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LA LEGGENDA DELL'EROE -o cronache dell'eroe-


Black God

Messaggio consigliato

nata in chat..questa storia che vuole assumente un aspetto abbastanza scherzoso riprende molti componenti del forum..ora..quella che sto per postare è l'introduzione..dove ci sarà Godric..in quanto "protagonista".

Leggetela..e ditemi cosa ne pensate^^

CAPITOLO PRIMO-L'INIZIO DI UNA LEGGENDA-

Epiche gesta saranno in queste pagine riportate ai giorni correnti,ed i vostri occhi scorreranno azioni e tenaci imprese. Di eroi,di uomini,di giovani pulzelle ed eleganti dame.

Fasti di ogni genere e guisa si riveleranno al tenace lettore di codesta cronaca di avventure ed eroiche imprese.

Pronta dunque sia la mente dell’avventuriero che si incammina sulla via di queste mie fin troppo povere parole.Che nulla possono in realtà descrivere se non mere ombre di ciò che in realtà fu.Sappiate dunque perdonare un povero,semplice,giocoliere. Che fa delle,seppur nobili,prole il proprio strumento.

Ed ora,che si ritirino le ciance nei propri nidi.

È l’ora del falco e dell’aquila.

È l’ora del drago e dell’intrepido cavaliere.

È l’ora dell’Eroe e delle sue epiche gesta.

Il giorno sembrava promettere bene,ed il cosmo rivolgeva il proprio,splendido,sorriso al primo mattino.

La luna era appena fuggita e lo scudo del sole si specchiava nel Lago Grande,sfoggiando il proprio chiarore e la propria impettita presenza,che solo alla nobile notte,più tardi,avrebbe lasciato il posto.

Ed ecco un appiedato guerriero di bianco vestito,con armatura,e spada al candido cinturone che si leva nel mattino di quell’imprecisato giorno,ormai disperso nei flutti dell’etere.

Godric era il suo nome,o almeno così si tramanda come tradizione orale vuole.

Con prodezza da eroe si avviava alla capanna che,a prima vista,era l’unico edificio nel raggio di miglia e miglia.

A passo sicuro, con la tonante voce tipica dell’Eroe appunto,annunciò il suo arrivo.In caso che un maligno essere dell’ombra si acquattasse.

Che non sia detto mai che L’Eroe venisse meno al decoro dell’impavido cavaliere!che,impavido di fronte al pericolo,annunciava la propria presenza per fronteggiare l’immonda bestia che si sarebbe potuta celare nel fitto sottobosco che la pineta offriva.

Ma solo un timido:

“ CHI DIAMINE è ALLE SEI DI CODESTA PREMATURA ORA DEL Dì??!!!”

Rispose all’eroico richiamo.

Ed un uomo con una rozza tunica da chi,con molta veemenza,si spacciava per mago o per stregone,si presentò al cospetto del biondo crine dell’eroe.

E con sfrontata sonnolenza,con sofferente espressione di fatica dipinta in volto,si rivolse all’impavido paladino di Gid dicendo:

“senti figliolo..non so cosa ti dava da mangiare tua madre negli albori della tua esistenza,ma,di sicuro,ti hanno danneggiato l’attività di concezione temporale”

Al che l’espressione fiera di Godric,si trasformò,con l’inarcatura del nerboruto ciglio,in un espressione di sincera titubanza.

“vorreste forse voi opporvi al volere del mio Dio Gid,che mi protegge,con le vostre insinuazioni? Dite forse che con la mia paladina voce ho disturbato il vostro sonno..anche se questo è donato direttamente dal mio signore in persona?”

Il brunovestito si fece alquanto sfacciato ed annuì con forza da peccatore aggiungendo oltretutto:

“non so chi mi dona il sonno forse,ma di sicuro sono certo di chi me l’ha tolto”.

Una scossa di violenza omicida pervase il nostro Eroe,che però si trattenne riportando alla prode memoria di appartenere alla privilegiata classe paladinica.

E dunque rispose:

“Allora me ne dispaccio molto,e le porgo le mie scuse. Se c’è qualcosa che la mia persona può prodigarsi a condurre per levare quest’onta dalla mia alquanto pia anima sarei felice di esaudirla.”

L’uomo dalla scura barba incolta rivolse lo sguardo al baluginante lago ed,indicandolo, si rivolse a Godric con parole come:

“Ecco la via della tua espiazione paladino di Gid,sarà li che dovrai sostare per la durata della giornata intera fino a che la sottile linea del sole morente non ti si paleserà allo sguardo. E,solo allora,ti sarà concesso di alzarti.Se ti sarà possibile.”

Ed all’ascoltare codeste parole il candido Eroe si portò la mano al petto ed annunciò con vigore,tipico del paladino,la propria partenza verso il luogo indicatogli.

Ancora pochi passi erano trascorsi dal punto in cui l’uomo dalla rozza tunica lo aveva indirizzato al luogo della propria espiazione.

Ed ecco che l’Eroe,colto da un genio di paladinica intuizione,si volse nella direzione dei suoi passi e…MAGIA E SGOMENTO!!

L’uomo,che tanto normale sembrava alla vista del campione,era scomparso.

E,con lui,la capanna che,solitaria,occupava l’antro che la pineta cedeva al passaggio umano.

Ma,tanto il coraggio obbligatorio del paladino che la voglia di redenzione spinsero il paladino ad andare comunque avanti.

Una giornata e tre ore di eroico tempo ci vollero per permettere all’Eroe di raggiungere il mastodontico luogo dove,per un arco di ventiquattro ore,si stanziò,seduto al margine del lago.

E li,in quell’etereo luogo,che mai mano(o natica in questo caso)umana sembrava avesse sfiorato;all’ora in cui il sole mostra il suo aspetto più sottile per la seconda volta nella giornata,una luce candida,bianca come solo l’armatura del paladino sembrava essere,baluginò contrastando l’ultimo chiarore di quell’epico giorno.

Una titanica mano si palesò al mai impaurito Godric paladino di Gid.

Nera come la notte ma elegante e sublime come una mattinata di primo inverno.

Un varco di apriva nel vivo cielo ormai notturno,lasciando spazio all’enorme arto che ora sembrava parlare.

“sii onesto nel tuo vagare paladino!io ti ordino e ti comando..”

Ed al sentire codeste nobili e possenti parole l’Eroe esordì con un:

“Hei..io di Gid solo sono il paladino..non a chiunque è concesso darmi ordini..che esso sia infino un Dio..”

E la tonante voce riprese con tono spiccio:

“ma guarda tè cosa..va beh..spe..”

Ed esitanti momenti coprirono quel vuoto notturno,insieme alle cicale.

E la mano nel vortice etereo tornò al cospetto del fiero Godric.

“AALLORA..dicevamo?..ah si..insomma..leggo pari pari..:-delega dal sottoscritto Gid..dio protettore del paladino Godric.

Autorizzo il dio inferiore Hand-Hole a riferire questo messaggio da parte mia personale..

L’Eroe dovrà dirigersi ai sette templi dei monti a Nord per portere il mio messaggio..che ad ogni tappa gli sarà riferito”

Ed ecco che a mano scomparve e le stelle tornarono ad occupare l’affresco della loro volta celeste.

Un piccolo,gelido fiato,spirò dalla fiera bocca paladinica.

E già,Godric,era in cammino.

Ecco le gesta dell’Eroe iniziare,per portarlo chissà dove nel disegno che gli eterei esseri onnipotenti hanno forgiato nell’alba dei tempi.

Ancora molte imprese attendono l’intrepido eroe,e immonde creature si attengono dietro l’angolo del destino.

Il fato porterà il paladino all’incontro con nuovi componenti del puzzle cosmico?

E se l’affermazione è ovvia..chi saranno mai?

Lo vedremo..nelle trame del tempo.

Alla prossima..

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Per BG...

Mi sa che punti a rubare il ruolo di Bardo uffciale al prode Codan...

:jester:

WOW... non sapevo di avere questa nomina :-D :-D ...vacca miseria sono sempre l'ultimo a sapere le cose :banghead:

scherzi a parte... noi bardi siamo una congrega ben organizata, non esistono lotte per la succesione, il nostro unico interesse è divertire e far divertire... e poi Black è uno dei miei adepti :evilhot:;-)

cmq...

...bella storia BG, spero tu abbia tempo e passione per portarla avanti...

PS: piccolo consiglio... un bel colpo di scena è far morire il protagonista :-p (scherzo :-D )

-Codan-

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Sbaglio o l'inizio l'hai preso dall'Orlando Furioso?

lo prendo come un supercomplimento..perchè la risposta è NO..viene tutto dalla mia testolina bacatissima..

Anche se l'orlando lo lessi anni fa..forse mi è rimasto qualcosa nelle croste mnemoniche del mio cervello???:confused:

beh..comunque..

GRAZIE DAVVERO A TUTTI PER I VOSTRI COMLIMENTI!

do ragione a Codan,sul fatto che i bardi come noi non anelano al "potere della successione"..e poi..sono un suo adepto:-D

grazie ancora..spero di postare il secondo episodio al più presto..^^

:bye:

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Ed ecco la continuazione che in tanti stavate aspettando.

Spero non sia una delusione per voi..;-)

buona lettura:

CAPITOLO SECONDO-NUOVI INCONTRI, NUOVE VIE, NUOVI NEMICI-

Che le mie umili parole siano calamite per l’attenzione delle vostre gentili menti, che il tempo sia gentile nello scorrere per voi che ne perdete per le mie povere espressioni.

La forgia di cotante imprese è tutt’ora operosa ed il cammino dell’intrepido lettore ancora lungo.

Per queste che sono le vie dell’etereo danzar di mente.

Il ragno del fato tesse la sua tela ed i mortali si piegano al cospetto del suo volere.

È l’ora del falco e dell’aquila.

È l’ora del drago e dell’intrepido cavaliere.

È l’ora dell’Eroe e delle sue epiche gesta.

L’infedele, fredda, grigia, pietra si ostinava a stanziare dinnanzi al fiero passo dell’Eroe.

“Eppure la santa luce della fede ti scalfirà,e dinnanzi al mio passo resteranno solo ceneri e fede in Gid,il Dio che ti punirà per la tua infedeltà e laicità”

Detto questo il fiero braccio si mosse armato di baluginante spada, colpendo la pietra.

“la luce ti punisca immondo masso!”Disse Godric all’infedele grigiume della fredda pietra.

Ma seppur la forte fede guidava il paladinico arto, il freddo corpo non-morto rimaneva ad ostruire il passo dell’Eroe, che, fiero, continuava stoico la sua missione.

“ma dannazione..”

Si disse il paladino.

Ma l’arguto crine riuscì a sciogliere l’intricato nesso, che la mente infedele rifiuta.

“è una prova del mio Dio,scalerò l’infedele roccia come la luce scavalca l’ombra immonda del maligno!”

Ed ecco il Paladino arrampicarsi con epica agilità sul freddo sperone.

Ed intorno la foresta.

Ed intorno al masso almeno un metro di sentiero e terriccio.

Ma Godric ancora compiva la sua ascesa sullo spento masso.

Al culmine, fermo, sostava dunque sui suoi eroici piedi.

Saldo, osservava l’intorno, felice di avere intrapreso la volontà del suo Dio.

“La fede è con ME!”

E la forza paladinica si impossessò di lui, e fece in modo che la sua spada, scontrandosi con la fredda pietra, segnò con epico suono l’infedele freddezza del duro corpo inerme.

Nemmeno lui sapeva, e nemmeno noi lo sappiamo a dire la verità, del perché di quel gesto.

Ma la leggenda vuole che così sia.

E chi mai siamo noi per contraddire La Leggenda?

Nessuno.

Come nessuno era, ma qualcuno diventò entrando a far parte dell’universo della Leggenda, l’essere che si aggirava per quello che ormai era luogo sacro a Gid.

Scalpitanti passi da comune mortale, mantello verdeggiante del colore delle foglie rigogliose in primavera.

Il cappuccio calato sul viso ed un sottile lama alla cintola.

L’Eroe non perse tempo a domandare chi mai fosse l’essere indegno dell’ormai neobattezzato Sacro Bosco.

“Ebbene tu, pellegrino di verde vestito, cosa mai verrai a fare in codesti luoghi di pace e sacra luce?”

E l’umano,voltatosi ad osservare l’epico sembiante paladinico dell’Eroe, rispose come l’uomo risponde alla curiosa comare:

“ i c***i tuoi mai?”

E, sgomentato da cotanto villico fraseggio, saltò agilmente dall’alto masso e parlò dall’alto del suo eroico essere:

“Mi pare di capire che il tuo intento sia di vagare solitario in questo verde luogo.

Ma pentiti essere infedele, hai appena offeso un paladino di Gid!”

Il villico allora togliendosi la copertura che,fino ad ora, aveva celato la gran parte dell’umano viso, disse:

“Maronnasantissima..proprio un paladino mi doveva capitar di incontrare..che P…iacere incontrarvi qui o sommo esportatore di luce e verità!”

E si inchinò.

La soddisfazione occupò per un eroico istante il fiero volto del paladino, che, subito riprese:

“La mia magnanimità mi porta a perdonare il vile essere che erra ma si pente.

Dimmi allora, qual è il tuo nome? E soprattutto, cosa ti porta infine in codeste lande sperdute?”

Da sotto la barba incolta l’uomo rispose:

“mi chiamo Lothavier,e vengo da là,come il tuo intelletto ti suggerisce o sommo paladino.

E passo di qui.. perché.. perché.. perché devo andare a trovare mio cugino..”

E l’Eroe:

“ma di qui in giù, nella mia direzione, non v’è alcun segno di vita”

Ma il villico, con gli occhi che roteavano in segno di spasmodica.. voglia di muoversi, disse:

“infatti.. mio cugino è morto..”

L’Eroe si spense al sentir parlare della fredda morte, che, insieme alla Poca-Cola ed al Mec Donali, unica era riuscita a sconfiggerlo.

Ma ripresosi con forzo stoico si congedò in fretta, come il suo interlocutore si augurava, e si diresse dalla parte opposta.

Ad un certo istante un immondo epiteto echeggiò alle sue spalle.

“PIR*A!!!!”

E subito si girò, con scatto da campione olimpico, con l’affilato rasoio stretto in mano.

MAGIA E SGOMENTO!!

L’uomo, che tanto normale sembrava alla vista del campione, era scomparso.

E già la paladinica voglia di rivincita sul male rodeva il pio animo lucifero di Godric paladino di Gid.

Ma si costrinse ad avanzare, pensando che, un giorno o l’altro, il suo dio l’avrebbe ancora fatto ritrovare faccia a faccia con il suo attuale antagonista.

Lothavier, si ripeteva nell’epica calotta, lo trovero!

Ma gli eroici passi lo portarono presto all’uscita del Sacro Bosco.

Ancora una volta i valorosi pensieri di Epica impresa riempirono il pio animo del paladino.

Il fervore dell’Eroe lo portò ben presto lungo il corso di un largo fiume, che, data la sua alta conoscenza del territorio mondiale, sapeva identificare come “Il Fiume” ; chiamato anche “Il Fiume Largo” e altri nomi.

Spesso si accampava nelle chiare notti che il fato offriva al suo fiero sguardo, e pensava, filosofeggiava, nella solitudine dell’ampio gioco che i pensieri potevano compiere all’interno del suo infinito spazio di sapienza.

Spesso con aforismi degni del miglior W.Blake, ripetendosi spesso nei momenti in cui il suo forte fiato paladinico prendeva corpo in nuvolette di candido vapore sacro:

“và che stasera fa freddo!”

Oppure ancora:

“Maronnasantissima..che paladinico ibernare codesta notte”

Ma nulla lo fermava, né la fredda neve, né il più focoso deserto dove anche il torace più maschio ed impavido cede all’assenza del pio ossigeno.

Ed il fato ancora resiste, e s’avanza dunque in ardite e paladiniche prove d’ardimento.

S’avanza per noiosi chilometri, ed il vezzoso terreno verdeggiante sembra deridere la tempra paladinica del nostro Eroe.

Ma nemmeno la scheggia più dura sfonderebbe il maglio dell’epico vigore.

Ed ancora il nostro Eroe incontrò un bizzarro gnomico essere.

Ed egli chiese:

“Chi siete voi che attraversate questa sacra terra?”

Ed il basso riprese:

“Beh,vagavo per queste viette, ed anima alcuna vidi passeggiar per codeste lande strette.

Chi siete dunque voi, di bianco vestito, che passeggiate cotanto fieramente?

E dall’alto del suo glaciale sguardo il paladino concesse la risposta:

“Sono Godric Paladino di Gid, al servizio del bene cosmico e fautore della comune pace.

Posso sapere con chi ho il dubbio piacere di parlare?”

“Gnomo, la razza a cui appartengo, ed il nominativo con cui mi riconosco è Freppi.

Mi domandavo dunque dove i vostri impavidi passi vi porteranno lungo questa via.

Sempre di potere questo ardire realizzare.”

Bizzarra è la mente umana, repentina dimentica ciò che solo ieri è stato, ma di fronte ad Eroi ed epiche imprese eccola farsi granito e le parole scolpirla, come col coltello romantici cuori nella corteccia d’albero, scolpita lo sia sempre questa storia.

Quell’albero è La Leggenda.

Quel cuore è il paladinico coraggio dell’Eroe.

E il coltello..non lo so.

E riprenderà ancora questa vicenda di Eroi, di draghi, e di creature dell’ombra.

Chi il sopravvento avrà l’ardire di acchiappare?

Nessuno lo sa.

Lo vedremo..nelle trame del tempo.

Alla prossima..

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  • 2 settimane dopo...
  • 2 settimane dopo...

MI SCUSO PER L'OLTRAGGIOSO RITARDO CON CUI MI VEDO COSTRETTO A POSTARE IL QUARTO EPISODIO.

COMUNQUE PROMETTO( ed è la seconda promessa sul forum)CHE AL PIù PRESTO POSTERò IL PROSSIMO EPISODIO.

SPERANDO CHE PERDONIATE UN BARDO SFORTUNATO..

GRAZIE DELLA COMPRENSIONE E PAZIENZA..

UN BUON NATALE A TUTTI.

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