non era il momento e quell’uomo era solo un effetto della malattia che dilagava nel suo regno.

Quella malattia si chiamava Tassadar.

Meridius non fu sorpreso di vedere tornare da lui Aramil. “Bentornato giovane elfo” gli disse. Come risposta ebbe uno sguardo freddo che avrebbe incenerito qualsiasi altra persona.

Meridius si limitò ad assecondare Aramil che gli chiedeva in continuazione nuove ingredienti per chissà quale intruglio alchemico. Aramil restò chiuso nel laboratorio del druido per tre giorni. Alla sera uscì e raggiunse Meridius su un alto ramo della chiomanera.

Si mise a suonare il lungo flauto. Le noti erano malinconiche e quiete. Meridius ascoltava attento. A un certo punto si interruppe e raccontò la sua storia al druido…

“Domani compirò la mia vendetta contro a quel mago, avrebbe dovuto uccidermi invece di marchiarmi con questo tatuaggio! Ho preparato un veleno con cui lo colpirò domani durante la sua gloriosa incoronazione sul trono di mio fratello!”

la vendetta

L’indomani Aramil si vesti di tutto punto e andò a pregare con Meridius al tempietto di Mielikki.

La sua preghiera fu una supplica, implorò la Regina della Foresta di aiutarlo a compiere il suo destino.

Durante l’incoronazione, Aramil si era appostato su un grande weir davanti al palco. Iniziò a concentrarsi per utilizzare una divinazione al fine di guidare il suo tiro. Salmodiò le parole che gli venivano suggerite dal suo cuore, il drago dentro di lui ruggiva. Si vide mentre scoccava il tiro vide la sua freccia che veniva affiancata da uno stupendo unicorno con una luce splendente che gli illuminava il corno. Mielikki era con lui! Si risvegliò dalla sua divinazione incoccò la freccia e scoccò…

Tassadar si sentì trafiggere da una bruciante punta nel petto. La sua intelligenza scemava. Poi un’altra freccia e un’altra ancora. La vita lo stava lasciando rapidamente vide solo il suo assassino nel folto degli alberi e riconobbe il veleno sulle frecce elfiche… era stato lui l’artefice della sua stessa morte. Vide la mano di Kelemvor che lo poneva sulla bilancia e lo giudicava indegno…

Conclusione

Nei mesi successivi Aramil riprese contatto segretamente con i suoi maestri Kiborg e Astirad dicendogli di scegliere un nuovo regnante tra gli elfi.

Aramil nel frattempo si occupo degli uomini che erano stati convocati dall’Ordine per strappare il territorio degli elfi.

Il capitano ritorno all’Ordine con questo messaggio: “Dite ai Maghi Rossi che nel Cormanthor almeno un elfo c’è e ci sarà sempre! E sarà lui la causa della vostra disfatta.”

Il capitano disse anche che l’elfo aveva tatuato sul braccio sinistro il Marchio degli Stregoni nemici dell’Ordine.

“Ah! E probabilmente non sa nemmeno cosa può significare quel tatuaggio! Avrà vita breve! Date la descrizione di quell’elfo a tutti i confratelli!” disse una voce nell’ombra…

Aramil si congedò da Meridius e lasciò il Cormanthor con il suo arco sulla schiena e un falco albino sulla spalla.

scusate se ho occupato così tanti post ma più di un ton non ci stava... complimenti a chi se lo è letto tutto!

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Non ricordo quando ho detto che non possono esistere mostri così potenti (magari se mi dici dove l'ho detto mi spiego meglio), comunque penso che se esiste un mostro GS 80 è perchè il gruppo è in grado di affrontarlo o perchè serve per la storia della campagna ma i PG non lo affronteranno mai. Anchio penso che possano esistere mostri che si sono allenati anche per milioni di anni e dalla potenza spaventosa, ma deve esistere un motivo pe cui lo hanno fatto e perchè esistono.

I miei PG sono al 12° livello e hanno impiegato un anno di avventure continue nel gioco, mentre nella vita "reale" e più di un anno che giochiamo insieme.

Quando ho detto che i PG di livello 50 sono invincibili, non intendevo liv 50°, ma in generale un numero molto grande di livelli. Mi sono espresso male, facciamo 100°.

Quindi perlopiù dai ragione a me, non ad Alarius

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Bravo, hai capito il mio pensiero. Comunque è naturale che i PG devono fare le avventure in base alle proprie capacità, certo non credo che PG di liv 10 dovrebbero fare avventure per conto delle divinità stesse ,a meno che i personaggi non abbiano qualcosa di così speciale (che non sia la loro potenza) da attirare le divinità stesse, dipende dalla storia. Personaggi anche di livello 30 o 40 dovrebbero guardarsi bene da andare da Asmodeus a reclamare il dominio dell'inferno, se poi lo fanno non è certo colpa del DM. Il DM cercherà sempre di dare ai PG avventure adatte al proprio livello e anche se nel mondo ci sono PNG e mostri che superano il liv 80, i PG non devono certo affrontarli e sicuramente sentiranno le loro imprese leggendarie raccontate dai bardi. Lo scopo dei PG non dev'essere per forza quello di salvare la terra, ci sono tante altre avventure minori da poter fare per loro ed è proprio con l'aumentare di livello dei PG che le avventure aumenteranno pian piano d'importanza. Nella mia campagna ho raddoppiato il GS di questi esseri straordinari, per giustificare la loro supremazia verso gli altri.Questi sono i miei pensieri, poi gli altri DM sono logicamente liberi di fare ciò che vogliono e probabilmente neanch'io avrei fatto questa modifica se non masterizzassi una campagna epica.

Quindi perlopiù dai ragione a me, non ad Alarius

Il mio è un pensiero concordante con entrambi, credo che il gruppo debba affrontare sfide alla sua portata, ma ciò non significa che, se il DM lo permette, non possono andare da Asmodeus e dirgli "Ok, il tuo turno è finito, ora tocca a me comandare."

Se il DM vuole portare i PG a livelli epici e dargli l'opportunita di stravolgere la storia, possono farlo, ma se il DM ha altri obiettivi per loro, troverà il sistema per evitare che i PG facciano come vogliono.

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Il mio è un pensiero concordante con entrambi, credo che il gruppo debba affrontare sfide alla sua portata, ma ciò non significa che, se il DM lo permette, non possono andare da Asmodeus e dirgli "Ok, il tuo turno è finito, ora tocca a me comandare."

Se il DM vuole portare i PG a livelli epici e dargli l'opportunita di stravolgere la storia, possono farlo, ma se il DM ha altri obiettivi per loro, troverà il sistema per evitare che i PG facciano come vogliono.

Ti quoto pienamente. Dipende dal DM quanto debbano essere potenti rispetto agli altri i PG. Io per esempio non potrei mai fare stare al servizio di Bel i mie PG di LEP 25 se questo raggiunge solo il GS 20.

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Ti quoto pienamente. Dipende dal DM quanto debbano essere potenti rispetto agli altri i PG. Io per esempio non potrei mai fare stare al servizio di Bel i mie PG di LEP 25 se questo raggiunge solo il GS 20.

Se comunque hai tanto bisogno che Bel e il resto della ciurma siano più potenti, puoi benissimo potenziarli, con qualche CdP o Archetipo, così puoi farci ciò che vuoi e sono comunque una sfida per i PG.

Sei il DM, puoi fare ciò che ti pare e nessuno può dirti "No, è sbagliato!", fintanto che fai divertire i PG.

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Bella Mino, anche questo un bel PG, davvero, ma il punto è sempre lo stesso... per riuscire a fare tutte queste cose nel BG, a che livello sei partito a giocare? Cioè per essere sopravvissuto al mgo rosso e alla caduta nel fiume, aver imparato l'uso dei veleni, dell'arco, della spada bastarda, della magia naturale, essere riuscito a distillare un veleno imponenete come quello usato, aver ucciso il maghetto nel bel mezzo della cerimonia e adesso andarsene in giro dopo aver sfidato i maghi rossi...

capisci il mio scetticismo... a me piacciono un casino le idee, ma trovo che purtroppo, per dare una certa continuità alla crescita di un personaggio, se ha avuto battaglie, scontri, situazioni problematiche anche mentalmente, debba aver un bel po' di esperienza (con la minuscola) alle spalle... e in D&D avere esperienza significa avere Punti Esperienza...

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Dunque il PG che ho in mente credo sia difficile da roulare, per ovvi motivi che leggerete.. si adatta più come PNG. Alla fine del post vi dico le situazioni in cui vedo bene.

Vecchi e giovani, bambini e bambine, prestate orecchio che comincia la storia...

C'era una volta un uomo, la cui più grande preocupazione non era procacciarsi del cibo, o di preoccuparsi di come pagare le prossime tasse... l'unico suo problema era di come portare amore e giustizia, fratellanza e rispetto ai suoi simili. Era un paladino, e Alexander il suo nome.

C'era una volta un uomo, la cui più grande preoccupazione non era procacciarsi del cibo, o di preoccuparsi di come pagare le prossime tasse... lui rubava il pane di bocca, e sottraeva denaro alla gente. Era una guardia oscura, e Dehemor il suo nome.

Il coraggio e la bontà di Alexander erano pari al suo valore e alla sua fede. Seppur agiata era la sua vita, essa era anche colma di sacrifici e costanti prove. Lo si vedeva sempre tra la gente comune, a dare manforto ed infondere coraggio; a curare gli ammalati e rifocillare gli affamati; scacciare gli spiriti maligni e pregare per i buoni. Quando non lo si vedeva nelle campagne, allora si stava pur certi di trovarlo intento ad affinare la sua maestria con la spada, od in missione per rimandare negli inferi i demoni e gli spiriti maligni che infestavano le regioni occidentali del regno. Radioso come il sole, era la luce guida nei momenti oscuri, dispensatore di coraggio e garante del bene. Devoto a Heironeus in tutto e per tutto, pronto a sacrificare la sua stessa vita, una vita a lui dedicata e per sempre onorata. Questo fu Alexander.

L'infamia e la malvagità del sanguinario Dehemor erano famose fino ai confini orientali del regno. Viveva nel lusso di una coorte corrotta, gozzovigliando con i frutti che sudate fronti avevano messo al mondo con tanto amore e speranza, tra le donne e gli sfarzi, il denaro, la violenza, e l'arroganza. Quando vagava nelle campagne, nessuno osava sostare nei paraggi. Nessuno osava coltivare i campi. Le bestie scapavvano... l'odore del male si spargeva nell'aria... Ai malcapitati, poteva succedere di tutto, anche venir incatenati e fatti schiavi. Le giovani contandine, specie le vergini, venivano rapite e ritrovate giorni dopo nei boschi e vaganti tra i campi, completamente nude e scioccate. Era grande la paura di notte, quando nell'aria si poteva sentire la presenza di spiriti maligni e scheletri putrefatti dietro la guida del malvagio servitore di Hextor. Questo fu Dehemor.

Si sa, agli dei piace giocare. E si sa, non c'è cosa peggiore di due dei che giocano: di mezzo, ci vanno sempre gli uomini. Ma anche elfi e nani, halfling e gnomi. E persino mezz'orchi, che credete? Partecipano tutti! Non si sa come cominciò, ma si sa che questi due eterni rivali decisero di scommettere ancora una volta, quale dei due fosse il dio più potente. E quale sfida migliore esiste, di far scontrare due eserciti uno contro l'altro: armate di santi purificatori del mondo contro le orde malvagie dei non-morti? Ma ne avevano fatte di partite così, ed ogni volta era sempre la stessa cosa. Perché allora non far gareggiare due singoli uomini? i campioni degli dei, i due prescelti...

Una mattina. Alexander preparò i suoi affetti personali e partì verso occidente. Si seppe solo che Heironeus lo aveva chiamato in sogno. Non disse nient'altro. O non volle dire nient'altro.

Una notte, Dehemor preparò i suoi affetti e partì verso oriente. Non diede nessuna spiegazione, nemmeno al suo sovrano. Disse solo che era giunta l'ora più nera. Non disse altro. O non volle dire altro.

I due campioni si incontrarono nelle Terre di Nemo, ognugno consapevole di ciò che avrebbe dovuto fare: dimostrare al suo dio che era lui l'essere più potente. E il suo campione il suo più meritato messia.

Lo scontro fu arduo e stancante, perdurò per molto tempo, fino a quando non successe l'imprevedibile...

Nelle Terre di Nemo, i patroni sono Fharlanghn e Obad-Hai. Ed il loro volere in quelle terre è legge; non importa chi siate o cosa vogliate: i padroni sono loro.

E vedendo che stava accadendo, decisero che non era così che le cose sarebbero state sistemate, e che anzi, era impossibile. E trovarono la maniera di far capire ad Heironeus ed Hextor che senza il l'uno dei due, l'altro non poteva esistere...

Quando le spade dei campioni scintillarono l'una contro l'altra, una luce oscura pervase i due corpi, e una figura si erse dal bagliore ombroso... e si legò dunque il destino e la vita stessa dei due cavaleri. Male e Bene si alterneranno, vivranno assieme nello stesso corpo, ciò fara uno si rispecchierà sull'altro... forse così Alexander e Dehemor, come Heironeous e Hextor, capiranno che senza un po' del loro rivale, non potrebbero esistere. E il nome di Colui Che Sta Nel Mezzo sarà Tao. E ad aiutarlo, vi saranno un piccolo bardo ed un giovane druido...

Questa è la storia. Il PG quindi avrà due personalità, una buona (LB) ed una cattiva (LM). Ogni certo quantitativo di tempo Tao cambierà carattere, anche da un momento all'altro e per pochi secondi: l'importante è far capire che il PG abbia due diverse personalità. Lo scopo del Personaggio è capire che non può esistere il bene senza il male e viceversa, quindi anche che nel bene c'è sempre qualcosa di maligno, e naturalmente, viceversa.

il bardo e il druido sono l'incarnazione di Fharlanghn e di Obad-Hai, che vogliono seguire personalmente lo sviluppo di Tao. Per quanto concerne l'equipaggiamento, non può adoperare oggetti oggetti nè buoni nè malvagi, solo legali e neutrali.

Le sue funzioni come PNG possono essere ad esempio:

- Una guida che cambia facilmente ed improvvisamente carattere. Una specie di lunatico.

- Un mago, o qualcuno di potente che getta il panico nella sua terra proprio per colpa di questo continuo cambio caratteriale

- La chicca: Aiutare il PNG a tornare sè stesso, in quanto un mago ha fatto un incantesimo per alterargli la personalità. Ma sarà buono o cattivo nella realtà?

Spero vi piaccia.

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Il regno distrutto

Per Aramil non fu difficile ritrovare la strada di casa. La cosa che lo umiliava di più era essere stato curato da un uomo, non c’era da fidarsi di quella razza! Soprattutto dei maghi! .... ....

scusate se ho occupato così tanti post ma più di un ton non ci stava... complimenti a chi se lo è letto tutto!

ho finito di leggerlo solo ora..che belooo! acnh'io voglio avere i trip di acido quando scocco le frecce! :mrgreen:

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Bella Mino, anche questo un bel PG, davvero, ma il punto è sempre lo stesso... per riuscire a fare tutte queste cose nel BG, a che livello sei partito a giocare? Cioè per essere sopravvissuto al mgo rosso e alla caduta nel fiume, aver imparato l'uso dei veleni, dell'arco, della spada bastarda, della magia naturale, essere riuscito a distillare un veleno imponenete come quello usato, aver ucciso il maghetto nel bel mezzo della cerimonia e adesso andarsene in giro dopo aver sfidato i maghi rossi...

capisci il mio scetticismo... a me piacciono un casino le idee, ma trovo che purtroppo, per dare una certa continuità alla crescita di un personaggio, se ha avuto battaglie, scontri, situazioni problematiche anche mentalmente, debba aver un bel po' di esperienza (con la minuscola) alle spalle... e in D&D avere esperienza significa avere Punti Esperienza...

allora è uno stregone1/ranger2 ... si forse hai ragione anche tu... però il problema è che un elfo parte con 120 anni di vita alle spalle! che caso ha fatto in tutto quel tempo? gli elfi, mi sto accorgendo sempre di più, che sono difficili comunque da ruolare...

alla fine cosa sono 3000 Pe... in 120 anni... forse pochini...

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a proposito un parere su Tao?

molto interessante davvero! è interessante l'idea di un intervento divino per mantenere una neutralità. l'imprevedibilità mi attira molto...

un mio amico(che in realtà giocava molto anche a Vampiri) ha fatto un Pg con alienazioni mentali complicate! era un chierico del dominio della follia ma era incontrollabile! Caotico malvagio... quando gli partiva lo schizzo curava un povero malato e poi lo uccideva senza motivo... aveva saggezza alta e lui la impersonava come una filosofia che la gente comune non comprendeva... potremmo dire un Malkavian della situazione se qualcuno è del mestiere...

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un mio amico(che in realtà giocava molto anche a Vampiri) ha fatto un Pg con alienazioni mentali complicate! era un chierico del dominio della follia ma era incontrollabile! Caotico malvagio... quando gli partiva lo schizzo curava un povero malato e poi lo uccideva senza motivo... aveva saggezza alta e lui la impersonava come una filosofia che la gente comune non comprendeva... potremmo dire un Malkavian della situazione se qualcuno è del mestiere...

ANATOLE STRIKES BACK!!! :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

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