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Lo spleen e l'arte dello shotgun


Aerys II

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Sono abbastanza giù in questo periodo, e con periodo intendo dall'inverno 1984 a oggi. Mi annoio, mi annoio nel vero senso della parola: niente mi prende al punto da farmi dire "Meno male che mi sono svegliato anche stamattina!", e se per caso capitano mattinate simili non mi preoccupo troppo, poiché passa in fretta.

Credo che la noia stia alla base di molti più omicidi-suicidi di quanto si sospetti, in particolar modo la tipica scena hollywoodiana dell'impiegato che entra in ufficio con un bel fucile d'assalto e fa esplodere toraci è quasi sicuramente riconducibile a fine settimana come il mio attuale. Non si illuda il lettore, il problema non è un fine settimana andato storto, è che mi trascino proprio una coperta grigia di fastidio da molto tempo. Come Linus, ma senza Maglietta a righe e senza una striscia di fumetti.

Mi chiedo a volte come facessero i Maiores a superare la noia, poi mi sovviene l'esistenza dell'alcool, la domanda decade e io mi tranquillizzo. Non è una gran bella soluzione però, è più che altro un effimero stratagemma che svia la mente dal reale problema, un problema di cui non inquadro purtroppo i confini. Mi secca sentirmi inadeguato in un terreno di studio tanto personale, e ho troppo poco rispetto per le altre persone per considerare l'ipotesi che qualcuno possa spiegarmi qualcosa di utile a riguardo: ogni volta che ne ho parlato con qualcuno mi sono sentito dire solo una marea di stron*ate buoniste o finto-ciniche. Il peggio è parlarne con una femmina: cavolo, sembra di ragionare con una scatola di tortellini Rana, ne escono sempre le stesse piccole porzioni di identico conformismo casalingo da affogare nell'acqua bollente. Forse è una coincidenza però, magari non tutte tutte hanno lo spessore intellettuale di una cisterna. :rolleyes:

È poco confortante rendersi conto periodicamente che non te ne frega un ca**o di niente e che disprezzi gran parte del formicaio. :think:

47 Commenti


Commento consigliato



"Falsato involontariamente il test"?

Si tratta solo di un dialogo, che possa fungere anche da sfogo per te e da raccolta informazioni per me. :-D

E, nel frattempo, proprio per chiarire alcuni punti, oltre alle domande ti posto anche alcune mie perplessità, tipo quando mi dici:

"Non sono soddisfatto perché sento di aver sempre fallito"

e

"Eppure non ho mai concluso niente".

E tra le due frasi mi elenchi i complimenti degli insegnanti di chitarra, la vittoria ai giochi matematici, il volere e l'ottenere di imparare quello che desideri, lo scrivere e le ragazze avute.

Allora, la prima domanda è: "Cosa intendi tu per 'concludere' qualcosa? "

Possibilmente mi piacerebbe che mi rispondessi prima di leggere le domande successive (per facilitarti la cosa le racchiudo in uno spoiler ).

Risposte istintive, e "ascolta la tua pancia". ;-)

Spoiler:  
Quando mi parli dell'esame di cintura nera, mi dici:

"per me la cosa si era mutata un giorno prima dell'esame , in un momento indefinibile, da un obiettivo rincorso a lungo a niente più che un dovere da portare a termine ma comunque di poco conto."

La seconda domanda è: "Mentre rincorrevi l'obiettivo, come ti sentivi? "

Spoiler:  
La terza domanda è: "Riesci a trovare il motivo, la causa, l'evento che ha mutato l'obiettivo rincorso a lungo ad un dovere da portare a termine e comunque di poco conto"?

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Per me le cose elencate non sono obiettivi raggiunti, ma un mix di aspettative disilluse e baggianate che in fin della fiera non mi hanno portato a niente, per questo cito parlando di insoddisfazione.

Per "concludere qualcosa" intendo arrivare a una condizione di serenità, a un punto di stabilità.

Venendo agli spoiler, quell'obiettivo in particolare è arrivato dopo diversi anni di avventure tese al raggiungimento, quindi non è facile parlare di come mi sono sentito nel rincorrerlo, dovrei spendere molte parole. In generale sono uno di quelli per cui la "conquista" è divertente finché non si realizza, poi perdo interesse. Probabilmente perché quando sono teso verso un obiettivo non ragiono a dovere sulla realtà, che è poi un susseguirsi di delusioni o quanto meno di ridimensionamenti delle proprie aspettative, in fondo.

Non saprei individuare un evento o causa per questo cambio di visione.

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Se posso dire la mia, inseguire un traguardo e` una cosa che porta solo cose negative: nel tentativo di raggiungerlo si e` stressati oltre ogni modo, e una volta raggiunto ci si sente svuotati e senza voglia di fare nulla.

Io nella vita, laurea e patate a parte, le cose le ho fatte perche` mi piacevano (non che le prime due non mi piacessero ;-)) e continuo anche oggi.

Il mio obiettivo per domani non e`, faccio un esempio, prendere il posto del mio capo o guadagnare il doppio di oggi, ma fare qualcosa che mi piaccia e che mi soddisfi.

Se insegui qualcosa di concreto sperando di trovarvi una qualche soddisfazione sarai sempre insoddisfatto, e continuerai a correre senza raggiungere nulla.

Ho detto.

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Io non ho capito cosa intendi, Aerys.

C'è un abisso incolmabile tra > ed >, tanto che difficilmente una persona realizzata arriva a considerarsi felice.

IMHO il punto è quello che vuoi fare nella vita.Io mi (e ti) ritengo una persona che dalla vita ha ricevuto/preso molto, e che a tempo debito debba restituirlo; come diceva Nietzsche, chi vede il mondo dall'alto non vuole vivere gratis, ma si sente in dovere di restituire i doni che la natura gli ha fatto.

La mia domanda è:a parte noi Diellini, come ti comporti con le persone con cui hai a che fare fisicamente e quotidianamente?

Senti di stare restiutendo al mondo quello che ti ha dato, o stai solo chiedendo di più?

@Merin:Io resto dell'idea che questo sia un problema di prospettiva.:rolleyes:

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Non saprei Dag, proprio non saprei. Probabilmente parte del problema è anche questo: non vedo la possibilità di portarmi in una situazione che mi soddisfi, quindi col tempo ho smesso di sforzarmi per raggiungerla. Sono molto infastidito ma non faccio qualcosa per cambiare la situazione, poiché non ho un obiettivo da raggiungere e non mi piace agire a casaccio.

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Ho appena letto in Off topic della tua scelta per la vacanza post laurea (l'avevo immaginato quando nel blog parlavi di "staccare la spina" ).

Ho ancora da farti parecchie domande per chiarire la situazione (se ti può consolare, abbiamo appena iniziato ;-) ), e considerato quanto sopra e che una certa idea me la sia già fatta sulla direzione da prendere, ti propongo di proseguire la nostra conversazione a dopo la vacanza, dopo che avrai recuperato le energie e ti sarai "svuotato" adeguatamente la testa.

Che ne dici? :-D

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Dopo un periodo di corri-tu-che-corro-anch'io riapprodo in questi lidi.

Sto ritrovando un po' dell'equilibrio che avevo accantonato in avore del lavoro, e proprio di equilibrio ho bisogno per tornare sull'argomento.

Allora Grande Re, hai un altro po' di tempo da concedermi per ritornare sulla questione, sempre che tu non abbia già trovato il bandolo della matassa ed abbia deposto lo shotgun. ;-)

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Ottimo, per via di tempo sono "combinato bene" anch'io, cercherò di dare alla cosa un minimo di continuità almeno per i prossimi quindici giorni, poi staccherò un paio di settimane causa ferie. ;-)

Da quando apristi il blog ad oggi è cambiato qualcosa.

E, in caso affermativo, cosa?

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Ciao Aerys, scusa se mi permetto di intromettermi non conoscendoti, ma mi sento singolarmente in sintonia con alcune affermazioni tue e in particolare mi sento legato a te dall'etá (io sono ottobre 84) e dalla situazione (mi sono laureato a luglio, con ottimi voti ma scarsi stimoli) nonché dalla necessitá di staccare (io lo faró con una vacanza USA di 40 giorni partendo a fine agosto).

Le vacanze mi aiutano, mi piace vedere posti nuovi, imparare cose nuove, leggere libri diversi, scoprire realtá differenti.

Quello che dico spesso é che per quante cose singolarmente divertenti o interessanti o valide io faccia, mi sembrano sempre intervalli in mezzo a una noia persistente, piuttosto che il contrario (intervalli di noia).

Questo spaventa me e soprattutto la mia ragazza, che si lamenta del fatto che non sono mai felice (in realtá é errato, lo sono per brevi periodi di tempo).

La mia soluzione per tirare avanti é pormi obiettivi sempre piú alti in un campo che stimi (per me é quello della cultura, per altri puó essere altro).

Come con la laurea: ho inseguito per due anni la speranza di riuscire a presentarmi con la media al massimo, ma giá prima di laurearmi avevo altri obiettivi , quando quello sará quasi raggiunto me ne porró altri.

Causa angoscia e a volte frustrazione, ma anche una tensione che io preferisco di gran lunga alla noia.

Scusate l'intrusione

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Quanto alla tua "intrusione" non devi preoccuparti: i commenti sul blog servono proprio a discutere, no? ;-)

Sulle vacanze non saprei, la penso abbastanza come Seneca (più o meno, andando a memoria, non servono a una fava in realtà): sì, mi piace viaggiare e mi piace molto, ma alla fine torno sempre qui.

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Ora che mi sono definitivamente "stabilizzato" (basta ferie fino a chissà quando :cry:) ritorno alla carica. ;-)

Ti ripropongo la domanda di qualche post prima: da quando apristi il blog ad oggi è cambiato qualcosa.

E, in caso affermativo, cosa?

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Da quando hai aperto il blog.

Sono curioso di sapere se lo stato d'animo che hai descritto all'apertura è rimasto invariato, se a tutt'oggi rifaresti le stesse considerazioni.

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OK, attendo con curiosità, anche perchè sto preparando altre domande che mi serviranno per avere una migliore visione d'insieme (ti avevo avvertito, sono un rompiscatole quando mi ci metto :-p ).

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Sì, pensandoci sono successe alcune cose poco piacevoli dal 2007 a oggi. Alcune sono note a quelli che mi conoscono meglio qui, altre no.

In generale, in ogni caso, è effettivamente un periodo strambo, caratterizzato da voragini d'umore che mi rendo conto essere ingiustificate, o quantomeno giustificate solo su un piano talmente astratto da sembrare folle.

Il risultato è quella mancanza di stimoli di cui sopra: sono svogliato, e questo si riflette nelle mie azioni e non azioni.

Non ho mai festeggiato la mia laurea, ad esempio. Volevo partire un po', almeno, ma non l'ho fatto per vari motivi. Non è stata "non voglia di festeggiare", ma proprio "voglia di non festeggiare": forse sto solo crescendo, ed è ora di abbandonare feste e ca**ate così. Non lo so.

Comunque sì, per rispondere alla tua domanda: ci sono stati alcuni avvenimenti negativi, ma preferirei (se possibile) non parlarne. Si tratta di cose che non si possono risolvere, in ogni caso, quindi perché parlarne? ;-)

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