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Imperator Vult


Zellos

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Il silenzio nell'astronave a volte è troppo violento da sopportarsi. 

Pare molto spesso, troppo spesso, che le mura di metallo, le paratie abbiano orecchie. L'equipaggio é abituato al silenzio, cosa che rende la Sacra Spada un inquietante mausoleo, più che qualsiasi altro monumento all'Imperatore, unico vero Dio dell'Umanitá. 

Sono sei mesi che siete stati "requisiti": il termine è tecnicamente corretto, anche se vi fa sembrare più che altro oggetti, più che umani. 

L'Inquisitore Wernerius vi ha trovato ( o meglio i suoi reclutatori lo hanno fatto) e siete stati addestrati nuovamente per sei mesi, per fornirvi quantomeno una infarinatura di base nella tactica imperialis, oltre che, probabilmente, vedere il vostro carattere sotto pressione: l'addestratore Traumann, uomo sulla sessantina sciupata, occhi verdi penetranti come spilli affilati, ha fatto di tutto per farvi stare il peggio possibile, a qualsiasi livello. 

Anche quest'oggi è venuto a prendervi nelle vostre stanze, ma vi ha portato ad un ascensore diverso, che attiva con una chiave nascosta in un piccolo vano all'interno della protesi bionica che costituisce la metà sinistra del suo corpo ( braccio e torace). 

Nell'ascensore non spiccica parola, vi guarda soltanto come una macchia sotto ad uno stivale, di quelle che puzzano e che pagane leggende dicono porti fortuna. 

Alla fine, dopo almeno mezz'ora, con un cigolio, si ferma l'ascensore. La stanza che vi si apre davanti ha il pavimento in quello che parrebbe legno, la parte innanzi a voi ha una bellissima pala di olio su legno raffigurante l'Imperatore immortale piangere con fra le braccia il Santo Sanguinius. Una piccola porta di metallo è guardianato da due fanti di marina in elaborate armature cerimoniali. Ben meno cerimoniali sono i fucili a pompa con proiettili a vetro che impugnano. 

<<L'Inquisitore vi aspetta, su.>> dice il vecchio addestratore.  

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John Rico

http://www.myth-weavers.com/sheet.html#id=1048957

Finalmente un evento inatteso, qualcosa che spezzasse la monotonia ed il silenzio opprimente di quella astronave.

Quando aveva deciso di arruolarsi nella Guardia Planetaria di Valon Urr, sapeva che avrebbe affrontato una vita monotona in caserma, almeno fino a quando non fosse capitato qualcosa che necessitasse il loro impiego, ma almeno sapeva di poter godere della compagnia e fratellanza dei commilitoni e di poter beneficiate di una vita tutto sommato migliore ed al servizio del pianeta e quindi del Dio Imperatore. Invece adesso si trovava da mesi sulla Sacra Spada, vessato dagli allenamenti intensivi e quotidiani di Traumann, praticamente solo, senza poter nemmeno fare vita sociale o svagarsi nelle ore di libertà. Era solo la fede nel Dio Imperatore ed il prestigio di lavorate per l'Inquisizione che lo avevano fatto resistere e lo avevano portato ad impegnarsi nell'allenamento. In realtà parte della sua determinazione erano anche frutto della volontà di dimostrare a Traumann che non era una mammoletta, come continuava a ricordargli, e di evitare il suo continuo disprezzo e punizioni corporali e psicologiche ogni volta che non raggiungeva gli standard prefissati dall'addestratore. Ovviamente i progressi ottenuti non erano mai sufficienti e Traumann si divertiva ogni volta ad alzare l'asticella e rammentargli quanto fosse incompetente e come fosse invece per lui un gioco da ragazzi. In effetti si poteva dire di tutto su Traumann ma non che fosse un soldato esemplare, le sua capacità militari e belliche erano davvero notevoli, una vera macchina di morte. Solo nelle ultime due settimane l'addestratore sembrava essersi ammorbidito di fronte ai risultati del suo addestramento e inveiva ed insultava John meno duramente del solito.

Se lo stavano presentando all'Inquisitore, il suo addestramento doveva star volgendo al termine, finalmente sarebbe entrato in azione al servizio di Wernerius e del Dio Imperatore. Accanto a lui c'erano degli altro individui, persone che aveva incrociato per poco durante gli allenamenti e che sapeva essere altri "requisiti" e presi sotto l'ala di Traumann affinché divenissero come lui degli agenti al servizio dell'Inquisitore. Rimane un po' stupito nel vedere un tecnoprete fra di loro, quegli individui erano strani. Si sentivano mille storie sui loro impianti cibernetici, tanto da essere ormai più meccanici che di carne. Probabilmente anche la loro anima aveva ingranaggi ed impianti e ciò spiegherebbe perché venerino l'Imperatore in quella strana veste di Dio Macchina. Come si poteva fare affidamento su persone simili? Però non stava a lui giudicare la lungimiranza ed assennatezza Inquisitore, se aveva preso con sè un individuo simile probabilmente c'erano dei lavori da fare che solo uno come quello poteva svolgere. E forse avrebbe ricevuto risposta del perché proprio lui fra centinaia di migliaia di reclute, non riusciva a spiegarselo, ed ogni volta che chiedeva spiegazioni a Traumann anche lui mi rinfacciava la stessa domanda in tono sarcastico. Non sapeva se davvero nemmeno lui lo sapesse o se evitasse di dirmelo per logorarmi anche da questo punto di vista, ma sperava che presto avrebbe avuto risposta a questa domanda che lo accompagnava da sei mesi ormai.

 

 

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Renn Avendar

Renn si accarezzò il braccio, impaziente.

Trascorrere così tanto tempo all'interno di una astronave, in sé, non gli era pesato: fin dalla nascita era vissuto in un'enorme, mostruosa, oscena montagna di metallo, un luogo in cui una fibra naturale era una sorta di minerale prezioso, impossibile. Le sue giornate erano sempre state misurate dal ritmico clangore degli stivali sulle passerelle di lega che incidevano le profondità di Infernis, una mappa malata, arzigogolata, impenetrabile, stesa da un folle in un delirio di onnipotenza. Tutti i Metallicani conoscono parte del labirinto di diramazioni sospese come se fossero le loro tasche; ogni sentiero sopraelevato, ogni vicolo cieco, ogni paratia sbarrata, ogni sezione crollata della tua zona sono dettagli che devi imparare a memoria, se vuoi avere qualche vaga possibilità di svegliarti, il mattino seguente...

No, ciò che rendeva Renn desideroso di affrontare il suo nuovo destino non era la speranza di respirare aria non filtrata o di allontanare dalle sue orecchie il sordo ronzio incessante che soffocava ogni istante di quel viaggio senza meta: era soltanto il desiderio di uscire da una routine infinita, di affrontare qualsiasi cosa potesse restituirgli una vaga parvenza di umanità.

Renn si guardò intorno, il suo istinto indagatore finalmente messo alla prova verso la soluzione di un mistero: tese i nervi, pronto a cogliere il minimo segnale che gli svelasse chi fosse realmente quell'uomo quasi leggendario di cui conosceva a malapena il nome. Sapeva che la scoperta avrebbe trasformato completamente il resto della sua vita, che una volta varcata quella soglia l'universo si sarebbe ribaltato su di lui ed attorno a lui. Essere ammessi alla presenza dell'Inquisitore poteva signuificare solo che sarebbero stati messi alla prova, nel bene o nel male.

Nascose un moto di impazienza, mentre la sua mente scivolava brevemente a quel giorno di qualche mese prima, quando, percorrendo il breve tragitto dal cuore del Distretto-Fortezza alla sua misera cella abitativa, si trovò accostato da una coppia di sconosciuti dall'accento strano, che gli chiesero di confermare loro la sua identità. Renn titubò, allora, incerto se rispondere o se chiamare l'allarme, ma a quel punto il più vecchio dei due gli intimò di non fare numeri strani, mostrandogli qualcosa che non si aspettava avrebbe mai visto dal vivo. Una Rosetta Inquisitoriale. Su mandato dei Sacri Ordini dell'Inquisizione di Sua Maestà Imperiale, Renn Avendar, quel giorno, venne requisito ed allontanato, forse permanentemente, dal suo ruolo come recluta dell'Adeptus Arbites. Ancora non si immaginava che il suo destino si sarebbe svolto solo dopo tutto quel tempo apparentemente sprecato.

Poi, infine, la porta sibilò e si scostò di lato, mentre Renn ritornava alla realtà e gettava un'ultima occhiata fugace ai suoi improbabili compagni...

 

Spoiler

Scheda

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Mentre siete ancora in attesa, per un secondo che pare una eternità, la porta si apre di scatto. 

I primi ad uscire sono degli ufficiali della guardia Imperiale, anzi no, delle semplici guardie ma vestite veramente riccamente, al punto da sembrare, ognuno un nobiluomo. Persino i fucili laser hanno il calcio in legno decorato in madreperla od osso. 

Vi guardano per un secondo dall'alto in basso, prima di fare spazio ad un uomo in armatura potenziata. 

Impaludato al suo interno, anziano e dall'aspetto particolarmente altezzoso ed austero, a differenza degli altri, pare squadrarvi come a scuoiarvi per vedere l'anima.

Il vostro addestratore si inginocchia, guardando il pavimento, senza proferire parola.

 

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John Rico

Per qualche attimo rimango colto di sorpresa dalla figura dell'Inquisitore, poi vedendo che Traumann si è inginocchiato immediatamente, faccio lo stesso.

Spoiler

"Arriva fino a questo punto il timore e la riverenza che un Inquisitore suscita?" pensai impressionato.

 

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Aleksander Hawken 

ho trascorso la maggior parte del tempo a bordo della Sacra Spada da solo, percorrendo il dedalo di passaggi e corridoi silenzioso come uno spettro, cercando di entrare un comunione con l'essenza della nave, assaporandone ogni vibrazione, recitando un mantra interiore in uno stato non molto dissimile da una trance. 

Mi sono a malapena preso la briga di tenere a mente le fattezze delle persone con cui ho mio malgrado dovuto interagire.

La mia ritrosia verso ogni contatto umano è così radicata da essere palese anche quando mi trovo al cospetto dell'Inquisitore: ciò nonostante so quanto sia importante adeguarsi e seguire l'etichetta, per cui senza esitare mi inginocchio a mia volta. 

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L'Inquisitore si avvicina a voi molto lentamente, avvicinandosi verso Traumann. 

Ha una voce bassa e dura, vi verrebbe da pensare non fosse così fragile. Qualcosa nella sua voce vi fa accapponare la pelle,  vi spronerebbe a correre via, ma rimanere immobili. 

<<I nuovi agnelli del tuo signore. Vedi di non sacrificarli troppo presto sull'altare.>> dice emettendo una risata crudele. Lentamente poi esce, raggiungendo un secondo ascensore rispetto quello da voi usato. 

Passato qualche secondo di silenzio assoluto, Traumann si alza in piedi e borbotta qualcosa di inintellegibile. 

Per Rico

Spoiler

Ti sembra che abbia detto "Maledetto mostro." O qualcosa di simile.  

Il vostro addestratore da una spinta non proprio educatissima a Rico, come ad indicargli la porta dell'Inquisitore, adesso spalancata. 

Si intravede una cupa biblioteca, sottili e tremolanti luci di candela. 

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John Rico

La voce di quell'uomo era davvero inquietante, in qualche strano modo mi era entrata nelle ossa, raggelandole.

Anche Traumann sembrava scosso da quell'individuo, una cosa che non credevo possibile da uomo tutto d'un pezzo come lui. La curiosità galoppava nel sapere chi fosse costui, perché dalle sue parole era evidente che non fosse l'Inquisitore, avrebbe voluto chiedere all'addestratore chi fosse non appena si fu allontanato ma l'espressone tesa e le parole a denti stretti del veterano mi fecero capire subito che era meglio lasciar perdere o ne avrei pagato care le conseguenze al prossimo allenamento, ne ero alquanto certo. Così mi serrai le labbra ed incitato malamente da Traumann mi alzai e mi diressi a lenti passi verso la porta dove mi aspettava l'inquisitore. Avvicinandomi non potei fare a meno di guardare più attentamente e guardingo le guardie ai lati della porta che altrettanto mi squadravano e di cui sostenni lo sguardo in un barlume di sfrontata di sicurezza, mentre i scrollavo di dosso la spiacevole sensazione che quel vegliardo in armatura mi aveva provocato. Superato il varco mi inoltrai in quella che sembrava una biblioteca, ne aveva vista qualcuna su Cyrus Vulpa negli edifici dell'Ecclesiarchia, erano qualcosa di spettacolare ed antico, probabilmente anche antiquato ma altrettanto affascinante, contenitori di conoscenze ed eventi di un atavico passato. Il luogo era in penombra rischiarato solo dalla flebile luce di innumerevoli candele.

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Quando entrate, la prima cosa che vi colpisce è l'odore della cartapecora e della polvere. 

Quando i vostri occhi si iniziano ad adattare all'oscurità notare che è effettivamente una biblioteca, mal tenuta si potrebbe dire: molto tomi sono accantonati per terra, come abbandonati. 

Nel silenzio della biblioteca sentite un rumore metallico: all'inizio vi pare che siano le protesi meccaniche del prete rosso che è insieme a voi, ma subito dopo sentite che il rumore viene dal buio. 

Da lì a breve notate che il rumore proviene dalla vostra sinistra. Appare una figura grottesca: senza le gambe, protesi meccaniche a sostituirle, è oltremodo grasso. La schiena è poggiata ad una placca metallica simile Allo schienale di una sedia, ma si nota che vi sono alcuni strani meccanismi che sono poi collegati con alcuni misteriosi cavi alla bocca ed al naso dell'uomo. Completamente calvo e scoprite anche senza un braccio, è ormai più macchina che uomo. Vi arriva alle narici un odore pesante di formalina e disinfettante, appena egli si avvicina, alcuni libri nella mano meccanica. 

<<Ah, le mie nuove leve. I vostri progressi negli addestramenti di Traumann sono stati abbastanza buoni, se sono veri i rapporti che ho letto. >> dice con voce un poco squillante, anche se impastata, mentre un servoteschio fischietta sopra di voi accendendo una luce, indicando una scrivania con alcune sedie. Lui si "siede" ( semplicemente fermandosi alla scrivania) e vi indica le altre sedie. 

<<Se avere domande, fatemele ora. Almeno poi potrò parlarvi di ciò che vi spetta. Gradite del thé oppure del vino? Ho anche dell'amasec da aprire. >> dice come perdendo il filo del discorso un attimo, voltandosi verso sinistra e poi verso destra. 

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Aleksander Hawken 

Ancora una volta decido di restare in silenzio, ma devo ammettere a me stesso che la presenza e l'aspetto di questo inquisitore mi hanno colpito, e non so se in positivo o in negativo. La comunione completa con la macchina è il percorso che ho intrapreso, ma questa sembra un'accozzaglia grottesca, lontana dal freddo e concreto rigore matematico a cui ambisco.

Ma questi pensieri restano ben sigillati nella mia mente, mentre attendo di sentire cosa abbia da dirci il nostro Inquisitore.

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John Rico

Spoiler

 

Rimasi stupito nel constatare chi fosse l'Inquisitore. Dai racconti che circolavano fra la gente di Cyrus Vulpa e dalle parole dei sacerdoti del Dio Imperatore mi aspettavo di trovar di fronte un individuo che instillasse timore e rispetto con la sua sola presenza, come quello che avevamo appena incrociato, un uomo esemplare, uno tutto d'un pezzo, in tutti i sensi. Invece di fronte a me avevo un relitto umano, inquietante per la sua condizione piuttosto che per le sue doti carismatiche e personali. Francamente ero un po' deluso, ma tutti quei libri che mi circondavano mi ricordarono un detto che più volte aveva sentito dire dal vecchissimo prete che mi aveva fatto catechismo durante la mia fanciullezza: "Mai giudicare un libro dalla copertina."

Impassibile e cercando di tenere ben a mente quella summa, mi sedetti al tavolo ed accettai del vino. Non lo avevo mai assaggiato, era una bevanda rara che solo la gente ricca e potente poteva permettersi e bearsi, e quindi decisi di non sprecare l'occasione, forse non mi sarebbe più capitata in futuro.

 

"Perché me, o meglio perché noi fra tutti gli innumerevoli individui che popolano l'Imperium?" chiesi con cortesia ma con un'evidente sete di risposte che traspirava dalla voce.

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Un  tecnoservitore si avvicina a voi, lentamente e con un poco di sferragliare. 

Iene portato da bere per voi due, niente per il tecnoprete. 

<<Non mi aspettavo una domanda filosofica. La risposta prosaica è che ho visto qualcosa in voi. Quella filosofica è che tutti servono l'Imperatore, il luogo e la funzione non è importante e porsi tale domanda è dolorosamente aprirsi al dubbio e quindi all'eresia. >> fa un cenno ad allargare le braccia. 

<<Potreste pensare che ci sia poca verità nelle mie parole, ma...tempo al tempo.

Comunque...avete mai sentito parlare di Sinophia? È un mondo ormai periferico, abbandonato nel silenzio.

Nel suo sistema c'è un complesso abbandonato ed una serie di astronavi portate li in ricognizioni dall'Adeptus Mechanicus. Dovrete andare lì ad indagare sulla sparizione di...tutti.>>

 

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Aleksander Hawken 

Alle parole dell'Inquisitore mi limito ad inarcare un sopracciglio con aria perplessa: mandare tre sconosciuti ad indagare sulla scomparsa di chissà quante persone? 

D'altro canto rifletto che probabilmente non si tratta di una sparizione di massa, ma di qualche problema nelle comunicazioni, forse casuale, forse intenzionale, ma comunque un problema facilmente individuabile.

Ma mentre ragiono su questi dettagli, un altro pensiero si fa strada nella mia mente, e questa volta lascio che le mie parole escano liberamente, sebbene con voce roca e cupa: "Un'intera flotta? Di quanti vascelli stiamo parlando? E che ci facevano così tanti vascelli in un avamposto remoto e abbandonato?"

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John Rico

Lasciai brevemente che gli altri due parlassero mentre provavo a riportare alla mente cosa ricordassi di Sinophia.

Spoiler

Test Conoscenze Comuni (Imperium + War) non le posseggo ma per via di Hagiography che me le trasforma in Abilità Base, Int 30 (immagino venga dimezzata a 15 non possedendo le abilità giusto?)

 

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Per Rico

Spoiler

Ricordi solo leggende sul fatto che Sinophia fosse il mondo capitale del settore Calixis ad inizio della crociata di conquista. Per il resto, la gente non ne parla molto, pare porti sfortuna.

<<Bella domanda Tecnoprete. Anche quello sarebbe assai importante scoprirlo. 

E fondamentale anche. 

Comunque da trovare ci sarebbe un mercante corsaro ed il magos della spedizione.>> dice mentre vi osserva tutti attentamente ed estrae un datapad. 

Sembra aspetttare domande. 

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John Rico

Spoiler

"Sarà anche una domanda filosofica e ci sarà pur una ragione, ma ad ogni modo stai evitando chiaramente di dirmela. Non mi faccio infinocchiare così." pensai un po' scocciato da come egli avesse aggirato la risposta.

 

"Da quanto tempo la flotta si trova lì e come siete certi che siano tutti spariti? Qualcuno ha constatato di persona che tutte le astronavi sono deserte? Quanto tempo fa? Segni di danneggiamento degli scafi o conflitti sui ponti?" chiesi in sequenza mentre iniziavo a farmi un'idea della faccenda

"Chi sono questo mercante corsaro e magos? Quali informazioni potete darci su di loro?" chiesi in seguito non appena l'Inquisitore ci rese partecipi di questi due obbiettivi chiave.

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