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Una Pericolosa Scommessa - Journey to Ragnarok - Torneo D&D 5ed

    

MagicMMX
Calendario Eventi

Dettagli evento

E' possibile prenotarsi per giocare

il 27-28 Marzo presso la Gilda del Grifone, in Via Ada Negri 8a, Torino.

Il 12-13-14 Aprile invece potrete giocare la nostra avventura al Torino Comics.

Iscriviti subito: torneigdrtorino@gmail.com

 

Visualizza e scarica file ed allegati per i giocatori


Commento consigliato

Che torneo sarebbe senza un premio da levare in alto, verso i cancelli dell’Asgardr?

Ringraziamo Need Games nella persona di Nicola DeGobbis e l'Autore Michele Paroli che hanno voluto patrocinare questa nostra avventura, e ci hanno messo a disposizione i premi:

- la miglior squadra classificata riceverà il Manuale Journey to Ragnarok, guida di ambientazione e modulo di avventura di livello 1-15 per la 5ed., ispirato ai miti e alle leggende norrene. È un’avventura travolgente che da Midgardr porterà gli Eroi attraverso i Nove Mondi in un viaggio epico in cui il fato dei comuni mortali si intreccerà con quello degli Dei fino al momento definitivo: il Ragnarok (https://www.needgames.it/prodotto/journey-to-ragnarok);

- ciascuno dei 4 giocatori che avrà meglio interpretato i nostri Eroi avrà in premio il Master Screen originale di Journey to Ragnarok (https://www.needgames.it/prodotto/schermo-del-gm);

- ciascun iscritto al torneo riceverà inoltre un buono sconto da utilizzare sull’e-commerce di Need Games (https://www.needgames.it/shop/).

Cosa aspettate a iscrivervi?
Mandate una mail a: torneigdrtorino@gmail.com!

https://www.facebook.com/events/339681199960060/

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Eccovi l'intro per i giocatori:

Link al pdf:  Scarica l'intro in pdf

Oggi la luna piena dovrebbe fare la sua parata, ma forse se la sono già mangiata i lupi Skoll e Hati. Impossibile dirlo, la coltre delle nubi resta impassabile.
Forse è vero che è iniziata la fine del mondo… Due anni fa a un inverno particolarmente rigido non seguì la primavera. Le lune si sono succedute, e uno dopo l’altro tutti i sabbat della bella
stagione. Ma il gelo non ha lasciato requie. Il cielo resta color del ferro, e la luce del giorno è solo un pallido ricordo di quella che un tempo aveva riscaldato il fiordo.
I vecchi bisbigliano… Fimbulvetr… il Terribile Inverno si è abbattuto su tutti i nove mondi. Nani ed Elfi, Giganti di ghiaccio e Giganti di fuoco, Aesir e Vanir, Morti e Umani, tutti condividiamo la stessa pena. Saranno tre anni di inverno, in cui il sole non darà né luce né calore. E poi un secondo inverno di altri tre anni, in cui i figli scorderanno chi li ha generati e i padri proveranno
a ucciderli, finché tutto quel che è rimasto del tempo dei viventi cadrà in rovina.
Solo allora inizierà il Ragnarok, in cui si compirà il destino degli Dei.
È la sera di Imbolic nel villaggio di Tarnvika.
Tutto il villaggio ha indossato gli abiti migliori, e si è recato alla grande casa del capovillaggio, lo Jarl Njall Alf Sigurd, per festeggiare il giorno a metà tra il solstizio d’inverno e l’equinozio di primavera. È la festa della luce, e infatti il salone è illuminato a giorno dai bracieri.
Le candele di sego sono diventate un bene prezioso, una volta venivano fabbricate con il grasso di scarto attorno ai rognoni delle bestie, ma ormai non se ne fanno più.
Ne è stata accesa solo una, al tavolo centrale.
Nell’aria fuligginosa si mescolano i borbottii della gente del villaggio, e a tratti si distinguono i lamenti dei bambini: “Mamma, ho fame. Quando ci danno da mangiare?” “Ssst! Tra poco, tesoro. Non piagnucolare.”
Fanno il loro ingresso dalle stanze più piccole sul retro lo Jarl, sua moglie Freyr, e i due figli Anders e Hakon. Li accompagnano i Maestri delle Rune e i Sapienti.
Viene pronunciato il rituale per invocare la benedizione degli Dei sugli agnellini appena nati, anche se solo sei pecore hanno partorito. Ce ne sono altre otto in attesa, il prolungarsi del freddo
ha scombinato i ritmi anche degli animali domestici. C’è ottimismo, però, ormai è quasi sicuro che riusciranno portare a termine la gravidanza.
Due serve portano in sala un pentolone che spande nell’aria profumo di stufato. Cominciano a versare nelle ciotole una zuppa allungata, fatta con il primo latte e le code mozzate degli
agnellini. Ci mettono sopra una fetta di pane di segale.
Il vociare si fa più allegro. “Guarda mamma! Mi è toccato un pezzo di codino! Mmm!”
“Dov’è Korra?” Chiede Freyr, la moglie dello Jarl.
“È a casa, la febbre del piccolo Stieffen è salita di nuovo.” risponde la serva Aslaug.
“Povera donna. Prima la malattia si è portata via il suo sposo, e adesso insidia il loro bambino…
Tenete da parte due ciotole per loro!” La ragazza obbedisce, svelta.
A un tratto la porta si spalanca, facendo cadere il silenzio nella sala. Korra entra.
Sola.
“Stieffen… è morto.” Dice la donna con voce spezzata. Raggiunge un angolo, e siede a terra,
composta. Le lacrime le hanno segnato il volto, ma non piange più.
La voce di Elin, la giovane Prima Adepta, spezza il silenzio: “Tuo figlio ha combattuto con fierezza contro le febbri, Korra. Domani bruceremo le sue spoglie, e per lui si apriranno le porte delle
Aule dei Padri. Egli verrà accolto dall’abbraccio di suo padre Davokar, e attenderanno insieme la fine del tempo. Quando sarà il momento di battagliare al fianco di Odino, nel Ragnarok, loro si
schiereranno al nostro fianco, e insieme ricacceremo le creature del caos a bordo di Naglfar, la nave fatta con le unghie dei traditori.”
Korra replica a bassa voce: “Grazie per le vostre parole, Magistra.”
A un cenno di Freyr, Hjordis le porta una ciotola di zuppa, mentre quella riservata al suo bambino viene distribuita a un altro commensale in attesa.
Il cibo non può andare sprecato.
Il giorno di Bellethaynne l’aspettativa scorre tra le persone in attesa, assiepate vicino al pontile.
Celine, l’anziana Magistra delle Rune, ha pronunciato la parola magica che fa diventare una piccola scatola anonima una drakkar capace di trasportare quattro persone. La barca incantata è uno dei tesori del piccolo villaggio, ed è stata caricata con sacchi di farina di segale e altre preziose provviste. Gli sguardi dei bambini si posano in silenzio sui piccoli otri per il miele.
Poi lo Jarl Njall richiama su di sé l’attenzione: “Gente di Tarnvika, in tre oggi partiranno.
Viaggeranno fino a Vanievirk, lontano lungo il fiordo, e lì metteranno alla prova la visione che hanno avuto la Magistra delle Rune e la Prima Adepta. Se agli dei piacerà, troveranno la
cornucopia dell’abbondanza, e il nostro villaggio non conoscerà più carestia. Anders, sangue del mio sangue, li guiderà. Elin, la giovane Magistra delle Rune, lo consiglierà. Maya” il tono di voce dello Jarl ha un fremito “tu che sai muoverti tra la luce e le ombre, sarai la loro scorta.”
I tre salgono a bordo, e in silenzio prendono il largo e svaniscono nella nebbia.
La barca non potrà essere di ritorno prima di un’intera luna, è risaputo, tuttavia è come se un filo invisibile legasse tutti gli sguardi al punto in cui il grigiore del cielo abbraccia quello del mare.
Infine il gelo spezza quel filo, e tutti rientrano infreddoliti, nella grande casa dello Jarl. È la sera di Bellethaynne, e ci sarà lutefiske e birra calda speziata, anche se allungata, per tutti.
“Mamma… guarda!”
Gydda smette di zappare la terra gelata, si asciuga la fronte dal sudore misto a pioggia ghiacciata che le ha inzuppato le vesti e si volta verso la bambina “Che cos… Oh!”
Al largo della baia una vela pende floscia, sospinta a tratti da un vento svogliato.
Gydda riconosce i colori del proprio villaggio. Molla a terra la zappa, prende in braccio la figlia e corre verso la casa dello Jarl.
 In pochi minuti il clamore richiama tutti al molo. Ma l’euforia lascia presto il posto a un silenzio cupo. Anziché attraccare, la drakkar indugia al largo. Alfur e Niklas, i figli del beccaio, la
raggiungono su una canoa, e la portano fino al molo. A bordo c’è solo Maya, legata al timone, in preda a febbre e delirio.
Per due giorni e due notti i Sapienti si succedono al suo capezzale, cercando di strapparla alla morte. Infine, la giovane si ristabilisce, ma non ha memoria di cosa sia successo durante il suo viaggio… né di dove siano Anders ed Elin.
Lo Jarl dapprima si infuria, dubita di lei, ma poi il consiglio di Celine, l’anziana Magistra delle Rune, lo aiuta a riflettere. Era risaputo come Anders stesso avesse insistito per essere
accompagnato da Maya, in virtù del fatto che si era incapricciato di lei. Non aveva senso pensare a un tradimento, perché Maya aveva solo da guadagnare dal successo della missione.
“Basta, vecchia, ho capito! Smettila di assillarmi con le tue parole!” le parole del capo villaggio sono aspre, ma la Magistra non fa una piega. “Va bene! Allora non appena quella poco di buono si sarà ripresa, si rimetterà a bordo della drakkar! Tornare a Vanievirk potrebbe sciogliere i nodi nella sua testa ammaccata, e magari riuscirà ad essere d’aiuto. Con lei andrà Hakon, il mio secondogenito, che è il miglior guerriero che si sia visto in queste terre ed è il promesso sposo della giovane Magistra delle Rune Elin. E…” Si gratta la testa, domandandosi chi tra i Sapienti e i Guaritori potesse essere un valido supporto.
“Andrò io stessa con loro.” Le parole di Celine sono secche e decise quanto quelle dell’uomo che la fronteggia dall’alto in basso. Se anche qualcuno ha qualcosa da eccepire basta uno sguardo a troncare ogni obiezione.
“Signore, signori, anche io voglio essere della partita.” A parlare è quel bardo venuto da sud, Egil Heimir Volund. “Sapete, mi dispiace che seguire gli indizi nascosti nella canzone che vi ho
cantato abbia portato a questa situazione. Rimandare in missione quella ragazza la aiuterà di sicuro a rimettere in ordine i cocci che ha nella testa, non ho il minimo dubbio. Però qualcuno l’ha ridotta in fin di vita, e adesso è molto probabile che la riconosca e cerchi di finire il lavoro che ha cominciato. Davvero, questa missione ha bisogno di qualcuno che sappia parlare con la gente, e farla parlare!”
Passano così altri tre giorni, poi la drakkar riparte alla volta di Vanievirk, con a bordo Hakon, Celine, Maya ed Egil.

 

 

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