Vai al contenuto

Uno sguardo esterno a quello che sta succedendo al brand D&D


greymatter

Messaggio consigliato


In effetti la WoC aveva detto sin dai tempi del playtest della 5E che volevano far diventare D&D un brand con giocattoli, libri, film, videogiochi e altro ancora collegato al gioco di ruolo vero e proprio.

In effetti adesso lo vediamo molto bene dispiegarsi sotto i nostri occhi.

Concordo con l'autore dell'articolo quando dice che con le storyline probabilemte vendi di più rispetto agli splatbook perché riesci a stare più tempo sul mercato.

Spero facciano uscire qualcosa sulle altre ambientazioni e hanno "promesso" un libro di regole aggiuntive per l'anno prossimo. Ma per ora fanno uscire un sacco di podcast e anche un libro da colorare (!!!). Quest ultimo non l'avrei mai pensato... :)

Link al commento
Condividi su altri siti

Io penso che quella della WoTC sia una mossa intelligente: D&D nel bene e nel male è D&D ha una sua identità, una sua storia, è praticamente un marchio al pari di Disney, Ferrari e Coca Cola. Anche uno completamente estraneo al mondo dei giochi di ruolo se sente la parola D&D sa a grandi linee di cosa si tratta.

Speriamo solo che riescano a cavarne fuori un film almeno decente, ma sarebbe bello un "universo cinematografico D&D", un po' come l'MCU della Marvel o quello ancora nascente della DC.

  • Mi piace 1
Link al commento
Condividi su altri siti

6 ore fa, greymatter ha scritto:

Segnalo questo articolo (in inglese) che ho trovato piuttosto interessante, e sul quale in generale concordo:

An Outsiders Look At What D&D Is Doing As A Brand

E' quello che ho provato a spiegare diverse volte in varie discussioni sul forum. ;-)
Anche se non concordo per niente con le conclusioni a cui è giunto l'autore del sito, a mio parere molto superfiiali riguardo alle dinamiche che ci sono state in casa WotC negli ultimi 4 anni.

  • La WotC sta facendo tutto questo per creare una fan base per il film? In quanto a immagine il film le va decisamente bene, ma in quanto a soldi..... Naaaaa!

Il film di D&D con tutto quello che  la WotC sta facendo non centra assolutamente nulla e se il tizio del sito avesse seguito un po' meglio gli sviluppi alla WotC, lo saprebbe.
Innanzitutto il film non è in alcun modo il progetto su cui la WotC sta puntando. Non solo il destino del prossimo film è legato per metà ad un'altra azienda, diversa da mamma Hasbro, ma come progetto è nato un po' più come incidente di percorso positivo, piuttosto che come obbiettivo già chiaro nella mente della WotC. Considerando la situazione della WotC prima dei risultati finanziari dell'uscita dei 3 Core di D&D 5e, inoltre, nessuno che abbia seguito realmente le notizie sulla WotC direbbe che l'obbiettivo di tutto è la produzione di un film.
La Hasbro e la WotC si sono interessate realmente al progetto di un nuovo film solo dopo che la 5a Edizione ha fatto boom con la sua uscita e ha attirato di nuovo l'attenzione del pubblico. Solo allora sono iniziate le contrattazioni con la Sweetpea, ancora proprietaria della licenza di produzione di film su D&D.

Alla Hasbro, a quel punto, è venuta la voglia di approfittare del nuovo successo di D&D per fare qualche soldo in più con un film, considerato poi che le spese di produzione non sarebbero state del tutto sulle sue spalle. D&D 5e, tuttavia, non è nemmeno lontanamente nato con in mente l'idea di dare vita a un film, ovvero uno dei progetti più rischiosi e dispendiosi tra quelli su cui si potrebbe pensare d'investire. Contrariamente a quello che sostiene il sito linkato, l'idea del film si è consolidata dopo la progettazione e l'uscita di D&D 5e, e solo perchè mamma Hasbro ha ritenuto sensato massimizzare gli incassi con spese ridotte (spese divise fra le parti, ricordo).

No, no..... la logica che sta dietro al nuovo corso della WotC l'aveva spiegato benissimo Mike Mearls in una intervista che aveva dato un paio di anni fa. IL nuovo corso della WotC non ha nulla a che fare con il film, ma con il trasformare D&D in un brand. In parole povere, da marchio di un singolo prodotto (il gdr cartaceo) a marchio esteso a più prodotti.
E i prodotti del brand D&D su cui si è realmente fin da subito puntato sono:

  • Gdr cartaceo (fonte d'ispirazione per la produzione degli altri prodotti della famiglia D&D).
  • Board game
  • Romanzi
  • Videogiochi
  • Organized Play (il Gdr organizzato)
  • Fumetti
  • Miniature e altri accessori

Questi sono i prodotti che appartengono realmente alla costellazione del Brand D&D, su cui la nuova WotC è stata progettata. Non il film.
Mike Mearls l'aveva ben spiegato anni fa. E aveva chiarito bene che ognuno di questi prodotti sarebbe stato creato usando come elemento centrale le Storyline: ogni prodotto di quell'elenco fondamentale sarebbe stato (e ancora è) costantemente aggiornato alla nuova Storyline in uscita. il motivo per cui i manuali escono molto lentamente e per cui alla Wotc sono molto restii a rivelare i calendari di uscita, è perchè hanno bisogno che tutti i prodotti siano stati aggiornati alla nuova Storyline, prima di farne uscire anche uno solo.
E, proprio in coerenza con questa nuova impostazione, possiamo notare che a ogni Storyline escono in genere sempre un nuovo Board Game, una nuova espansione di Neverwinter, un nuovo romanzo, delle nuove miniature, ecc.

Come poi ho cercato di spiegare in diverse discussioni, è proprio per questa logica che non ci si deve stupire che la nuova edizione è in grado di reggere sull'uscita di pochi manuali all'anno.
Molti, nei mesi, si sono messi a sostenere che lo stato attuale delle cose (solo 2-3 manuali pubblicati ogni anno) implica inevitabilmente una crisi della nuova edizione di D&D. Ho provato a spiegare più volte che non è così: non solo una release lenta è proprio ciò che la maggioranza dei giocatori ha chiesto alla WotC di fare, ma bisogna accettare anche l'idea che non è dai manuali del Gdr cartaceo che la WotC fa i soldi per sostenere l'intera impalcatura del brand D&D.

Un'azienda come la Paizo ha bisogno di pubblicare tanti manuali all'anno.
Ne ha bisogno perchè basa la gran parte dei suoi guadagni proprio su quei manuali. Il centro nevralgico degli incassi della Paizo sono proprio quei manuali: se la Paizo (così come qualunque tradizionale casa editrice di Gdr) non facesse uscire tanti manuali, non produrrebbe la fonte del suo guadagno.
La nuova WotC, al contrario, non fa derivare il grosso dei suoi introiti dal Gdr cartaceo (che comunque ha un peso nel bilancio), ma dai prodotti derivati. Come molte aziende che puntano sui grandi Brand sanno, è il Merchidise che ti fa fare il grosso dei soldi: non sono i film di Star Wars a generare profitto, ma la vendita di pupazzetti, videogiochi, magliette, ecc.; lo stesso vale per i film Marvel, ecc..
La nuova WotC è in grado di sostenere la produzione della 5a Edizione grazie alla vendita dei prodotti derivati, come romanzi, board game, videogiochi, miniature, magliette, ecc..

E non è un caso se ha puntato molto sull'Actual Play in streaming. Non solo è un modo per insegnare agli inesperti come si gioca (uno degli obbiettivi che la WotC si è posta fin dagli inizi), ma è soprattutto una grande fonte di promozione.
In america in particolare, in questi ultimi anni D&D è tornato ad essere un prodotto molto popolare, capace di attirare addirittura il pubblico mainstream. Si parla di D&D in vari prodotti d'intrattenimento (tra cui alcune serie tv molto celebri, come Community, The Big Bang Theory e Stranger Things), ne parlano molte celebrità (come Vin Deasel e altri attori). Le partite dell'Actual Play sono diventate talmente viste, che di recente la WotC ha organizzato una visione di queste in numerosi cinema americani, con biglietti che sono andati a ruba.....manco avessero proposto di vedere qualche Blockbuster.
E questa promozione, genera persone interessate al brand....ovvero persone che non solo magari compreranno i manuali, ma molto probabilmente compreranno anche magliette, felpe, pupazzetti, dadi, gadget vari, board game, romanzi, ecc.

L'attuale promozione sta facendo aumentare esponenzialmente il numero degli appassionati e maggiore è il numero di questi ultimi, maggiore è il numero di prodotti che essi compreranno.

D&D ha smesso di essere solo una serie di manuali.
Ma chi, però, ritiene che tutto questi sia stato messo in campo per progettare un film, non ha capito cosa sta succedendo.
Ma si crede davvero che la Hasbro, che fino al 2011 ha fatto balenare l'idea di chiudere il brand di D&D e che ha imposto una riduzione del team di D&D a 15 persone fino a qualche mese fa, abbia ridato ossigeno al marchio per creare qualcosa di tanto rischioso come un film??

Modificato da SilentWolf
  • Mi piace 2
Link al commento
Condividi su altri siti

Posto che quanto scritto nell'articolo riguardo a monopoli e ticket to ride sia vero allora la conclusione è ineccepibile, lo scopo è spostare il brand D&D su prodotti potenzialmente più reditizi, tra cui film, videogiochi e giochi da tavolo. Ho l'impressione che tra tutti gli ambiti in cui poter sfruttare un marchio fantasy quello dei giochi di ruolo sia di gran lunga il meno remunerativo.

Link al commento
Condividi su altri siti

Di tutta la strategia "brand d&d" la cosa che mi colpisce/sorprende di più è gente che va al cinema a guardare partite registrate di gente che gioca... io mi annoierei a morte e invece c'è gente che paga un biglietto per questo. Se porta acqua al mulino dell'hobby ben venga, sia chiaro, ma lo trovo sorprendente.

Mi vengono da aggiungere due considerazioni:

1. Chi riteneva la strategia della WoC su D&D perdente forse ha fatto i conti senza ragionare su questa nuova svolta verso il brand.

2. In Italia D&D è sempre stato un prodotto di nicchia "per nerd" e ha sempre avuto un mercato piccolo (a parte negli anni 80 forse quando trovavi le scatole di BECMI nei negozi di giochi). Non sorprendiamoci se D&D oggi non viene tradotto.

Link al commento
Condividi su altri siti

1 hour ago, Muso said:

Chi riteneva la strategia della WoC su D&D perdente forse ha fatto i conti senza ragionare su questa nuova svolta verso il brand

Sarà il tempo a dire se la strategia è vincente o perdente, dato che comunque non sappiamo niente sui dati di vendita dei manuali diversi dai 3 core.

In ultimo, se la Hasbro guadagna o meno non mi cambia niente a livello personale - a livello puramente individuale, come ho già detto altre volte, sono insoddisfatto dell'attuale politica editoriale, per un motivo che è espresso molto chiaramente nell'articolo:

Quote

because D&D is focused on the brand of D&D and storytelling, they don’t necessarily want other people making stories in their worlds, they want people to buy into their stories. 

Io sono uno di quelli che si crea le proprie campagne, e se usa moduli già fatti, preferisce moduli brevi e self-contained che posso utilizzare a piacimento in una campagna esistente. E' evidente che io non sono il target dell'attuale politica editoriale della WotC, e magari giustamente - magari i giocatori come me sono una minoranza. Fatto sta che il mio interesse per le supercampagne monolitiche della WotC è zero, e infatti dall'uscita dei 3 core io non ho più comprato niente pur avendo continuato a giocare a D&D 5e in maniera più o meno regolare. I tre core sono usciti due anni fa.

Modificato da greymatter
  • Mi piace 2
Link al commento
Condividi su altri siti

2 ore fa, Ermenegildo2 ha scritto:

Posto che quanto scritto nell'articolo riguardo a monopoli e ticket to ride sia vero allora la conclusione è ineccepibile, lo scopo è spostare il brand D&D su prodotti potenzialmente più reditizi, tra cui film, videogiochi e giochi da tavolo. Ho l'impressione che tra tutti gli ambiti in cui poter sfruttare un marchio fantasy quello dei giochi di ruolo sia di gran lunga il meno remunerativo.

Esatto, questo è stato l'obbiettivo...imposto, molto probabilmente, dalla Hasbro per consentire al Gdr D&D di sopravvivere.
E' molto probabile che la Hasbro, la quale ha interesse solo per le cose che generano profito o che almeno non provocano perdite, abbia preteso un cambio di strategia per rendere produttivo D&D, pena la chiusura del Gdr più famoso al mondo.

Riguardo al film, invece, come ho provato a scrivere più su, non è mai stato nei piani iniziale, nè della WotC, nè della Hasbro.

La persona che ha scritto l'articolo di quel sito parla del fare un film come se fosse il progetto a cui ogni grande azienda aspira, come se fosse la conclusione naturale di un investimento a lungo respiro. Questo è vero solo se sei una grossa casa di produzione cinematografica....
Se, invece, sei un'azienda che fa giocattoli e che D&D quasi non lo considera (la Hasbro), o un'altra che è una semplice casa editrice (la WotC), di certo non hai le basi per lanciarti in un progetto mastodontico come fare un film.
Non è un caso se i film di D&D sono stati fin ora progetti low budget.

La produzione di un film è uno degli investimenti più dispendiosi e rischiosi a cui si possa pensare: fare un film spesso richiede una spesa di grandi quantità di denaro (e un film ambientato in un mondo fantasy ne richiederà parecchio, vista la mole di effetti digitali e speciali richiesti), ma a fronte dei grandi costi il recupero delle spese non è per niente assicurato. Anzi, le probabilità di concludere il progetto in perdita sono maggiori di quelle di finire in attivo.
Basta solo pensare che molte grandi produzioni cinematografiche gestite da aziende esperte nel settore (non da aziende di giocattoli o case editrici di Gdr) recuperano i costi di produzione di un film dal suo merchidise (home video, vestiario, gadget, giocattoli, ecc.) , non dagli incassi al botteghino.

Di certo non si può pensare che una azienda minuscola come la WotC, inesperta di progetti titanici come i film, abbia iniziato a progettare tutto D&D 5e per creare un film. Sarebbe come sostenere che chiunque di noi oggi si può svegliare la mattina e decidere di giocare in borsa con esperienza, pretendendo di guadagnare milioni di euro. Per un'azienda come la WotC puntare subito con l'investire su un film sarebbe stato un suicidio, così come per noi lo sarebbe puntare tutti i nostri averi su un titolo in borsa a caso non avendo esperienza di come funziona il sistema finanziario...

Allo stesso modo, non si può pensare che la Hasbro abbia appoggiato la creazione di D&D 5e pensando subito a un film, considerando che prima del 2014 la Hasbro a fatica sapeva dell'esistenza di D&D (per noi è il Gdr più famoso al mondo, per la Hasbro è una minuscola e insignificante voce di bilancio tra molte altre più rilevanti) e che, al massimo, il gioco era finito alla sua attenzione per i problemi sorti con la 4a Edizione. Una azienda gigantesca come la Hasbro di certo non butta soldi per progettare un film legato a un marchio, D&D, che per lei praticamente era invisibile e che è sempre stato lo "zero virgola...." dei suoi introiti.

Il film nasce come conseguenza della nuova popolarità di D&D generata dal successo di D&D 5e.
Senza quella popolarità che ha stupito la Hasbro stessa, non staremmo a parlare di un film a questo punto.

21 minuti fa, greymatter ha scritto:

Sarà il tempo a dire se la strategia è vincente o perdente, dato che comunque non sappiamo niente sui dati di vendita dei manuali diversi dai 3 core.

E' probabile che siano in passivo rispetto ai Core, ma tanto la nuova WotC non finanzia la produzione dei manuali grazie agli incassi prodotti solo dai manuali. ;-)Hai notato che la nuova WotC non si fa problemi a rilasciare regole in PDF gratuiti? Considerando che la 5a EDizione fa uscire così pochi manuali, normalmente questo sarebbe un suicidio....
La WotC se lo può permettere perchè sostiene il Gdr con gli incassi generati dai prodotti derivati. :)

I manuali possono essere anche in passivo....ciò che conta è che quel passivo sia ripagato con un forte attivo da parte degli altri prodotti.
I manuali del Gdr cartaceo non sono progettati con in mente i guadagni diretti, ma allo scopo di costuire la fonte delle Storyline. Il gdr cartaceo è l'immagine, la facciata che attira l'attenzione del pubblico e che fornisce spunti narrativi. Il gdr cartaceo, insomma, fornisce le idee su cui basare la produzione dell'intero brand, idee che poi contribuiscono a lanciare i prodotti derivati che sono la reale fonte di guadagno.

In sostanza, è un motore che si autoalimenta: il Gdr cartaceo fa promozione ai prodotti derivati, mentre i prodotti derivati finanziano la produzione del Gdr cartaceo.

 

21 minuti fa, greymatter ha scritto:

sono insoddisfatto dell'attuale politica editoriale, per un motivo che è espresso molto chiaramente nell'articolo:

Che in realtà è una tesi falsa, basata su una visione di D&D 5e sul breve periodo e non tenendo conto della strategia di marketing della WotC sul lungo periodo.
L'autore dell'articolo molto probabilmente scrive questo perchè si lascia ingannare dalla release lenta della 5a Edizione, rispetto a quella tradizionale. Osservando che in un paio di anni la 5a Edizione è stata composta in particolare da Avventure, molto probabilmente da per scontato che questa sia l'impostazione definitiva di D&D 5e.
Si sbaglia di grosso.

Primo: se si vuol capire la strategia editoriale di un gioco basato su una release lenta, non bisogna studiare solo pochi anni di vita ma osservare le scelte editoriali nella prospettiva di un numero più esteso di anni. Cercare di giudicare una release lenta in paragone a più tradizionali release è solo ingannevole. Non ci si può aspettare che 3 anni di produzione di una WotC diano informazioni sulla sua strategia editoriale come 3 anni della Paizo. Vista la release lenta, la strategia editoriale della WotC deve essere valutata su tempi più lunghi, ad esempio 6 anni. E come fare a ipotizzare cosa farà la WotC negli anni futuri? Basta osservare come si evolvono le sue strategie nel tempo.

Secondo:  la strategia editoriale della WotC in questi anni si è evoluta nel tempo e, di certo, non è mai stata già decisa fin da subito. Solo negli ultimi mesi ha iniziato a consolidarsi un progetto definitivo. Per questo, è molto importante non dare per scontato che questi primi anni contengano interamente il modello editoriale della WotC. Siamo passati, infatti, da anni in cui l'unico materiale ufficiale prodotto erano Avventure, ad anni in cui alle Avventure si alternano manuali di regole.

La WotC vuole impedire ai giocatori di creare campagne nei propri mondi? Falso.
Semplicemente, le regole per giocare nei propri mondi usciranno a un ritmo più lento di quanto uscivano nel passato. E questo ritmo ha iniziato a velocizzarsi. Fin ora abbiamo visto solo alcuni esempi di manuali sperimentali, nel mentre la WotC stava cercando di individuare il nuovo modello di produzione dei suplementi di crunch.
Già il prossimo anno è molto probabile che vedremo l'uscita del primo grosso supplemento di regole dai tempi del 3 Core.
 

21 minuti fa, greymatter ha scritto:

Io sono uno di quelli che si crea le proprie campagne, e se usa moduli già fatti, preferisce moduli brevi e self-contained che posso utilizzare a piacimento in una campagna esistente. E' evidente che io non sono il target dell'attuale politica editoriale della WotC, e magari giustamente - magari i giocatori come me sono una minoranza. Fatto sta che il mio interesse per le supercampagne monolitiche della WotC è zero, e infatti dall'uscita dei 3 core io non ho più comprato niente pur avendo continuato a giocare a D&D 5e in maniera più o meno regolare. I tre core sono usciti due anni fa.

Come ho provato a spiegare più su, alla WotC interessa poco che non si comprino le sue Avventure (le avventure le finanzia in altro modo e il suo mercato di riferimento sono in particolare gli americani, non noi).
Per i giocatori come me e te (siamo sulla stessa barca), la WotC rilascerà almeno un manuale di Cruch (o semi-crunch) all'anno. Quello che abbiamo visto in questi anni è stato l'affinamento del modello di produzione dei manuali con Crunch.
Siamo passati da un supplemento stile Splatbook (era incentrato sugli elementi) cancellato, le cui meccaniche sono state rese disponibili sotto forma di PDF gratuito, a un manuale di campagna con qualche meccanica nuova (Sword Coast Adventurer's Guide), a un supplemento con mostri e razze nuove mixato a elementi narrativi (Volo's Guide to Monster) e l'anno prossimo è in progetto il "primo supplemento meccanico maggiore" (il quale è il motivo della gran parte degli Arcani Rivelati rilasciati nell'ultimo anno), il quale molto probabilmente sarà quasi totalmente crunch in stile manuali Core.

Se l'idea della WotC fosse stata solo quella di obbligare la gente a giocare ai suoi mondi, avrebbe prodotto solo i 3 Core, i Manuali base per le ambientazioni e, poi, rilasciato solo Avventure.
Non è così.
In questi anni ha solo cercato di capire come muoversi per evitare la vecchia deriva degli Splatbook.

  • Mi piace 2
Link al commento
Condividi su altri siti

15 minutes ago, SilentWolf said:

 

Di certo non si può pensare che una azienda minuscola come la WotC, inesperta di progetti titanici come i film, abbia iniziato a progettare tutto D&D 5e per creare un film. Sarebbe come sostenere che chiunque di noi oggi si può svegliare la mattina e decidere di giocare in borsa con esperienza, pretendendo di guadagnare milioni di euro. Per un'azienda come la WotC puntare subito con l'investire su un film sarebbe stato un suicidio, così come per noi lo sarebbe puntare tutti i nostri averi su un titolo in borsa a caso non avendo esperienza di come funziona il sistema finanziario...

 

Non credo si sia mai pensato che la wotc progettasse di creare un film, al massimo di vendere la licenza. Concordo comunque che sia improbabile che le mosse produttive siano state fatte con l'obbiettivo principale di rendere il franchise appetibile per un adattamento cinematografico.

 

Link al commento
Condividi su altri siti

1 ora fa, korgul ha scritto:

Non credo si sia mai pensato che la wotc progettasse di creare un film, al massimo di vendere la licenza. 

La licenza era già fin da subito in mano alla Sweetpea, motivo per cui la Hasbro ha iniziato il contenzioso giudiziario che si è concluso con l'accordo per un film prodotto assieme.

Non c'era una licenza da vendere, perchè era già stata affidata anni prima dell'uscita di D&D 5e. E l'interessamento della Hasbro in merito non è iniziato con la progettazione di D&D 5e, ma solo come conseguenza del fatto che la Sweetpea voleva fare un film su D&D a prescindere dai piani Hasbro/WotC.

 

Link al commento
Condividi su altri siti

28 minutes ago, SilentWolf said:

La licenza era già fin da subito in mano alla Sweetpea, motivo per cui la Hasbro ha iniziato il contenzioso giudiziario che si è concluso con l'accordo per un film prodotto assieme.

Non c'era una licenza da vendere, perchè era già stata affidata anni prima dell'uscita di D&D 5e. E l'interessamento della Hasbro in merito non è iniziato con la progettazione di D&D 5e, ma solo come conseguenza del fatto che la Sweetpea voleva fare un film su D&D a prescindere dai piani Hasbro/WotC.

 

Ho letto ora la travagliata storia legale. A quanto pare tutto è scoppiato mentre la sweetpea lavorava ad una proposta di film con la warner bros mentre la Hasbro prendeva indipendenti contatti con la universal.
 

Dunque il film nascerà da un accordo a denti stretti dopo mesi di cause e controcause. Non mi pare il più favorevole degli auspici.

Link al commento
Condividi su altri siti

Parlo da studente Bocconi e non da appassionato di Gdr: DnD ha un modello di business goffo e un bacino di consumatori quasi inesistente (questo è il problema maggiore). 

Cambiare il modello di business (ricavi da merchandising anziché da manuali) è chiaramente una buona strategia perché in sostanza sostituisci un prodotto (i manuali e le miniature) con un mercato sottilissimo ad altri con mercati molto più spessi (videogiochi, app, libri, etc.). 

Lo storytelling mi sembra l'unico modo di connettere i vari prodotti di merchandising, quindi questa storia di creare un corpus di storie ha una sua forte logica.  "Vendere" lo storytelling, però, non sarà immediato.

Modificato da Lord Karsus
  • Mi piace 1
Link al commento
Condividi su altri siti

22 ore fa, Lord Karsus ha scritto:

"Vendere" lo storytelling, però, non sarà immediato.

Sono d'accordo su tutto tranne che su questo. ;-)

In realtà lo Storytelling è proprio ciò che sta aiutando D&D 5e ad emergere rispetto alla concorrenza. Il modo più semplice e immediato per interfacciarsi con gli acquirenti, infatti, è proprio attraverso una narrazione, capace di stimolare la loro immaginazione. Parlare solamente di nuovi Board game, nuovi romanzi, nuovi splatbook, nuove miniature, ecc. rende la presentazione di questi prodotti poco attraente, poco stimolante. Al contrario, è proprio il legare tutti questi prodotti a una storia che li rende attraenti al pubblico.
Una miniatura di per sè è poco interessante, e un board game preso da solo può apparire come uno dei tanti giochi di società disponibili sul mercato. Al contrario, descrivere all'acquirente l'idea che, scegliendo di comprare uno specifico prodotto, egli avrà l'opportunità di scoprire lati nuovi della storia che ha catturato la sua attenzione, contribuirà a rendergli più attraente anche un prodotto che -  di norma - di per sè magari non avrebbe avuto alcun appeal.

Non c'è nulla di più immediato dello Storytelling, perchè tutti amano e sono catturati dalle storie. Le storie sono amate perchè fanno perno sulle nostre emozioni, il mezzo più immediato per riuscire a colpire la nostra attenzione (se vuoi attirare l'attenzione di una persona, passare attraverso le sue emozioni sarà sempre la strada più facile e veloce).
Anche chi crede di non amare le storie, in realtà le ama. Semplicemente ci sono storie diverse per persone diverse: il giocatore interessato solo ai combattimenti sarà molto probabilmente conquistato dalle storie d'azione e d'avventura (insomma, alla Rambo, alla Tomb Raider, alla Uncharted, alla Jurassic Park,  alla Bourn Identity, ecc.).

E' più immediato questo modello di vendite, di quello usato anni fa per la 3.5. ;-)

UN esempio notevole è il metaplot di Vampiri: la Masquerade. Non a caso non c'è nulla che i giocatori del vecchio vampiri ricordano meglio del metaplot di quel gioco, ovvero la storia della società vampirica e i vari PNG celebri che - presentati nei vari manuali e avventure - hanno conquistato la loro immaginazione, praticamente come se fossero stati i protagonisti di una appasionante storia rilasciata a puntate dalla White Wolf. :)

  • Mi piace 2
Link al commento
Condividi su altri siti

Sicuramente è una buona strategia.

 

Per la questione del film, la vedo dura. Sono sicuro che Next non è stato pensato in ottica film, anche se sarebbe una manna per avvicinare molta più gente al gdr (considerando che persino l'industria videoludica è in contrazione). Magari dopo l'acquisizione della Marvel e Lucasfilm, se la Disney acquistasse anche la Wizard (con un ottocentesimo dei suoi profitti annuali, vedere i bilanci per credere), sia Magic che Dnd avrebbero, oltre che dei canali commerciali ottimi, l'accesso automatico ai fondi per un blockbuster, ma dopo aver visto quella blasfemia di Star Wars VII... Comunque la questione film, a parte progetti di singoli registi, è fuori portata.

 

Link al commento
Condividi su altri siti

5 ore fa, Lord Karsus ha scritto:

Sicuramente è una buona strategia.

 

Per la questione del film, la vedo dura. Sono sicuro che Next non è stato pensato in ottica film, anche se sarebbe una manna per avvicinare molta più gente al gdr (considerando che persino l'industria videoludica è in contrazione). Magari dopo l'acquisizione della Marvel e Lucasfilm, se la Disney acquistasse anche la Wizard (con un ottocentesimo dei suoi profitti annuali, vedere i bilanci per credere), sia Magic che Dnd avrebbero, oltre che dei canali commerciali ottimi, l'accesso automatico ai fondi per un blockbuster, ma dopo aver visto quella blasfemia di Star Wars VII... Comunque la questione film, a parte progetti di singoli registi, è fuori portata.

 

Faccio notare che Hasbro - propietaria di Wizards of the Coast - NON ha bisogno di fondi esterni per prodursi i film. È considerata tra i top 10 produttori di Hollywood, il terzo per l'animazione dopo Disney e Sony.

Cita

 

Hasbro Studios is responsible for entertainment, brand-driven storytelling for Hasbro across television, commercial productions and short-form content. It develops, produces and distributes content based on Hasbro's world class brands, including TRANSFORMERS, MY LITTLE PONY, and LITTLEST PET SHOP. Many of its series air on Discovery Family Channel and on networks and digital platforms in more than 190 territories globally. Since its formation in 2009, the studio has received ten Daytime Emmy wins.

On the film side through its film label Allspark Pictures, the Company has developed and produced a number of features based on Hasbro's brands. Films in development or planned for release include OUIJA 2 (Universal), MY LITTLE PONY: THE MOVIE (Lionsgate), MAGIC: THE GATHERING (21st Century Fox), PLAY-DOH (21st Century Fox), TRANSFORMERS 5, 6 and 7 (Paramount) and the Cinematic Universe (Paramount) which includes GI JOE, MICRONAUTS, M.A.S.K, ROM and VISIONARIES

 

Notare che D&D è così secondario da non essere nemmeno accennato nel loro boilerplate delle PR. 

Vabbè.

Col mercato attuale, un blockbuster di pessima fattura si autofinanzia eccome: Warcraft è stato la dimostrazione che basta entrare nei 100 film ammessi in Cina per superare il fatturato geneato in tutto il resto del mondo. E per entrare in quella lista bastano i contatti giusti.

Quindi certamente D&D 5 non è stata pensata con un film in mente da Mearls e soci, ma il management di Hasbro ha in mente di usare ogni brand con un seguito per realizzare un film. Dato che D&D è anche nella giusta fase della curva di ciclo di vita (i suoi giocatori originali sono 40-50enni con soldi e figli) il match è perfetto.

E dopo Strange Things scommettete che poi avremo la nostra bella serie tv prodotta da Netflix o Amazon?

  • Mi piace 4
Link al commento
Condividi su altri siti

11 ore fa, Dracomilan ha scritto:

Faccio notare che Hasbro - propietaria di Wizards of the Coast - NON ha bisogno di fondi esterni per prodursi i film. È considerata tra i top 10 produttori di Hollywood, il terzo per l'animazione dopo Disney e Sony.

Attenzione, però...
Vero che la Hasbro possiede la sussidiaria Hasbro Studios, attraverso cui produce film e cartoni (in particolare per la televisione), ma non è esatto sostenere che si tratta di una delle più importanti case di produzione cinematografica di Hollywood. Al contrario, è uno degli Studio minori. Contrariamente a quanto sostieni, infatti, di norma ha spesso bisogno di fondi esterni per produrre i film di grosso calibro o, se non si tratta dei fondi, dei contati, delle competenze e dei mezzi posseduti da Studios più grossi ed esperti.

Fai caso agli stessi film che hai citato e nota come, per ognuno, è associato tra parentesi uno studio di grosso calibro (20th century Fox, Universal, Paramount, ecc.). La Hasbro di per sè non è in grado autonomamente di far fronte alle difficoltà economico-logistiche necessarie per produrre i film di grosso calibro. Questo perchè, nonostante la Hasbro Studios, la Hasbro non è specializzata nel campo e non ha i capitali, le conoscenze, i contatti e le competenze che sono possedute dagli Studios specializzati nel settore.
E' per questo che, nonostante possieda grandi capitali, tende sempre a stipulare accordi di collaborazione con altri grossi Studios cinematografici. Mentre la Hasbro fonda la gran parte delle sue competenze sul settore dei giocattoli, i grossi studio sono specializzati nel trovare capitali per produrre film e, in quanto professionisti del settore, possiedono ben collaudati sistemi di distribuzione, canali di promozione, contatti che aiutano facilmente a individuare attori/registi/tecnici e i luoghi dove girare, e possiedono grandi quantità di studi e di equipaggiamenti per produrre un film.

Difficilmente la Hasbro sarebbe in grado di muoversi da sola nel settore della produzione cinematografica, anche se avesse a disposizione i soldi. Visto che si tratta di un settore molto rischioso, in cui è possibile perdere milioni in un battito di ciglia, la Hasbro ha bisogno dell'appoggio di altri Studi più esperti per portare avanti i progetti veramente importanti.

Caso molto diverso dalla Hasbro è quello della Disney. Quest'ultima, infatti, ha una esperienza nel settore cinematografico di lunga data. Mentre la Hasbro Studios è nata solo nel 2009, la Disney fa film dagli anni '80 ed è divenuta talmente esperta nella produzione che la sua divisione cinematografica, la Walt Disney Studio, è diventata addirittura una delle Big Six (una delle 6 più grandi case di produzione cinematografica, assieme alla Universal, alla Warner Bros, alla 20th century Fox, alla Columbia Pictures - della Sony - e alla Paramount).
La Hasbro non ci arriva nemmeno lontanamente. ;-)

 

Sulla questione che, invece, per la Hasbro D&D sostanzialmente è inesistente, su questo hai ragione.

 

Cita

E dopo Strange Things scommettete che poi avremo la nostra bella serie tv prodotta da Netflix o Amazon?

Mai dire mai, ma non è da dare per scontato.
Anche questa è una ipotesi abbastanza azzardata, infatti. Dalla Hasbro difficilmente arriverà una simile iniziativa, a meno che qualcuno di esterno le proponga di investire sul brand. Quindi starebbe a Netflix e ad Amazon proporre il progetto, il che non è qualcosa di scontato: non è detto che queste aziende siano interessate a qualcosa del genere. Va bene che D&D in questi anni sta vivendo un ritorno di fiamma tra il pubblico americano, ma questo non lo sta rendendo automaticamente un must.

Modificato da SilentWolf
  • Mi piace 2
Link al commento
Condividi su altri siti

13 ore fa, Dracomilan ha scritto:

PLAY-DOH (21st Century Fox)

Pensavo che, dopo il film sugli Angry Birds, non si potesse scendere più in basso... come mi sbagliavo! :cry:

 

13 ore fa, Dracomilan ha scritto:

E dopo Strange Things scommettete che poi avremo la nostra bella serie tv prodotta da Netflix o Amazon?

Per una cosa del genere sarei dispostissimo a firmare un patto col sangue!
Preferirei una serie a cartoni animati, però, piuttosto che una con attori in carne ed ossa... personalmente penso che, per certe cose, i cartoni siano più adatti.

  • Mi piace 2
Link al commento
Condividi su altri siti

@MattoMatteo Sicuramente restando su budget più terra terra (come quelli delle serie televisive) i cartoni animati permettono di sbizzarirsi molto di più tra creature fantastiche e location come sarebbe un eventuale serie su d&d.

Anche io propenderei più per una serie animata, magari qualcosa tipo Avatar, che a mio parere era un buon compromesso tra umorismo e drammaticità.

Link al commento
Condividi su altri siti

3 ore fa, SilentWolf ha scritto:

Fai caso agli stessi film che hai citato e nota come, per ognuno, è associato tra parentesi uno studio di grosso calibro (20th century Fox, Universal, Paramount, ecc.).

Occhio a non confondere la distribuzione con la produzione. Hasbro studios ha prodotto per esempio i film dei Trasformers. Li ha distribuiti Paramount/Dreamworks.

Hanno soldi e solide competenze.

Non hanno la logistica (che ricordo, include le sale).

Link al commento
Condividi su altri siti

Il 16/10/2016 alle 16:57, Dracomilan ha scritto:

Occhio a non confondere la distribuzione con la produzione. Hasbro studios ha prodotto per esempio i film dei Trasformers. Li ha distribuiti Paramount/Dreamworks.

Sì, conosco la differenza fra produzione e distribuzione. ;-)
I produttori mettono soldi, competenze e logistica, mentre i distributori semplicemente mettono a disposizione i canali di distribuzione nei vari territori (i cinema in particolare).
Detto questo, non so, a differenza di Wikipedia, il sito Imdb inserisce la Dreamworks e più spesso la Paramount tra i produttori dei vari Trasformers, non solo come distributori:

 

Imdb è uno dei siti più precisi riguardo alla raccolta dei dati sul mondo cinematografico. Se Dreamworks e Paramount fossero stati solo distributori, avrebbe inserito i due studio solo nella colonna dei Distributors.

Link al commento
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per commentare

Devi essere un utente registrato per poter lasciare un commento

Crea un account

Crea un nuovo account e registrati nella nostra comunità. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Hai già un account? Accedi qui.
 

Accedi ora
×
×
  • Crea nuovo...