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  1. Il punto, ripeto, non era quello. Ma abbandono più che volentieri la converszione, dato che insistete
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  2. Gironzolo solitario ruttando e petando, intontito come se stessi combattendo con una laboriosa digestione, e ho proprio l’aspetto di chi va in giro senza un perché: non il cane al guinzaglio, non il sacchetto della spesa, non un passo affrettato per un appuntamento... Nei pressi di un supermercato procedo lento zigzagando fra carrelli strapieni spinti da massaie sformate, ex veline tristi che vieppiù mi immalinconiscono. E una volta c’era un anziano che frugava nei cassonetti della spazzatura del supermarket: un giovanotto si è fermato e gli ha detto, al poveraccio, di fare attenzione a non sporgersi troppo che ci poteva cascare dentro al cassonetto e poteva poi non essere più distinguibile dalla monnezza dal momento che era già lui monnezza da discarica... e ha riso soddisfatto della battuta, il giovanotto. Il poveraccio non ha risposto nulla: quando si è poveri c’è sempre di mezzo tanta stanchezza e troppa fretta. Ma io l’ho guardato lo stesso con severità negli occhi... vergogna!... Ribellati! Ed era vergogna anche per me fermo sul suo sguardo perduto nel buco del c**o della terra, con la sua storia stupida che non poteva essere presa in considerazione... Una storia che poi, comunque, mi avrebbe inevitabilmente perseguitato... mi avrebbe infilato in un incubo... mentre la gente ride. Effettivamente era uno spettacolo proprio triste... anche come esempio. Uno spettacolo di quelli che tolgono la speranza!... e tutti dicono che ce n’è bisogno di speranza, dicono che bisogna solo fermarsi a guardare gli esempi di coraggio, carattere... e di gioia! soprattutto. Disgraziati! Di sera poi, a volte, e piuttosto che attaccarmi allo schermo dei begli esempi gioiosi, mi avventuro per vicoli e strade e ne incontro a bizzeffe di esempi edificanti: per esempio tutte queste auto che filano sui viali a tutta velocità, decappottate nelle sere fredde per esibire i megastereo assordanti e le chiome bionde di donne in pellicce di visone. Ma nelle strade vicine trovo poi la malvagità di un mondo inferiore: in gruppo una strana accozzaglia di individui intorno a un baracchino della caritas... avvolti nella penombra che sembrano quasi fondersi nel vapore della notte. E poi volti bianchi che ballonzolano nell’oscurità, come diretti verso un cimitero per presenziare a un funerale. E ubriachi drogati, e altri che borbottano fra sé, e uno che russa su una panchina scoreggiando, la faccia lurida a squame, come quella di un serpente… e altri che pisciano in un cantone... e anche mi passa accanto gente dalla quale non riesco a distinguermi con chiarezza... E’ scoraggiante! Si riuniscono di notte questi disgraziati... perché?... E' giusto perché la storia la si fa di notte, quando gli impiegati dormono a ricaricarsi per la loro di storia insulsa che li aspetta al mattino... la storia monotona alla quale non si oppongono e marciscono con lei. Questi altri, invece, si riuniscono di notte per sfidare con la loro presenza... sono sovversivi contestatori dello stile di vita dell’Occidente... comunisti capaci di odiare e sabotatori della gioia di vivere. Sono lì per porre bastoni fra le ruote con la pretesa di dimostrare che il sistema ha fallito. Si teorizza che bisognerebbe eliminarli in qualche modo... rinchiuderli... se questa soluzione non costasse troppo... Insomma una soluzione finale... ci vorrebbe! E a me viene il dubbio: che forse è qui la storia vera di questa nostra epoca: tra questa gente innocente minacciata nel corpo e nella ragione nonostante la loro innocenza. (continua)
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