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L'ora della discordia


Godric il Paladino

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Quante cose si possono fare in 60 minuti?Bè direi molte. Si può giocare a calcetto con gli amici, o giocare alla Play Station, pranzare, leggere, scrivere, imparare la cultura e la religione islamica...e tante altre cose.

La risoluzione allo spinoso problema dell'integrazione si risolve anche insegnando a scuola la religione islamica. O questa è l'idea che hanno ai piani alti.

Molteplici dubbi annidano la mia mente.

Premetto che a me affascina molto la cultura islamica. Ha i suoi lati che non mi piacciono ma è soggettivo.

Un popolo storicamente fiero, grandi scienziati, filosofi, guerrieri, letterati e artisti

Oggi più che altro invasori, criminali, terroristi, intolleranti.

Fare in modo che due popoli con usi, costumi, religione completamente diversi convivano non è facile, non lo è mai stato, nessuno vuole rinunciare al proprio retaggio culturale.

Quello dell'integrazione è un problema storico. Ma parlando di Islam, la Storia ha dimostrato che in molti casi quando i seguaci di Maometto sottomettevano le popolazioni cristiane più che altro iberiche lasciavano amplissima libertà di culto, anche libertà di studio e lascivano quasi intatte le strutture amministrative. Cosa che i Cristiani non erano molto avvezzi a fare, le Crociate ad esempio sono stati quasi 2 secoli di crudeltà.

Le cose oggi sono diverse, non voglio dire che è il contrario, ma il tempo ha cambiato molte cose.

Ma concentriamoci sull'Italia, il problema è evidente e ognuno propone soluzioni diverse.

E' stata avanzata l'idea delle classi per soli stranieri, ad esempio, o se concedere o no il voto agli immigrati (e questo non vale solo per i musulmani) e per ultimo l'ora di religione islamica a scuola.

Di fondo a tutto, diciamolo chiaramente, c'è la paura. E' la paura che smuove i cuori e causa manifestazioni negative. Si sentono attentati di musulmani kamikaze ai nostri soldati nelle zone di guerra, o quelli che si fanno esplodere qua, violenze e stupri compiuti da questi stranieri ecc.

Ovvio che si ha paura ed è ovvio che si vuole sicurezza, e via con le ronde, con le leggi sul reato di clandestinità ecc.

Questa ora di religione per me è abbastanza insulsa, non risolve affatto il problema, neanche lontanamente e i motivi sono tanti.

1)La prima obiezione è di tipo sensoriale, a me questa ora sa tanto di "conosci il nemico". A pelle. Sbaglierò...

2)Non è assolutamente agli studenti che bisogna insegnarla, o meglio NON SOLO ma anche agli adulti, perchè manifestazioni di intolleranza verso anche stranieri integrati e per bene è frutto di ignoranza.

3)E' discriminatorio e irrispettoso verso le altre religioni, visto che allora bisognerebbe istruire i bambini con un'ora di Cristianesimo Ortodosso, Buddismo, Induismo, Scintoismo, Protenstantesimo e via discorrendo

4)la materia è facoltativa e indirizzata a studenti sia islamici e cristiani ora:

4a)diciamoci la verità:quanti cristiani la frequenteranno?La mia personale esperienza vuole molti studenti italiani disertano l'ora di religione classica...pensate l'ora di religione islamica...

4b)Quali docenti la insegneranno?se docenti italiani c'è il rischio che un genitore islamico possa pensare che si stia indottrinando il figlio a una visione islamica deviata dallo Stato. Se invece anche l'insegnate è islamico, bè ci sono già le scuole coraniche, a che serve?sarebbero soldi spesi quasi inutilmente.

Non sono contro all'apprendimento della cultura islamica, ma non è questo il modo, e non si risolve così l'integrazione. Io penso sia meglio tipo farlo durante le ora di Storia, dove appena si arrivare alla formazione dell'Islam fare una o più lezioni su esso. Mia ipotesi personale e ampliamente opinabile.

Ma soprattutto il target è sbagliato, o come dicevo prima, MOLTO INCOMPLETO.

Ok magari le generazioni future sapranno comportarsi a modo una volta appresa la cultura, ma l'apprendimento serve ora e a tutti.

Proviamo a chiederci cosa sappiamo dell'Islam noi. Un italiano medio cosa sa dell'islam?

Forse che uccidono le donne adultere, che fanno mettere alle donne il burqa, che si fanno esplodere, ie altri nsegnamenti della cronaca. Cose vere, ma l'Islam è una nazione immensa con migliaia di sfaccettature ed è inutile dire che ci sono musulmani e musulmani.

L'integrazione passa prima di tutto dalla conoscenza, e non una conoscenza del tipo "conosci il nemico" per sopraffarlo, ma conosci l'altro per capirlo, e possibilmente accettarlo.

Se non si ha conoscenza si è preda della propaganda che pensa per te e ti fa agire in maniera predeterminata.

Non sono uno statista ne un politico, non sono così arrogante da dare una soluzione a un problema storico, però è facile (sulla carta) indicare il punto di partenza. Conoscere. Vale per noi e per loro, anche loro non ci conoscono.

L'incontro tra due culture è sempre traumatico all'inizio, ma ci sono paesi dove questa unione ha fatto la forza.

In un'ora si può veramente imparare tanto, basta usarla con criterio.

26 Commenti


Commento consigliato



Eh, vabbé, allora dillo che vuoi provocarmi. :-p

Ti faccio notare un errore che hai fatto: Islam come nazione. L'Islam non è una nazione; la Giordania, il Marocco o l'Egitto sono nazioni. Immagino sia una svista. :-)

Sui contenuti torno dopo, se vuoi.

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Alcune correzioni (in ordine di lettura degli "errori"):

- Beh, si scrive con l'acca e non con l'accento.

- In un elenco separato da virgole non si usa la "o" di congiunzione. A limite, ma si appesantisce la frase, si usano solo quelle.

- In quel contesto "a me" credo sia meglio trasformato in un semplice "mi".

- Ometterei il "suoi" nella frase successiva, appesantisce e basta. La frase in sé, comunque, non aggiunge un granché al resto del contesto.

- Meglio se sto zitto sui contenuti

- Ho la profonda impressione che tu debba rivedere l'intera punteggiatura di questo paragrafo. Tengo inoltre a farti notare che c'è un refuso.

Quello dell'integrazione è un problema storico. Ma parlando di Islam, la Storia ha dimostrato che in molti casi quando i seguaci di Maometto sottomettevano le popolazioni cristiane più che altro iberiche lasciavano amplissima libertà di culto, anche libertà di studio e lascivano quasi intatte le strutture amministrative. Cosa che i Cristiani non erano molto avvezzi a fare, le Crociate ad esempio sono stati quasi 2 secoli di crudeltà.
- Spesso (e mi spiace farti questo appunto perché borderline tra il lato "tecnico" e quello contenutistico) mi pare tu ricorra a frasi riempitivo che non fanno altro che aggiungere caratteri privi di contenuto. Questo, secondo me, è dovuto al fatto che "lanci" il sasso di un argomento, ma poi non sviluppi. O quanto meno, se lo fai, stacchi la frase dal paragrafo in cui esponi più articolatamente le tue opinioni rendendola, di fatto, una frase scollegata dal contesto.

- L'invito a limitare l'uso del che "infettivo" non vuol dire che devi escludere la parola totalmente dal pezzo. In un paio di frasi mi pare tu lo abbia omesso quando era invece necessario.

- Si è contro qualcosa, non contro A qualcosa.

- Il continuo rimarcare che la tua è solo un opinione personale, non solo fa pensare che tutto sommato tu sia in "mala fede" e tale opinione tu la voglia imporre, ma appesantisce (un'altra volta) il pezzo. È un articolo che scrivi tu, si sa che (ove non diversamente specificando le fonti) è farina del tuo sacco e idee tue.

- AmpLiamente non esiste

- Ti consiglio di rileggere sempre un testo prima di postarlo (o subito dopo averlo postato). Si evitano tanti refusi o errori di battitura che dir si voglia.

- Il né come negazione vuole l'accento.

Mi permetto un caustico commento che ti prego di prendere con la debita ironia: in un'ora si può imparare anche a scrivere un po' meglio... ;-)

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@ Jade: si certo lo so benissimo, volevo racchiudere il concetto di "tutti gli stati di religione islamica" nella dicitura nazione islamica. Ma meglio non farlo.

@piri. Porc! pensavo di essere andato meglio e invece... cmq so benissimo che ampliamente non esiste e che il nè vuole l'accento.

Il resto provvederò. Certo che mi fai notare errori o inesattezze che nemmeno i prof di italiano che ho avuto mi fanno notare, riusciresti a trovare errori anche nei Promessi Sposi. Non capisco cosa aspetti Dusdan a nominarti Cavaliere della Pigna.:-D

E sentiti libero di esprimerti sui contenuti, non voglio che si dica che scrivo senza un contradditorio. Basta farlo con modi e toni giusti.;-)

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Cavaliere della Pigna non posso esserlo, una volta ho perso un'acca per strada pure io e ho sbagliato un condizionale.

Quella carriera ormai mi è preclusa. :-)

Però son particolarmente attento proprio perché l'hai chiesto tu, manifestando, per altro, la velleità di fare il giornalista.

Sui contenuti non mi esprimo perché, sebbene sia convinto che riusciremmo a mantenere entrambi sia modi che toni, credo fermamente che su alcuni punti il mio non esprimermi sia l'unico modo per evitare uno scontro.

Magari, sui prossimi argomenti, riuscirò ad esprimermi in un campo meno minato di questo. :-D

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Piri è già passato, di lavoro me ne ha lasciato ben poco. :-D

Solo un paio di precisazioni:

- PlayStation si scrive tutto attaccato;

- Nella frase "Le cose oggi sono diverse, non voglio dire che è il contrario, ma il tempo ha cambiato molte cose" ci starebbe meglio un "non voglio dire che sia il contrario", ed il termine "cose" è ridondante;

- Con Alt+200 (È ) risolvi diversi problemi ;-) .

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Godric, non voglio sembrare saccente, ma hai davvero bisogno di leggere libri su come si scrive.

Ti consigliavo Severgnini per imparare ad evitare errori di grammatica, ma mi accorgo con questo secondo articolo che i problemi più grossi li hai in fase di costruzione dell'articolo.

Cercherò di non ripetere quanto sottolineato da piri, ma di farti altre critiche costruttive.

1) Ripetere che è un'opinione personale è una cosa che non si fa. Mai. É una delle prime regole che insegnano nello scrivere saggi e articoli.

Se scrivi articoli informativi, allora DEVI essere oggettivo. Se scrivi editoriali, rubriche o articoli di opinione, la gente SA che sta leggendo la tua opinione; non devi ricordarglielo.

Il contesto specifico è un blog intitolato "Secondo me". Nessuno si aspetta sterili informazioni obiettive.

Analogamente per espressioni quali "diciamolo chiaramente", "intendo dire" etc. Non sottolineare, non ripetere concetti. Se non hanno capito, rileggono la frase. Il 90% dei lettori avrà capito, e si scoccerà se lo ripeti.

2)hai grossi problemi di punteggiatura: non la usi in modo efficace.

Guarda questo passaggio:

Ma concentriamoci sull'Italia, il problema è evidente e ognuno propone soluzioni diverse.

E' stata avanzata l'idea delle classi per soli stranieri, ad esempio, o se concedere o no il voto agli immigrati (e questo non vale solo per i musulmani) e per ultimo l'ora di religione islamica a scuola.

e ora guarda, agendo solo sulla punteggiatura.

Ma concentriamoci sull'Italia. Il problema è evidente e ognuno propone soluzioni diverse: è stata avanzata l'idea delle classi per soli stranieri, ad esempio; se concedere o no il voto agli immigrati (e questo non vale solo per i musulmani); per ultimo l'ora di religione islamica a scuola.

Il primo periodo è strettamente legato al secondo, lo introduce: eppure lo separi da un punto e a capo. Esplicita questo legame, dando un senso di consequenzialità con i due punti.

La lista che segue è composto di voci lunghe, una addirittura con una grossa parentesi: separarne gli elementi solo con la virgola dà una sensazione di "fiato sospeso". Usando il punto e virgola crei una pausa maggiore senza interromperne il carattere elencativo.

Inoltre, se inizi l'elenco con "ognuno propone", la prima voce non richiede "è stata avanzata". É un'altra ripetizione.

3)"la risoluzione allo spinoso problema dell'integrazione si risolve".

La risoluzione non si risolve. Risoluzione e risolvere sono in pratica la stessa parola, è come dire "ho colpito un colpo".

La risoluzione si trova, o il problema si risolve.

Inoltre credo che in questo specifico caso risoluzione non voglia un complemento di fine (allo spinoso[...]) bensì di specificazione (dello spinoso[...]). Non introduci la soluzione, bensì specifichi il problema.

4) in generale la costruzione dell'articolo è traballante: passi di palo in frasca, non concludi gli argomenti, viri bruscamente anzichè scivolare nell'argomento dopo. Questo, unito al fatto che separi i diversi periodi con una riga vuota, dà una grossa sensazione di frammentarietà.

Non conto neanche i vari refusi, Islam che diventa maiuscolo o minuscolo un paio di volte, parole attaccate alla punteggiatura che le precede, errori di ortografia.

Ti do un ottimo CONSIGLIO: Una volta che sei sicuro della forma dell'articolo, dai un'ultima rilettura al contrario, dall'ultima parola alla prima. In questo modo non leggerai il corpo unico che hai avuto in mente mentre scrivevi, bensì una serie disordinata di vocaboli: non ti sfuggirà neanche un errore di ortografia, poichè ti concentrerai solo sulle singole parole e non sull'insieme.

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Per adesso la cosa mi mette abbastanza in soggezione, dopo queste cannonate :lol:

Per uno che ha sempre odiato farsi correggere (odio il saccentonismo, e reagivo male anche se so che si è in buona fede)

è un grossissimo sforzo di volontà credetemi.

Non è comunque il vostro caso, ve l'ho chiesto io e vi ho chiesto di non avere pietà.

Ma ricordate che sono agli inizi eh...:-D

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Dopo queste cannonate devi stare parecchio attento se non vuoi prenderne altre.

Il giorno che capisci che non sei infallibile, fai un grosso passo verso la maturità.

Apprezzo molto il tuo esserti messo in gioco con questo blog. Davvero.

Inutile dire che anche io sposo la tesi di Aerys. Magari riesci a scrivere un articolo tale da costringermi a parlare dei contenuti, invece che della forma... ;-)

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Scusate mi sarò espresso male.

Non ho mai detto di essere infallibile, e me ne guarderei bene, a giudicare da questi scritti. Si evince che sono assai lontano dall'infallibilità.

Volevo solo rendervi partecipi della mia difficoltà, cioè di uno che per carattere è contrario a essere corretto, ma che adesso è alla gogna pubblica.

Scelta della quale non mi pento perchè sono sicuro che mi servirà. Ma capite che non è facile.

Spero soltanto, so che non è il caso, ma lo dico lo stesso, che ci sia un vero sentimento di aiuto e appoggio, che mi spinga anche a continuare. Apprezzo la precisione delle correzioni e le spiegazioni molto chiare, ma se il sentimento è correggere perchè vi diverte farlo, per un fine denigratorio (come si è visto in passato) grazie ma non ne ho bisogno.

Ecco questo volevo dirlo, ma sono sicuro che non è il vostro caso.

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Non credo che ti debba interessare il fine della correzione, ma la sostanza. Se commetto un errore preferisco che qualcuno me lo faccia notare insultandomi piuttosto che stia zitto per quieto vivere.

Se speri che la gente ti corregga perche` ha a cuore la tua crescita intellettuale sei, perdonami, un illuso. Certo, qualcuno lo fara`, ma non puoi certo pretendere che quella sia la norma, e per come la vedo io non ti dovrebbe fare alcuna differenza.

Ho imparato molto di piu` da professori arroganti e antipatici che mi trattavano a pesci in faccia piuttosto che da quelli che facevano tanto i simpatici. La vita e` dura, Godric, fattene una ragione.

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Bè io penso che si corregge senza insultare, ne si giova in 2.

Immagino che tutto sommato tu abbia ragione.

Comunque sia, che la vita sia dura, lo so, il fatto che non smetta di credere nella solidarietà umana non implica che la mia sia una vita facile. E non lo è.

Non diamo adito a polemiche. Siamo qui per altro.

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In realtà (almeno da parte mia) le correzioni passate non nascevano dalla voglia di rompere le palle a quattro ragazzini ignoranti, bensì dal fastidio derivante da leggere testi che rappresentano il massacro della mia Lingua Madre, nonché dall'amore per la precisione. :think:

Detto questo, se il tuo intento è scrivere per guadagnarti da vivere, penso tu debba effettivamente sorvolare sulle motivazioni di chi ti corregge: vuoi essere un professionista della scrittura? Ti tocca un'immersione nella pignoleria, e anzi ti tocca diventare un pignolo. Sul serio.

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Il fatto che ti si stia correggendo, per come la vedo io, è già indice di un intento, da parte nostra, di farti migliorare.

C'è chi lo fa, forse, per puro spirito di pignoleria, chi per amore della propria Lingua Madre, chi perché, sotto sotto, magari sarebbe felice di vederti scrivere un po' meglio.

Fatto sta che a prescindere da ciò che ci muove, dove possiamo, correggiamo.

A noi ce ne vien poco in tasca. La soddisfazione di sfottere qualcuno, ti posso assicurare, è minima e temporanea (e giusto per precisazione che non vorrei mai essere frainteso, non è certo il mio caso).

Per altro mi pare che finora non vi siano state critiche fini a sé stesse, ma tutte piuttosto costruttive.

Quanto meno le mie hanno quell'intento.

Avremmo tutti potuto bellamente ignorare la tua richiesta e farti arrivare la doccia fredda direttamente dal redattore di qualsivoglia testata tu avessi proposto il tuo articolo.

Perdonami se te lo faccio notare, ma finché in un articolo quello che maggiormente mi colpisce è la forma poco curata e non i suoi contenuti, vuol dire che chi l'ha scritto probabilmente ha poco da dire...o non lo sa dire in modo convincente.

...e per uno che vorrebbe fare della scrittura la propria professione, mi pare un bel problema.

Mi permetto una battuta sull'altro argomento sfiorato: "Politically correct", mi duole dirtelo, è un modo esotico di chiamare l'ipocrisia finalizzata al quieto vivere. E con "solidarietà" o "non offesa" non ha NIENTE a che vedere.

Come Dusdan, preferisco una persona arrogante, ma schietta, ad un ammantatore di folle, ma fasullo.

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Convengo.

E visto che le mie paure sono infondate, mi propongo, con Italico Ardore, al grido di "Avanti Savoia", di continuare questa avventura, articolo dopo articolo, trincea dopo trincea, per arrivare a un livello tale da poter pensare seriamente a una carriera di questo tipo.:-)

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Io correggo (te e chiunque me lo chieda) perchè ritengo che sia un piacere leggere un pezzo scritto bene, indipendentemente da ciò di cui parla; inoltre, amo il dibattito e la discussione ragionata, e queste attività hanno come condizione necessaria - benchè non sufficiente - il saper comunicare. Una forma traballante impedisce una comprensione esatta del testo.

la penso allo stesso modo nella scelta del partner: non

sarebbe l'ideale se tutti se ne fregassero dell'aspetto, e giudicassero solo in base al carattere

bensì

sarebbe l'ideale se fossero tutti bellissimi, e giudicassero solo in base al carattere

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