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Il GdR influenza la forma mentis?


MadLuke

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- assolutismo dei valori morali

Non ho mai avuto convinzioni del genere. Però i miei genitori mi hanno insegnato a rispettare gli impegni presi e la parola data. Questo per chi legge i miei post sa che mi ha causato problemi in un mondo dove la gente fin troppo spesso vuole essere premiata per essersi comportata male ;) .

- sacralità nella vita e politeismo;

Sacralità no, ma rispetto si. Ma questo perché sono nato e cresciuto in campagna e so che un disastro come lo straripare di un torrente, l'aggressione di un animale e altri accidenti possono capitare. Ma in generale se non infastidisci gli animali loro non infastidiscono te. E che siccome nel mondo devi viverci tanto vale rispettarlo e averne cura. In fin dei conti è casa tua.

- trascuratezza nel culto dei morti.

Siccome i mie famigliari non sono molto legati alla memoria degli avi non posso sapere quanto il gdr abbia influito. Però nel gdr sono molto interessato a questo aspetto.

Il gdr ha influenzato il mio modo di approcciarmi ai problemi. Oso dire che come esercizio ha dilatato le mie capacità di comprensione. Perché zitto, zitto, faccio quello che ti dicono di NON fare a scuola mentre ti addestrano cioé adottare il presunto punto di vista del soggetto studiato :P . Per hobby mi diletto con la storia. Anche se a scuola ti addestrano a non farlo, avere una certa dimestichezza nel "mettersi nei panni" dei soggetti studiati è molto utile per comprendere le loro necessità, i loro bisogni, le loro motivazioni che stanno dietro alle loro scelte.

 

Modificato da Edmund
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  • 4 settimane dopo...

Secondo me la forma mentis rimane inalterata tuttavia l'esperienza che si vive giocando di ruolo sviluppa certe abilità: rende più bravi a mentire, a fingere di essere chi non si è, a usare la retorica per influenzare il prossimo e spinge a vedere nellla violenza una possibile soluzione ai problemi, soluzione invitante anche qando non è l'unica possibile....

(ora verrò massacrato lo so :) )

Mi correggo: l'ultimo punto rigurda D&D e derivati piuttosto che il gioco di ruolo in se. In Vampiri con la violenza ci fai poco, cosi come in Call of Cthulhu.

Modificato da Hero81
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E' un quadro un po' apocalittico, in effetti.

Se c'è una cosa che insegna il gdr è che le menzogne richiedono manutenzione, vale la pena allestirle? Perché poi la scelta è tra faticare inutilmente oppure fare una figura barbina.

 

Modificato da Edmund
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Comunque se deviamo un po' dal topic originario. Si fa presto a dire gdr! Se parliamo di mentalità, i membri del gruppo che ti danno sempre ragione o sempre torto non faranno bene al tuo spirito critico di sicuro; oppure i membri del gruppo che passano il tempo a coglionare e fare i dispetti a uno o più membri non saranno certo educativi, diciamocelo: sono repertori di esempi da non imitare.

Se parliamo di abilità: secondo me se passi abbastanza tempo a spingere pedine e fare e rifare liste inevitabilmente diventi abile in quello;

se passi il tempo a scegliere manovre di combattimento e locazioni diventi abile in quello

se passi il tempo a cercare indizi e collegarli (penso a CoC che è l'unico dopo Holms & co ad aver proposto delle avventure investigative sensate in sede ufficiale) diventi abile a fare quello

se passi abbastanza tempo a fare qualcosa inevitabilmente impari a farla meglio.

La mentalità però è qualcosa di più complesso che riguarda quanto la tua convinzione personale regge alla pressione sociale.

Poi se devo dirla tutta per me è più facile il processo inverso: nel gdr ho sempre riversato e disaminato quello che stavo studiando in quel momento. A me è capitato più spesso che le mie convinzioni del momento modificassero il gdr che facevo. Anche come tematiche. Attorno al 2000 facevo sia come giocatore, che come master che come geografo del fantastico ambientazioni molto più "solari" positive, dove la ragione vince inevitabilmente, rileggendole oggi mi accorgo che ero convinto della "fine della storia" e risentivo pesnatemente della bella epoque un po' frivola tra la fine della Guerra Fredda e gli Attentati delle Torri Gemelle. Dopo, non è che mi sono alzato una mattina e ho deciso che il mondo fosse definitivamente e irrimediabilmente brutto ma ho virato su tematiche più noire, più pulp e sempre qualcosa di cospirativo anche solo a livello di colors. Se penso alla strada che ho fatto dai Maghi dell'Ordine che erano funzionari ben intenzionati ma fallibili -che erano i capisaldi della campagna di mia ideazione del 2000- fino a quella di Zargo che sto narrando adesso dove ogni essere del pianeta è in realtà un ingranaggio della macchina di un Ereno, o di un Grande Spirito o di un Signore dei Demoni direi che di strada ne ho fatta e che le mie convinzioni personali abbiano cambiato il mio modo d'intendere e fare le cose. Metto molto meno ottimismo e più calcolo. Sul versante regolistico tendo a sfrondare le regole, mentre prima ero più prolisso nella scelta delle opzioni.

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Se parliamo di abilità: secondo me se passi abbastanza tempo a spingere pedine e fare e rifare liste inevitabilmente diventi abile in quello;

se passi il tempo a scegliere manovre di combattimento e locazioni diventi abile in quello

se passi il tempo a cercare indizi e collegarli (penso a CoC che è l'unico dopo Holms & co ad aver proposto delle avventure investigative sensate in sede ufficiale) diventi abile a fare quello

se passi abbastanza tempo a fare qualcosa inevitabilmente impari a farla meglio.

Più che un cambio di mentalità c'è forse un cambiamento nelle prassi... (io sono per il primato della prassi)

è vero che " se passi abbastanza tempo a fare qualcosa inevitabilmente impari a farla meglio. "

ma è anche vero che meglio sai fare una cosa più alta è la probabilità che tu voglia sfruttare le occasioni che ti si presentano per farla....

se passi il temp a spostare miniature magari ti appassioni ai wargame, se assembli talenti a capacità speciali come se il pg fosse un mazzo magic magari ti appassioni a magic sul serio....

e se interpreti per anni un imbroglione dalla lingua lunga? :-) o un investigatore maniacale?

Non lo so: il rapporto di casua effetto è sicuramente non banale. Le attività sviluppano abilità che a loro volta spingono verso attività simili che a loro volta sviluppano abilità e cosi via.

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La mentalità però è qualcosa di più complesso che riguarda quanto la tua convinzione personale regge alla pressione sociale.

Anche secondo me la mentalità è il tuo approccio filosofico alla vita che non cambia se giochi di ruolo.

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Come scriveva il buon Seneca la filosofia si fa, non si studia, non s'impara, non s'insegna la si vive.

Però stringi stringi anche la pressione sociale è un elemento ambientale. Te lo dicono i filosofi

Zenone dice che devi partecipare alla vita pubblica a meno che non ci sia qualche impedimento.

Epicuro dice che NON devi partecipare alla vita publica a meno che non ci sia qualche impedimento.

Quanto puoi esprimere la tua convinzione filosofica, lo ammettono pure i filosofi -da tempi non sospetti- dipende dall'ambiente. Secondo me gli uomini non vedono con gli occhi ma col cervello, quindi con quello che la loro memoria ha trattenuto e che il loro discernimento vede o riconosce in un certo modo. Per cui in definitiva tutto si riduce a potenziale e allenamento in, be', qualunque cosa. Steve Jobs vedeva tutta la faccenda come raccogliere puntini, fissarli e poi girarsi indietro a guardarli. Alla fine dipende anche da che puntini ti capitano per le mani, col discernimento puoi solo scegliere quale puntino afferrarre, ...Se il puntino scotta o è pesantuccio entra in gioco la volontà.

Però come cambia la tua vita il gdr. Il gdr è un'attività sociale. La domanda per esteso sarebbe: come le persone con cui hanno giocato hanno cambiato la tua forma mentis. O come i gruppi con cui hai svolto questa attività ha cambiato la tua forma mentis.

Il gdr secondo me non è tautologico è una sigla che comprende molte persone, molte mentalità, molti fatti, molte iterazioni. Se devo comprimere tutte queste cose in "gioco di ruolo" posso solo dire che a me personalmente ha insegnato a mettermi nei panni degli altri, cercare di capire le loro motivazioni. Poi andando a vedere caso per caso ho rivisto o cambiato proprio a 180° opinioni, modi di parlare e modus operandi.

Modificato da Edmund
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