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DeeD-iTH

Circolo degli Antichi
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DeeD-iTH ha vinto il 21 Maggio 2006

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Informazioni su DeeD-iTH

  • Compleanno 12/07/1979

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Informazioni Profilo

  • Sesso
    Femmina
  • Località
    Firenze, Toscana, Italy
  • GdR preferiti
    D&D, Lot5R
  • Occupazione
    Guida turistica a Firenze, mamma a tempo quasi pieno e studentessa di lettere e filosofia.
  • Interessi
    Tantini a dire il vero: Musica (Metallica & Queen x fare un esempio) il fantasy in ogni sua forma, arte in ogni sua forma.
  • Biografia
    O c'è troppo, o c'è troppo poco da dire. Di me si dice che sono allegra solare, simpatica e anche lunatica ... a chi ne ha voglia cedo il passo per scoprire se è vero ;-)

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Punti Esperienza

  1. Fed, che ti devo dire GRAZIE! Mani e piedi e nasi .... sono tre cose con cui mi scontro sempre è in parte questione di stile ma in parte no. Ad ogni modo nel caso specifico non so ancora il primo come lo voglio fare, se lo dovessi colorare userei le sfumature per i nasi, ma avevo in mente anche di usare la sanguigna, non so ancora, nel frattempo correggo mano e capelli E nel terzo correggo l'occhio. Grazie grazie per adesso Edmund grazie
  2. Eccolo qui il work in progress relativamente soddisfatta me lo dico da sola.... Poi c'è da vedere che succede con il colore eh Lei e lui sono gli stessi del disegno sopra (anche l'ambientazione con i bambù é la stessa) ma le anatomie sono un po' corrette e le pose completamente diverse. Mi dico sempre da sola che la coda di lui nn si può guardare quella proprio devo sistemarla in qualche modo e non posso toglierla che sarebbe più semplice. E questo invece é una bozza per Alaryen il pg druido di World of Warcraft di un mio amico. Essendo un pg di WoW alcuni tratti erano obbligati il tipo di sopracciglia le orecchie quasi imbarazzanti e gli occhi senza iride. Ho cercato comunque di renderlo meno fumettoso e di non scopiazzare banalmente un druido qualunque di WoW. E questo é l'ultimo work in progress che ho Direi che ho messo abbastanza carne al fuoco per adesso.....mi fermo qui e nuovamente grazie a chi mi farà critiche o darà suggerimenti Inviato da mio iPhone utilizzando Tapatalk
  3. Erano più o meno le due di notte, siccome mi rigiravo nel letto e non riuscivo a dormire ho avuto un flash e ho scritto questo..... ---- Lei faceva parte della generazione del 2000, quel 2000 che i suoi genitori avevano vissuto con tanta attesa, che sembrava un pò il nuovo anno mille, o l'anno zero, a seconda dei punti di vista. La domanda che tutti di facevano era: La tecnologia avrebbe cessato di esistere con la mezzanotte del 31 dicembre 1999? ci sarebbe stato il famoso Millennium Bug? O semplicemente i dispaly dei cellulari, che a quell'epoca telefonavano e mandavano messaggi e basta non facevano altro, con tariffe costosissime, look antiestetici ma assolutamente resistenti tanto che li potevi tirare di sotto dal terzo piano senza che si rompessero, avrebbero solo segnato 1 Gennaio 2000 ore 0:00. Adesso era una donna, anziana, un pò curva, che si aiutava con il bastone, e percorreva ormai il viale del tramonto. Era autunno, una sera tiepida, con un leggero vento che alzava un pò di polvere e staccava via da rami le ultime foglie, insieme spazzavano il marciapiede, rincorrendosi in una danza frusciante, con quel tipico rumore che fanno le foglie secche sull'asfalto. Il cielo era di un bel rosso. Si fermò un attimo nel suo intercedere lento, le foglie che si rincorrevano le fecero ricordare di quando era bambina, di quando i bambini correvano liberi nei prati, si giocava a rimpiattino, e d'estate ci si metteva le calze corte e gli scarpini aperti. Si giocava rotolandosi nella terra, e chi era fortunato d'estate andava al mare epoteva farci anche il bagno! In inverno invece c'era la neve bianca soffice e...freddissima. Ricordava di quando il grande fiume ghiacciava in inverno e le persone ci pattinavano sopra, quando la gelata passava poi si poteva andarci anche a pescare. Lo direste voi? Sissignore si poteva andare a pescare al fiume! Nei ricordi la luce, gli odori, i sapori tornano a riproporsi insistenti e probabilmente sono tutti piu belli e piu buoni di quanto non lo fossero in realtà. Era così diverso il mondo all'inizio del 2000. Quante aspettative che ave allora il genere umano, tutta quella nascente tecnologia che avrebbe portato il progresso l'evoluzione, azzerato le distanze, reso nulli i concetti di spazio e tempo. Quanta libertà c'era in quegli anni del nuovo millennio. Oggi il mondo sta morendo, avvelenato dall'uomo che ha sacrificato l'unica cosa che possedeva la Terra, sull'altare di dei fasulli e meschini, Potere, Progresso, Denaro. E' stanca Alice, stanca di questa vita che non è piu vita. Non si può uscire dalle città, fuori dalle città non c'è niente, come dopo un disastro atomico, solo morte e distruzione. Nelle città la tecnologia fa si che si sia protetti sotto una cupola, le macchine programmano il tempo, le stagioni e filtrano aria pulita. Ogni sera Alice arriva fino al limitare della cupola, ha trovato un errore nella matrice c'è un punto da dove puoi vedere quello che c'è fuori davvero e non quello che il programma vuole farti vedere. Un bug. Un buco nel sistema. La tana del bianconiglio! Solo che di là non c'è il paese delle meraviglie ma solo le macerie di quel che ne resta. Alice sa che quello non è un bug, è una serratura. Come lo sa? perchè ce l'ha messa lei. Era una mente brillante Alice, cresciuta a pizza e tecnologia. Quando il disastro del mondo si preannunciò fu una dei sistemisti che progettarono la cupola. Non ci sarebbe mai stato modo di uscire,mai più. Ma chiudersi tutto alle spalle, non lasciare uno spiraglio alla speranza anche per una mente tecnologica come la sua era troppo, ecco perchè Alice lasciò un piccolo buco nel sistema che nessuno avrebbe visto. Da li Alice poteva vedere le macerie di quello che un tempo era il quartiere dove era nata, da li la stanca e vecchia Alice poteva vedere attraverso gli occhi del ricordo la se stessa delle grandi speranze. Era da tanto che ci pensava. Pensava che avrebbe voluto che tutto finisse li dove era cominciato. Sfiorò con mano tramante un punto nel niente e apparve una console olografica, Alice digitò un pò di codice, qualche riga di comando, si prese qualche minuto per pensare poi chiuse gli occhi e premette INVIO. Si trovò così dall'altra parte, per la prima volta vedeva la cupola dall'altra parte, una bolla metallica che si estendeva a perdita d'occhio. Tutto intorno le macerie di un mondo ormai morto. Si aggirava come un fantasma in quella che un tempo era la sua città, faticava a riconoscere strade e luoghi, il tempo passava e così anche la vita di Alice se ne andava via sempre di più ad ogni respiro. La vista si faceva piano piano sfuocata, il respiro affannato, e il passo sempre più incerto, fino a che giunse in un luogo familiare, una strada conosciuta, si fermò davanti a un edificio diroccato e mezzo crollato, il portone arrugginito emise un suono sinistro quando lei lo sospinse piano. Era buio dentro, e pieno di macerie lasciate dal tempo e dal disastro. Riconobbe la sua casa, la cucina, con i vetri ormai rotti e gli infissi caduti, dove la mamma cucinava cibi veri, ricordava il pollo arrosto della domenica, la sala da pranzo, si faceva sempre il Natale attorno al grande tavolo ovale e l'albero nell'angolo accanto alla finestra che dava sul giardino. Poi riconobbe la sua camera, o quel che ne restava, con la finestra piccola piccola da cui guardava il cielo prima di addormentarsi sognando un giorno di poter andare via, lontano. E ci era andata lontano Alice, ma ora era il momento di chiudere il cerchio. Era stanca Alice, si sedette in mezzo alle macerie appoggiata al muro, guardando da quella finestra un cielo scuro, senza stelle. La notte con il suo mantello pesante e scuro si allungava verso di lei stringendo in mano una sottilissima e argentea falce di luna. Chiuse gli occhi, adesso era davvero troppo stanca Alice.
  4. Grazie dei consigli Fed!! Preziosissimi! Bello si, devo dire che é una bella esperienza questa anche perché mi da modo di misurarmi con me stessa in modo diverso dal fare un disegno per una campagna di D&D tra amici Il primo mi sa che vedrà tutti gli accorgimenti del caso perché siccome sono sbadata lo avevo lasciato sul tavolo e mio figlio ci ha versato il succo sopra...pazienza devo imparare che terminator lo chiamo così per un motivo.....rifarò da capo così sistemo anche i punti da te citati. Il terzo é un esperimento cercando di mixare un po lo stile manga con lo pseudo realistico vedremo cosa uscirà E il secondo mi sono innamorata dei capelli di quella tipa...sembra quasi di poterli pettinare visto il disegno dal vivo. Mi soddisfa abbastanza la colorazione essendo fatto tutto a mano perché di programmi di computer grafica non me ne intendo. Grazie per i suggerimenti ci lavoro su poi nei prox giorni posto un po' di work in progress Grazie grazie Inviato da mio iPhone utilizzando Tapatalk
  5. Ciao a tutti Anche se molto saltuariamente seguo il forum di DL. Faccio una piccola premessa: un mio carissimo amico mi ha chiesto diverso tempo fa di fargli dei disegni per illustrare un libro, a parte che non sono molto brava, ma come dissi a lui se gli piacevano i miei disegni fatti a tempo perso nelle ore di lezione all'uni ben volentieri, però appunto non ho fatto studi in merito, sono autodidatta che di più non si può e sopratutto non ho mai nemmeno lontanamente pensato di fare di due scarabocchi niente piu che due scarabocchi appunto. Però ho accettato. A parte che sono un pò ferma per diverse ragioni, però volevo chiedervi un parere, suggerimenti critiche su alcune cose che ho fatto fino ad ora. Questo è da ripulire ....decisamente ..... Questo non lo toccherei più magari lo scansiono perchè qui è stato fotografato di corsa con un cellulare per inviare l'immagine al diretto interessato e qui...c'è ancora quasi tutto da fare... Adesso sparate pure....tanto è un pò come sparare sulla croce rossa..... ma sopratutto grazie a chi mi risponderà
  6. Come al solito mi sono espressa male ma hai centrato il punto di quello che intendevo io. Sarà felicissssssimo mio marito immagino della cosa quando gli chiederò di farmi da modello Indubbiamente, farò tesoro anche di questo consiglio, lo metterò in pratica e vedremo cosa ne verrà fuori. Ancora grazie a tutti e due
  7. Vero, verissimo. Devo ammettere infatti, che sono molto a digiuno di quasi tutto quello che siano le tradizioni del sol levante a partire da abbigliamenti etc etc. Per cui mi rendo conto che si, tutto appare molto "essenziale" da essere quasi uno stereotipo che si ripete all'interno dei disegni. Altro punto andato a segno, solo che io da sola non mi davo una spiegazione. Adesso ho focalizzato la cosa. Grazie!!! Assolutamente non lo ho mai fatto, non avevo idea di questa cosa. Non ho mai fatto studi in merito sono completamente autodidatta, alle spalle ho una crisi di identità artistica durata 6 anni e il ritorno al disegno non è stato facile a dire il vero è stato molto faticoso che quasi volevo tornare indietro. Sicuramente farò tesoro del consiglio d'ora in avanti Magari le mie fossero ad effetto paperino sarebbe gia una conquista! Direi che assomigliano di piu agli artigli delle arpie in tutta onestà. Per le mani comunque già molti anni fa mi fu detto su questo forum che l'unica cosa era esercitarsi partire da un modello e capire il soggetto che è sicuramente complicato ma dopo 100 mani l'ultima sarebbe stata sicuramente migliore della prima, è solo questione che devo trovare il tempo per farlo, perchè ad oggi la voglia non manca più Altrochè! Grazie mille veramente Grazie Niji, putroppo il tempo per disegnare, tra il lavoro e un bimbo piccolo di giorno e le faccende di casa e lo studio la sera, è veramente ridotto piu che all'osso! Il riferimento fotografico mi piace usarlo e non mi piace, perchè se da una parte mi semplifica il lavoro dall'altro me lo complica, nel senso che vedi il caso di Sayuri, ho usato una foto di mio figlio, perchè penso sia la seconda volta in vita mia che tento di disegnare un bambino, sayuri è palesemente una bambina, mentre la foto di riferimento è di mio figlio quindi mi ispiro a un maschietto per arrivare invece ad avere una femminuccia. Come dici tu Niji aiuta a capire il soggetto e questo è la parte semplificata del lavoro, quella complicata e sovrapporre mentalmente ciò che la foto mi passa come conoscenza del soggetto con quello che ho in mente senza scadere alla fine nella copia. Ho usato volutamente la foto di mio figlio perchè se avessi preso un'immagine in rete certo sarebbe stato molto piu semplice trovare un bambina qualunque ma sarebbe stato anche piu facile cadere nella copia. Il terzo disegno è buttato la tanto per fare torna piu verso le origini dei miei disegni dove l'anatomia era trattata a livello stereotipato, un pò manga a dire il vero. Beh come al solito mi trovo a ringraziarvi sopratutto per i suggerimenti ricevuto che andranno ad aggiungersi agli innumerevoli già raccolti qui in passato E grazie anche dei complimenti, è scontato dire che fanno sempre piacere
  8. Come dice il titolo del topic... scarabocchio qua e la, sopratutto durante le sessioni di gioco, se le vicende dei PG mi hanno presa particolarmente a volte mi passano dei flash in testa e allora tra un tiro di dadi e l'altro tra un ragionamento e l'altro ci sta che venga fuori qualche scarabocchio, a volte uso dei modelli, specie quando si tratta di disegnare bambini come nel caso di Sayuri, mi do una mano con le foto di mio figlio. Altre volte vado a braccio e li i difetti sono ben piu marcati ed evidenti .... Mi dicono tutti che mi faccio troppo critiche per altro da sola visto che a detta dei miei amici i disegni sono "ahhhh bellissimi" "ohhh fantastici" e certo che fa piacere sentirselo dire ci mancherebbe anche perchè io il piu delle volte non lo penso affatto e vedo subito i difetti piu che tutto il resto, a volte penso che l'amicizia sia una lama a doppio taglio perchè spesso ti fa dire "Bello" quando in realtà forse vorresti dire "Bello, ma li c'è un difetto...." Non cerco gratificazione, con o senza errori ogni disegno che faccio mi gratifica, però la critica costruttiva aiuta a crescere. Cmq queste sono le ultime due cose che ho fatto... le posto qui perchè è una comunità artistica che ammiro da sempre quella di DL e quando ho chiesto consiglio qui per qualcosa le critiche costruttive mi hanno sempre aiutata a crescere Sayuri The master farewell Prova colore P.S. Le scansioni sono pessime, perchè il mio scanner è pessimo....
  9. Come mi avevi detto Tolman nel primo disegno ho aumentato leggermente la distanza tra gli occhi, e questo è il risultato, effettivamente...a guardare ora e prima ..prima sembrava strabica... Uploaded with ImageShack.us Per il secondo disegno con l'occhio alto non riesco a farci molto, ho provato ma sta venendo un gran pasticcio, tanto che penso proprio che rifarò l'intero disegno .... Grazie mille dei consigli, i miei giocatori sono molto contenti dei loro disegni e questo alla fine per me è la cosa importante visto che sono i loro PG
  10. Per prima cosa piacere di conoscerti e secondo grazie dei consigli. Non disegno da tanto e tendo a fare errori ovunque e poi le mani sono il mio cruccio di sempre di soloto tendo a nasconderle se posso ... provo a modificare dove hai detto tu e vedo un po il risultato mille grazie ancora
  11. E rieccomi qui, con le ferie purtroppo finite anche per quest'anno sigh sigh sigh Però sono state un toccasana come sempre.....anche per l'ispirazione, sebbene in questo caso penso pesino di piu le sessioni di gioco. I miei compagni mi hanno chiesto di disegnare loro i personaggi e appena tornata a casa mi sono messa all'opera.... per ora ho disegnato le due signorine... i maschietti mi risultano piu difficili anche perchè per le donne..... mi ci posso mettere io davanti allo specchio a provare le pose, per gli uomini ... se chiedo a mio marito di mettersi li a farmi da modello, dopo che è stato tutto il giorno a lavoro, mi butta dalla finestra Cmq questi sono i risultati.... mi date qualche consiglio?
  12. DeeD-iTH

    Breve racconto

    Premessa: in realtà questo era nato come il bg per un mio pg di cui poi in corso d'opera sono cambiate alcune cose per adattarlo all'ambientazione di gioco, ed alcune scelte sono forzate per degli sviluppi successivi che mi servivano in gioco, ecco che quindi alcune scelte possono apparire scontate o leziose al fine stesso della sola narrazione. 1. Era una notte buia, fredda, di quelle notti in cui il contadiono sbarra la porta di casa oltre che quella del pollaio, perchè il lupo potrebbe ambire a prede piu succulente di una gallina. Non c'era luna, ne stelle in cielo. Le nubi nere, minacciose non portavano buone notizie, solo freddo, gelo e neve. Neve, non nevicava mai in quelle terre lontane, la popolazione del villaggio pensava che la neve fosse un avvento nefasto. Le finestre delle case erano quasi tutte buie, fatta eccezione per una casa, un piccolo fortino che sorgeva su un poggio lungo il lago. Era la casa del guardiano del passo, sorgeva li da secoli, la famiglia che vi abitava aveva da generazioni il compito di difendere la via che portava alle montagne. Le montagne erano l'ultima frontiera della regione, e nel corso dei secoli un piccolo villagio era sorto attorno alla rocca della frontiera. Le finestre della rocca quella notte erano illuminate, i contadini dicevano che così facendo i signori avrebbero attirato le attenzioni degli spiriti mligni, che aleggiavano nel vento freddo. Intorno alla mezzanotte iniziò a cadere la prima neve, poche ore dopo infuriava la tempesta. Alla rocca intanto per i corridoi si affaccendavano donne intente a correre qua e la, portando pezze bagnate, e secchi di acqua calda. Una donna urlava, erano urla strazianti di un dolore che solo le donne sanno sopportare, stava partorendo il suo primo figlio. Le ore passavano la temeprsta infuriava sempre di piu, le urla di dolore si mescolavano all'urlo del vento che sferzava i rami rinsecchiti dei ciliegi del giardino. Poco prima del'alba, quando il cielo era ancora buio, un grido differente ruppe l'aria della notte, era il pianto di un neonato, o meglio di una neonata, era una femmina, pallidissima e con i capelli rossi come il fuoco. La madre pallida e tremante allungò una mano per carezzare la sua piccola, ma le forze la stavano abbandonando, vide sua figlia e dietro le finestre la neve che cadeva morbida, la tempesta si era placata, con un filo di voce la donna riuscì a pronunciare una parola,Sneja, neve. Fu questo il nome della bambina, che non avrebbe mai conosciuto la madre. Il padre di Sneja era partito poche settimane prima. I guardiani del passo dovevano proteggere l'ultimo confine dale ombre del male, sulle alte vette dei monti dorati si stava combattendo da anni una battaglia estenuante tra bene e male, tra uomini e demoni, il guardiano dove difendere l'ultimo baluardo della civiltà umana, ma questa volta fu chiamato anch'egli ad unirsi alla battaglia. La neve, non cadeva mai in quelle terre, era un presagio nefasto per i contadini, un presagio che si abbattè sul guardiano e sulla sua scorta sotto forma di una valanga, portandosi via nella notte le loro vite, in pochi attimi, con un silenzio assordante, nello stesso momento in cui l'ultima delle tre parche che tessono il filo della vita recideva quello della moglie e la prima iniziava a tessere la tela di Sneja. Della sorte del guardiano nessuno sapeva alla rocca. Il suo braccio destro Rhai Marthon in assenza del suo amico e signore a cui aveva, anni prima, giurato fedeltà eterna si trovava in assenza del guardiano a decidere per suo conto, nominò così una levatrice, sua moglie che si sarebbe presa cura della bambina. Da poco avevano avuto un figlio anche loro e la donna aveva ancora latte in abbondanza per allevare anche una seconda bambina. Ma il presagio nefasto della neve, che Sneja portava nel suo nome, si sarebbe abbattuto nuovamente di li a poco sulla rocca e sull'intero villaggio. Allora sbarrare le porte non sarebbe servito, perchè il lupo non sarebbe stato solo, e non sarebbe stato solo un lupo. Sneja non aveva compiuto ancora un mese di vita, che una notte un piccolo gruppo di uomini, i contadini sopravvisuti racconteranno di spettri neri sileziosi e mortali, prese di mira la rocca. Si era venuto a sapere che la rocca era sguarnita che il guardiano era partito, qualcuno forse avrebbe preferito vedere la rocca perduta in mano al maligno, se il compeso fosse stato equo alla "grave" perdita, forse qualcuno aveva assoldato gli spettri neri, tanti forse e risposte che avrebbero richiesto molti anni perchè fossero portate alla luce. Quella notte, l'ombra della morte calò sulla rocca e sul villaggio, elegante e silenziosa. Rhai non aveva molta scelta, doveva proteggere quel poco che c'era da proteggere, anche se questo poteva voler dire perdere la rocca, doveva proteggere la bambina, lo doveva al guardiano. Prontamente organizzò una piccola resistenza di umoni, sapevano tutti fin dall'inizio che era questione di ore e dopo tutti sarebbero caduti sotto la falce della nera signora a cui nessno può opporsi, ma nessuno di loro si tirò indietro, marciarono diretti verso la morte. Rhai nel frattempo svegliò la moglie, ordinandole di prendere i bambini e di seguirlo alle cantine. Alla cintura portava la lama che per tradizione apparteneva al guardiano del passo dei venti, il padre di Sneja aveva voluto che fosse il suo amico piu fidato ad averla in sua assenza, perchè con essa potesse proteggerne la moglie e il figlio che ella aspettava, ma sicuramente non aveva pensato che Rhai si sarebbe trovato a doverla usare. Arrivati alle cantine indirizzò la moglie con i due piccoli verso una zona buia, premendo una combinazione di pietre nel muro di fronte aloro si aprì un pertugio nel muro. "Entra disse Rhai alla moglie, non ci sono percoli dinnanzi va sempre avanti, le luci magiche ci guideranno non aver timore. Fidati di me." Egli entrò per ultimo richiudendo il muro magico alle sue spalle. Camminarono per molto tempo le luci danzanti gli indicarono la via, li condussero lontano dalla rocca, respirarono l'aria fredda della notte, quando lasciarono la montagna ai piedi della rocca. A piedi, a famiglia si dette alla fuga nel buio della notte. 2. Ogni anno in primavera, si decretavano i tornei delle scuole di magia e di quelle di spada alla capitale, ai quali avevano accesso i ragazzi che avessero passato gli esami finali, al termine dei tornei si eleggeva così il campione d'arme e il campione degli elementi. I tornei dei maghi erano sempre molto avvincenti, spettacolari per certi versi, sopratutto per il popolino, per loro era una sorta di spettacolo di fuochi pirotecnici con tutte quelle luci, colori e scie luminose che gli incantesimi si lasciavano dietro. Altrettanto avvincenti erano i duelli al primo sangue, che si tenevano nell'arena, tra i migliori spadaccini della scuola d'armi. La danza delle lame, il bagliore dei fendenti affascinavano sempre lo spettatore. Quell'anno tra i diplomati della scuola d'arme spiccava una ragazza, in primo luogo perchè era una ragazza, solitamente le donne che intraprendevano una carriera, che le avrebbe portate a vivere la loro vita al di fuori della casa paterna, erano molto piu affascinate dagli effetti pirotecnici della magia piuttosto che dalla rozzezza di una spada. I suoi capelli erano di un rosso acceso, come il sole quando tramonta nelle sere d'estate, i suoi occhi verdi come gemme primaverili, non tanto alta, nella media per essere una ragazza, il corpo snello e slanciato, i tratti del viso così delicati da far pensare che un soffio di vento potesse portarsela via. Da lontano gli spettatori non potevano vedere al determinazione nei suoi occhi, allora avrebbero smesso di pensare che fosse un bellissimo fragile fiore di primavera. Le competizioni durarono per giorni e da ogni incontro la ragazza dai capelli rossi uscì sempre vincitrice. Alla sera ci sarebbe stato il duello finale che avrebbe consacrato il campione di quell'anno. Sneja era nella sua stanza, riposava in vista dell'ultimo torneo, quando sentì bussare lievemnte alla porta. Due colpi a intevallo breve e uno lungo. Era un segnale, lo usavano con suo fratello da bambini. << Vieni avanti fratellone >> Benchè avessero la stessa età lui era sempre il piu grande dei due. << Ciao sorellina mia, i mei omaggi alla futura campionessa d'arme di quest'anno >> disse il ragazzo con una voce a mezzo tra il canzonatorio e l'affettuoso. << Oh Yahn vieni qui>> disse lei abbracciandolo. Yahn era un ragazzo piuttosto alto, il fisico scolpito da anni di allenamenti, capelli scuri, lunghi che solitamente portava raccolti in una coda. I suoi occhi erano di un blu intenso, ricordavano le profondità del mare. << Sono passato per augurarti buona fortuna sorella, ti sei distinta durante il corso del torneo, ma io non avevo dubbi, eri sempre stata brava con la spada anche quando da bambini giocavamo in giardino con due rami secci fingendo che fossero chissà quali armi magiche.Ti lascio adesso come campione uscente devo officiare la cerimonia di apertura della finale ma non potevo non trovare il tempo di passare a salutarti, e spero tanto di poter passare il testimone alla piu bella spadaccina che abbia mai conosciuto!>> << Oh quanto sei sciocco Yahn, ma vai adesso non vorrai arrivare tardi signor cerimoniere, il capitano Orlham potrebbe punirti severamente per questo!>> il suo tono era sinceramente divertito, mentre suo fratello dalla porta per tutta risposta le fece un ampio sorriso. La sera era già arrivata. L'ultimo duello, inutile dire che nell'arena d'arme così come al circolo dei maghi si era radunata quasi tutta la città. Sneja si trovava ad affrontare un suo pari, di nobile lignaggio leiche non era altro che la figlia di un modesto pescatore, sul campo avrebbe fatto valere la sua legge, dove casato di nascita non contava nulla, dove solo il piu abile avrebbe avuto ragione dell'altro. Fu un duello leale, per certi versi spettacolare,l'abilità co la spada dei due duellanti era ad un livello come difficilmente se ne erano visti in queste competizioni. Alla fine come aveva predetto l'officiante fu Sneja ad avere la meglio. Il suo vantaggio era che i suoi avverari anche quelli che la conoscevano partivano dal presupposto che era una donna, che per quanta tecnica potesse possedere, la prestanza fisica era quella di una ragazza, ed era questo il suo vantaggio, che tutti la consideravano una ragazza partendo con la guardia in parte abbassata. Per la prima volta i ltitolo di campione d'arme andava a una ragazza, non si era mai visto nella storia, Yahn era così orgoglioso della sua splendida sorella quando consegnò nelle sue mani la lama che veniva data in dono ai campioni. Il torneo dei maghi fu molto lungo ed estenuante per i partecipanti, due donne, cosa non particolarmente strana i questo caso, due maghe molto piu che dotate, tennero sulle spine gli spettatori per quasi due ore prima che una delle due cadesse in fallo, difatto consegnado lo scetto della vittoria all'altra. I festeggiamenti si portrassero per tutta la notte. Sneja stava raccogliendo i suoi bagagli, quella stanza era stata la sua stanza per i cinque anni in cui era stata allieva della scuola d'arme. Non si accorse della porta che si era aperta fintanto che un lieve soffio d'aria non le sfiorò i rossi capelli. prntamente si girò con la lama gia sguainata nella mano destra. Un uomo stava in piedi difronte a lei, richiuse con noncuranza la porta alle sue spalle, e con un gesto lento si tolse il cappuccio del mantello scoprendo così il suo volto, che venne illuminato dalla luce della candela. Un sorriso pieno di affetto si dipinse sul volto della ragazza che lasciò andare l'arma sul letto, gettando le braccia al collo del nuovo venuto. << Oh Alan sei venuto, non pensavo di vederti qui. Hai visto i tuoi insegmaneti hanno dato i suoi frutti!>> Da bambina lo chiamava lo zio Alan. Alan era un ramingo, un amico di suo padre, uno spadaccino errante che quando lei e Yahn erano bambini dopo averli visti goffamente farsi la guerra con due fruscelli di legno, propose a Rhai di istruire i due ragazzi. << Pensaci Rhai, mi propongo di istruire i tuoi ragazzi, in particolar modo Sneja, sai bene che ha un destino che deve compiersi, per quanto tu la ami come figlia, te lo vedo negli occhi, è una guardiana, un giorno dovrà riprendersi ciò che è suo e non potrà farlo se non sarà sufficientemente addestrata>> <<Hai ragione Alan, per quanto io ami questa bambina come figlia mia, hai ragione è una guardiana, da troppi anni il male è libero di fare ciò che vuole nelle centrali dopo la caduta della rocca. Istruisci i ragazzi come meglio credi, come istruisti a sua volta il precedente guardiano, istruisci ora la sua erede, fa che sia una degna erede, il tempo farà il resto>> Così dicendo Rahi lasciò l'amico a comtemplare il gioco dei due ignari bambini. << Alan?>> - Incredibile - pensava Alan - dove era arrivata la bambina che correva dietro ai corvi brandendo una spada di legno, quella bambina cche quando in allenamento sbagliava qualcosa lo disarmva con la sua risata argentina. << Scusa Sneja, stavo solo pensando, mi ero perso nei ricordi di quando correvi contro i corvi dei campi di tuo padre brandendo la tua arma di legno>> sorrise. << Vieni a casa con me? Papà sarà felice di verderti erano molti anni che non ti si vedeva in città!>> << No, sono qui perchè ho un dovere da compiere>> il suo tono adesso si era fatto grave, la ragazza lo guardava con un'ombra interrogativa negli occhi << Siediti Sneja, sono portatore di notizie e di scomode verità.>> La ragazza fece per aprire bocca ma l'uomo la fermò. << No, non dire una parola adesso come quando eri piccola ascolta, ascolta bene ciò che lo zio Alan ha da dirti stanotte.>> Alan raccontò una storia di una notte di quindici anni prima, una notte in un territorio di frontiera, di un passo prima della strada delle montagne, di una rocca e del suo guardiano, di come egli avesse dovuto lasciare la casa e la moglie incinta per copiere il so dovere sulle vette, di come non fosse mai arrivato a destinazione, di come la donna fosse morta di parto, mentre la tormenta imperversava e i contadini sbarragano per porte per paura dell'oscuro presagio portato dalla neve. Di come la rocca fosse cauta di come un uomo avesse condotto alla salvezza cioò che di piu prezioso vi si trovava all'interno, la figlia del guardiano, una bimba pallida, con i capelli rossi come un tramonto estivo. In un attimo tutto quello che sapeva della sua vita fu spazzato via. Non era quindi la figlia di Rahi Marthon e di sua moglie Myna, non era la sorella di Yahn, ma chi era? cosa era il guardiano del passo del vento? Prima ancora che potesse proferire parola, Alan continuò a parlare << Sono venuto per consegnarti qualcosa che è tuo>> estrasse un fagotto dallo zaino << Questa spada è l lama magica del guardiano del passo del vento, tuo padre Ryan Layr aveva affidato la spada a Rahi, sono stati bambini insieme amici fin dalla piu tenera età, l'unico di cui tuoi padre si fidasse cosi tanto da affidargli la vita della sua famiglia e la sua lama magica per proteggerla. Adesso sei adulta, probabilmente te ne andrai dalla casa di Rahi e un giorno, seguendo la trama del tuo destino potresti tornare ad essere la guardiana del passo del vento. Il guardiano ha il compito di non permettere agli spiriti oscuri che popolano le terre oltre le montagne di giungere nel regno. Il passo è cauto, la rocca è perduta, il male dilaga nelle terre centrali, solo una discendenza diretta dei Layr potrebbe dominare il vento del passo e piegarlo al suo volere perchè egli sia aleato dell'uomo nella lotta contro i demoni oscuri della valle d'ombra. Io, Rahi e Myna sappiamo la verità, nessun altro, nessuno deve sapere che esiste una discendenza diretta dei Layr, diverresti una preda, e prima ancora che tu possa dirmi che non temi le sfide, le forze in gioco sono tali che da sola non ce la faresti, l'ombra silenziosa della morte ti darebbe la caccia per ogni dove. Torna a casa, parla con Rahi e Myna, se avrai bisogno di me io lo saprò e riuscirò a trovarti bambina. Addio, per adesso, Sneja.>> La ragazza lo guardò lazarsi e dirigersi verso la porta, basita, come se una montagna le fosse franata addosso, non riusciva a trovare la forza per articolare neanche una delle mille domande che le frullavano in tsta in quel momento. << Ah dimenticavo Sneja, sei identica alla tua splendida madre.>> detto questo Alan sparì nella notte. Sneja rimase per diverso tempo da sola seduta, la candela quasi esaurita, fissava il buio fuori dalla finestra, accarezzando la spada dei guardiani che le aveva lasciato Alan, quasi come se stesse accarezzando un amante, c'era un legame che la legava alla spada lo sentiva, forte e vibrante. Raccolse le sue cose e si avviò verso casa, la notte le avrebbe portato consiglio. Quando lasciò la scuola, respirò a pieni polmoni l'aria frizzante della notte primaverile, nell'aria c'er aun intenso ordore di fiori, passò accanto a un ciliegio in fiore, il suo profumo le ricordò la sua infanzia nel giardino dei suoi. Si voltò solo un attimo per guardare da lontano l'accademia d'armi, sorrise un pò amaramente e proseguì nella notte, stringendosi nel mantello scuro. Il giorno seguente Rahi e Myna quando la videro capirono che Alan le aveva fatto visita. Lo sapevano, era un accordo che avevano preso molto tempo prima, quando sarebbe stata matura aveva detto Alan, ed adesso lo era. << Padre, Madre>> li abbracciò forte. Sapevano gia che Alan era passato a fare visita alla loro bambina. Myna piangeva << Madre non piangere, non importa il nome che porto, non importa chi io sia realmente, voi siete la mia famiglia e lo sarete per sempre. Alan mi ha parlato di un destino, ma il mio destino, non potrà mai cambiare l'amore che sento che per voi.>> Rivolta poi a Rahi << Yahn sa?>> << No, Sneja, Yahn non sa niente, è il tuosegreto non avrei potuto tradirlo neppure con mio figlio, essere una Layr è il tuo segreto, tu sola puoi decidere chi deve sapere.>> <<Vorrei riposare se non vi spiace. Yahn è gia arrivato?>> << Vieni tesoro >> le disse Myna ancora con gli occhi lucidi << c'è sempre la tua vecchia stanza che ti aspetta.>> << No Sneja, Yahn non arriverà prima di cena aveva delle formalità da sbrigare all'accademia, non arriverà prima di sera, hai tutto il tempo.>> - Rahi la conosceva proprio bene - pensò. - Aveva già intuito che voleva sapere quanto tempo aveva prima di incontrare suo fratello, perchè voleva trovare le parole adatte per raccontargli tutto. Non sarebbe arrivat prima di sera, aveva tutto il tempo che voleva. Yahn arrivò, tardi, la cena era già fredda, i Marthon avevano già cenato, ognuno chiuso nel suo silenzio, ognuno chiuso nella propria stanza, ognuno con i suoi demoni e le sue paure, quei demoni e paure che ogni cambiamento genera nell'animo umano. Era quasi la mezzanotte, in cielo brillva alta la luna e c'erano tante stelle, era una notte serena, nell'aria si respirava il profumo dei ciliegi. Alla porta di Yahn si sentirono tre colpi due con pausa breve e una lunga. << Vieni avanti sorellina, ma non dirmi che mi hai aspettata sveglia>> quando si voltò verso Sneja tuttavia capì che qualcosa non andava, aveva un velo scuro negli occhi verdi. << Siediti Yahn credo ne avrai bisogno perchè devo dirti una cosa>> << Ah ah non mi dire che nostro padre ti ha trovato un marito!>> << Gli dei volessero che si trattasse di questo!! E' ben piu complicato invece da spiegare>> e come fiume in piena raccontò tutto quello che le avav detto Alan, senza omettere alcun particolare << I tuoi genitori sono stati i miei genitori, Yahn e il legame che ho con questa faiglia, con la mia famiglia non potrà in ogni modo cambiare, Rahi e Myna lo sanno già>> C'era un legame fin da piccoli una fiducia profonda tra loro, sapeva che Yahn sarebbe morto piuttosto che rivelare ad alcuno il segreto della ragazza. Il ragazzo era esterefatto, quasi quanto lo era lei mentre ascoltava le parole di Alan, dopo qualche minuto riuscì a dire: << Se questa è sempre la tua famiglia, tutto questo casa cambia nel rapporto tra di noi?>> << Non sono tua sorella, ma ciò non significa che non ti amerò meno di quel che ti ho sempre amato fratello mio.>> Il ragazzo l'abbracciò forte, perchè in quel momento quell'abbraccio le sembrava un addio? Sollevò il viso per guardare gli occhi blu di lui, quando lui la baciò. Adesso lo sapeva anche lui, lei non lo avrebbe mai amato di meno, fosse possibile lo avrebbe amato ancora di piu, e lei ebbe in un attimo la certezza che il suo e adesso il loro segreto nelle mani di Yahn sarebbe stato al sicuro.
  13. DeeD-iTH

    Fiore "la scamorza"

    Già non posso altro che apprezzare qualcuno che nell'incipit cita Pasolini, ma questi son gusti personali. Secondo me è il caso di continuare, hai un bel modo di scrivere, che a me personalmente piace molto, il tipo di linguaggio che usi mi piace particolarmente. E particolarmente mi piace il tono in cui è scritto, proprio riguardo a questo avrei però una domanda, è il tono dell'incipit o è il tono che vuoi tenere per tutta la durata del racconto? Che dicevi all'inizio essere piuttosto lungo .... A me come ti ho premesso piace, però per un racconto lungo rischia di diventare pesante per il lettore. Aspetto il seguito, e cmq anche un'altra cosa, non chiedere se è il caso di continuare, se hai iniziato è perchè hai qualcosa da dire non si scrive se non si ha qualcosa da dire e se si ha qualcosa da dire è SEMPRE il caso
  14. DeeD-iTH

    Il Pipistrello

    A leggerlo me lo sono proprio immaginata ben bene nella mente il pipistrello, e alla fine lo vedevo con un musetto triste. Per altro realmente io adoro i pipistrelli tra le cose non domestiche direi che è il mio animale preferito, ma non andiamo OT. Se posso azzardare dico anche io la mia riguardo alla frase incriminata : "La cosa più brutta che ho è l’eco sonar." Fino ad ora hai elencato tutta una serie di cose belle e pregi del pipistrello, quindi invece di brutta potresti dire "Ma ho un difetto" il Ma subito a inizio rigo ti crea gia quella rottura che volevi fa capire subito che adesso si cambia tono, e poi appunto potresti dire difetto, visto che ogni volta che lui "parla" a rispondergli è solo la solitudine. "Ma ho un difetto che è .... " e qui c'è questo eco sonar che proprio in bocca al pipistrello non ce lo sento. Di primo acchito potrei dirti "Ma ho un difetto, è la particolarità della mia voce" dando a questo punto per scontato che noi che leggiamo sappiamo che il grido del pipistrello funziona esattamente come un sonar.
  15. Non ho finito di leggere perché s'è svegliato mio figlio e quindi devo interrompere (riprenderò stasera appena andrà a letto) però quoto quanto sopra per gli errori. Io di solito scrivo di getto e così facendo si fanno errori principalmente di battitura, per questo puoi usare un correttore automatico semplifica la vita. Mi sento anche di darti un altro consiglio, o meglio due. 1) E' un consiglio che dettero anche a me qui sul forum: attento all'uso della punteggiatura, ne usi tanta ma in alcuni punti se leggo a voce alta non mi torna, ti faccio un esempio. Dove dici: "il cielo dominato dalla corona di luce era in procinto di addormentarsi, chiuse le palpebre e inondò la vista di preziosi brillanti;" Prova a rimettere così: " il cielo, dominato dalla corona di luce, era in procinto di addormentarsi. Chiuse le palpebre e inondò la vista di preziosi brillanti." La virgola dopo il soggetto aggiunge enfasi sul soggetto stesso sale poi la seconda virgola a chiudere dopo luce. Dopo addormentarsi metti un punto (altrimenti son troppe virgole) e dopo brillanti un altro punto, il punto e virgola è pesante da leggere usalo solo in casi particolari, meglio mettere un semplice punto oltretutto visto che la frase prosegue a capo e con lettera maiuscola. Altra cosa fai attenzione ai tempi dei verbi, guarda te lo dico io che a scuola andavo bene in italiano ma non eccellevo proprio per questo motivo.... "costringe al sonno i mortali ; costringe al rifugio coloro che temono le ombre: fu notte." Ecco a parte il discorso anche qui del punto e virgola, meglio la virgola semplice, quando dici "fu notte" il fu è passato che non si lega con il costringe che è presente, adesso dovresti dirmi che c'è un sott'inteso per esempio "in un attimo fu notte" in cui sott'intendi "in un attimo" . Per mantenere la struttura così com'è potresti scrivere "e fu la notte" oppure "fu la notte". Nel suo complesso apparirebbe quindi: "costringe al sonno i mortali, costringe al rifugio coloro che temono le ombre: fu la notte." Sinceramente penso che le critiche siano costruttive sempre e comunque quando sono fatte razionalmente, quindi spero che quanto detto possa esserti di aiuto. Ci sono passata anche io all'inizio, sopratutto la prima volta che si scrive di errori se ne fanno tanti, l'importante è avere voglia di migliorare sempre e comunque E se lo stai pensando non faccio la professoressa di italiano di mestiere, se lo facessi poveri allievi!!! Per il resto quando finisco di leggere ti dico l'impressione in generale sul racconto lasciando da parte la grammatica. ----- Ho finito di leggere, però ti devo dire che ho faticato non poco, sostanzialmente perchè non vai mai a capo, cerca di spezzare i periodi, andare a capo è importantissimo permette di avere una lettura piu fluida, idem per quando ci sono dei dialoghi. Noi che scriviamo abbiamo ben chiaro tutto in testa ma devi anche pensare al lettore, c'è sempre bisogno di tirare un pò il fiato, senza contare che appunto con tutti i periodi cosi di fila non si crea mai suspence e la lettura risulta difficile. Le idee ce le hai, il mio consiglio quindi è piu di guardare alla grammatica e sopratutto alla punteggiatura. Io non ne usavo praticamente, i miei periodi erano molto lunghi e spesso non si capiva quale frase era subordinata a quale altra perchè non c'erano mai virgole e punti, adesso uso forse anche troppa punteggiatura perfino nelle frasi normali. Inizialmente anche io non avevo capito il nesso tra la prima parte e la seconda, potresti inserire dei capitoletti anche corti per suddividere, tipo se vuoi creare un'atmosfera prima di partire con il racconto vero e proprio inizia con: 1. Prologo bla bla bla bla scrivi il prologo che fa entrare il lettore nell'atmosfera del racconto e finito quello a capo e: 2. (anche senza mettere un titolo) e prosegui . Ripeto come hai detto tu le critiche devono essere costruttive e io spero di esserti stata utile, forse sono un pò pesante mi rendo conto ma è in parte colpa degli studi che faccio, analizzo i vari aspetti strutturali delle lingue non solo quella italiana. Ad ogni modo lo hai detto tu è la tua prima volta il tuo primo esperimento, vai avanti l'esercizio funziona per a scrittura come per tutte le altre cose ed è l'unica via per migliorarsi, l'importante è averne la voglia e mi pare dalla premessa che hai fatto che la voglia non manca quindi beh ... in bocca al lupo, ascolta i consigli che ti daranno le persone, falli tuoi e se ti tornano utili mettili in pratica, non demordere e vedrai che i risultati arrivano
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