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Lezioni di scrittura


Joram Rosebringer

Messaggio consigliato


  • 3 mesi dopo...

Per saper scrivere bisogna leggere.Di tutto!

esatto ionas...io sto per fare l'esame di stato (:banghead: ) e per prepararmi alla prima prova...italiano...devo leggere e rileggere di tutto e di puù

anche se le scrivo poi rimarrebbero sul taccuino per sempre....:-(

io giro con un libretto per appuntarmi ogni bella idea che mi viene in mente

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  • 1 mese dopo...

Io ho sempre con me un taccuino..non dev'essere di tagie enormi..ne ho di tutti i tipi..uno tascabile..ed altri in formato normale..e quando ho un idea me la appunto(quasi sempre a matita..ne dimentico a bizzaffe nelle tasche dei pantaloni:lol: )..ci scrivo anche poesie..cose così insomma..ciò che mi viene..e quando ho tempo le riguardo e,magari,le ricorreggo..le unisco a formare un unico componimento..ed alla fine arrivo sempre a qualcosa..non sempre buoni risultati..però alcune volte esce qualcosa che mi sembra decente o addirittura buono..

è un buon consiglio quello del taccuino..(ma anche un bel libro da sfogliare mi aiuta..non sempre a scrivere..ma mi aiuta..).

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  • 1 mese dopo...

Per tutti coloro che scrivono racconti lunghi o addirittura che hanno in serbo un romanzo:

come focalizzate? ovvero racconto in prima perosna, o in terza persona? se in terza, vi ponete come narratore onnisciente o lasciate che a parlare siano le azioni dei protagonisti? avete sperimentato diverse di queste tecniche?

nella letteratura fantasy, in particolare, quale apprezzate di più? con esempi, magari.

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Io ho tentato due volte di scrivere un romanzo. Il primo tentativo, manco a dirlo, è stato il migliore. Ho scritto con incoscienza e menefreghismo, quasi di getto, e sono venute fuori una settantina di pagine. L'altro tentativo in apparenza era più serio, avevo riflettuto non poco prima di mettermi al PC. Ma ha funzionato meno del precedente. Troppa programmazione uccide un romanzo, ecco cosa ho ricavato dalla mia infima dose di esperienza. Sto divagando però... :rolleyes:

Riguardo alla focalizzazione, io sono per la terza persona "semifotografica". Ovvero, lascio che siano le azioni a parlare, ma faccio anche incursioni sui pensieri intimi dei personaggi, sul loro background, eccetera... Un po' come fa la Rowling, che stilisticamente è di una perizia colossale, una dei miei autori di riferimento nella forma.

L'onniscenza imho è più diffcile da sostenere. Non dico che occorra essere Stephen King per utilizzarla al meglio, ma siamo lì lì... L'onniscienza richiede un grande controllo sulla storia e sui personaggi unita a un intuito personale su che cosa sia giusto rivelare o anticipare e cosa invece conservare in attesa del finale. Il Re del Brivido è il miglior onniscente che abbia mai letto. In alcuni dei suoi libri, stuzzica i lettori, li provoca, semina false piste, sembra indicare complesse metafore a cui troveremo la risposta solo leggendo avanti e poi non conclude niente o pochissimo di quello a cui avrebbe potuto dare un senso profondo. Spesso i suoi romanzi, se si prova a cercare un'interpretazione a metà, sembrano molto più pregnanti di metafore, messaggi e allegorie di ciò che sono in realtà. Ecco, se l'onniscienza fosse sempre a un livello del genere, non avrei dubbio su che cosa optare, ma purtroppo non è quasi mai così.

Nel fantasy prediligo una focalizzazione esterna, in terza persona, distaccata. Uno degli elementi più importanti di questo filone narrativo è il mistero, di cui spesso e volentieri è circondato il mondo fantastico di cui l'autore narra e i suoi personaggi. E' molto pericoloso quindi fare allusioni e anticipazioni a ciò che avverrà nella trama, perchè un lettore attento potrebbe risolvere gli enigmi prima del tempo previsto.

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  • 2 mesi dopo...

Tieni un diario?

Ti capita mai di inventarti storie riguardo le persone che incontri per strada? che so, cercare di indovinare che lavoro fanno, chi sono i loro parenti, i loro amici, che fanno per divertirsi?

Io son dell'idea che le storie le fanno i personaggi...e viceversa.

Se non scrivi una sorta di diario con la tua visione del mondo (e non parlo di una lista di "Oggi ho fatto" quanto il semplicemente scrivere quello che ti passa per la testa, i tuoi pensieri, i tuoi sentimenti) ti consiglio vivamente di iniziare intanto da li.

Per il racconto parti da un pesonaggio e inizia a chiederti come è, che fa, come pensa. Poi mettilo in una situazione particolare (non importa che sia un'impresa eccezionale, anche un evento quotidiano qualsiasi come entrare in un bar per bere un caffè) e cerca di immaginare e descrivere che cosa fa. Dentro al bar metti altri personaggi e falli interagire. E a un certo punto metti un colpo di scena, un imprevisto, un qualcosa che faccia cambiare lo status quo...

A quel punto, cura lo stile....non fare come me che per piacere dello stile non scrivo più nulla da un pezzo.

Scrivere per certi versi non è altro che esporre la propria visione del mondo...cerca di vedere il mondo da un punto di vista interessante :-D

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I racconti in me nascono come dei flash di luce. Sto guardando un film, ascoltando qualcosa o semplicemente parlando con un mio amico e puff... mi vengono in mente delle trame fantastiche, peccato che poi spesso non me le ricordi o non abbia la volontà di scrivere tutti i giorni per più di qualche settimana.

Se ti piace scrivere e leggi molto, vedrai che il tuo cervello a breve incomincierà a scopiettare di idee, non temere. Non è quello il problema.

Il difficile dello scrivere romanzi o racconti è concluderli, soprattutto se sono progetti amiziosi o lunghetti. Il primo giorno ti sembra tutto bellissimo e ti senti il cugino di Heminghway, poi rileggi il giorno dopo e fai 200 correzioni e dopo due ore hai semplicemente "limato" quello che hai scritto il giorno prima e sei completamente svuotato.

Il giorno dopo sei deciso a biuttare giù almeno 1500 parole e ti ritrovi di nuovo a limare il solito pezzo, perchè più si rilegge e più si è ossessionati dalla pulizia dello stile, almeno per quanto mi riguarda.

Scrivere bene 2000 parole, se non sei un pirl*, con rispetto parlando :-p, non è nulla d'impossibile. Ti può fruttare un bel po' di punti stima con te stesso quando ti guardi allo specchio prima di uscire il sabato sera o per farsi fare i complimenti dagli amici dei genitori, ma avere le palle di scrivere una serie di racconti, o un romanzo, è tutt'altra cosa, te lo dico per esperienza (quanta, poi! :-D) personale.

Non per questo però devi buttarti giù. L'individuo è capace di cose che i più ritengono impossbili, e il talento si cela in molte persone, pronto a sbocciare con la perseveranza. Non devi mai mollare, questa è la cosa più complicata, se riesci ad andare sempre avanti non c'è niente di cui devi aver paura.

Oltre al consiglio del "diario", molto valido, te lo assicuro, ti suggerirei ti provare a buttarre giù qualcosa, senza paura. Ovvio, con i primi, tre, cinque e, purtroppo, cinquanta racconti non vincerai il Pulitezer, ma l'unico modo per imparare a scrivere bene è rimboccarsi le maniche e sputare sangue.

Se hai talento e necessità (cioè se ti piace veramente scrivere, se ne hai bisogno), continuerai a migliorare e migliorare. L'importante è non scoraggiarsi se ti accorgi che quello che ieri ti sembrava un capolavoro, rivisto oggi dopo averci dormito sopra, ti fa schifo.

Appurato il fatto che ha scritto una me***, devi semplicemente rimetterti al computer (o alla scrivania, come ti piace di più) e riprovarci e riprovarci e riprovarci finchè non verrà fuori qualcosa degno di essere letto. Ti assicuro che è una gioia immensa.

Scrivere poesie scadenti, invece, imho è piuttosto facile. Basta essere dei tipi un po' sensibili ed esprimere le proprie emozioni, magari incasinando un po' i concetti ra loro che va sempre bene per fare il figo. Non serve avere doti particolari per buttare giù una ventina di versi sconclusionati perchè la ragazza che ti piace gira con gente di una testa più alta di te. Tutti gli adolescenti "diversi" imho sono stati dei mediocri, alcuni dei discreti, poeti.

Io stesso ho imbrattato qualche pezzo di carta con delle linee sbilenche, ma appena le rileggo mi viene da bruciarle.

Scrivere invece delle poesie belle sul serio è quanto di più difficile esista. E' inutile girarci attorno, l'esercizio è utile eccome, ma bisogna avere il dono, e in pochi ce l'hanno, in pochissimi.

PS: il consiglio sui racconti, purtroppo, ti viene da uno che ne ha incominciati a manciate, anche di romanzi, e che può contare sulle dita di una mano quelli che ha finito.

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Beh se esa ha finito di scrivere dei romanzi... non c'è che dire complimenti. Ci si trova tutti a limare e rilimare la stessa cosa. Il problema è iniziato un romanzo è cercare di finirlo e te lo dice uno che ha iniziato nel 94-95 ed ha fermato le rotative per fare un lavoro di approfondimento (scaturito in una mitologia fantasy, tanto per perdere un po' di tempo). Sostanzialmente ipotizzo che scrivere un libro sia un po' come scrivere una tesi di laurea, ti ci devi mettere un po' al giorno andando sempre avanti. Alla fine come per la tesi di laurea anche il libro giunge al suo completamento...

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Beh se esa ha finito di scrivere dei romanzi...

No, non romanzi, racconti! :-D

Ho fatto due "seri" tentativi di romanzi. Il primo è arenato da un anno e mezzo, circa 80 pagine.

Il secondo è orchestrato un po' meglio, un po' più "maturo", ma è un mese che non lo riprendo in mano, perchè so che dovrei correggere un casino di cose e non riesco mai a costringermi a farlo. Anche lì ci sono un'ottantina di pagine.

Uno dei problemi di scrivere robe lunghe per noi dilettanti imho è ricordarsi tutto ed evitare le incongruenze. All'inizio sembra facile, ma più un testo acquista volume e più è difficle da gestire. Si finisce sempre per ingarbugliarsi.

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Io avevo letto che alcuni per evitare incongruenze stilano:

1) un prospetto cronologico degli eventi;

2) buttano giù una scaletta

Ps anche per me le 80 pagine sembrano essere uno scoglio...anzi le 81 per ora

La scaletta avevo anche provato a farla...

Il prospetto cronolgico invece mi giunge nuovo, tenterò anche con quello, prima o poi... :-p Staremo a vedere....

PS: eh, sì, le 80 pagine sono ciò che distinguono noi pirli da quelli seri! :mrgreen:

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