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[Forgotten Realms v3.5] - Le Fucine di ADBAR


Messaggio consigliato


  • 4 settimane dopo...

Eccomi qui... nonostante il disastroso 19 Dicembre 2013 che passerà alla storia come il giorno del BUG TOTALE :banghead:

Scherzi a parte, ho fatto un paio di verifiche e di giri e mi sono accorto che siamo passati dalla versione b84 (molto obsoleta) alla versione b89 (troppo recente)

Quindi facendo qualche altra verifica e guardando un po' in giro ho notato che una versione molto utilizzata e a quanto PARE, compatibile con le macro che utilizziamo è la b87

Invito tutti a scaricare da questo link: http://www.rptools.net/index.php?page=downloads

La versione 1.3b87

Provate a lanciare il programma e fatemi sapere se è andato tutto OK o se avete avuto problemi.

Prima di iniziare nuovamente a giocare, vorrei essere sicuro di avere qualcosa di operabile tra le mani.

Attendo vostre info. :evil:

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  • 4 settimane dopo...

<<Ohi, ma lo sai che Marco si è fratturato la mascella ed è finito all'ospedale?>>

<<Ma che cavolo dici? Com'è successo? Dov'è successo?>>

<<E' svenuto in ospedale. Era andato a trovare un amico che si era operato alla mascella>>

<<COSA?!? Ma mi stai prendendo in giro?>>

<<Te lo giuro. Ascolta bene, perché questa è davvero UNA STORIA ASSURDA>>

Ebbene sì, anche se ancora io stento a crederci, le cose sono andate esattamente così. So perfettamente che quello che mi è successo è al limite del paradossale, eppure è la cruda verità.

Ho deciso di scrivere la mia dis-"avventura" per tutti coloro che si sono interessati a me e a cui ho potuto dare solo spicciole spiegazioni. Quindi se avete qualche minuto, vi invito a proseguire nella lettura.

Come molti ben sapranno il rapporto tra me e gli ospedali non è mai stato idilliaco. Sin dalla tenera età ho dovuto frequentare l'ambiente ospedaliero a causa di un'altra brutta caduta ed un'operazione agli occhi. Di quel periodo non ho molti ricordi visivi, anche perché ero quasi sempre bendato, ma se proprio devo fare uno sforzo, la cosa che più mi ritorna in mente è l'odore di disinfettante e di asettico che vagava nell'aria e che accostavo continuamente alla mia condizione di impotenza.

Ad aggravare questa condizione, è giunta quasi di conseguenza una fobia incontrollata per gli aghi a cui ho cercato di oppormi con grande sforzo, ma senza molto successo (a otto anni ricordo di aver guardato l'ago durante un prelievo di sangue e dopo una decina di secondi, ho vomitato il mondo).

Detto questo potete capire la mia poca inclinazione nell'andare a fare visite mediche, vaccini, prelievi o anche semplicemente visite a conoscenti in ospedale, ma nonostante tutto ho sempre fatto il mio dovere, seppur con qualche fastidio.

Arrivando quindi ai giorni recenti: avevo avuto la spiacevole notizia di un amico (Roberto) che doveva subire un'operazione alla mascella per evitare problemi di schiena e masticazione (roba tecnica che ora non sto qui a spiegare). Dopo l'operazione, ci eravamo organizzati (io, Chiara, Luca, Flavio e Ludovica) per andare fino ad Ancona (ospedale Torrette ora noto come Ospedali Riuniti) a trovare il povero paziente in via di guarigione. Arrivati all'ospedale senza problemi, ho avuto subito quella solita sensazione di disagio, ma non gli ho dato molto peso dato che in fin dei conti sapevo bene a cosa era dovuta. Percorso il primo piano, fino all'ascensore e poi nel reparto, non ho avuto molti altri problemi; poi nel corridoio che dava al reparto Maxillo Facciale, un caldo asfissiante mi ha quasi tolto il respiro. Ho comunque continuato senza dare troppo peso alla questione, un po' di caldo a gennaio non avrebbe ucciso nessuno. Arrivati nella stanza 15 dove era ricoverato il nostro amico, il caldo è aumentato ancora e lì un po' di difficoltà l'ho iniziata ad avere. Dopo i dovuti saluti al paziente, la sensazione di disagio non sembrava placarsi e il caldo mi stava disturbando davvero, ho sentito una stretta allo stomaco e la testa girare; così mi sono avvicinato alla finestra cercando una maniglia per far entrare un po' d'aria, ma non trovandola ho pensato alla cosa più normale di questo mondo: andare in bagno per darmi una rinfrescata (pessima idea).

Per tutti coloro che leggendo questo punto avranno commentato con...

"brutto idiota è chiaro che stavi per avere un mancamento, in questi casi ci si deve solo sedere e rilassare"

io posso solo dirvi che non essendo mai svenuto e non avendo mai avvertito questa sensazione, non avevo idea delle conseguenze (anche perché c'era un altro letto libero nella camera e avrei avuto tutta la libertà di sdraiarmi sopra).

Quello che è accaduto dopo, nei miei ricordi è piuttosto confuso. Ricordo di aver chiesto dove fosse il bagno e di aver fatto i primi passi per arrivarci, poi il buio. Non scendo nei particolari di quello che è accaduto, perché la cosa è abbastanza inquietante, quindi rimango nel vago e vi dico che sono caduto come un sacco di patate. Al mio risveglio, non ricordo esattamente cos'è successo, né cosa ho detto, mi ricordo un'insolita sensazione di stanchezza e un piccolo fastidio alla mandibola.

Sono stato portato immediatamente al pronto soccorso dell'ospedale, mi hanno messo qualche punto sotto al mento e mi hanno fatto immediatamente la tac. Fortunatamente la capoccia non ha subito danni, ma la mascella ha riportato una doppia frattura e una piccola dislocazione (insomma si è spostata). Molti penserebbero che io abbia patito le pene dell'inferno in quei momenti, ma ad eccezione di una costante sensazione di incredulità, non ho praticamente sentito nulla.

Dimesso dal pronto soccorso ho subito avuto appuntamento il giorno successivo nello stesso reparto in cui il mio amico era ricoverato e il dottore che mi ha visitato ha lui stesso stentato a credere alla storia che gli ho raccontato (ripeto, ancora io adesso faccio fatica a crederci). Purtroppo per quel giorno non c'erano letti liberi e sono stato rimandato a casa (in effetti per quanto possa apparire strano, una frattura mandibolare non ha grande urgenza). Il martedì, ovvero due giorni dopo il mio incidente, sono rientrato nuovamente nell'ospedale e ho ripercorso ancora una volta la stessa strada fatta nei giorni precedenti e indovinate un po' in quale camera sono stato assegnato: la n° 15, sullo stesso letto su cui mi sarei potuto sdraiare ed evitare tutta questa avventura.

A questo punto potrei aprire una lunga parentesi sui casi del destino, l'ironia della sorte, o i disegni imperscrutabili del Signore, ma evito di dilungarmi più del dovuto, quindi glisso con noncuranza.

La mia degenza in ospedale è iniziata con un'apatia che poco mi appartiene, ma la sensazione di sconcerto non mi aveva ancora abbandonato. Inoltre, come compagno di camera, mi sono trovato un tizio alto due metri, un omone con un occhio tumefatto, insomma all'apparenza un brutto ceffo (Luca Rascioni). Ed invece, mai come in quel momento le apparenze mi hanno ingannato.

C'erano due modi in cui affrontare il ricovero a cui ero costretto. La prima era la strada del dissenso, ovvero vivere la cosa in totale negazione di me stesso, chiudermi in una depressione sconfinata finché tutto non fosse finito, la seconda era vivere con noncuranza, ovvero giorno per giorno, tenendo la mente impegnata senza pensare troppo a conseguenze o complicazioni. Fortunatamente, quel "brutto ceffo" che ho avuto come compagno di cella mi ha tenuto buona compagnia con le sue mille storie e vicissitudini, facendomi conoscere la sua famiglia, sua moglie e i suoi figli, amici e parenti, insomma di tempi morti ne abbiamo avuti davvero pochi.

Ovviamente in tutto questo periodo non sono certo stato abbandonato a me stesso. Si dice che nei momenti di difficoltà si vedono gli amici e mai come in questo momento ho potuto apprezzare la vicinanza di molti. Chiara e la mia famiglia in primis (tra cui inserisco con orgoglio anche Mauro e Oriana), sono stati ovviamente le persone che più mi hanno seguito in questi giorni e mai potrei ringraziarli di quanto abbiano fatto. Ma ho anche ricevuto tante di quelle chiamate e messaggi che riassumerli tutti sarebbe impossibile. Ognuno di quei contatti è stato un momento di svago, un momento per sorridere e distrarmi, un momento per alleggerire il carico. La mia prigionia in ospedale è stata quindi un susseguirsi di giorni incostanti, dove il tempo è trascorso in maniera caotica. Quando sono entrato pensavo di essere un "caso-limite", ma sono bastati un paio di giorni e conoscere un po' di storie, per capire che di disastri e di incidenti ne capitano in quantità esorbitanti; ed il mio caso si è ridotto ad essere di terza classe (quasi mi sono vergognato ad occupare quel letto). Devo dire che di operazioni impressionanti questi medici ne hanno fatte a bizzeffe, ma preferisco non entrare nel dettaglio per non essere troppo macabro e di gente competente la nostra sanità ne ha ed a loro va il mio più sincero plauso. Vorrei aprire una parentesi su chi decide di fare tagli in questi spazi, ma anche qui alzerei un polverone che non ho intenzione poi di disperdere.

Fortunatamente la mia operazione è andata bene e in un paio di giorni sono stato dimesso. Ora viene il periodo di ripresa e di convalescenza che mi costringerà ancora a mangiare pappette e frullati per qualche giorno (per ora ho dei ganci che mi serrano la mascella), ma dalla mia parte ho due donne straordinarie (Chiara e Olivia) che stanno rivoluzionando la concezione della cucina liquida (credo di star diventando dipendente).

Qui si conclude (per ora) questa storia e non so se qualcuno di voi ci abbia trovato qualche significato, io mi sono limitato ad etichettarla semplicemente come "una storia assurda".

Ora mi attende un lungo periodo di convalescenza, ma ho intenzione quanto prima di riprendere a giocare. Restate connessi e a presto

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