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Argh & OT

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Storie di Vita Vissuta -Parte 2-


Arghot

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Avevamo lasciato i nostri immaginari personaggi proprio prima di entrare nella loro improvvisata dimora...

In un batter d' occhio prendiamo possesso di quella che si rivela essere una piccola magione. E' difesa da una potente barriera magica, comandata da un piccolo sasso sul quale sono incise diverse rune. Entrati ci accorgiamo immediatamente che qualcosa non va: l' interno sembra essere rimasto deserto per secoli, troviamo strani oggetti che non osiamo toccare e un' imponente quantità di tomi e pergamene che nessuno di noi è in grado di leggere.Dal contenuto degli antiquati armadi si capisce chiaramente che questa era la dimora di un vampiro; il sangue ci gela nelle vene, ma dopo una veloce perlustrazione capiamo dalla quantità di polvere che il mostro deve essere morto di vecchiaia.

Una volta certi della sicurezza del luogo depositiamo l' equipaggiamento e, decisamente alleggeriti, raggiungiamo gli altri cavalieri, dopo aver nascosto la carrozza in un lontano bosco: non possiamo permetterci che ci venga sottratta.

Attiviamo i bracciali e faccio strada in quello che, per i miei due compagni è un mondo nuovo.

Siamo preoccupati, la quantità di briganti, ladroni, fattucchiere sembra essere aumentata esponenzialmente.

E' un sollievo vedere che ITIODEN, 52° locanda del regno è stata completamente conquistata dai nostri compari.

Dopo aver spiegato velocemente la situazione al resto del gruppo consumiamo un frugale pasto, ma non ci lamentiamo, siamo cavalieri!

Le ore scorrono fra una battaglia e l' altra, non è facile mantenere il possesso dell' avamposto faticosamente conquistato.

Alcuno di noi, sprezzanti del pericolo decidono di andare alla ricerca dei leggendari libri dei cultisti. Portiamo a termine il nostro compito a costo di dolorose ferite, ma riusciamo a tornare tutti vivi alla locanda.

Ci tuffiamo immediatamente in un ' altra missione: niente combattimenti, niente sangue, saremo armati solo del nostro cervello e delle nostre doti magiche; dobbiamo infiltrarci nella grande sala di SAGME la fata dove i nemici pianificano i loro attacchi.

Tutto fila liscio, ma noi siamo cavalieri, e per dimostrare la nostra superiorità osiamo addirittura fermare, sotto mentite spoglie, uno dei capi nemici, per chiedere delucidazioni sui suoi piani. Dopo aver raggirato lo stolto per quasi mezz' ora decidiamo soddisfatti di trovarci tutti alla nostra magione, per discutere dei giorni a venire.

Attiviamo contemporaneamente gli undici bracciali e una volta tornati al nostro piano natale, ci diviadiamo in due gruppi:

cinque cavalieri recupereranno la carrozza, gli altri sei andranno in cerca di cibo.

Io decido di militare nel primo gruppo, e dopo una lunga e faticosa camminata attraverso un immenso bosco caratterizzato da enormi foglie , assieme agli altri quattro compari raggiungiamo il nostro bianco mezzo di trasporto. Ignoriamo il bisogno di cibo da parte dei cavalli che ci trainano, e arriviamo in men che non si dica alla magione.

CI accoglie un' amara sorpresa, il nostro rifugio è stato probabilmente svaligiato qualche eone fa, ed è privo di qualsiasi cosa, a parte gli oggetti sopracitati e quattro assi di pietra (decidiamo di usarne uno come tavolo).

Confidiamo nell' altro gruppo e dedichiamo qualche minuto al riposo.

Dopo circa due ore dal nostro arrivo veniamo raggiunti dai restanti cavalieri. Anche loro hanno avuto problemi, infatti, durante il viaggio verso la magione sono stati depredati di tutto l' ottimo cibo che si erano procurati. Solo il loro coraggio gli ha permesso di salvare il minimo necessario alla sopravvivenza, per l ' esatteza undici porzioni di

APZIZ-DAALC-?VODE! uno schifoso frutto solitamente riservato ai prigionieri.

Mangiamo, riusciamo addirittura a scherzare sul terribile pasto, nessuno pensa di cedere allo sconforto, e ognuno finisce coraggiosamente la propria porzione.

E' arrivato il momento di mostrare le nostri grandi doti magiche.

Il cavaliere cultista, facilmente riconoscibile dai lunghi capelli neri, sceglie un compagno, e insieme, cercano grazie ad un rito antichissimo di evocare il Divino *****.

Ma qualcosa va storto; doveva essere una cosa semplice per dei cavalieri, ma abbiamo miseramente fallito.

Immaginiamo tutti con terrore cosa sta per succedere, ma nessuno ha il coraggio di dirlo. Pochi secondi e il nostro incubo si realizza: da un vortice di fiamme compare il capo del nostro ordine, l' Oscuro Signore.

Ci scruta per diversi minuti, sta cercando di capire chi sia il colpevole.

Inizia una violenta discussione, siamo cavalieri, ma nessuno di noi vuole essere ripreso dal nostro capo.

Dopo più di un' ora riusciamo finalmente a farlo rinunciare nel suo intento e, sollevati, raggiungiamo i nostri alloggi.

Finalmente un po' di meritato riposo.

CONTINUA....

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